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Coronavirus, allarme dal Regno Unito: bambini colpiti da una misteriosa sindrome

Ieri sera i medici di tutto il Regno Unito hanno ricevuto un allarme urgente su una nuova sindrome correlata al coronavirus che colpisce i bambini. Una misteriosa sindrome, finora sconosciuta e riconducibile al coronavirus, starebbe diffondendosi tra i più giovani: pochi casi, per il momento, ma sufficienti per alzare al massimo l'allerta negli ospedali del Regno Unito.

L'allarme è stato lanciato dalla rivisita medica Health Service Journal, dopo che un numero crescente di bambini è stato ricoverato in terapia intensiva a causa di uno stato infiammatorio dei vasi sanguigni.

Sintomi che sembra possano essere correlati alla malattia Covid-19. «Nelle ultime tre settimane, in tutta Londra e anche in altre regioni del Regno Unito - si legge nella circolare inviata ai medici di base - c'è stato un evidente aumento del numero di bambini di tutte le età che presentano uno stato infiammatorio multisistemico, che richiede cure intensive». Un nuovo sintomo che ha generato «crescente preoccupazione», tra chi teme che «possa esserci un altro patogeno infettivo, non ancora identificato, associato a questi casi».

Finora sono scarsi i dati a disposizione, sia a livello di sintomatologia sia di diffusione dell'infiammazione: alcuni tra i bambini ricoverati sono risultati positivi al Covid-19, altri sembra lo avessero contratto in passato e altri ancora no.

I più giovani, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti", sono sempre stati considerati a basso rischio coronavirus e, proprio per questo, adesso anche la Pediatric Intensive Care Society ha invitato i medici a "riferire con la massima urgenza casi analoghi"

Un buon papà fa davvero tanto bene!

Ecco il segreto di una marcia in più nell’azione educativa di un bambino: un papà partecipe,presente ed attento. É ciò che, sulla scorta di recenti ed importanti ricerche, svelano gli esperti.

Un bambino che già dai primi giorni di vita viene accudito anche dal proprio papà, coinvolto emotivamente e che vive con sicurezza il proprio ruolo di genitore e compagno, sarà meno propenso a disturbi del comportamento in età preadolescenziale.  A dimostrarlo è una ricerca pubblicata sul British Medical Journal e condotta dall'Oxford University, dimostrando che l’empatia e l’attenzione ai bisogni emotivi del bambino da parte di entrambi i genitori, hanno un enorme peso sullo sviluppo del piccolo e sul suo benessere.

Ad affermare ciò è la psicologa Maggie Radshaw, una delle autrici dello studio che sottolinea quanto sia importante il coinvolgimento di un padre attento, capace di mitigare gli effetti negativi di una eventuale depressione materna.

Ma i ruoli di madri e padri sono distinti? “Un papà emotivamente coinvolto nella cura del bambino fin dai primi giorni di vita permette al piccolo di stabilire un legame di attaccamento sicuro, come quello che si sviluppa con la madre” sostiene Alberto Pellai, psicoterapeuta dell’età evolutiva, specialista di Igiene e Medicina Preventiva dell’Università di Milano. “Il vantaggio è evidente: avere due figure di riferimento che gli dedicano attenzione e gli dimostrano affetto rende il bambino più sicuro di sé, lo fa sentire protetto, sereno”.

L’amore dei padri per i figli non è certo la novità,semmai l’elemento innovativo è il modo in cui oggi i padri lo esprimono. Da sfatare è il falso mito secondo il quale un padre presente e attento possa essere un padre debole: si possono, assolutamente, coniugare i due aspetti e coesistere le manifestazioni di tenerezza e quelle di autorevolezza.  Vi è semplicemente necessità di imparare a conciliarle.

Il ruolo del papà nell’azione educativa, allora, in cosa consiste? Con il mutamento della società sono mutati anche i ruoli, passando a modalità sempre più flessibili che variano da coppia a coppia: caduti i modelli rigidi  del passato, siamo passati ad uan situazione “fluida”. É così che ogni nucleo familiare cerca il proprio equilibrio, il proprio assetto: d’altronde l’arrivo del primo figlio è sempre uno shock, un momento in cui gli equilibri si rompono ed è richiesta sempre più pazienza e capacità di adattamento.

Ed allo stesso modo, non esiste un’unica maniera di essere un buon papà. Ciò che conta davvero è “insegnare al figlio, sin da piccolo, che c’è qualcos’altro oltre alla mamma” dice Pellai. “e glielo può insegnare compiendo gli stessi gesti che compie la mamma, cambiandogli il pannolino o coccolandolo, ma in modo inevitabilemnte differente. Quando un papà culla il suo bambino per farlo addormentare, il suo corpo non odora di latte, la sua ninna nanna ha un tono più basso, le sue mani sono più grandi, i movimenti diversi. In questi momenti il piccolo impara che anche al di fuori del raggio materno ci sono sicurezza, amore e protezione”.

Vi sono diversi codici, quali quello normativo e quello di cura ed accoglienza: entrambi possono e dovrebbero coesistere in ciascuno dei genitori. “Ottenere il rispetto delle regole passando dall’imposizione autoritaria all’autorevolezza(...) è molto meglio se un bambino osserva le regole date dai genitori perchè si fida di loro e li ama, piuttosto che per paura della punizione”.

L’importante è il lavoro di squadra che richiede un grado di collaborazione che non si ottiene a caso:  alla base vi sono consapevolezza e condivisione di un piano educativo, tenerezza e fermezza.

  • Published in Cultura

Episodi di maltrattamenti in una scuola materna: maestra sospesa dell’insegnamento

Nella mattina odierna, la Polizia di Stato ha notificato ad un’insegnante di una scuola materna un’ordinanza di applicazione della misura cautelare interdittiva della sospensione dell’esercizio di un pubblico ufficio o servizi, emessa dal Gip del Tribunale di Crotone, su richiesta della locale Procura della Repubblica. 

Il provvedimento cautelare trae origine da alcune denunce presentate negli uffici della locale Squadra Mobile il 6 dicembre, da genitori di bambini, alunni dell’indagata, che lamentavano la circostanza che la maestra, a dire dei propri figli, durante gli orari scolastici, teneva condotte vessatorie di natura fisica e psicologica nei loro confronti.

In particolare, le querelanti hanno evidenziato di aver notato, sin dall’inizio dell’anno scolastico o, comunque, nell’ultimo mese, un comportamento insolito nei figli, i quali erano diventati insofferenti verso la scuola; questo unito a nervosismo, con pianti improvvisi, anche durante la notte, al solo pensiero di doversi recare in aula l’indomani. Aggiungevano che tali atteggiamenti, così come riferito dai figli,  erano originati dalle percosse sulle mani, alla nuca e sul viso perpetrate dalla maestra durante gli orari in cui era nella classe frequentata dai piccoli alunni. 

A seguito di tali denunce, d’intesa col il Pm titolare, i poliziotti della Squadra Mobile crotonese hanno avviato un’articolata attività investigativa supportata da servizi d’intercettazione di conversazioni e comunicazioni audio-video presso l’aula della scuola materna frequentata dai bambini; venivano parallelamente effettuate escussioni testimoniali di persone informate sui fatti.

La visione dei filmati acquisiti dai servizi d’intercettazione ambientale ha consentito di verificare la sussistenza di gravi indizi di colpevolezza a carico della maestra la quale in più occasioni ed in giorni diversi, colpiva taluni alunni con schiaffi alla nuca ed in pieno viso, li percuoteva più volte alle gambe, li afferrava con violenza e li tirava con forza dalla sedia provocandone spesso la caduta a terra.

Con le attività tecniche i poliziotti hanno documentato ulteriori vessazioni di natura psicologica rivolte agli allievi che si dimostravano lenti nell’esecuzione dei lavori di classe o nel consumare la loro merenda; in tali frangenti la maestra castigava i bambini costringendoli a rimanere in piedi verso la finestra o addirittura gli strappava la merenda dalle mani per poi gettarla nel cestino.

Giova evidenziare che il 20 dicembre, si presentava nuovamente presso gli uffici della Squadra Mobile una delle madri che aveva fatto l’iniziale denuncia,  per raccontare l’ennesimo episodio di maltrattamento di cui l’insegnante si era resa responsabile nei confronti del proprio figlio, consistito in un pugno dato alla pancia del bambino, a suo dire non collaborativo durante le prove della recita di Natale fatte nella palestra della scuola.   

Le risultanze investigative sono state trasfuse in una dettagliata informativa di reato all’Autorità giudiziaria procedente che, sulla scorta degli inconfutabili elementi di reità raccolti in capo alla docente in ordine al delitto di maltrattamenti di natura cd. “abituali”, otteneva dal Gip il provvedimento cautelare in parola, con annesso divieto di svolgere l’attività di insegnamento fino alla data del 30.06.2017, quale termine dell’anno scolastico in corso.

 

L’ordinanza è stata altresì notificata al direttore scolastico dell’Istituto in cui la maestra insegnava.

Maltrattamenti aggravati a bambini di 6 anni, due maestre finiscono ai domiciliari

Nella tarda serata di ieri i finanzieri del Comando provinciale di Reggio calabria hanno notificato a due insegnanti di un istituto scolastico pubblico del capoluogo reggino, di 61 anni e di 37 anni, una misura cautelare agli arresti domiciliari, con l’accusa di maltrattamenti aggravati e continuati nei confronti di minori di 6 anni loro affidati. 

A dare il via alle indagini, svolte dai finanzieri la denuncia di una madre preoccupata per il cambiamento d’umore e di comportamento delle sue due figlie, sintomo dell’allarmante livello di malessere raggiunto dalle stesse. 

Per accertare la veridicità delle accuse, l’attività d’indagine, coordinata dalla Procura di Reggio Calabria attraverso il procuratore capo Federico Cafiero de Raho, coadiuvato dal procuratore aggiunto Gerardo Sominijanni e dal sostituto pm Teodoro Catananti, è stata espletata anche mediante l’installazione di alcune telecamere e dispositivi di registrazione ambientali dislocate all’interno dell’aula dove si ipotizzava si sarebbero potute perpetrare le condotte illecite delle docenti. 

Le registrazioni audio – video hanno, così, consentito di accertare i maltrattamenti psico-fisici subiti da alcuni alunni minorenni. 

In particolare, le due docenti colpite dall’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Tribunale di Reggio Calabria, a firma del gip Adriana Trapani, maltrattavano alcuni degli alunni minorenni, a loro affidati per ragioni di educazione, istruzione, cura e custodia, utilizzando violenza contro di loro. 

Espletate le formalità di rito, entrambe sono state poste agli arresti domiciliari.

 

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