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Serra: I quattro nomi del Pd per il dopo Rosi

SERRA SAN BRUNO – I censoriani più ortodossi lo ripetono come un mantra: “Il vecchio centrosinistra è morto il 4 novembre del 2010”. Già, perché la storia di quello che starebbe per tornare come “nuovo centrosinistra”, inizia proprio in quella data, quando, l’ex sindaco Raffaele Lo Iacono fu defenestrato dalla componente censoriana che si unì all’opposizione salerniana dimettendosi dal consiglio comunale. Poi un continuo rimbalzare di accuse, scuse, andate e ritorni. A poco più di un anno dalle prossime comunali il “nuovo centrosinistra” si starebbe ricompattando per dare vita ad una coalizione nella quale la parte del leone la farebbe il Partito democratico. Lo scopo è chiaro: vincere le elezioni e tornare alla guida del paese dopo la parentesi di centrodestra. Ma non sarà facile. Se da un lato, il centrosinistra sarebbe quasi ricompattato, dall’altro mancherebbero molte cose che allo stato ai democrat non tornano. Del nuovo progetto fanno parte due politici del vecchio: Pino Raffele e Raffaele Lo Iacono, che fuoriusciti dopo lo strappo, successivamente ne hanno fatto rientro, ponendo, peraltro, veti incrociati dell’uno sull’altro. Proprio cosi, perché il punto centrale sul quale l’accordo sarebbe lontano è la candidatura a sindaco. Su questo punto tre sarebbero gli aspiranti candidati a sindaco: Vincenzo Damiani che, non facendo mistero circa le sue aspirazioni, avrebbe posto la questione in termini perentori; Domenico Dominelli, politico di lungo corso che, confidando nella simpatia degli ex Ds, avrebbe sostenuto che il candidato a sindaco dovrà essere scelto dal partito; infine vi sarebbe poi – il condizionale è d’obbligo - l’ex assessore comunale della ex giunta Lo Iacono, Maria Abronzino, che sarebbe sponsorizzata dall’elettorato centrista degli ex Margherita. Se cosi fosse, ci sarebbe, quindi, un ritorno al passato e nessun rinnovamento. Per questo si potrebbero acuire i contrasti proprio con Raffele e Lo Iacono che il rinnovamento lo hanno subìto. Nel suo nome infatti – si pensi alla candidatura a sindaco della giovane professionista Rosanna Federico -  si consumò definitivamente lo strappo che portò entrambi su una strada diversa rispetto a quella di Censore. Come uscire dall’impasse? A questo punto il deputato, Bruno Censore, avrebbe due strade: la prima, quella d’indicare una persona della società civile, qualche giovane professionista proprio sulla scia di quel rinnovamento incominciato alcuni anni fa, tanto più se fosse un’altra donna; la seconda, indicare d’imperio quale candidato a sindaco il segretario cittadino del Pd Paolo Reitano. Una candidatura, non soltanto di servizio, ma, anche, di rinnovamento in grado, forse, di mettere a tacere i mal di pancia democratici.

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