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Caulonia, pubblicato il bando per l'affidamento dei beni confiscati alla 'ndrangheta

Il Comune di Caulonia in prima linea per il riutilizzo e la destinazione dei beni confiscati alla criminalità organizzata. 

È stato, infatti, pubblicato sull’albo online dell'ente, il bando per l'affidamento in concessione, ad associazioni, cooperative ed organizzazioni che si occupano di sociale, di tre immobili confiscati, in buone condizioni e pronti all’uso.  

«Un atto politico forte – ha spiegato il sindaco Belcastro - che consolida l’impegno di questa amministrazione comunale per la legalità e per il contrasto alle mafie. Sarà l’occasione per valorizzare e utilizzare i beni per fini nobili restituendoli alla collettività, con l'obiettivo di renderli fruibili in ambito sociale. I beni confiscati – ha proseguito il primo cittadino cauloniese - oltre ad avere un valore economico intrinseco, hanno un grande valore simbolico, segno concreto dell'azione dello Stato contro la criminalità organizzata. Restituire alla comunità i beni sottratti alla criminalità organizzata significa affermare in modo netto e tangibile il principio di legalità».  

Le domande di partecipazione devono essere presentate entro e non oltre le ore 12:00 del 6 marzo prossimo, tramite raccomandata o plico consegnato a mano.

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Alleanza Calabrese attacca: "Beni confiscati consegnati in un bene sottratto ai reggini"

"Sono stati consegnati i beni confiscati alla mafia in una parata effettuata al Miramare, bene dei reggini, sottratto ai reggini in modo illegale, non trasparente e truffaldino da Falcomatà e i suoi compari e consegnato brevi manu, gratuitamente, ad altri loro compari". E' quanto dichiara in una nota Enzo Vacalebre, presidente di Alleanza Calabrese. "Perché - si domanda il massimo responsabile del movimento autonomista - il Direttore dell’Agenzia Beni Confiscati, il Prefetto Umberto Postiglione ed il Procuratore Nazionale Antimafia Franco Roberti, prima di recarsi al Miramare non si sono chiesti lo stesso edificio è stato affidato? Perché la Procura della Repubblica di Reggio Calabria, dopo la denuncia di Alleanza Calabrese non è andata fino in fondo sull'assegnazione del Miramare con la quale Falcomatà ha regalato un bene pubblico di inestimabile valore ad una associazione senza né arte né parte? Perchè la regalia all'associazione Sottoscala è stata fatta cadere nel dimenticatoio del codice penale? Perchè la nuova assegnazione ha posto dei paletti in merito alla partecipazione alle associazioni no profit, se non provviste di licenza di somministrazione di alimenti e bevande? Perché queste associazioni no profit perché hanno partecipato al bando sapendo di dover investire decine e decine di migliaia di euro per un bene da gestire per soli tre mesi? Altri quesiti, molto precisi, saranno posti nell'ennesima denuncia che, questa volta, presenteremo alla Guardia di Finanza la prossima settimana. Le opzioni sono solamente due. O nero o rosso. Le cinquanta sfumature di grigio esistono solo al cinema o nei romanzi.  O Enzo Vacalebre, in qualità di denunciante, doveva essere immediatamente querelato per calunnia o la magistratura si sarebbe dovuta attivare, sempre immediatamente, per andare a chiedere le carte al Comune di Reggio Calabria e verificare gli accadimenti che hanno portato alla prima ed alla seconda assegnazione dell’albergo. Ancora niente di tutto questo è accaduto. Ci si è attivati solo per organizzare la parata per la consegna di beni illegali ad una amministrazione che dell'illegalità ha fatto la sua bandiera, annegando quella di San Giorgio tra i rifiuti da riciclare, visto che ancora il pennone centrale del Palazzo di Città non viene esposto. Partiamo dal significato di mafia che i dizionari interpretano come formata da persone che usano illecitamente il potere anche a danno di qualcuno o qualcosa per conseguire i loro interessi particolari". "Alleanza Calabrese - termina la nota- allora si chiede che cosa è la mafia e chi la rappresenta  in città. Se Falcomatà non fosse sindaco i suoi comportamenti si potrebbero ritenere da mafioso? Se gli assessori non fossero assessori, i loro comportamenti si potrebbero ritenere da mafiosi? Se i consiglieri non fossero consiglieri i loro comportamenti si potrebbero ritenere da mafiosi? Che la vergogna ricopri la città!"

                                                                          

 

Beni confiscati, Falcomatà incontra dirigente nazionale Agenzia: "Il Comune è pronto"

Accelerare il percorso di restituzione alla città dei beni confiscati alla criminalità organizzata con l’obiettivo di renderli immediatamente fruibili ed utili soprattutto in ambito sociale. È stato questo il tema al centro dell’incontro tra il sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà e la nuova Dirigente dell’Agenzia Nazionale dei Beni Confiscati Matilde Pirrera.  Un incontro istituzionale che è servito a porre le basi per un’interlocuzione sempre più serrata tra i due Enti. Già nelle prossime ore i tecnici torneranno a riunirsi per definire la destinazione di importanti beni arrivati a confisca definitiva che potranno essere assegnati e restituiti ai cittadini. "Oltre al tema dell’emergenza abitativa, sul quale stiamo lavorando sulla possibilità di destinare alcuni beni, c’è anche l’aspetto relativo agli immobili di pregio e agli oggetti d’arte" ha dichiarato il sindaco Falcomatà al termine dell’incontro. "In particolare - ha aggiunto il primo cittadino - abbiamo definito il percorso che ci consentirà di restituire alla collettività i quadri della confisca Campolo. È importante che rimangano a Reggio perché sono uno straordinario patrimonio della città. Proseguiremo la sinergia con il Ministero dei Beni Culturali, con la Sovrintendenza e con gli altri Enti territoriali, per trovare una collocazione adeguata per le opere d’arte che saranno uno dei fiori all’occhiello dei percorsi turistici cittadini". "Tra gli aspetti più importanti da affrontare - ha dichiarato ancora il sindaco – c’è la necessità di disporre delle risorse che accompagnino la destinazione dei beni confiscati per consentirne la ristrutturazione e la manutenzione. Questo per evitare che il tempo che intercorre tra il sequestro e l’effettiva assegnazione provochi un impoverimento strutturale del bene. Per questo abbiamo chiesto che almeno una parte delle risorse confiscate alla criminalità organizzata non vadano all’interno del Fondo Unico Giustizia e rimangano sul territorio". La nostra città - ha concluso il sindaco - è una di quelle dove è più alta la concertazione di beni e di risorse confiscati alla ‘ndrangheta. Dobbiamo essere capaci di utilizzare al meglio le opportunità che ci offrono le forze dell’ordine che, con il loro incessante lavoro, hanno ottenuto in questi anni importanti risultati nella lotta alla criminalità organizzata. I beni confiscati rappresentano certamente un simbolo di riscatto e possono diventare una vera e propria risorsa sociale ed economica per il territorio. Proprio per questo ho voluto che l’Amministrazione si dotasse di un ufficio dedicato e di un regolamento specifico sui beni comuni e sui beni confiscati, approvato proprio la scorsa settimana in Consiglio. È la dimostrazione che puntiamo molto su quello che riteniamo possa essere un settore nevralgico per lo sviluppo del territorio urbano".

 

Reggio, a Nancy Iachino la delega ai beni confiscati

Il sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, ha deciso di assegnare a Nancy Iachino la delicata delega alla gestione dei beni confiscati. Una scelta che si sposa con gli interessi coltivati negli anni, con gli studi seguiti e con le qualità riconosciute alla consigliera comunale del Partito Democratico. La notizia è stata comunicata, oltre che a lei, all'intera maggioranza di Palazzo San Giorgio. Ventisette anni, Nancy Iachino ha fatto ingresso a Palazzo San Giorgio, trascinata da un consenso materializzatosi in 1285 preferenze. E' componente delle Commissioni Programmazione e Servizi Generali; Lavoro, Sviluppo e Risorse U.E; Città Metropolitana e Decentramento. Ha aderito al PD fin dal momento in cui esso è stato fondato, ed è membro del Direttivo del Circolo del Partito Democratico XV Circoscrizione, dell'Assemblea provinciale e di quella regionale dello stesso partito. 

 

Gestione beni confiscati, per Marra (PD): "E' necessario un cambio di passo"

"L’iniziativa  del  tavolo tecnico istituzionale per la gestione dei beni confiscati e sequestrati promossa dal Presidente del Tribunale Luciano Gerardis in sinergia con il Comune di Reggio Calabria, con i rappresentanti nazionali e territoriali di Libera e con l’Agenzia Nazionale per i beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata merita apprezzamento ed incoraggiamento - a giudizio di Enzo Marra, consigliere comunale del Partito Democratico - al di là delle appartenenze politiche. Finalmente nel nostro Comune potremo, attraverso il tavolo di partenariato realizzato con la supervisione della responsabile dell’ufficio Misure di Prevenzione del Tribunale Ornella Pastore, puntare ad una concessione dei beni più veloce, sia di quelli confiscati in via definitiva, sia di quelli  sequestrati in regime di amministrazione giudiziaria da parte del Tribunale. E’ importante anche  l’obiettivo previsto dal  protocollo d’intesa  di accorciare i tempi che intercorrono tra il sequestro e la destinazione del bene, in modo che esso non sia sottoposto a deterioramento, ma utilizzato per esempio a rispondere alle emergenze abitative che colpiscono tante famiglie reggine. Un ruolo fondamentale lo dovrà svolgere il Comune di Reggio il quale avrà la disponibilità dei beni e dovrà quindi attrezzarsi per procedere ad un censimento, alla redazione di una banca dati aggiornata e contenente la storia di ogni bene confiscato". Contestualmente - sostiene l'esponente PD - servirà attivare, anche con l’aiuto delle Università del territorio, una progettualità per gli interventi necessari per la ristrutturazione del bene laddove necessaria e potere quindi procedere alle assegnazione ad Enti, associazioni cooperative attraverso procedure di bandi ad evidenza pubblica al fine di creare servizi, lavoro e risposte alle fasce sociali più deboli. Considerata la competenza territoriale del Tribunale e dell’Agenzia dei beni confiscati, sarebbe auspicabile l’adesione al protocollo anche di altri Comuni della Provincia che hanno nel loro territorio beni confiscati  che potrebbero così avvalersi del lavoro di raccordo e coordinamento tra Enti che il Tavolo svolgerà. E’ necessario quindi un cambio di passo su questo versante perché non si può tollerare che beni, ma anche aziende confiscate restino inutilizzate quando nella città c’è fame di alloggi e di strutture sociali. Per un dovere di trasparenza serve anche che il Comune pubblichi sul suo sito l’elenco dei beni confiscati assegnati con il nome degli enti ed associazioni destinatarie. Serve anche una azione di verifica e controllo sul modo come gli stessi beni vengono o meno utilizzati. Un altro adempimento importante previsto dal codice antimafia è quello dell’obbligo degli Enti assegnatari di esporre all’ingresso dei locali una targa con la scritta bene confiscato alla ndrangheta. Un modo per ricordare che il maltolto ritorna alla comunità e che l’assegnazione del bene non è un fatto privato, ma deve essere visibile a tutti i cittadini. "Quella dei beni confiscati - ritiene Enzo Marra - rappresenta una vera e propria sfida per l’Amministrazione comunale che ha subito l’onta del commissariamento per infiltrazioni mafiose e  che tra le motivazione dello scioglimento  ha riportato anche quella di inadempienze nelle assegnazioni dei beni. E’ tutto il Consiglio comunale che è chiamato a farsi carico della questione attraverso linee di indirizzo e di controllo condivise". 

A spasso fra i beni confiscati alla mafia: l'ultima 'fatica' del Parto delle Nuvole pesanti

Talvolta le espressioni artistiche riescono a trasmettere messaggi importanti più efficacemente rispetto ai mezzi tradizionali. Perchè ogni forma di arte incarna la passione e penetra nel cuore, nell’anima e nel cervello delle persone. Può accadere così che la musica diventi strumento di denuncia sociale, di presa di coscienza e di rinascita civile. Il Parto delle Nuvole pesanti ha sempre guardato con attenzione ai temi sociali, offrendo fra le note toccanti spaccati di realtà. L’ultima ‘fatica’  è “Terre di Musica”, un progetto musicale e culturale ideato dal leader del Parto, Salvatore De Siena, e concretizzato grazie ad un tour biennale con la collaborazione di Arci e Libera. Si tratta di “un viaggio a tappe da Corleone a Trapani, dalla Piana di Gioia Tauro ad Isola Capo Rizzuto, da Mesagne a Cerignola, da Casal di Principe a Castel Volturno, fino a Roma, Bologna, Torino e Milano, per documentare l’esperienza dei beni confiscati, raccontare le storie delle tante persone, spesso giovani, che ci lavorano tra mille difficoltà, intimidazioni e vandalismi, e far comprendere che i beni confiscati non rappresentano solo un valore simbolico, ma anche una risorsa, un modello di sviluppo economico e sociale alternativo”. I frutti di questo viaggio sono un libro ed un documentario – che dal 21 marzo saranno in libreria – che riepilogano i tratti salienti delle esperienze dei protagonisti e svelano i dettagli concernenti i beni confiscati alla mafia. L’idea di fondo si basa sulla convinzione secondo cui “la legalità possa svilupparsi a partire dalle piccole azioni e che la musica, il cinema, la letteratura siano linguaggi capaci di arrivare alla gente con maggiore facilità e immediatezza”. 

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