Un'ordinanza di custodia cautelare, emessa il 22 marzo e pienamente concordante con le risultanze investigative, è stata eseguita dai Carabinieri della Tenenza di Cassano allo Ionio, in provincia di Cosenza. Destinatario del provvedimento disposto dal Tribunale di Castrovillari, un 50enne del luogo che nel dicembre dello scorso anno avrebbe incendiato l’autovettura di proprietà di una 51enne residente a Cassano allo Ionio. Arrestato, è stato accompagnato presso la propria abitazione agli arresti domiciliari su disposizione dell'Autorità Giudiziaria. 

Stamane, in esecuzione di un ordine di carcerazione emesso dalla Corte d'Appello di Potenza, i militari della Tenenza di Cassano allo Ionio, in provincia di Cosenza, hanno arrestato un 29enne del luogo. L'uomo è stato tradotto presso la casa circondariale di Castrovillari dove dovrà espiare il residuo di 9 anni, 11  mesi e 29 giorni di reclusione per il reato di omicidio, commesso a Policoro, in provincia di Matera nel 2005.

E' il secondo rogo, nell'arco di poco più di tre settimane, patito da una struttura turistica gestita da un giovane imprenditore. Nella prima circostanza le fiamme avevano inghiottito due costruzioni in metallo utilizzate come bar, nella serata di giovedì è successo lo stesso. Ad essere preso di mira è stato ancora una volta il lido "La Rotonda", a Marina di Sibari. Sul posto sono intervenuti  i Vigili del Fuoco, mentre i Carabinieri della Compagnia di Cassano allo Ionio hanno avviato indagini sulla vicenda che fa registrare anche il commento amareggiato di Giovanni Papasso, già sindaco della città. "Negli ultimi tempi - ha dichiarato l'ex Primo Cittadino - l'escalation di fenomeni delinquenziali e di incendi dolosi testimoniano il clima poco sereno e l'insicurezza con i quali Cassano è costretta a fare i conti. Questa recrudescenza desta enorme preoccupazione, poiché nel mentre si colpisce concretamente il singolo si getta una luce negativa su tutta la città, vanificando ogni sforzo di costruire qualcosa di positivo".

Un ragazzo di 20 anni è stato arrestato stamane dai Carabinieri. Rapina aggravata in concorso e ricettazione sono i reati contestati a M.D., di Cassano allo Ionio, in provincia di Cosenza. Secondo quanto ipotizzato dai militari dell'Arma, l'8 agosto dello scorso anno avrebbe rapinato, insieme ad altre persone ed a mano armata, due rivendite di tabacchi: una in via Monte San Michele, a Cosenza, l'altra in Via Pasquali, a Mendicino. Due "colpi" che fruttarono complessivamente una somma vicina ai 400 euro. Nella seconda circostanza, il proprietario dell'esercizio commerciale fu violentemente picchiato. I banditi, per scappare dai luoghi delle rapine, utilizzarono due scooter rubati che gli investigatori ritengono di aver individuato nel Gilera e nello Yamaha trovati perquisendo il domicilio del giovane che, inoltre, è stato trovato in possesso di una pistola semiautomatica marca Bruni modello 92 calibro 8 a salve, sprovvista di tappo rosso. Gli altri banditi devono ancora essere rintracciati.  

Nel pomeriggio,  i Carabinieri, in seguito all'ispezione di un fabbricato disabitato nel centro storico di Cassano allo Ionio hanno rinvenuto al primo piano la presenza di una stanza adibita a laboratorio per la coltivazione della canapa indiana, munito di numerosi vasi in plastica, lampade alogene temporizzate, un sistema di irrigazione e circa 500 (cinquecento) grammi di marijuana già essiccata. Sostanza stupefacente ed attrezzatura sono stati sottoposti a sequestro dai militari della locale Tenenza. 

I Carabinieri stanno indagando su una scorribanda che alcuni sconosciuti hanno compiuto durante la notte all'interno del Municipio di Cassano allo Ionio, in provincia di Cosenza. Rotta la vetrata di una grande finestra, i ladri sono entrati nell'edificio e, dopo aver manomesso e rotto una macchinetta che distribuisce bibite e caffè ubicata al terzo piano, si sono impossessati del denaro. Sulla scorta di quanto accertato dai Vigili Urbani, gli sconosciuti predoni hanno abbandonato la sede municipale senza introdursi altrove. 

La Corte di Cassazione ha reso definitiva la pena del carcere a vita inflitta a Bruno Emanuele e quella a 14 anni di reclusione per Antonio Forastefano, ritenuto in passato capo dell'omonimo clan con base a Cassano allo Ionio. Un verdetto, già emesso dalla Corte d'Appello che aveva giudicato in merito ai delitti in cui erano stati trucidati Nicola Abbruzzese ed Antonino Bevilacqua, assassinati tra il 2003 ed il 2004 nel contesto della faida scatenatasi tra le cosce attive nell'area di Sibari. Secondo quanto emerso anche nel corso della vicenda processuale, Forestefano ed Emanuele si erano accordati stringendo un patto di ferro nell'ambito del quale, come rivelato dallo stesso ex boss del Cosentino quando iniziò la collaborazione con la giustizia, Emanuele, padrino nel territorio delle Preserre del Vibonese, si incaricò di commettere gli omicidi. 

Detenzione illegale ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti: è questo il reato di cui deve rispendere un ventiquattrenne tratto in arresto dai Carabinieri a Cassano allo Ionio. I militari dell'Arma, controllando il giovane, hanno appurato che aveva nella sua disponibilità trentaquattro confezioni di cocaina, per un peso complessivo pari a quindici grammi. Proseguendo gli accertamenti, gli uomini in divisa hanno poi trovato in un deposito utilizzato dal ragazzo un bilancino e sette grammi di sostanza da taglio. Nei suoi confronti è stato disposto il regime degli arresti domiciliari.