Ritrovati i fungaioli dispersi ieri

Sono stati individuati intorno alle 23.55 di ieri dai vigili del fuoco, i due fungaioli dispersi nella zona dello Zomaro nel comune di Antonimina (Rc).

I malcapitati, seppur provati, sono stati ritrovati in buone condizioni.

Le ricerche sono proseguite senza sosta dal pomeriggio nonostante le condizioni meteo proibitive.
Impegnati nelle ricerche i tecnici della Stazione Alpina Aspromonte e della Stazione Speleo Calabria del Soccorso Alpino e Speleologico Calabria.
Presenti sul posto anche i carabinieri e la polizia metropolitana.

Incedi in Calabria, mezzi aerei al lavoro nel Catanzarese e nel Reggino

Squadre dei vigili del fuoco del Comando di Catanzaro e del distaccamento volontario di Girifalco sono intervenute poco prima delle 15.20 di oggi in località Fiasco Baldaia, nel comune di Squillace per un incendio che ha interessato macchia mediterranea e una zona boscata.

Considerata la zona vasta ed impervia si è reso necessario anche l'intervento di un elicottero del reparto volo di Lamezia Terme.

Altri interventi per incendi boschivi e di vegetazione sono stati effettuati anche in altre località calabresi.

In particolare, a Santa Caterina dello Ionio (Cz) ed Antonimina (Rc) dove è stata effettuata la richiesta di un mezzo aereo per supportare le operazioni di spegnimento.

Infine, dal primo pomeriggio di oggi un incendio in località Cipolla, nel comune di Crotone si è propagato a ridosso di alcune abitazioni.

Al momento non sono stati segnalati danni a persone

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Sorpreso a rubare alberi in area protetta, arrestato

I Carabinieri della Stazione di  Antonimina (Rc) e dello Squadrone eliportato Cacciatori Calabria, hanno arrestato in flagranza di reato un operario dell’azienda forestale regionale, F.N., di 58  anni, accusato di furto aggravato.

Nello specifico, i militari hanno sorpreso l’uomo mentre era intento a sottrarre alberi di leccio da un’area protetta.

L’arrestato, su disposizione dell’autorità giudiziaria di Locri, è stato sottoposto agli arresti domiciliari in attesa dell’udienza di convalida.

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Sorpresi a catturare ghiri, denunciati

I carabinieri della Stazione Parco di Gerace hanno sorpreso R.C., 72 anni, di Antonimina (Rc), mentre era intento a prelevare un esemplare di ghiro, da una trappola posizionata su un albero in località Giaca – Acqua Fredda, nel comune di Ciminà, all’interno del perimetro del Parco nazionale d’Aspromonte.

I militari, oltre a contestare all’uomo i reati di caccia con mezzi non consentiti e la detenzione ed uccisione di animali appartenenti a specie protetta, gli hanno sequestrato altre sette trappole già posizionate ed altrettanti esemplari di ghiri morti.

Un’altra operazione analoga è stata condotta nei pressi della stessa area, in località Giaca – Vallone Grande, dove gli uomini dell’Arma forestale hanno colto in flagranza,  M.A., 49 anni, di Locri ma residente ad Antonimina, mentre era  intento a sistemare delle trappole.

L’uomo ha inoltre consegnato ai militari quattro ghiri morti che aveva catturato nei giorni scorsi e che aveva già portato a casa.

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Pistola, munizioni e maschera antigas rinvenuti in un casolare. Un arresto

Con l’accusa di detenzione abusiva di armi e munizioni, i carabinieri della Stazione di Antonimina e dello Squadrone eliportato Cacciatori Calabria, hanno arrestato  Antonio Pasqualino Pelle, 46enne del posto.

In particolare, nel corso di una perquisizione in un casolare in uso all'uomo, in contrada San Nicola di Antonimina, i militari hanno rivenuto, occultati in un armadietto di legno, 1 revolver calibro 32 privo di matricola, numerose cartucce dello stesso calibro ed una maschera antigas.

Il materiale, in ottimo stato di conservazione, è stato sequestrato, mentre l’arrestato è stato posto ai domiciliari.

Dopo la convalida dell’arresto, su disposizione dell'autorità giudiziaria, Pelle è stato sottoposto all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

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Patrimonio incompatibile con reddito dichiarato, sequestrati beni per 750 mila euro

I carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di sequestro preventivo e di confisca di beni mobili, immobili, imprese e prodotti finanziari – emessa dalla Corte d’Appello di Reggio Calabria, su richiesta della Procura Generale reggina – riconducibili al patrimonio di Giuseppe Raso, 78enne di Antonimina (RC), della moglie Maria Filippone e dei figli Antonio, Rocco e Francesco, rispettivamente di 31, 32 e 27 anni.

Il provvedimento scaturisce dalle indagini condotte dal Nucleo investigativo reggino, in seguito della condanna a 6 anni di reclusione per associazione mafiosa e all’interdizione perpetua dei pubblici uffici di Giuseppe Raso, soprannominato “avvocaticchio”, tratto in arresto nel 2011 e 2012 nell’ambito delle operazioni “Crimine” e “Saggezza”.

In particolare, dalle indagini sarebbe emersa la sproporzione del valore dei beni posseduti, rispetto ai redditi dichiarati ai fini delle imposte, analizzati nell’arco temporale 2000-2017 e l’insussistenza di fonti di reddito idonee a generare tali accumulazioni patrimoniali.

Peraltro, negli ultimi anni, Raso e la moglie "sono stati più volte deferiti dai militari dell’Arma all’Autorità giudiziaria in relazione ad alcuni episodi di pascolo abusivo e incontrollato di bovini fra Antonimina e Cittanova".

Il provvedimento di sequestro ha interessato un allevamento di bovini, con oltre cento capi di bestiame, un terreno, due fabbricati e svariati rapporti bancari, titoli obbligazionari e polizze assicurative.

Il valore complessivo dei beni sequestrati, ammonta a circa 750 mila euro.

Focus 'ndrangheta: arresti e denunce nella Locride

Prosegue senza soluzione di continuità l’attività, condotta dai carabinieri del Gruppo di Locri guidato del tenente colonnello Pasqualino Toscani, nell’ambito del piano denominato “focus ‘ndrangheta”. I militari delle Compagni di Bianco, Locri, Roccella Jonica e quelli dello Squadrone eliportato Cacciatori Calabria, hanno messo in atto una mirata strategia operativa finalizzata ad aggredire i sodalizi mafiosi.

L’azione portata avanti dai militari dell'Arma si è sviluppata, nei giorni scorsi, in una serie di controlli e perquisizioni sia personali che domiciliari. Complessivamente, sono state identificate oltre 300 persone a bordo di 169 veicoli. L’attività è stata concentrata in alcuni punti nevralgici della Locride.

Nel corso di uno dei tanti controlli, i carabinieri della Stazione di Mammola hanno tratto in arresto la 66enne Giulia Citarella. La donna, già nota alle forze dell’ordine era destinataria di un ordine di carcerazione emesso dalla Procura generale della Repubblica presso la Corte d’Appello di Catanzaro. Sottoposta a detenzione presso la propria abitazione, Citarella dovrà scontare una pena residua di nove mesi e 24 giorni di reclusione a seguito di una condanna per produzione, traffico e detenzione illecita di stupefacenti.

Nelle stesse ore, i militari della Stazione di Riace hanno tratto in arresto un’altra donna, Angelina Papandera, 53enne originaria di Camini.  Già nota alle forze dell’ordine in quanto destinatario di un ordine di carcerazione emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Locri, la donna è stata sottoposta alla detenzione domiciliare presso la sua abitazione dove dovrà scontare una pena di sette mesi di reclusione comminatale per i reati di oltraggio a pubblico ufficiale, minacce gravi, deturpamento di cose altrui, porto ingiustificato di armi o strumenti atti a offendere.

A Gerace gli uomini della locale Stazione e quelli del Nucleo operativo radio mobile della Comapagnia di Locri hanno denunciato un 50enne del posto per detenzione abusiva di munizioni. A seguito di una perquisizione domiciliare, l’uomo è stato trovato in possesso di oltre 1700 cartucce per fucile di vario calibro e di due contenitori di polvere da sparo dal peso complessivo di oltre 200 grammi.

Altre quattro persone sono state, inoltre, denunciate nei comuni di Antonimina e Canolo. Ai quattro uomini, di età compresa tra i 33 ed i 54 anni, è stato contestato il reato di abusivismo edilizio.

Infine, i carabinieri di Siderno hanno segnalato alla Prefettura reggina due giovani del luogo. Nel corso di una perquisizione personale, i due sono stati trovati in possesso di alcuni grammi di cocaina e marijuana.

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'Ndrangheta: confiscati beni per un valore di 15 milioni di euro

La Direzione Investigativa Antimafia di Reggio Calabria ha dato esecuzione a due decreti di confisca di beni nei confronti di altrettante persone.

Il primo provvedimento ha interessato Nicola Romano, 68 anni, originario di Antonimina, in provincia di Reggio Calabria, operaio forestale ma di fatto imprenditore nei comparti del taglio e della lavorazione del legno, nonché della produzione di calcestruzzo.

Il secondo invece ha colpito i beni di proprietà di Domenico Barbieri, imprenditore reggino di 59 anni.

Arrestato nel 2012 nell’ambito dell’operazione ''Saggezza”, Nicola Romano è considerato esponente di spicco del sodalizio criminale 'ndranghetista che opera ad Antonimina. Con l'accusa di associazione mafiosa e altri reati è stato condannato, in primo grado, alla pena di venti anni e dieci mesi di reclusione.

Con il provvedimento, emanato a seguito delle attività investigative condotte dal Centro Operativo Dia di Reggio Calabria, è stata disposta la confisca di quattro società di Antonimina, operanti nei settori del commercio e lavorazione del legname e della produzione di calcestruzzo. Sono stati, inoltre, sottoposti a confisca 47 immobili, tra cui 31 appezzamenti di terreno, sette appartamenti, un capannone adibito a stabilimento industriale ed alcuni magazzini e fabbricati rurali, nonché disponibilità finanziarie aziendali e personali, per un valore stimato in oltre 13 milioni di euro. Romano è stato sottoposto alla misura della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno per la durata di cinque anni.

L’altra misura di prevenzione ha interessato Domenico Barbieri, arrestato nel 2010 nell’ambito dell’operazione “Meta” e condannato nel 2013 dalla Corte d’Appello di Reggio Calabria a cinque anni e dieci mesi di reclusione.

Nei suoi confronti il Tribunale di Reggio Calabria - sezione misure di prevenzione, ha disposto la confisca di quattro immobili ubicati nel comune di Villa San Giovanni e otto appezzamenti di terreno situati nel comune di Catona di Reggio Calabria. Il valore  stimato dei beni ammonta ad oltre due milioni di euro. Nei confronti di Barbieri è stata applicata la misura della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno per tre anni e sei mesi.

Si tratta di confische che costituiscono l’ultimo atto di una lunga serie di attività eseguite dal Centro Operativo Dia di Reggio Calabria e dalla dipendente Sezione Operativa di Catanzaro nei confronti di organizzazioni 'ndranghetistiche che, nell’ultimo biennio 2015-2016, hanno condotto complessivamente al sequestro/confisca di beni il cui valore è stimato in oltre un miliardo di euro ed alla presentazione di 19 proposte di applicazione di misure patrimoniali reali.

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