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Il centrodestra dei veleni: Tallini definitivamente fuori da Forza Italia?

Ormai non ci sono più dubbi. C’è una distanza siderale fra le diverse anime presenti nella coalizione di centrodestra. C’é una diversità di linea politica, ma anche nel modo di guardare alle Istituzioni e alla società. Il timbro sulla spaccatura, con l’attacco frontale a Jole Santelli, lo mette Mimmo Tallini: fuori dal gruppo di Forza Italia, è sempre più estraneo alle logiche ed alle strategie del partito berlusconiano. Lo stesso atteggiamento, le tecniche di comunicazione, le modalità espressive dentro l’aula di palazzo Campanella assomigliano a quelli di chi insiste su posizioni estremiste, tipiche delle forze antisistema. Quella bandiera sulle spalle durante un consiglio regionale è un ricordo e nulla più, perchè nei fatti Tallini non si sente “azzurro”. Forse il colore che più gli si addice in questo momento è il verde salviniano, o forse cominciano ad affascinarlo gli intendimenti neo-aennini di Fausto Orsomarso, compagno di battaglie di questo scorcio di legislatura. Di certo, il centrodestra non è mai stato frantumato come adesso, sgretolato da personalismi, confuso nelle prospettive, incapace di trovare la sintesi anche su questioni marginali. Figuriamoci sull’opposizione ad un governo regionale che, comunque, è in preda ad ansie e smarrimenti e che, con la sua staticità, presterebbe il fianco ad attacchi mirati e calibrati, piuttosto che a “sparate” estemporanee alle quali è sin troppo facile replicare. È tutto qui il quadro politico di oggi. La speranza è che almeno sia giusto un celebre ragionamento di Albert Einstein: “Non possiamo pretendere che le cose cambino, se continuiamo a fare le stesse cose. La crisi è la più grande benedizione per le persone e le nazioni, perché la crisi porta progressi. La creatività nasce dall’angoscia come il giorno nasce dalla notte oscura. E’ nella crisi che sorge l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie. Chi supera la crisi supera se stesso senza essere ‘superato’ ”.

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