Attenzione
  • JUser: :_load: non è stato possibile caricare l'utente con ID: 992

La Calabria ridotta peggio della Grecia

Numeri desolanti spiegano che il Sud e la Calabria stanno peggio della lamentata Grecia. Non c’è da meravigliarsi, del resto. Ai miei tempi lontani della Media, quando studiavamo le Nazioni europee, il mio libro diceva che producevano “cereali, patate, barbabietola da zucchero, ovini, bovini, suini, ferro, amianto, bauxite, industrie estrattive e manifatturiere… ”, e roba del genere. Ebbene, la Calabria non ha industrie (quelle di Vibo e Crotone le hanno chiuse e in cambio ci misero le province: e ho detto tutto!), non ha bauxite qualunque cosa ciò sia, non ha cereali, patate eccetera; e tanto meno ovini e suini. Sparito del tutto l’artigianato di qualità e anche quello terra terra; non si estrae un bel nulla dal sottosuolo; quel poco di olio, si vende grezzo a due soldi. Non producendo nulla, nulla la Calabria esporta; anzi deve importare non solo prodotti industriali ma anche quelli agricoli. Negli anni 1960 entrò in azione il progetto degasperiano del Nord produttivo e Sud a rimorchio, aggravato dall’ideologia socialista della “società di servizi”, e si scatenò e dilagò la bidellizzazione della società calabrese: dai bidelli propriamente detti via via fino ai presidenti di tribunale passando per ogni categoria reale o inventata di scaldasedie; e soprattutto professori, e la scuola divenne la FIAT della Calabria. Stipendi che, con un poco di fantasia e molti mutui, consentivano di campare in lire; finché non divennero, come sono ormai, pensioni in euro, cioè fame. Al posto dei man mano pensionati, nessuna nuova assunzione. Siamo così rimasti senza posti fissi e senza cereali e suini… Produzione di qualsiasi cosa, zero. Turismo, politica, cultura… ma non facciamo ridere. Di fronte ai dati Svimez (dati: mica è un volantino dei no tav degli ecologisti della domenica!) ci si aspetterebbe una sollevazione popolare: giornali locali grondanti lacrime, gente in piazza, forze politiche in fibrillazione, giovani adirati; e invece:

- silenzio tombale dei partiti e roba del genere;

- silenzio tombale delle università e scuole;

- silenzio tombale degli intellettuali antimafia segue cena;

- silenzio tombale di stampa e tv pubbliche e private;

- silenzio tombale della Chiesa;

- silenzio tombale dei disoccupati medesimi;

- silenzio tombale di tutti.

I pensionati attendono con calma il trapasso a più spirabil aere; i giovani sognano di andare in Inghilterra con la scusa dell’inglese, in realtà per fare i camerieri con laurea. Ci sarebbe una vaga possibilità con gli ultimi fondi europei: ma come ben sappiamo, passacarte e politicanti non li spendono, e ciò per incapacità e pigrizia, non essendo nemmeno abbastanza ladri per progettare rapine in grande, e il massimo di disonestà sono farsi rimborsare il gratta e vinci. Questo sotto le presidenze dei seguenti signori: A. Guarasci, A. Ferrara, P. Perugini, A. Ferrara di nuovo, B. Dominijanni, F. Principe, R. Olivo, G. Rhodio, D. Veraldi, L. Meduri, A. Loiero, M. Oliverio; G. Nisticò, G. Chiaravalloti, G. B. Caligiuri e G. Scopelliti proseguito in Stasi; poi Oliverio uno e due. Tutti passati alla storia come inetti e incapaci. Storia? Ai trafiletti della cronaca. Fossi il governo, manderei in Calabria un commissario con pieni poteri per dieci anni. Giapponese, s’intende. Infatti, se il Sud va in malora, la cosa riguarda tutta Italia. Ma non sono il governo, e so che tutti mi daranno ragione e nessuno farà un accidenti. Amen. 

Leave a comment

Make sure you enter all the required information, indicated by an asterisk (*). HTML code is not allowed.