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Nessuna via per Pasquale Andreacchi. I genitori: “Pronti a proteste eclatanti”

SERRA SAN BRUNO - «Ormai oltre due anni fa, le associazioni “Libera”, “Incastri”, “Il Brigante” ed il “Comitato civico Pro Serre” – in un incontro tenuto a Serra San Bruno ed al quale avevano presto parte anche il testimone di giustizia Rocco Mangiardi, gli studenti degli Istituti di istruzione superiore ed il presidente del consiglio comunale, Giuseppe De Raffele – avevano lanciato la proposta di intitolare una via o una piazza di Serra San Bruno a nostro figlio Pasquale, barbaramente ucciso nell’ottobre del 2009. La proposta era supportata anche da una petizione popolare sottoscritta da ben 600 cittadini. Ma, nonostante la piena disponibilità annunciata in quell’occasione da De Raffele per conto dell’amministrazione comunale, nel concreto, a distanza di tutto questo tempo, ancora nulla in merito all’iniziativa è stato fatto». I genitori di Pasquale Andreacchi sono stanchi, delusi ed amareggiati. Sono stanchi di dover combattere contro l’inerzia di «un’amministrazione indifferente anche rispetto a vicende tragiche, ed ormai note, come quelle che riguardano Pasquale. Siamo stanchi – ribadiscono in una nota - del tira e molla di politici incapaci di dare seguito alle promesse che da anni continuamente pronunciano. Amministratori insensibili e sfrontati che quando interpellati parlano di delibere pronte e commissioni toponomastiche già convocate, ma che poi, nel concreto, omettono qualsivoglia intervento». Salvatore e Mariarosa vogliono «che il ricordo di Pasquale rimanga vivo. Vogliamo – aggiungono - che almeno una piccola parte del suo paese, una via o una piazza, parli di lui. Ricordi a tutti la persona che era. Ricordi ai più giovani la sua storia. Ricordi soprattutto all’assassino – che sicuramente attraverserà quotidianamente quel luogo – che non potrà mai trovare pace rispetto a quello che ha fatto. Che il suo rimorso rimarrà vivo in eterno, almeno fino a quando non troverà il coraggio di raccontare tutta la verità e pagare per le sue colpe». Poi le accuse più dirette all’amministrazione comunale guidata dal primo cittadino Bruno Rosi, la cui indifferenza «accresce il vuoto ed il silenzio attorno a fatti tragici come quelli che hanno interessato Pasquale». Se l’amministrazione comunale di Serra San Bruno, in tempi brevi, «non dovesse dare seguito agli impegni assunti rispetto alla via da titolare a ricordo di Pasquale, ci renderemo autori di una manifestazione di protesta eclatante, all’interno del locale Municipio».

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