Paesi di Calabria: Sant'Andrea Apostolo dello Jonio

Se cerchi un ameno centro collinare tra storia, solidarietà e… tanto bel mare, beh Sant’Andrea Jonio è il posto giusto! Ai piedi dei monti Lacinia e Pecoraro, sul versante orientale delle Serre, come terrazza sul mare Jonio, si affaccia la ridente cittadina ( 300 mt. s.l.m.). Sarebbe stata fondata alla fine dell’anno Mille da un tal Adriano di Badolato, pastore solito portare il suo gregge sui prati a nord del torrente Salubro. Secondo la tradizione, detto Adriano, a seguito dell’ingrossamento del fiume dopo abbondanti piogge, non potendo raggiungere la sua vicina Badolato, decise di fermarsi sulla collina costruendovi una capanna di pietra e per sè e per il bestiame. Successivamente a questa prima abitazione se ne aggiunsero delle altre, costituendo in tal modo un primo nucleo abitativo. Secondo, invece, una tradizione più attendibile, sarebbe stata fondata nell’XI secolo verso l’anno 1094 da gente che si allontanava dalla pericolosa costa, guidata da un certo Andreasso. Pian piano si arricchì di abitazioni diventando casale di Badolato per cui dapprincipio si nomò Sant’Andrea di Badolato. Per altri studiosi la sua fondazione sarebbe dovuta, nei secoli IX e X, ai monaci basiliani, venuti nelle nostre contrade in seguito alla persecuzione iconoclasta del Medio-Oriente. Questi vi si sistemarono nelle naturali grotte e poi vi fondarono chiesette, laure e piccoli cenobi e attorno a questi luoghi sacri si sviluppò il paese. Una testimonianza di ciò sono, sulla collina Vambacati tra i fiumi Salubro e Alaco, i ruderi di un cenobio e la chiesetta di san Nicola che presenta tutte le caratteristiche dell’architettura orientale. Negli anni a seguire, Sant’Andrea visse le vicissitudini comuni a tutti i paesi della Calabria. Infatti dopo essere casale di Badolato, divenne  casale di Satriano e poi passò sotto la giurisdizione dei monaci della Certosa di Santo Stefano del Bosco di Serra San Bruno. Quindi, col dominio normanno, passò ai Loritello conti di Catanzaro, da questi divenne possesso dei Ruffo, dei Toraldo, dei Borgia, dei Ravaschieri Fieschi, dei Pinelli fino ai Pignatelli di Belmonte che lo abbandonarono con l’eversione napoleonica del 1806. Questo anno, come se non fossero bastate le invasioni saracene, è ricordato come tra i più infausti della storia andreolese. Iniziava la terribile dominazione francese che fece pagare un caro prezzo a Sant’Andrea Jonio: fu saccheggiata, incendiato l’archivio comunale distruggendo documenti e pergamene di notevole interesse storico e documentaristico. Incamminandosi tra le antiche vie del paese si incontra un prezioso patrimonio culturale testimone di viva operosità artistica e religiosa. Sono tante le chiese che custodiscono anche non poche opere d’arte: sant’Andrea, santa Caterina, san Rocco, san Sebastiano, Campo o san Martino. Inoltre sono evidenti le testimonianze, seppur mutile, di un ricco passato: il citato cenobio basiliano, il castello che dà il nome alla piazza attorno al maestoso olmo, la torre dell’Orologio e quella di Tralò, le porte Castello, Malaira e della Chiesa, la grancia dei Certosini con la bella loggiata dalle sedici colonne in granito del 1114 e i tanti palazzi, tra i quali cito Casa Jannone con la sua artistica loggia colonnata ed il portale granitico. Infine preziosa opera d’arte e di solidarietà è “Villa della fraternità”. Si tratta di una struttura edilizia sorta come opera sociale di solidarietà. Subito dopo la funesta alluvione del 22 novembre 1935 che colpì numerosi paesi delle Serre con lo straripamento del fiume Ancinale e di altri, la Villa fu abitata dai senza tetto e dal 1957 prese le forme attuali avvalendosi anche dell’operato delle Suore Poverelle di Bergamo venute a Sant’Andrea nel 1965. Sorge su una collina a circa 500 mt, ai piedi della famosa “pineta” oggi distrutta da un incendio estivo. È un’opera imponente voluta dal comitato “Il popolo di Sant’Andrea” con a capo don Edoardo Varano e realizzata dalla generosità degli Andreolesi sparsi nel mondo. Dal punto di vista architettonico, è un edificio progettato dagli architetti Mario e Guido Samà, capace di ospitare centinaia di persone bisognose di affetto e di cure. Infine Sant’Andrea Jonio, come i tanti centri collinari, ha subito nel tempo lo sdoppiamento della popolazione con la creazione di un centro marino. Per cui oggi anche il nostro centro è una stazione balneare molto ricercata, perché offre, oltre agli avanzi della storia e delle opere artistiche, anche una spiaggia linda con acque davvero invitanti. Insomma è un ottimo soggiorno turistico, culturale e balneare dotato di una moderna e confortevole ricettività con tanti hotel e villaggi residenziali quale il Villaggio Nautica.

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