Un fatto di sangue del 1807 a Cardinale

Donna Caterina Cirillo, moglie del notaro don Antonio Nisticò, venne “crudeliter interfecta” il 6 marzo 1807, nell’antica casa di via Filangieri. Questo è quanto si legge nei registri parrocchiali; e si ritiene debba inquadrarsi nel generale sovvertimento dovuto all’invasione francese del 1806 e allo scatenarsi dell’insurrezione borboniana; ma anche, come vedremo, a fatti di criminalità comune. Troviamo questa notizia nelle memorie di famiglia, sperando siano attendibili. Il notaio don Antonio venne attirato fuori casa con il pretesto di un testamento. Al ritorno trovò la moglie evidentemente fatta segno di atti di morte violenta.  Si mette assieme un gruppo di uomini armati, o, potremmo pensare, Guardie nazionali. Vengono catturati i criminali, e uno di loro si rivela un servo di casa infedele. Chiede pietà e confessa di essere entrato in casa Nisticò per rapinare; ma a lui cadde la benda dal volto. Donna Caterina lo riconobbe, e implorò pietà per la vita. Fu più per paura che la uccisero. I banditi a loro volta sarebbero stati messi a morte, ma non ne abbiamo prova.

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