Quando papa Pio IX proclamo' la Madonna Addolorata Protettrice di Serra

Il ricco e variegato calendario religioso serrese è un unicum sotto tutti i punti di vista. Alle numerosissime feste che si celebrano, quasi in ogni mese dell’anno, corrispondono altrettanti Santi cui la devozione popolare è particolarmente legata. Certo, nel tempo del relativismo e della secolarizzazione, l’afflato spirituale è più superficiale che in passato; tuttavia quando si tratta di celebrare una festa i serresi non si tirano mai indietro. Oltre che per il gran numero di ricorrenze che vi si svolgono, Serra è singolare per un’altra ragione. Per lunghi anni, infatti, prima che venisse “scalzato” a favore di san Bruno, san Biagio è stato Patrono in “coabitazione” con Maria SS dei Sette Dolori. Un “ruolo” cui la “Madonna Addolorata” venne elevata dopo una lungo ed articolato iter andato avanti per quasi mezzo secolo. La storia di come si giunse alla proclamazione da parte di papa Pio IX, può essere ricostruita attraverso la “Platea”, la cronistoria redatta dai cappellani della chiesa Matrice. Tutto ebbe inizio nel 1824, quando i confratelli dell’Addolorata “supplicavano la Santità del Regnante Pontefice, allora Leone XII, affinché la festa della suvvenerata Signora, che presso di noi si Celebra nella Terza Domenica di Settembre, dal Rito Doppio maggiore, fosse elevata a quello Doppio di Seconda Classe colla Ottava”. La richiesta era, chiaramente, finalizzata a rendere più solenne la ricorrenza. Nel 1602, infatti, papa Clemente VIII riformando il breviario aveva fatto suddividere il rito doppio in quattro classi. Ad ogni classe, Prima, Seconda, Maggiore, e Minore, corrispondeva, infatti, un diverso grado d’importanza della festa. La supplica venne accolta, il 17 agosto 1824, con l’esclusione della “Ottava”. Gli “adduluratari”, determinati a far valere le loro ragioni, nel 1834, riproposero la richiesta a Gregorio XVI. Il pontefice, richiamando il provvedimento emesso dal suo predecessore, manifestò un nuovo diniego. L’ostinazione, però, doveva essere un tratto distintivo dei confratelli che, trascorso qualche anno, ritornarono, nuovamente, alla carica. Così, nel 1850, con una buona dose di scaltrezza e con il sostegno del Vescovo, dell’Arciprete, del “Clero e del Decurionato”, presentarono, alla Sacra congregazione dei riti, non una ma ben tre richieste. Lo scopo, ovviamente, era quello di ottenere, se non tutte, almeno qualcuna delle suppliche prodotte. Con l’istanza, venivano invocato: “1) Il Rito di p.ma Classe colla Ottava privilegiata nella 3° Domenica di Settembre; 2) Elevare a festa di doppio precetto, e dichiarare di prima Classe il Venerdì di Passione, 3) Accordare che nelle Litanie Lauretane si potesse aggiungere: Regina Septem Dolorum Protettrix nostra”. Le richieste erano state, accompagnate da una deliberazione del decurionato, dalla sessione capitolare del clero, da un attestato dell’arciprete Michele Regio e dalla lettera di monsignor Luigi Perrone, vescovo di Gerace, nella cui diocesi era incardinata Serra dopo la soppressione della certosina “diocesi nullius”. Oltre a perorare la causa, in tutti e quattro i documenti s’invocava l’elevazione della “Madonna Addolorata” a Patrona di Serra. Tra gli atti citati, una menzione particolare la merita il verbale licenziato dal decurionato, ovvero il consiglio comunale dell’epoca, nel quale si legge: “ Oggi che sono li ventiquattro del mese di Giugno dell’anno 1850, in Serra – Radunatosi il Decurionato in Sessione straordinaria, il Sindaco Presidente ha manifestato ai Sig.ri del Collegio: che S.M. il Re con suo Sovrano Rescritto del dì 18, Marzo ultimo, partecipato al Sindaco dal Sig.r Sott- Intendente del Distretto, con foglio del 13, Aprile, ha accordato il Suo Sovrano Beneplacito alla domanda avansata (sic) dal Clero, e dagli Abitanti di questo Comune stesso la Santiss.a Vergine sotto il titolo dei Sette Dolori. Che ora e d’uopo che il Collegio deliberi su l’assunto: Cioè che la sullod.a Vergine sia con effetti, come Sovranam.e è stato annuito, dichiarata Protettrice del Comune”. La deliberazione, approvata all’unanimità, oltre che dal sindaco, Giuseppe Peronacci, fu approvata dai “consiglieri”, Raffaele Greco, Michele Vinci, Francesco Giancotti, Salvatore Piasano, Giuseppe Giancotti, Giuseppe Drago e Giuseppe Barillari. Pochi giorni dopo, ovvero l’1 luglio, anche il “Clero” serrese, radunatosi nella “Sagrestia della Chiesa Matrice”, si pronunciò favorevolmente. Il documento venne sottoscritto da: “Cappellano Raffaele Vinci; Cap. Raimondo Fantò; Giacomo Barillon. Cap.o Francesco Pelagi; Cap. Domenico Pisani; Cap.o Michele Giancotti; Cap.o Vincenzo Tedesco; Cap. Giuseppe Minichini, Salvatore Pisani; Cap.o Giuseppe Salerno; Cap.o Giuseppe Giancotti di Luigi; Cap. Giuseppe Giancotti fu Ciro; Anselmo Canonice Tedeschi Cappellano; Sacerd. Giuseppe Tucci; Luigi Valente Sacerd.;Vincenzo Giancotti Sacerd.; Luigi De Francesco Sacerd.; Gabriele Martini Sacerd.; Bruno Gerocarne Sacerd.; Dome.co Maria Pisani Sacerd.; Luigi Peronacci Sacerd.; Gabriele Giancotti Rett. Curato di Spinetto; Luigi Tucci Sacerd.; Vincenzo Pisani Sacerd.; Salvatore Grenci Sacerd.; Giup.e Andreacchi Sacerd.; Suddiacono Domenico Tucci; Michele Regio Arci. Prot”. L’iter si concluse felicemente il 21 aprile 1853, quando, Pio IX confermando il rescritto della Sacra congregazione dei riti, nell’accogliere la gran parte delle richieste inoltrate dai confratelli dell’Addolorata, riconobbe alla Madonna dei Sette Dolori il titolo di protettrice di Serra.

 

 

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