Bronzi di Riace: presentate a Roma le attività di promozione per la celebrazione del 50esimo anniversario del ritrovamento

Sono state presentate oggi a Roma, nel corso di una conferenza stampa che si è svolta presso la nuova aula dei gruppi parlamentari della Camera dei deputati, le attività di promozione per la celebrazione del cinquantesimo anniversario del ritrovamento dei Bronzi di Riace, alla presenza del ministro della Cultura, Dario Franceschini.

Per il ministro Franceschini i Bronzi di Riace sono “un investimento e una sfida per il nostro Paese. Rappresentano un attrattore unico e devono diventare simbolo dell’Italia”.

“Chi viene nel nostro Paese - ha sottilineato - deve vedere il Colosseo, Venezia, Firenze e anche i Bronzi. Per questo serve la promozione ma anche le infrastrutture, i collegamenti con gli aeroporti, l'alta velocità. Nessuno nel mondo ha i Bronzi, sono statue straordinarie che hanno anche una bellissima storia da raccontare con ancora tanti misteri. C’è una mole straordinaria di potenzialità in Calabria, non esiste più il turismo solo per vedere le cose ma per viverle. La Calabria ha un patrimonio tutto da scoprire, e in questo patrimonio ce ne è un altro: quello dei Bronzi”.

”Oggi - ha affermato il presidente Occhiuto - festeggiamo i cinquant’anni dal ritrovamento dei Bronzi di Riace e l’auspicio è che questi festeggiamenti rappresentino un cambio di passo nella valorizzazione di questo straordinario attrattore culturale, non soltanto per la Calabria ma per tutto il Paese. Per questo sono particolarmente felice della presenza del ministro Franceschini e di tutte le istituzioni coinvolte“.

“Oggi la Calabria si presenta mostrando al Paese anche quello che a volte il Paese non conosce. Non è il caso dei Bronzi – ha evidenziato -, perché sono conosciuti in tutto il mondo, ma questi due guerrieri dovrebbero essere il veicolo per far conoscere al resto del Paese tutte le altre opportunità, dal punto di vista culturale, che la Calabria offre. La nostra Regione è spesso conosciuta soltanto per i suoi straordinari paesaggi, per la montagna, per il mare, per i borghi; il resto del Paese non sa, invece, quante ricchezze siano custodite in Calabria, che è la terra della Magna Graecia, la terra che custodisce la memoria di un uomo conosciuto da tutti, anche dai bambini, se non altro perché ha legato il suo nome a un famoso teorema: Pitagora. Una terra ricca di opportunità che in questi 50 anni la stessa Calabria ha saputo forse poco valorizzare, e di cui anche il Paese si è accorto troppo poco”, ha concluso Occhiuto.

Al tavolo dei lavori anche il presidente del Consiglio regionale della Calabria, Filippo Mancuso, il sindaco f.f. del Comune di Reggio Calabria, Paolo Brunetti, il sindaco f.f. della Città metropolitana di Reggio Calabria, Carmelo Versace. Ha moderato i lavori il giornalista Francesco Verderami.

Nell’illustrare i dettagli delle attività la vicepresidente Princi ha anche annunciato il lancio del un nuovo sito di riferimento per scoprire non solo i Bronzi di Riace ma l’intera Magna Grecia: www.bronzi50.it portale informativo dove saranno periodicamente pubblicate tutte le novità, con approfondimenti e interviste disponibili anche sul canale YouTube dedicato, Bronzi di Riace Official. E nell’era della cosiddetta generazione Alpha non potevano mancare i social: è infatti possibile rimanere aggiornati su eventi e iniziative legate al Cinquantenario anche tramite i le pagine ufficiali Facebook e Instagram, @bronzidiriace50 e seguendo l’hashtag ufficiale #bronzi50.

“Intendo ringraziare tutti i presenti - ha esordito Princi -, dal ministro Franceschini a tutte le altre Autorità presenti, passando per gli Organi di informazione, che saranno fondamentali nel veicolare questo grande messaggio al mondo. Non solo oggi. Voglio ringraziare poi in particolare il presidente Roberto Occhiuto, per la fiducia in me riposta per portare a compimento queste importanti iniziative che, tramite l’anniversario dei Bronzi di Riace, mirano a lanciare Reggio e la Calabria tutta verso obiettivi importanti legati al turismo ed all’immagine. Non certo solo per questo anno solare. Questo infatti è solo l’inizio, l’importante inizio, di un progetto più ampio e articolato”.

“I Bronzi - ha rimarcato - rappresentano le testimonianze più iconiche del genio greco. E da oggi rappresentano pure la voglia di riscatto e l’enorme potenzialità della nostra splendida Regione. Da questo pulpito d’eccezione, emozionata ed al contempo determinata, invito tutto il mondo a venire in Calabria, per conoscere, apprezzare e quindi indirettamente valorizzare la nostra splendida terra”.

 

 

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Reggio Calabria, Alitalia e la scomoda verità

 Sull’aeroporto di Reggio, le chiacchiere stanno a zero, e i soldi sono soldi. L’Alitalia chiede alla Regione Calabria poco meno di due milioni di euro. La Regione fa gli orecchi del mercante, e non dà risposta.

 Mi pare che nessuno abbia capito che Alitalia non è “la compagnia di bandiera” se non per il nome Italia; è ormai quasi del tutto privata, e anche collegata a realtà europee, pur esse private. Se Alitalia ritenesse conveniente lavorare a Reggio, non ci sarebbe bisogno di manifestazioni e dimissioni e chiacchiere; anzi, le compagnie farebbero a gara, per lavorare a Reggio. Se da Reggio non vola nessuno e viceversa, viene meno la funzione di un aeroporto; come se una bottega di vino volesse vendere a una clientela di astemi.

 Se Alitalia se ne va, è perché non conviene. Crudele dirlo, ma è così. Né al posto dell’Alitalia sta arrivando qualsiasi altro velivolo, tranne una compagnia che offre due (02!) voli in orari inutili. 

 Pessimo segnale, per la Calabria reale. Se i Calabresi non volano, è perché non hanno dove volare e perché volare; a parte qualche pratica a Roma. Ma a Roma, e a prezzi e orari più comodi, si va in treno. E già: se uno di Catanzaro deve arrivare un’ora prima a Lamezia, e poi impiegare un’ora da Fiumicino a Roma, e con che costi, tanto meglio se si siede micio micio sul treno e arriva dormendo al centro di Roma. Dalle otto alle undici e mezza: consultate gli orari.

 Chiedo agli amici di Reggio. A parte i voli di linea, che, come vediamo, sono sporadicamente frequentati, qual è stata l’utilizzazione del Tito Minniti per scopi turistici?

 Vi ricordate quando si discuteva se portare i Bronzi all’Expo, e io ero convintissimo di sì? Mi si rispose che i visitatori dell’Expo – di Milano – dovevano venire – a Reggio – a vedere i Bronzi. Come? Ovviamente, con l’aereo. Ebbene, quanti ne sono venuti? Direi, zero. Quanti vengono in aereo a fare turismo a Reggio? Direi, zero.

 Non è dunque una questione provvisoria, tanto per evitare a Oliverio la solita figuraccia, e a Falcomatà di apparire meno taumaturgo e mago che non si creda; ma che qualche persona competente ragioni sulla funzione effettuale dell’aeroporto di Reggio. Se ne ha o ne può avere una credibile, bene; se no, lo si chiuda, ed evitiamo un’altra emorragia di soldi pubblici per bassa demagogia.

 Corollario: lo stesso dicasi per la Città Metropolitana. O ha un senso reale, o cancelliamo anche questo titolo onorifico. Se no, è come ai tempi della decadenza della Spagna e del Regno di Napoli, nel XVII secolo, quando meno un nobile contava più lo nominavano duca e principe!

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Rischio "cancro" per i Bronzi di Riace

I Bronzi di Riace sono a rischio cancro. L'allarme è stato lanciato dall'Università del Salento che, in collaborazione con l'Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro di Roma, ha condotto uno studio presentato al Museo archeologico di Reggio Calabria dove le due statue sono custodite.

Condotto con la fluorescenza a raggi X, lo studio ha permesso di mappare ed analizzare la composizione di tre diverse patine superficiali che ricoprono i Bronzi.

La prima, di colore azzurrino, è formata dai pericolosi residui di cloro marino; la seconda, rossastra, è costituita dall'ossidazione naturale del rame contenuto nella lega metallica ed infine la nera multistrato, compatta e liscia, è fatta di solfuro di rame.

Più delle altre, a far temere per lintegrità e la conservazione  delle due opere darte è la patina di colore azzurrino. I residui di cloro marino minacciano, infatti, la lega metallica in diversi punti. Il rischio è, quindi, che il metallo possa essere corroso dal cosiddetto 'cancro del bronzo'.

Il pericolo è rappresentato, dunque, dai residui di cloro depositatisi sulle statue durante la loro lunga permanenza in acqua. I Bronzi vennero trovati, infatti, il 19 agosto 1972 nel mare Jonio a poche centinaia di metri dalla costa di Riace Marina.

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