Ripepi stoppa Falcomatà: "Il futuro di Reggio non può passare attraverso i suoi desideri"

"Non si può decidere il destino di Reggio da soli o con il supporto dei propri cari. Non è una questione di famiglia. La paventata rimodulazione del 'Decreto Reggio', eufemismo usato da chi fa il possibile per atteggiarsi a nuovo che avanza - è l'atto d'accusa mosso da Massimo Ripepi, consigliere comunale della minoranza in seno al Consiglio comunale di Reggio Calabria - e la sua essenza è quella del fighettismo statico. Il futuro di Reggio non può passare attraverso i desideri del Sindaco e dei suoi sodali. Serve un dibattito pubblico in Consiglio Comunale per stabilire scelte e priorità. Opere come il Water front, il Museo del Mare, non possono essere liquidate nel segreto dei salotti per vanaglorie familiari. L'unica consistenza di queste posizioni, l'unico peso specifico di queste scelte è una bassa definizione della Città, condannandola ad un lento ed inarrestabile declino". "Questa -rimarca l'esponente dell'opposizione - è un’ossessione manipolatoria di voler a tutti i costi eliminare le cose buone universalmente riconosciute. Le uniche volte che Reggio ha avuto una risonanza mondiale che non fosse quella della 'ndrangheta è stato in occasione dei progetti delle opere del Water front, Museo del Mare ecc. Così si vuole riportare in alto l'immagine della Città? Questo atteggiamento ridondante se non pedante dove vuole portare? Ma alla fine non si capisce il senso dell'operazione, se non come alibi per dire abbiamo fatto qualcosa". "Per questo - avverte Ripepi - diventa urgente ed imprescindibile convocare un Consiglio Comunale dove il Sindaco presenterà la sua 'rimodulazione' confrontandosi con la Città ed assumendosi la responsabilità di scelte scellerate che faranno cadere Reggio nell'oblio, nella desertificazione, nella mediocrità, nella rovina della Città".

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