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Ovidio Romano: “Fusione? Sì, ma non con Serra”

L’idea è accattivante, la scelta dei partner è da approfondire. Nel dibattito sulla fusione dei Comuni delle Serre s’inserisce Ovidio Romano che effettua una disamina delle prospettive e offre una franca riflessione che non pecca di trasparenza. Il sindaco di Simbario parte da un’analisi storica e giuridica e spiega che “gli anni recenti sono stati caratterizzati da ripetuti interventi legislativi che hanno sancito l’obbligatorietà della gestione associata delle funzioni degli Enti locali, in particolare se di piccole dimensioni. Sono state introdotte nell’ordinamento – afferma - importanti disposizioni in materia, che interessano un numero elevato di Comuni minori e che necessitano di concretizzarsi in scelte operative urgenti. Se, da un lato, la riforma del Titolo V della Costituzione, valorizzando il peso amministrativo dei Comuni, ha ampliato il numero di funzioni delegate agli Enti locali, ha comportato, dall’altro, l’emergere di problemi di natura organizzativa ed economica in capo agli Enti medesimi. Si è quindi verificata, nel corso degli anni, una sempre maggiore difficoltà nell’organizzare efficacemente l’attività amministrativa in relazione ad un contesto sempre più mutevole e complesso e altri problemi simili si sono sommati all’esigenza di contenere la spesa pubblica ed affrontare l’attuale scenario di crisi, provvedendo al risanamento delle finanze pubbliche”. Dopo questo corposo preambolo, Romano cerca di volgere lo sguardo verso orizzonti lontani e ammette che “sarebbe veramente assurdo, in un contesto del genere, non valutare con attenzione la grossa opportunità che viene data agli Enti locali per cercare di rimediare, almeno  in parte, soprattutto ai tagli eccessivi imposti dallo Stato ai trasferimenti ordinari. La possibilità per i Comuni di aggregarsi tra di loro dando origine ad un’unica entità amministrativa – chiarisce - contempla un aumento del 20% dei trasferimenti stessi oltre a dei bonus aggiuntivi. Il legislatore ha colto l’opportunità di rafforzare le esperienze di collaborazione intercomunale, quali strumenti di razionalizzazione e valorizzazione dell’attività amministrativa con il principale obiettivo di ridurre i costi connessi all’erogazione dei servizi, mediante economie di scala e di esperienza, e, dall’altro, di rendere più efficiente la risposta della pubblica amministrazione alla domanda individuale dei cittadini. La gestione associata, in questo senso, rappresenta una valida opportunità per gli Enti di colmare il deficit di risorse necessarie per affrontare le sfide attuali e per erogare ai cittadini servizi in grado di rispondere adeguatamente ai bisogni individuali e collettivi”. La successiva deduzione sembrerebbe ovvia e, invece, arriva la messa in guardia poiché “l’evidente vantaggio economico e organizzativo non può e non deve indurre a facili illusioni”. Nel ragionamento dell’esponente di Fratelli d’Italia non c’è spazio solo per i numeri, ma anche per i sentimenti e le radici che paiono rivestire un ruolo preponderante. “I presupposti per una fusione – asserisce infatti Romano - non devono essere esclusivamente di natura economica e organizzativa ma devono necessariamente superare il limite finanziario per invadere il campo sociale, quello della cultura e delle tradizioni e tenere nel giusto conto soprattutto la praticabilità dal punto di vista geografico”. Qui il capo dell’esecutivo del centro montano scopre del tutto le carte e puntualizzata che “sarebbe del tutto scontata la nascita di un solo Comune dalla fusione di Simbario, Spadola e Brognaturo per tutti i motivi elencati ma soprattutto in considerazione del fatto che ormai i tre paesi costituiscono un unico agglomerato urbano e gli interscambi tra le comunità sono tali da rendere omogenee le diverse appartenenze”. Il raggio d’azione sarebbe diverso rispetto a quello che legittima “una possibile fusione anche con Serra San Bruno” in quanto, secondo il parere di Romano, vanno vagliati gli “impedimenti” che prendono le sembianze di  “numerosi fattori non trascurabili”. Quali? Bisogna innanzitutto fare i conti con l’orgoglio simbariano e il primo cittadino specifica che “i paesi satelliti per tradizione e cultura hanno sempre mal sopportato la posizione egemonica del paese intorno a cui gravitano e mai accetterebbero di rendere tale egemonia istituzionale. Anche perché – aggiunge - essendo Serra molto più grande degli altri tre Comuni messi assieme appare assai probabile che la scelta della classe amministrativa sarebbe appannaggio esclusivo dei serresi stessi”. Sembrerebbe una motivazione campanilistica ma Romano preferisce utilizzare una terminologia diversa e argomentazioni che mirano a scacciare l’ombra della superficialità. “Ben vengano – sostiene - le fusioni che riescano a migliorare le condizioni generali di diverse popolazioni, purché queste avvengano nel rispetto delle opinioni di tutti i cittadini interessati. Ottenere una diffusa responsabilizzazione sul progetto di cambiamento dovrà essere compito primario degli organismi politici che andranno a costituire la nuova struttura pubblica e che avranno l’arduo compito di assicurarsi che fattori critici come la distribuzione delle risorse, la capacità di leggere tempestivamente i problemi sui diversi fronti e di ridistribuire dinamicamente le forze in campo,  rimangano costantemente sotto controllo. Da essi dipende buona parte del successo o dell’insuccesso dell’intero progetto di sviluppo. La riuscita di ogni buona pietanza si basa sul sapiente abbinamento degli ingredienti che vanno a comporla. Basta sbagliarne uno solo – è l’avviso finale - per rovinarne il gusto”.

2 comments

  • ovidio romano
    ovidio romano Mercoledì, 11 Marzo 2015 08:37 Comment Link Report

    Ciao Tonino, prima di rispondere alle tue affermazioni permettimi di puntualizzare che esprimendo con chiarezza le mie opinioni non ho voluto urtare minimamente la suscettibilità degli amici di Serra. Ho troppa stima per l’amministrazione di Serra e per i Serreri per essere sfiorato da tale idea. Detto questo voglio ringraziarti per il gentile suggerimento ma ti assicuro che so ben decidere da me con chi aggregarmi o meno. Non mi è nota la tua età ma sono certo che se avessi la mia di età saresti a conoscenza del fatto che per motivi di carattere storico, culturale, di costume e modo di intendere fatti e avvenimenti che accompagnano i nostri territori, è sempre esistita una consistente divergenza tra Serra e i cosiddetti “ Paesi Bassi “. Avendo un minimo di buon senso è altresì evidente che le fusioni di Comuni non possono e non devono essere semplici accordi tra tre o quattro sindaci ma devono necessariamente scaturire da una totale condivisione di intenti e prospettive. Tutto ciò va assimilato dalle diverse componenti etniche con gli scambi e interferenze continue che esistono ormai da decenni tra Simbario, Spadola e Brognaturo ma che mancano invece, purtroppo, con Serra. Comprendi benissimo inoltre come sarebbe molto agevole gestire un territorio e un agglomerato urbano unico piuttosto che una struttura geografica frammentata. Basta cogliere l’esperienza dei problemi che da sempre affliggono la gestione delle frazioni. Posso assicurarti che Simbario non ha bisogno di alcuna capitale come non risente della mancanza di risorse e strumenti, anche se, tengo a precisarlo, io personalmente ho ereditato dalla precedente amministrazione circa un milione di euro di deficit. La storia non insegna solo quello che dici tu. Insegna pure che chi ha capacità e passione riesce a fare cose che neanche la proprietà di centinaia di ettari di boschi mette in condizione di poter fare. Se ti capita di venire a Simbario fermati un attimo a bere un buon bicchiere d’acqua da un qualsiasi rubinetto di una qualsiasi abitazione. Osserva con attenzione come viene praticata la raccolta dei rifiuti, compresi gli ingombranti. Dai un’occhiata alle strade e nota la pulizia e il decoro. Ma soprattutto valuta il clima di collaborazione e di serenità che regna tra l’intera popolazione e chi l’Amministra. Forse capirai che per fornire giusti servizi ai cittadini non serve essere titolati e ricchi ma che lo si può fare anche nella povertà. Basta essere ricchi di idee e di buona volontà. Saluti
    Ovidio ROMANO

  • SALVATORE AMATO DETTO(Tonino)
    SALVATORE AMATO DETTO(Tonino) Martedì, 10 Marzo 2015 10:07 Comment Link Report

    DEVO RICONOSCERE CHE IL SINDACO DI SIMBARIO HA PERFETTAMENTE RAGIONE QUANDO AFFERMA CHE LA FUSIONE CON SERRA NON PUO' REALIZZARSI,PERSONALMENTE SE DIPENDESSE DA ME ACCORPEREI ALLA CAPITALE SERRA I COMUNI DI SPADOLA E BROGNATURO,PROPONENDO AL SINDACO ROMANO DI FONDERSI CON CARDINALE E TORRE RUGGIERO......
    LA STORIA INSEGNA CHE CHI NON HA RISORSE E STRUMENTI NON DEVE SBANDIERARE A TITOLO GRATUITO ALCUN PROGETTO,MA CON TANTA UMILTA' INTEGRARSI SENZA PRETESE ALLE REALTA' PIU' TITOLATE,E TRARNE I VANTAGGI!!!!

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