Le aggressioni sessuali di Capodanno in Germania alzano un muro contro l'integrazione

  • Written by Elisabetta Bruna Zaffino
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Il nuovo anno si apre con non poche remore sul fronte integrazionista. I fatti di Colonia confermano che la linea seguita dall’Europa, di accoglienza e contrasto all’immigrazione, non produrrà i frutti sperati. Ancora una volta si assiste ad episodi che, sì, alimentano l’odio razziale e nutrono la retorica dell’autocompiacimento dei precursori – spesso affiliati alle destre estreme- dell’anti-multiculturalità, ma al contempo non possono essere sottovalutati o relegati nella pur sporadicità degli accadimenti, a mero titolo di coda. La mancanza di veri e propri programmi di inserimento all’interno della società, fa sì che, pur condividendo il medesimo spazio, non si generi un’automatica condivisione di valori comuni. Non è un caso che "i palpeggiatori" fossero tutti appartenenti alla religione islamica, in quanto, pur prendendo le distanze dal considerare il connubio islamico-terrorista o, nel caso di specie, islamico-maschilista, o addirittura misogino nei confronti delle donne cosiddette occidentali, non si può negare che vi siano differenze sul campo dell’educazione e del rapporto con le donne. Vivendo in una condizione sociale di degrado che, in buona parte, è considerata di responsabilità occidentale, non è difficile covare una sorta di repulsione, quasi un vero e proprio odio nei riguardi di chi incarna quell’apertura, quel progresso che, disdegnando dogmi religiosi di ogni natura e sorta, si dimostra come soggetto di "scandalo" agli occhi di quanti, ignorando ed essendo purtroppo ignorati, inneggiano, o forse solo è questione di abitudine, ad uno stile di vita improntato su una figura femminile per certi versi affievolita. L’umorismo becero del leghista Matteo Salvini che, ricordiamo, acclama a gran voce una castrazione chimica nei confronti dei responsabili degli atti ripugnanti di Capodanno, schiva il progetto europeista, laicista ed umanista che con gravi difficoltà tenta di affermarsi in nazioni come l’Italia, che vivono una profonda crisi economico sociale e di facile pregiudizio nei confronti dei fratelli immigrati.  L’auspicio umanista è di saper cogliere la divergenza tra un gruppo di villani che, emulando il gorilla descritto dal grande De Andrè, si sono avventati su innocenti ragazze come maiali sulle ghiande. Giovani vittime che, avendo l'unica colpa di voler festeggiare nella spensieratezza della piazza, sono state costrette a subire le violenze gratuite di questi. La stessa comunità afro/islamica si discosta da simili azioni vergognose e condanna quanti, in nome di nessuno, contribuiscono ad irrigidire i già delicati dialoghi tra diverse etnie, in un momento di particolare tensione accentuata dopo i fatti di Parigi.

 

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