'Ndrangheta, operazione Acero Krupy: catturato un giovane di 22 anni

Associazione di tipo mafioso aggravata dalla transnazionalità, associazione finalizzata al traffico ed alla detenzione di armi, riciclaggio: sono le accuse a carico di un ventiduenne catturato dai Carabinieri della stazione di Siderno e dai militari del Raggruppamento operativo speciale di Reggio Calabria. Il provvedimento restrittivo è stato eseguito sulla base di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere firmata dal Giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Reggio Calabria nel contesto dell'inchiesta denominata "Acero", condotta il mese scorso e che aveva portato all'arresto di tredici individui. Nell'ambito della medesima operazione erano anche stati sequestrati una rivendita di pesce ubicata a Siderno ed una rivendita di tabacchi a Marina di Gioiosa, che gli inquirenti ritengono appartenenti ai clan della 'ndrangheta operanti nell'area. 

'Ndrangheta, operazione "Hunters": 16 arresti per traffico di droga ed usura

Sono sedici gli arresti eseguiti nelle prime ore di oggi nell'ambito di una maxi operazione ribattezzata "Hunters" contro il traffico di droga e l'usura. Personale della Squadra Mobile della Questura di Torino, insieme ai colleghi del Servizio centrale misure di prevenzione di Roma, hanno catturato soggetti sospettati di appartenere a vari clan della 'nrangheta, i cui interessi criminali hanno sede nell'area del capoluogo piemontese. Sono stati, inoltre, sequestrati, patrimoni per 4,5 milioni di euro. L'elenco comprende vari beni immobili, svariati orologi di pregio ed un figlio del celebre cavallo Varenne. 

'Ndrangheta, estorsioni ai danni di imprenditori: 52 indagati, anche tre avvocati

Figurano pure tre avvocati nell'elenco di 52 persone coinvolte nell'inchiesta che ha puntato i fari sulle attività estorsive della cosca Grande Aracri ai danni di strutture turistiche e siti di energia eolica. L'indagine, portata avanti dai Carabinieri del Nucleo investigativo del Comando provinciale di Crotone, è stata coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro. Intimidazioni di chiaro stampo mafioso e violenze sarebbero state perpetrate dai soggetti appartenenti all'organizzazione criminale con base a Cutro, nel Crotonese, ed i cui interessi si sono propagati anche nel nord Italia, da Bologna a Mantova, da Parma a Reggio Emilia. I reati, aggravati dal metodo mafioso e contestati, a vario titolo, a boss ed affiliati sono associazione per delinquere di stampo mafioso, condotte illecite legate alle armi, danneggiamenti, estorsioni, illecita concorrenza mediante minaccia o violenza, intestazione fittizia di beni, omicidio, ricettazione, turbata libertà degli incanti, rapina, usura. Destinatari, loro malgrado, delle "attenzioni", della cosca erano i proprietari di impianti eolici e villaggi turistici, i quali, in caso di mancato pagamento del "pizzo", erano  presi di mira con atti delinquenziali finiti nel calderone del lavoro investigativo condotto dagli inquirenti. Gli avvocati sono indagati perché sospettati di concorso in associazione mafiosa per intermediazione in operazioni economiche e indebite pressioni al fine di ottenere decisioni giudiziarie favorevoli. 

'Ndrangheta, scomparso nel nulla a febbraio: l'auto trovata in fondo ad un dirupo

Era in fondo ad un dirupo, buttata giù da un'altezza di un paio di decine di metri la Opel Frontera appartenente al quarantanovenne Donato Alvaro, di cui ormai non si sa nulla dal lontano 20 febbraio. A ritrovare l'autovettura in una zona di campagna compresa fra i Comuni di San Roberto e Sinopoli, in provincia di Reggio Calabria, sono stati i Carabinieri. Per le operazioni di recupero del veicolo distrutto dal fuoco è stato necessario l'intervento dei Vigili del Fuoco.  Gli investigatori considerano la persona scomparsa un soggetto organico ai componenti del clan Alvaro, cui peraltro è legato da rapporti parentali. A breve distanza dal luogo del ritrovamento vi sono alcuni fondi che lo stesso individuo provvedeva a coltivare. I militari dell'Arma adesso sono impegnati nell'espletamento degli esami e delle verifiche utili all'individuazione a dipanare il mistero attorno al caso. L

'Ndrangheta, operazione "Columbus 2" in Costarica: arresti e perquisizioni

Controlli e diverse persone in manette: è questo il bilancio di un blitz della Polizia in Costarica nell'ambito di un'operazione denominata "Columbus 2" contro gli interessi criminali della 'ndrangheta. L'inchiesta nel Paese caraibico è stata coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria e dalla Fiscalia General contra la delincuencia organizada di San Josè. Il reato contestato ai soggetto coinvolti nell'indagine è quello di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanza stupefacenti. Il lavoro completato nelle ultime ore dagli inquirenti costituisce un appendice di quello che cinque mesi fa portò all'arresto di tredici in individui fra Italia e Stati Uniti: nel mirino un gruppo criminale che vanta legami con le cosche di 'ndrangheta attive nell'area ionica che insiste sul territorio provinciale di Reggio Calabria. 

Confiscati beni ad un presunto appartenente a clan vibonese

Stamattina il Centro Operativo della Direzione Investigativa Antimafia di Roma ha confiscato beni per un valore di cinque milioni di euro a Saverio Razionale, calabrese di 54 anni, residente a Roma, ritenuto dagli inquirenti soggetto appartenente alla cosca di 'ndrangheta FIiarè-Razionale di Vibo Valentia. Il provvedimento è stato eseguito in collaborazione con la Sezione Operativa D.I.A. di Catanzaro, su disposizione del Tribunale Sezione Misure di Prevenzione di Vibo Valentia, a seguito del sequestro disposto dallo stesso Tribunale nel marzo 2014. La confisca accoglie una proposta del Direttore della D.I.A., elaborata sulla base di approfondite indagini di polizia giudiziaria sul reinvestimento di capitali illeciti della cosca calabrese nella Capitale. Razionale è considerato un personaggio di elevato spessore criminale e ritenuto un referente strategico per tutte le attività dell’organizzazione. Le indagini hanno permesso di acquisire gravi indizi a suo carico che, a giudizio degli investigatori, l’hanno visto negli anni gestore, per conto della 'ndrangheta, di società romane del settore edilizio, operanti nel campo degli appalti, anche pubblici, intestate fittiziamente a prestanome compiacenti in concorso con altri personaggi calabresi, ma domiciliati a Roma, tutti denunciati alle autorità giudiziarie nell’ambito dell’operazione "Talea" della D.I.A. di Roma. Il Tribunale di Vibo Valentia, nel provvedimento di confisca, rilevando l’elevata pericolosità sociale del Razionale, gli ha inflitto la misura di prevenzione personale della Sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno della durata di tre anni. Tra i beni confiscati e sequestrati figurano l’intero capitale sociale con relative organizzazioni aziendali di tre società, beni mobili ed immobili, tra cui un complesso turistico a Briatico, nel Vibonese, oltre ad autovetture e numerosi conti correnti bancari.     

 

Processo "Insomnia": richieste condanne fino a 10 anni di carcere

Camillo Falvo, rappresentante della pubblica accusa per conto della Direzione distrettuale antimafia nel processo scaturito dall'operazione "Insomnia" e che si sta celebrando con rito abbreviato, ha richiesto per i sei imputati pene comprese fra i 6 ed i 10 anni di reclusione. L'indagine, avviata dalla Dda di Catanzaro, era sfociata nel novembre dello scorso anno in una serie di arresti per estorsione ed usura aggravate dal metodo mafioso.  I provvedimenti restrittivi furono eseguiti dai Carabinieri del Reparto operativo di Vibo Valentia. Vittima dei reati addebitati ai soggetti finiti in manette un commerciante attivo nei settori dell'abbigliamento e dei gioielli. Una parte degli individui coinvolti nell'operazione è sospettata di essere organica alla cosca Bellocco, di Rosarno, ed ai clan vibonesi Fiarè-Gasparro-Razionale e Lo Bianco-Barba. Concludendo la sua requisitoria, il pubblico ministero ha formulato le seguenti richieste: per Gaetano Antonio Cannatà, 10 anni di reclusione e 10mila euro di multa; per Francesco Cannatà, 8 anni e 12 mila euro di multa; per Giovanni Franzè, 6 anni e 10 mila euro di multa; per Salvatore Furlano, 8 anni e 12 mila euro di multa; per Alessandro Marando, 6 anni e 10 mila euro di multa;  per Damiano Pardea, 7 anni e 6 mesi di reclusione.

'Ndrangheta, Tribunale ordina che il padre dell'ex calciatore Iaquinta torni in carcere

Il Tribunale del Riesame di Bologna, recependo favorevolmente l'istanza presentata dal pubblico ministero Marco Mescolini, ha ordinato che Giuseppe Iaquinta, padre dell'ex calciatore della Nazionale italiana, il crotonese Vincenzo, sia trasferito in prigione. Una decisione assunta nell'ambito dell'indagine denominata "Aemilia", avente ad oggetto le infiltrazioni delle cosche di 'ndrangheta in Emilia Romagna. Provvedimento, quello che riguarda lo stretto congiunto di Vincenzo Iaquinta, revocato sette mesi fa. I magistrati in servizio presso la Direzione distrettuale antimafia di Bologna avevano richiesto che Giuseppe Iaquinta, accusato di associazione a delinquere di stampo mafioso, fosse processato.  E così sarà: siederà sul banco degli imputati nel processo che avrà inizio il 29 ottobre. Con lui altre 218 persone, sospettate a vario titolo di essere organiche alla criminalità organizzata calabrese attiva in Emilia Romagna. 

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