Incandidabilità, una sentenza della Cassazione fa tremare Nardodipace e Mongiana

In teoria fa chiarezza su vicende di estrema importanza per la collettività, in pratica l’effetto è quello di sconvolgere le situazioni esistenti. La pronuncia della Cassazione (sezione civile) fa luce su quali siano le possibilità di ricandidatura per gli amministratori dei Comuni sciolti per infiltrazioni mafiose e rende palesi le contraddizioni materializzatisi in assenza (finora) di un’univoca interpretazione della legge. Secondo quanto riportato da “Gazzetta del Sud”, la sentenza esamina la vicenda del Comune di Nardodipace, sciolto il 13 dicembre 2011. Dopo che il Tribunale di Vibo (ottobre 2013) aveva dichiarato incandidabili il sindaco Romano Loielo ed il vicesindaco Romolo Tassone (accogliendo la proposta del ministero dell’Interno) ma non i consiglieri Pasquale La Rosa, Aurelio Tassone, Antonio Maiolo, Alberto Franzè e Antonio Franzè. Alle elezioni di novembre dello stesso anno  tutti, attuando quella che a molti era sembrata una forzatura, erano stati ricandidati e riconfermati: nell’estate successiva la Corte d’Appello di Catanzaro aveva stabilito che gli amministratori avevano già scontato l’incandidabilità semplicemente  non proponendosi alle comunali degli altri centri calabresi. In pratica, per effetto di questa concezione, avevano le carte in regola per gestire la cosa pubblica. La Cassazione, accogliendo il ricorso della Procura generale, cambia ora le carte in tavola attraverso l’annullamento con rinvio della sentenza della Corte d’Appello perchè, in sostanza, traccia la linea per cui l’incandidabilità debba intendersi operativa per il primo turno di tutti i tipi di elezione (comunali, provinciali e regionali). Ciò significa che l’amministrazione di Nardodipace è in bilico, così come quelle degli altri Comuni che si trovano in situazioni simili (Mongiana, San Calogero, Ricadi e Briatico). Il caso di Nardodipace, per come si era sviluppato, aveva evidenziato la confusione esistente riguardo a questa materia. Un marasma che in Calabra, purtroppo, pare all’ordine del giorno.

 

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