Ecco il decalogo per la prevenzione dei rischi di avvelenamento da funghi

E’ allarme intossicazione da funghi per i numerosi casi che sono stati registrati nel corso delle ultime settimane nel nostro territorio  e che, purtroppo, stanno continuando ad essere segnalati alle autorità competenti. Sono infatti almeno una quarantina le notifiche per sospetta intossicazione, alcune delle quali hanno interessato intere famiglie. Quest’anno c’è una crescita di funghi particolarmente ricca nei  boschi del nostro territorio  che,  oltre a rendere felici gli innumerevoli  raccoglitori ed offrire occasioni importanti  di studio  agli esperti micologi, presenta i suoi effetti negativi per i casi di intossicazione che inevitabilmente si  registrano. Puntualmente come in passato, in queste occasioni sorge sempre lo stesso interrogativo per gli operatori addetti alla prevenzione delle intossicazioni da funghi: cosa non ha funzionato e cosa si può fare  per migliorare lo standard di sicurezza in merito a questo problema sanitario? Per spiegare il fenomeno e suggerire i comportamenti da adottare per non correre rischi di avvelenamento da funghi, interviene il dottor Francesco Faragò, direttore del Servizio Igiene degli Alimenti e della Nutrizione, che chiarisce: “Non meno del  90%  dei casi di intossicazione sono attribuibili al consumo di funghi raccolti in proprio o avuti in regalo da conoscenti, mentre una esigua quantità  è in relazione alla vendita. Tutti i casi registrati quest’anno hanno avuto un esito favorevole, nel senso che si è trattato di forme appartenenti alle banali sindromi gastro-intestinali, tranne un  solo  caso che, invece, è stato più grave perché si è trattato di un a sindrome falloidea  la cui prognosi solitamente è severa. Nel nostro caso, per fortuna,  avendo la paziente consumato una quantità molto limitata di Amanita phallodes e grazie alla tempestiva identificazione e diagnosi, l’esito è stato favorevole  senza postumi". "Per quanto riguarda  la vendita dei funghi - prosegue Faragò - recentemente abbiamo avuto tre casi della stessa famiglia finiti in Ospedale per il consumo di funghi  acquistati  da un venditore abusivo. Ciò ripropone il problema serio  della vendita illegale che, sebbene sia una  consuetudine  che affonda le radici in epoche antiche, oggi  con le normative vigenti  e con i controlli che vengono messi in atto, non  trova  più  alcuna giustificazione. Facciamo presente che  la vendita di funghi  è consentita esclusivamente nei negozi di orto-frutta a posto fisso e solo quando i titolari si siano dotati di  apposita autorizzazione sanitaria, di apposita abilitazione alla vendita e di certificazione di commestibilità, che viene rilasciata, di volta in volta, dall’Ispettorato micologico dopo aver visionato attentamente i funghi. Si  ribadisce che la vendita  di funghi da parte di  ambulanti o di venditori  improvvisati lungo le strade è illegale e ci  si deve astenere dal comprare". "E’ vero - aggiunge il responsabile del SIAN - che, come prima accennato, la maggioranza delle intossicazioni  sono  in relazione ai funghi raccolti in proprio o ricevuti in regalo. Pertanto c’è molto lavoro da fare sul piano della educazione e sensibilizzazione, per promuovere  comportamenti che siano basati sulla prudenza assoluta in merito alla raccolta ed al consumo di funghi spontanei. Ci si deve rendere conto che funghi spontanei non vanno considerati quali comuni alimenti; si tratta, invece, di alimenti molto particolari che portano in sé una grossa insidia con rischi molto elevati per la salute. Quindi, il primo pensiero che deve passare per la mente è quello di accertarsi della effettiva commestibilità.  Ciò non può essere fatta da persone qualsiasi ma solo da esperti veri, dai micologi. L’Azienda Sanitaria Provinciale dispone dei Centri di controllo micologici dove sono presenti gli esperti. Inoltre, anche nei Gruppi micologici esistono le persone con competenza specifica. Bisogna rivolgersi solo a loro per evitare i problemi seri ai quali stiamo assistendo".

Infine, il dottor Faragò riassume i suoi suggerimenti nel seguente decalogo:

1. raccogliere e consumare solo i funghi che si conoscono con sicurezza;

2. accettare  consigli solo da persone qualificate e con esperienza dell’Ispettorato micologico dell’ASP o dei Gruppi micologici;

3. non fidarsi mai della determinazione fatta unicamente attraverso un libro, perché le rappresentazioni a volte ingannano;

4. non basarsi sulla determinazione empirica, come : l’aggiunta di aglio, della moneta di argento, del ferro rovente, l’essere il fungo mangiato delle lumache, l’assaggio da parte di animali domestici;

5. se si acquistano, vanno acquistati solo presso i punti vendita di orto-frutta fissi,  chiedendo sempre il certificato di commestibilità;

6. non  regalare funghi se la loro commestibilità è incerta, perché si incorre in gravi responsabilità;

7. non consumare funghi freschi tenuti in sacchetti di plastica;

8. non  raccogliere  funghi  in zone di possibile inquinamento, quali: vicinanza di discariche, all’interno e in vicinanza dell’abitato, in vicinanza delle strade, in vicinanza di insediamenti industriali o artigianali inquinanti;

9. i funghi sono alimenti facilmente alterabili, quindi si devono consumare entro breve tempo, dopo adeguata cottura (almeno 15 minuti di bollitura). Si  sconsiglia la cottura alla griglia, alla piastra e altri modi non adeguati come temperatura e tempo;

10. il consumo dei funghi è sconsigliato per: i bambini, gli anziani, le donne in gravidanza ed in allattamento, le persone affette da particolari malattie (del fegato, reni, dell’intestino, etc.). Le persone adulte sane possono consumare solo quantità limitate di funghi.

 

Presentati i dati di uno studio sui tumori in Calabria

Nel corso del Master di II livello in Epidemiologia applicata, promosso dalla Regione Calabria per formare la "Rete Epidemiologica e di salute della popolazione" e condotto dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS), è stata rilevata la possibilità di svolgere un’indagine epidemiologica su un  territorio calabrese applicando una tecnica molto simile al progetto SENTIERI (Studio Epidemiologico Nazionale dei Territori e degli Insediamenti Esposti a Rischio da Inquinamento), metodologia utilizzata in Italia per la sorveglianza dei siti inquinati ed accettata dall’OMS (Organizzazione mondiale della Sanità)  per la caratterizzazione dello stato di salute della popolazione residente in siti contaminati. E’ stato possibile effettuare lo studio soltanto sul territorio della provincia di Catanzaro in quanto unico, attualmente, ad essere provvisto di un Registro Tumori Accreditato.  Il Commissario dell’ASP di Catanzaro, dottor Giuseppe Perri, professionista da sempre sensibile  ed attento ai problemi di salute dei residenti,  ha inteso comunicare tempestivamente i risultati dell’indagine attraverso un evento denominato: "Rilevare l’incidenza dei tumori e valutare i rischi ambientali: il contributo del Registro Tumori di Catanzaro”,  tenuto nel palazzo della Provincia di Catanzaro il 23 settembre scorso. Il Commissario con l’importante evento , oltre a comunicare i risultati dell’indagine svolta sui comuni di Davoli e Lamezia Terme, ha inteso mettere in rilievo l’importanza della Registrazione Oncologica su tutto il territorio calabrese, e la necessità di consentire agli operatori impegnati in questa difficile impresa di superare le difficoltà operative incontrate negli anni, per fare della Calabria un territorio consapevole delle proprie problematiche ambientali e, di conseguenza, capace di gestirle. Lo studio proposto e condotto dalla dottoressa Antonella Sutera Sardo, Responsabile del Servizio Epidemiologico e Registro Tumori dell’ASP di Catanzaro,  ha visto concretizzarsi, per la prima volta in Calabria, una fattiva collaborazione tra Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente - ARPACAL (dottoressa Sabrina Santagati, direttore generale), Istituto Superiore di Sanità (dottor Pietro Comba, direttore del Reparto di Epidemiologia Ambientale dell’ISS, già chiamato in causa sul tema, nell’indagine sulla cosiddetta Terra dei Fuochi, in ottemperanza alla legge 06/02/2014, ed esperto nella metodologia SENTIERI), Ufficio di Statistica dell’ISS (dottoressa Giada Minelli, ricercatore ISS) ed Associazione Italiana Registri Tumori (dottor Emanuele Crocetti, Segretario Nazionale AIRTUM,).  Hanno partecipato al convegno, oltre alle professionalità già menzionate, la dottoressa Lucia Mangone (vice segretario nazionale AIRTUM e vice-responsabile Registro Mesoteliomi Regione Emilia-Romagna) ed il dottor Luca Carra (Agenzia di comunicazione scientifica Zadig) giornalista esperto in tema di ambiente, scienze e salute e docente di comunicazione ambientale, già direttore della Rivista Epidemiologia e Prevenzione.

Tre i punti caratteristici dell’indagine:

1) vengono esaminate alcune patologie, oncologiche e non, definite di "interesse  eziologico a priori", cioè patologie che in base alla letteratura scientifica internazionale risultano associabili  all’esposizione agli agenti inquinanti presenti nell’area;

2) sono misurati  tre indicatori (ospedalizzazione, mortalità ed incidenza dei tumori) ed i dati sono messi in correlazione con una popolazione di riferimento per effettuare un valido confronto (es. popolazione nazionale o regionale, etc);

3) l’indagine viene sviluppata su tutto l’ambito comunale della zona oggetto di studio.

In conclusione, dalla lettura dei risultati si può affermare che:

1) non sono emersi eccessi nell’incidenza dei tumori, 

2) alcuni eccessi, segnalati nella mortalità e nell’ospedalizzazione  di tumori maligni del sistema linfatico ed emopoietico non sono stati sempre coerenti, pertanto non sono riconducibili, sicuramente, a fattori ambientali. 

Questi segnali indicano comunque la necessità di un approfondimento delle indagini per saggiare un’eventuale conferma dell’ipotesi eziologica.

Le indicazioni operative consigliabili scaturite dal lavoro sono le seguenti:

1) Potenziare le attività di monitoraggio e la sorveglianza epidemiologica delle popolazioni esposte;

2) Estendere la copertura temporale (sorveglianza  permanente);

3) Identificare zone subcomunali da sottoporre a controlli più approfonditi, previa definizione delle stesse, in collaborazione con Arpacal".

Servirebbero altri studi per portare a fondo l’indagine, sempre con la collaborazione delle parti già indicate. E’ comunque l’avvio di un’iniziativa che avrà la possibilità di  evidenziare  la grande considerazione da parte dei decisori non soltanto dello stato di salute dei residenti in sedi contaminate,  ma del rapporto con queste popolazioni che potrebbero seguire l’evoluzione della sorveglianza epidemiologica permanente auspicata attraverso frequenti comunicati ed assemblee pubbliche e quant’altro è ritenuto utile per creare un confronto aperto e trasparente tra politici e amministratori, media locali  e portatori d’interesse (comitati, scuole, medici, associazioni, ecc.).

 

Mercoledì cerimonia di consegna degli attestati abilitanti all'esercizio dell'emergenza territoriale

Mercoledì 24 giugno 2015 alle ore 11:00, nella Sala Conferenze dell’Acquario Comunale di Soverato, si svolgerà la cerimonia ufficiale di consegna degli attestati del IX corso di idoneità nazionale all’esercizio dell’emergenza territoriale, alla quale sono stati invitati a partecipare il presidente della Regione Calabria Mario Oliverio e il vice presidente Enzo Ciconte. Durante l'evento, il Commissario Straordinario dottor Giuseppe Perri, insieme al Direttore Sanitario dottor Carmine dell’Isola e al direttore Amministrativo dottor Giuseppe Pugliese, consegneranno gli attestati ai 180 professionisti, provenienti da tutta Italia, che hanno partecipato al corso, un riconoscimento indispensabile per i medici che vogliono prestare la loro opera nel servizio di emergenza territoriale 118. Il corso è stato organizzato, per il sesto anno consecutivo, dall'unità operativa Emergenza sanitaria territoriale, diretta dal Responsabile, dottor Guglielmo Curatola, che si è avvalso della collaborazione della dottoressa Daniela Tropiano in qualità di Tutor del corso, del dottor Antonio Sacco e dei CPSI, signori Romeo Carmelita e Anoja Nicola. I partecipanti all’iniziativa hanno frequentato, per un totale di 300 ore, lezioni teoriche e corsi teorico-pratici sulle discipline dell'emergenza sanitaria e hanno completato la loro preparazione con il tirocinio sui mezzi di soccorso e nei reparti ospedalieri di area critica.

Corretta alimentazione come terapia per mantenere e promuovere la salute

Nella Sala Ferrante del Presidio ospedaliero “Giovanni Paolo II” di Lamezia Terme si è tenuto un incontro sul tema “Ristorazione ospedaliera: dal catering alla terapia”, al quale hanno partecipato tutti i Primari/Responsabili delle Unità operative dei Presidi Ospedalieri di Lamezia Terme, Soverato e Soveria Mannelli. L’iniziativa è stata fortemente voluta dal Commissario Straordinario dell’ASP di Catanzaro, Dr. Giuseppe Perri, già Responsabile del Servizio Igiene Alimenti e Nutrizione di Lamezia Terme, che ha introdotto i lavori partendo dalla considerazione che “Il cibo è la prima medicina”, come affermava Ippocrate, padre fondatore della Medicina, precisando che “Se è vero che una corretta alimentazione è fondamentale per mantenere e promuovere la salute nel soggetto sano, è altrettanto vero che nel soggetto affetto da patologia l’intervento nutrizionale ha finalità terapeutiche specifiche e/o di prevenzione delle complicanze”. Il dottor Pietro Menniti, Direttore Medico del Presidio ospedaliero di Soveria Mannelli, ha evidenziato la professionalità degli operatori sanitari, che, anche in periodi di profonda crisi del sistema sanitario, si prodigano a 360 gradi in azioni di miglioramento della qualità dell’assistenza al paziente, impegnandosi a valorizzare il momento della consumazione del pasto, poiché il ruolo della nutrizione non è inferiore a quello degli altri ruoli sanitari. Il dottor Domenico Tomaino, Direttore Medico del Presidio ospedaliero di Lamezia Terme, ha quindi evidenziato l’importanza della ristorazione ospedaliera come strumento per contrastare la malnutrizione in Ospedale. I dati della letteratura internazionale e l'esperienza italiana e regionale, infatti, evidenziano che il 40-50% dei soggetti è a rischio di malnutrizione all'ingresso in ospedale, con percentuali più elevate per i pazienti più anziani, e che durante la degenza lo stato nutrizionale peggiora in oltre un terzo dei pazienti. Pertanto, la nutrizione di un soggetto ospedalizzato va intesa come vera e propria terapia durante il ricovero ed al paziente devono essere fornite indicazioni nutrizionali da seguire anche dopo la dimissione. Gli aspetti tecnici relativi alle attività svolte, alle caratteristiche del Dietetico e del Prontuario dietoterapico ospedaliero sono stati brillantemente illustrati dalla dottoressa Marina La Rocca e dalla Dietista Adriana Grandinetti. Al termine dell’incontro sono state distribuite a tutte le Unità Operative ospedaliere delle bilance con altimetro per misurare e monitorare peso ed altezza dei pazienti e calcolare l’Indice di Massa Corporea al momento del ricovero e durante la degenza. Il Coordinatore infermieristico della UO Cardiologia, Ferdinando Serratore, ha indicato le modalità per effettuare la valutazione del rischio nutrizionale, utilizzando il metodo MUST, per identificare i soggetti a rischio di malnutrizione ed attivare gli interventi nutrizionali opportuni. Alla discussione, moderata dalla dottoressa Annalisa Spinelli, hanno partecipato numerosi uditori, tra i quali si segnala il contributo del Direttore dell’UO Oncologia, dottor. Ettore Greco, che ha evidenziato come l’intervento nutrizionale nei pazienti oncologici sia fondamentale, insieme alla chemioterapia ed al pari della terapia di supporto, per migliorare la qualità della vita e prolungare la sopravvivenza

Corsi per l'autismo e sistema di qualità per gli operatori sanitari

Prosegue l’attività formativa dell’ASP di Catanzaro che di recente, in due distinte iniziative, si è concentrata sul delicato tema dell’autismo e su altri argomenti legati al sistema di gestione della qualità nei laboratori di analisi. Alle giornate di studio è intervenuto il Commissario straordinario, dottor Giuseppe Perri, per rafforzare il percorso avviato dall’ASP in entrambe le aree. Che cos’è l’autismo, origini, sintomi, cause e interventi riabilitativi, sono stati i temi del corso di tre giorni, proposto dalle unità operative di Neuropsichiatria infantile dell’ASP di Catanzaro e pianificato dall’unità operativa Formazione e Qualità, diretta dalla dott.ssa Clementina Fittante, che si è svolto a Lamezia Terme con il contributo, in qualità di relatore, del dottor Alessandro Cosentino, membro del consiglio direttivo del DIN (disability italian network). L’autismo rappresenta una problematica sempre più emergente per l’aumento significativo di casi. Tra le numerose ipotesi circa le cause che danno origine a quello che viene definito “disturbo dello spettro autistico”, oggi la più accreditata sembrerebbe quella genetica o comunque caratterizzata dalla presenza di disfunzioni cerebrali, completamente differenti tra di loro. Al contempo si rileva una grande difficoltà nella interpretazione sociale del comportamento autistico. Il disagio delle famiglie spesso corrisponde alla indecifrabilità della comunicazione e alla difficoltà di condivisione dell’esperienza. Obiettivo del corso, che si è tenuto in un’unica edizione, quello di preparare i professionisti della riabilitazione a gestire una presa in carico multidimensionale in un’ottica bio psico sociale, capace di proporre visioni nuove per affrontare le difficoltà che sono presenti a livello di comportamento, di comunicazione, di relazione, di sensorialità e di funzionamento intellettivo. In contemporanea, in un'altra aula, si sono svolte due giornate formative, proposte e organizzate sempre dall’unità operativa Formazione e Qualità, sul sistema qualità nei laboratori di analisi. L’iniziativa diretta a formare gli operatori dei laboratori, è stata realizzata in previsione dell’accreditamento istituzionale del Servizio trasfusionale e degli altri laboratori dell’ASP. Per il raggiungimento dell’obiettivo è necessario mantenere i requisiti per l’implementazione del sistema qualità. Gli argomenti di questo corso, la cui seconda edizione si terrà il 21 e 22 settembre, hanno riguardato una serie di aspetti legati al sistema di gestione della qualità: principi di base e organizzazione; processo di indirizzo, pianificazione e di erogazione del prodotto/servizio; gestione delle risorse; misurazione, analisi e miglioramento della qualità. Le lezioni sono state tenute dalla dott.ssa Ivana Menechini, membro del Centro Nazionale Sangue e consulente in attività di progettazione, gestione e formazione, nell’ambito di progetti di riorganizzazione aziendale e di implementazione di Sistemi Qualità, finalizzati all’adeguamento ai requisiti previsti nei modelli di accreditamento istituzionale e professionale.

Convegno conclusivo del progetto "Pari Opportunità e lotta allo stigma"

A conclusione del progetto "Pari opportunità e lotta allo stigma", avviato dal Centro diurno di riabilitazione psico-sociale del Centro di Salute Mentale di Catanzaro, e dall’Istituto comprensivo "G. Casalinuovo" di Catanzaro, martedì 9 giugno alle ore 16:00, nell’aula teatro dell’I.C., via Stretto antico, 29, Catanzaro Lido, si terrà un convegno per approfondire le tematiche contenute nel progetto, effettuare un consuntivo dell'esperienza e presentare i manufatti realizzati da alunni di terza media e giovani utenti. La modalità con cui si è voluto affrontare le tematiche del progetto ha previsto l’incontro tra soggetti che vivono un percorso di apprendimento scolastico ed utenti inseriti in un percorso di riabilitazione e di reinserimento psico-sociale già intrapreso presso il Centro Diurno. L’incontro tra queste due realtà, che ha coinvolto alunni, genitori, insegnanti e operatori del Centro diurno, è avvenuto attraverso il “fare insieme” in un laboratorio di attività espressive pratico manuali. Prenderanno parte all’iniziativa il Commissario straordinario dell’ASP di Catanzaro, dott. Giuseppe Perri, il Prefetto di Catanzaro dottoressa Luisa Latella, il Questore di Catanzaro, dottor Giuseppe Rocca, l’assessore alla Pubblica Istruzione. del comune di Catanzaro, avvocato Antonio Sgromo, il direttore del CSM di Catanzaro, dott. Francesco La Monica, il responsabile del Centro diurno, dottor Fulvio Brescia, la dirigente dell’I.C. Casalinuovo, professoressa Concetta Carrozza, la referente del progetto Pari opportunità, prof.ssa Elisa Brescia, il presidente AMC (Azienda per la mobilità cittadina) di Catanzaro, dottor Rosario Colace, l’alunna Federica Rotundo e la paziente Silvia Benincasa.

Asp Catanzaro: multiprofessionalità e cure personalizzate per assistenza in geriatria

Il 29 e 30 maggio si è svolto, presso il Centro Congressi del Villaggio Guglielmo di Copanello, il Congresso regionale dal tema: “Unicità della geriatria e specificità del paziente geriatrico: quando l’unione fa la forza”, organizzato dalle società scientifiche che rappresentano la geriatria: Associazione Italiana di Psicogeriatria (AIP) – Associazione Geriatri Extraospedalieri (AGE) e Società Italiana di Geriatria e Gerontologia (SIGG). Il convegno patrocinato, dall’A.S.P di Catanzaro, ed aperto dal vicepresidente della Giunta Regionale, onorevole Vincenzo Ciconte e dal Commissario Straordinario dell’ASP Giuseppe Perri, ha visto l’alternanza di relatori di livello internazionale tra i quali vanno ricordati: il professor Giovanni De Sarro (Università di Catanzaro), il prof. Francesco Mattace – Raso (Rotterdam), la professoressa Katarzyna Broczek (Varsavia), la professoressa Laura Fratiglioni (Stoccolma), il dottor Antonino Maria Cotroneo (Torino), il professor Pasquale De Fazio (Università di Catanzaro), il dottor Salvatore Putignano (Napoli), il dottor Marcello Giordano (Palermo). L’organizzazione è stata curata dal dottor Piero Gareri, geriatra dell’A.S.P di Catanzaro e dalla dottoressa Amalia Cecilia Bruni, direttrice del centro Regionale di Neurogenetica. I temi trattati nei tre simposi che si sono succeduti, hanno incentrato la loro attenzione sulle innovazioni nei servizi territoriali per le demenze, sulla cronicità del grande anziano e sull’importanza della prevenzione e degli stili di vita. E’ stata registrata una grande partecipazione con 160 iscritti afferenti a più professionalità (medici - psicologi – infermieri – educatori – fisioterapisti – assistenti sociali). Il messaggio emerso è quello della necessità di un approccio multiprofessionale da realizzare attraverso una adeguata integrazione tra professioni e servizi a cui le diverse professionalità afferiscono e, soprattutto, attraverso la valutazione multidimensionale dei bisogni assistenziali e la personalizzazione dei processi di cura. Proprio in tale ottica appare ben chiaro il motto del congresso:“l’unione fa la forza”.

L' Asp di Catanzaro avvia la formazione degli operatori sanitari

Si è aperta il 27 febbraio scorso la nuova stagione dei corsi di formazione per il personale dell’ASP di Catanzaro con un piano ancora più corposo degli anni precedenti e che offre svariati percorsi formativi approvati dalla direzione aziendale, organizzati dall’unità operativa Formazione e Qualità, diretta dalla dr.ssa Clementina Fittante. A dare inizio al nuovo anno di formazione per le diverse aree tecnico professionale,  gestionale manageriale e  amministrativa, è stato il corso integrativo rivolto all’Area Emergenza, con la direzione scientifica del Dott. Eliseo Ciccone. Un percorso di sei moduli e tre edizioni, incentrato sulla continuità assistenziale e sugli aspetti organizzativi e operativi clinici per specifiche patologie in emergenza. Per la medesima Area, si inserisce tra i primi corsi del 2015, il percorso organizzativo clinico dello stroke (ictus), che si terrà in cinque edizioni di una sola giornata, mentre si stanno già realizzando altri corsi sulla buona pratica nelle procedure di sanificazione, sanitizzazione e decontaminazione degli ambienti di lavoro, ai quali partecipano, oltre agli operatori sanitari, anche il personale delle imprese di pulizia incaricate dall’ASP. Ai corsi, come ogni anno, prenderanno parte, in qualità di docenti, oltre ai medici specialisti dipendenti dell’ASP, professori universitari ed esperti provenienti da tutta Italia. Ogni percorso formativo programmato si svolgerà in diverse edizioni al fine di favorire la più ampia partecipazione degli operatori sanitari e garantire loro la pari opportunità. Inoltre, alla maggior parte dei corsi, tutti accreditati dal Ministero della Salute, sono ammessi operatori sanitari esterni all’Azienda.

 

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