Il capogruppo del Pd in Consiglio regionale Bevacqua scrive al neo Commissario alla sanità in Calabria

 “Le porgo il benvenuto in Calabria (anzi il bentornato, viste le meritorie azioni che in passato l’hanno vista protagonista nella nostra terra) a nome mio e del Gruppo del Pd in Consiglio regionale che mi onoro di rappresentare”.

Esordisce così in una lettera aperta al neo commissario per la sanità, Guido Longo, il capogruppo del Pd in Consiglio regionale, Domenico Bevacqua. Entrando nel merito della questione, Bevacqua evidenzia: “La complessità delle problematiche da fronteggiare, per restituire funzionalità, legalità ed efficienza al Sistema sanitario regionale, mi spingono ad assicurarle fin d’ora la nostra incondizionata collaborazione e a fare alcune brevi riflessioni”.

“Ho molto apprezzato le sue prime dichiarazioni, sia sulla legalità, da farsi con gli atti piuttosto che con le parole, che sull’urgenza di riportare agli standard nazionali di riferimento i parametri di erogazione dei Livelli essenziali di assistenza” - sottolinea l’esponente politico. “Aggiungo la priorità che occorre dare, per rimuovere alcune macro criticità evidenziate dal dibattito avviato negli ultimi tempi, alla riorganizzazione della medicina del territorio, della rete ospedaliera e dell’emergenza-urgenza. L’emergenza in atto ha rivelato, in maniera inequivocabile, quanto grave sia stata la scelta di chiudere i piccoli ospedali che ha sguarnito l’assistenza proprio nei territori (montagna e aree periferiche) che maggiormente ne hanno bisogno. C’è da auspicare, dunque, in una logica sanitaria di prossimità e di diminuzione della pressione sugli ospedali hub, una valutazione seria, per comprendere quali riaprire e quali potenziamenti avviare per renderli effettivamente funzionali. Tutto ciò, sia chiaro, senza nulla concedere agli sterili localismi o alle pressioni dei tanti interessi, inclusi quelli politici, che potrebbero esercitare indebite sollecitazioni in merito a decisioni che, invece, dovranno rispondere esclusivamente ai criteri della razionalità, dell’efficienza e della copertura assistenziale delle comunità”. “Mi permetto di aggiungere che, almeno per quanto concerne la provincia che meglio conosco e frequento - quella di Cosenza - è necessario - auspica il Capogruppo del Pd - procedere all’azzeramento dei Commissari straordinari di Asp e Azienda ospedaliera: le tante, troppe, responsabilità in relazione ai ritardi nella programmazione e organizzazione anti Covid-19, impongono una netta discontinuità”.

“Accettando l’incarico affidatole dal Governo, così gravoso e in un momento estremamente difficile come quello che attraversiamo, Lei ha dimostrato senso delle Istituzioni e grande senso civico, per tutto ciò il popolo calabrese le è grato. Così come gratitudine le significhiamo anche noi che, dall’opposizione in Consiglio regionale, più volte abbiamo denunciato lacune, discrepanze e manchevolezze e avanzato proposte organiche per ridare dignità al Servizio sanitario pubblico e privato. Sono certo che le linee-guida cui si ispira nello svolgimento delle sue incombenze - prosegue Bevacqua - anteporranno sempre gli interessi generali a tutto il resto”.

“Per parte mia, le assicuro fin d’ora che il Gruppo consiliare del Pd e l’intero Pd calabrese saranno al suo fianco, per coadiuvarla ogni qualvolta ce ne sarà bisogno, ma soprattutto per sostenerla nei frangenti in cui dovrà assumere scelte coraggiose e innovative per dare speranza e fiducia ai calabresi. Anche e soprattutto alla luce della drammatica emergenza sanitaria in cui siamo piombati dall’insorgenza della pandemia, noi siamo per la valorizzazione della sanità pubblica e per un modello che superi, appena possibile, le intollerabili diversità derivanti da 20 sistemi sanitari regionali. Confidando di poterla incontrare presto - conclude - le auguro buon lavoro”.

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Commissario alla sanità in Calabria, Arruzzolo dà il benvenuto a Longo

“Dal neo Commissario alla sanità, oggi in Calabria, a cui diamo il benvenuto e l’augurio di buon lavoro, i cittadini  si attendono che faccia, in tempi rapidi, chiarezza sulle tante vicende da cui dipende l’esito del contrasto efficace  al Covid-19 e il diritto alla salute dei calabresi previsto dalla Costituzione”.

Lo dice il presidente del Consiglio regionale Giovanni Arruzzolo, che aggiunge: “Lasciamoci alle spalle le troppe polemiche che negli ultimi tempi hanno generato confusione e disorientato i calabresi e sperando che da parte del governo vi sia finalmente un’attenzione puntuale, corroborata da  segnali concreti anche in relazione agli stanziamenti pubblici di cui le infrastrutture materiali ed immateriali della sanità calabrese hanno urgenza,  apriamo una stagione nuova, d’impegno leale e serrato, che veda tutti i livelli di responsabilità cooperare esclusivamente per il bene comune”.

Conclude il presidente Arruzzolo: “Il Consiglio regionale che mi onoro di rappresentare, pur   nei limiti derivanti dall’agire nell’ultima fase della legislatura, è pronto all’ascolto e alla massima collaborazione con il nuovo  Commissario dottor Guido Longo,  cosi come fin qui non ha mai mancato di sostenere l’egregio lavoro di tutti gli operatori sanitari che, con sacrificio e abnegazione, si sono adoperati per fronteggiare la pandemia ed a cui non finiremo mai di essere grati”.

 

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Commissario sanità in Calabria, Spirlì: "Il governo sta annacando il pecoro"

«In altri tempi avrei detto che il Governo “sta annacando il pecoro”. Annacare il pecoro significa tergiversare in maniera esasperata e inutilmente».
 
È quanto afferma il presidente facente funzioni della Giunta regionale, Nino Spirlì, in merito alla mancata nomina del commissario ad acta della Sanità calabrese.
 
«Da un mese – aggiunge –, stiamo aspettando il commissario e siamo non più al primo e neanche al secondo: abbiamo fatto ambo, terno e quaterna. Suppongo che ci stiamo preparando alla tombola e spero che non sia natalizia, visto che ancora manca un mese a Natale. Non è possibile che il Governo continui con questa girandola, con questo carosello veneziano di cavallini imbizzarriti, che hanno solo un nome e nient’altro. Non è neanche possibile che ogni nome proposto dal Governo sia bocciato dal Governo stesso. E tutto questo nonostante la nostra pazienza, la nostra disponibilità, il nostro impegno a lavorare, in questo momento di vacatio, al posto dell’esecutivo nazionale».

 Delle due, l’una: o non funziona la Calabria – sottolinea Spirlì – o non funziona lo strumento del commissariamento governativo della Sanità, considerato anche il fatto che, in queste settimane, stiamo svolgendo il nostro compito con grande impegno e risultati. Medici, paramedici, tecnici, oss, personale parasanitario di tutti i tipi, associazioni di volontariato: la politica calabrese è presente e opera al posto di tutti coloro i quali avrebbero dovuto essere su questi territori e, invece, non ci sono».

 «Dobbiamo chiederci – conclude il presidente ff – per quanto tempo ancora il Governo “annacherà il pecoro”. Noi siamo arrivati al colmo della misura».

 

 

 

 

 

aggiornato il 26 novembre 2020 alle 15:57

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La Calabria non può aspettare il commissario che non c‘è

Forse alla fine anche il coronavirus si stancherà e lascerà la Calabra prima dell’arrivo del commissario alla sanità.

Sì, proprio così!

Continuando di questo passo, infatti, il nuovo commissario potrebbe anche arrivare a cose fatte: quando l’emergenza sarà finita, non grazie al suo intervento, ma perché giunta al termine del suo naturale decorso.

Che la situazione, per quanto grave, non fosse seria si era già capito.

In quasi tre settimane, infatti, i calabresi hanno assistito ad un inqualificabile balletto di nomine e dimissioni.

Il governo, incurante della pandemia in atto, anziché procedere speditamente all’individuazione di un commissario cui affidare la sanità calabrese, continua irresponsabilmente a perdere tempo.

In una momento drammatico come l’attuale, servirebbe risolutezza, invece, a Roma la priorità sembra essere quella di occupare una postazione, forse in vista delle prossime elezioni regionali.

L’ennesima commedia andata in scena durante il Consiglio dei ministri dell’altro ieri sera ne è l’ennesima riprova.

Con tutta evidenza, Pd e Leu pensano che la gestione della sanità in Calabria debba essere cosa loro.

Dopo la nomina di un uomo di sicura fede come Cotticelli, quella del “Rettor tengo famiglia”, l’esclusione aprioristica di Gino Strada e la ridda di ulteriori papabili circolata nei giorni scorsi, il partito di Zingaretti aveva puntato tutto su tal Narciso Mostarda, ovvero un ex assessore in quota Pd al Comune di Frosinone, attualmente direttore generale dell’Asl Roma 6.

Una figura, evidentemente in sintonia con la linea del segretario dem, ma mal digerita dai 5 stelle che gli hanno contrapposto Luigi Varratta, già prefetto di Crotone e Reggio Calabria.

Alla fine, il Consiglio dei ministri ha fatto ciò che sembra venirgli meglio, non ha deciso.

Con buona pace delle rassicuranti dichiarazioni di Conte e Boccia, la sanità calabrese continua a rimanere sguarnita.

Eppure, in Calabria servirebbero risposte celeri e all’altezza di una sfida titanica, perché il coronavirus  è un’emergenza nell’emergenza. La sanità calabrese è al collasso da anni e già in situazioni ordinarie non riusciva a dare risposte adeguate ai bisogni dei calabresi.

Figurarsi adesso!

A causa del Covid, infatti, i servizi assistenziali sono stati ulteriormente ridotti, con il risultato che chi sopravvive al coronavirus rischia di morire d’altro.   

Inoltre, i ritardi nella nomina del commissario alla sanità si ripercuotono, ogni giorno, anche sul piano economico.

L’assenza dei necessari interventi rischia, infatti, di relegare la Calabria in zona rossasine die”.

In una situazione del genere ci dovrebbe essere un moto corale d’indignazione. Invece, tutto o quasi tace. La gran parte di parlamentari e consiglieri regionali, in omaggio al vecchio adagio “la miegghiu parola e chidha chi non nescia”, preferisce  rimanere defilata, occupandosi di questioni che non interessano i cittadini, ma che hanno il pregio di non disturbare nessuno.

Non meno assordante il silenzio di quanti in Calabria ritengono di essere i custodi della cultura, ma che aprono bocca solo quando sono sicuri di essere in sintonia con il potere di turno.

Il tutto, mentre i calabresi – ovvero le vittime dell’ignavia governativa - cercano l’ennesimo santo a cui votarsi, consapevoli che con il loro diritto alla salute è stato calpestato anche quel briciolo di dignità che era rimasto alla loro terra.    

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Sanità, le accuse di Nesci (M5S) e l'ira di Oliverio

 “La montagna ha partorito il topolino. La nomina a commissario alla sanità calabrese di Massimo Scura e a subcommissario di Andrea Urbani dimostra ancora una volta le logiche spartitorie del governo Renzi”. Non usa mezzi termini la deputata Dalila Nesci per stigmatizzare la nomina, da parte del Governo, del nuovo commissario alla sanità. Secondo l’esponente del Movimento 5 Stelle l'investitura di Massimo Scura evidenza che “la Calabria resta terra di conquista, affarismo politico e collocamento di amici e compari”. In altri termini, “gli appetiti ed equilibri di potere hanno avuto la meglio sull’interesse pubblico”. A giudizio della Nesci, le nomine di Scura ed Urbani, confermerebbero, inoltre, la “ distanza di Renzi dal governatore regionale, Mario Oliverio”. Come se non bastasse, secondo la deputata grillina le designazioni fatte ieri mettono una seria ipoteca,  anche, sul futuro della Calabria, poiché  “le mosse del Consiglio dei Ministri per il commissario alla sanità calabrese fanno pensare che il Pd nazionale resterà incollato a Ncd. I due partiti gestiranno in tandem la Calabria, scavalcando Oliverio, messo all’angolo”. Una riflessione, quest’ultima, che trova conferma nella dura presa di posizione del Governatore della Calabria che, nel corso del Consiglio dei ministri di ieri,  ha manifestato tutto  il suo disappunto sostenendo: “in questi giorni nessuno mi ha chiamato per confrontarsi con me, sono il presidente della Regione con un mandato diretto dei calabresi e mi avete lasciato solo per mesi davanti a problemi gravi per la Calabria”. Una solitudine che non fa ben sperare per il futuro.

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