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A spasso fra i beni confiscati alla mafia: l'ultima 'fatica' del Parto delle Nuvole pesanti

Talvolta le espressioni artistiche riescono a trasmettere messaggi importanti più efficacemente rispetto ai mezzi tradizionali. Perchè ogni forma di arte incarna la passione e penetra nel cuore, nell’anima e nel cervello delle persone. Può accadere così che la musica diventi strumento di denuncia sociale, di presa di coscienza e di rinascita civile. Il Parto delle Nuvole pesanti ha sempre guardato con attenzione ai temi sociali, offrendo fra le note toccanti spaccati di realtà. L’ultima ‘fatica’  è “Terre di Musica”, un progetto musicale e culturale ideato dal leader del Parto, Salvatore De Siena, e concretizzato grazie ad un tour biennale con la collaborazione di Arci e Libera. Si tratta di “un viaggio a tappe da Corleone a Trapani, dalla Piana di Gioia Tauro ad Isola Capo Rizzuto, da Mesagne a Cerignola, da Casal di Principe a Castel Volturno, fino a Roma, Bologna, Torino e Milano, per documentare l’esperienza dei beni confiscati, raccontare le storie delle tante persone, spesso giovani, che ci lavorano tra mille difficoltà, intimidazioni e vandalismi, e far comprendere che i beni confiscati non rappresentano solo un valore simbolico, ma anche una risorsa, un modello di sviluppo economico e sociale alternativo”. I frutti di questo viaggio sono un libro ed un documentario – che dal 21 marzo saranno in libreria – che riepilogano i tratti salienti delle esperienze dei protagonisti e svelano i dettagli concernenti i beni confiscati alla mafia. L’idea di fondo si basa sulla convinzione secondo cui “la legalità possa svilupparsi a partire dalle piccole azioni e che la musica, il cinema, la letteratura siano linguaggi capaci di arrivare alla gente con maggiore facilità e immediatezza”. 

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