Furto di energia elettrica per 200mila euro, manette per un 63enne

Un 63enne è stato arrestato dalla polizia a Condofuri (Rc), perché accusato di furto aggravato di energia elettrica.

In particolare, l’uomo, mediante un allaccio abusivo, negli ultimi cinque anni, avrebbe rubato energia elettrica - per un valore di circa 200 mila euro - per alimentare la sua abitazione, un magazzino e una stalla.

Inoltre, l’arrestato è stato denunciato in stato di libertà per il reato di omessa custodia di armi e munizioni, ricettazione di un capo di bestiame di cui era stato denunciato lo smarrimento nel 2020 e per diffusione di una malattia degli animali. L’uomo, infatti, avrebbe catturato un cinghiale, sottraendolo alle operazioni di depopolamento messe in campo dalla Regione Calabria per contrastare la peste suina africana.

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Ondata di incendi in Calabria, 65 roghi in meno di 12 ore

Proseguono ormai da giorni le operazioni di spegnimento degli incendi che stanno devastando l’intera Calabria.

In particolare, nelle province di Cosenza, Reggio Calabria e Crotone, i vigili del fuoco hanno effettuato ben 65 interventi nelle ultime 12 ore.

Tra i fronti di fuoco più impegnativi, quelli tra Bagaladi, Condofuri (Rc) e Badolato (Cz), dove è stato necessario far  intervenire cinque Canadair.

Situazione critica anche a Gizzeria, nel Lametino, dove i pompieri hanno lavorato tutta la notte scorsa.

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Il Centro studi ‘Tradizione e partecipazione’ ricorda i ‘Moti di Reggio’ e condanna la Damnatio memoriae

“La Damnatio memoriae, era la condanna che veniva decretata nell’antica Roma a carico di personaggi che si erano macchiati di fatti gravissimi, ed è quello che, non si comprende bene per quale ragione, si sta verificando, ai giorni nostri, nei confronti dei fatti e degli eroici combattenti dei Moti di Reggio degli anni Settanta, quando l’orgoglio Reggino esplose impavido per difendere la città.

La difesa della città, un sentimento che è ancora vivo in coloro che tengono viva la memoria di quelle giornate che hanno segnato con il sangue la storia Reggina. Una rivolta risoluta e spontanea di popolo che unito senza colori né appartenenze politiche ha indotto lo Stato a rispondere con l’invio dei mezzi pesanti dell’esercito, caso unico nel suo genere.

In occasione della presentazione del libro ‘Aspomuntis karma’ (Edizioni Città del Sole) scritto da Tommaso Iaria, sindaco di Condofuri, i custodi del ricordo, sfidando le avverse condizioni meteo, si sono riuniti a piazza Sant’Anna, una delle storiche roccaforti dei Moti, per celebrare la memoria di quanti, senza il minimo interesse personale hanno perorato la causa della città.

L'intenso incontro, a cui hanno preso parte anche gruppi simpatizzanti arrivati da tutta la Calabria e dalla Sicilia, è stato moderato da Giancarlo La Monica, presidente del Centro studi Tradizione e partecipazione, ha registrato toccanti momenti di commozione specie quando, con l’intervento del senatore Renato Meduri, sono stati rievocati i fatti e i protagonisti di quelle storiche giornate, raccontate accoratamente da uno degli ultimi protagonisti viventi di quei giorni. Una risposta di piazza che è ritornata alla piazza, evidenzia il sociologo Fulvio D’Ascola, in un momento così difficile per il mondo intero dove la voglia della condivisione fisica e mentale, il recupero di “ciò che siamo” e la riscoperta del “da dove veniamo”, supera decisamente il distacco e la sicurezza dei freddi ed impersonali social network. “Reggio ha una grande storia - tuona Nicola Malaspina - ed è destinata ad un grande futuro, un futuro che non può esimersi dall’essere traghettato dal ricordo delle gesta di coloro che la resero grande, con il contestuale invito rivolto da Ernesto Siclari, di Reggio 70, a Tommaso Iaria, a mettere per iscritto in una prossima pubblicazione la storia dei Moti, vera, nuda e cruda, affinché diventi parte integrante di una memoria collettiva che allo stato è appannaggio di pochi”.

E’ quanto si legge in una nota del Centro studi ‘Tradizione e partecipazione’.

Lavoratori in nero in un'azienda agricola, scattano le sanzioni

Nei giorni scorsi, a San Lorenzo e Condofuri , i Carabinieri, nell’ambito di servizi volti a verificare il rispetto della normativa anti - Covid 19, hanno eseguito mirate verifiche a due grandi aziende locali attive nell’agricoltura intensiva, eseguendo, nel complesso, sanzioni amministrative pari a circa 16.000 euro nei confronti di un datore di lavoro.

Nello specifico, durante il controllo, i militari dell’Arma territoriale, del Reparto Tutela Agroalimentare di Messina e del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Reggio Calabria, hanno identificato 35 cittadini extracomunitari, risultati non regolarmente assunti e sprovvisti della visita sanitaria obbligatoria, oltre che rilevato l’utilizzo nella coltivazione, di un pesticida, in assenza delle previste autorizzazioni, in violazione della normativa di settore.

L’operazione si inserisce in un’azione di contrasto disposta dal Comando Provinciale dei Carabinieri di Reggio Calabria tesa a massimizzare i controlli, con il qualificato e determinante supporto delle componenti specializzate dell’Arma, sullo sfruttamento del lavoro sommerso e, visto l’approssimarsi delle festività natalizie, sul rispetto della normativa sulla produzione e commercializzazione dei prodotti agricoli destinati alla grande distribuzione a tutela dei consumatori.

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Armi e droga, due persone in manette

I poliziotti del Commissariato di Condofuri (Rc), coadiuvati dalle unità cinofile della Questura di Reggio Calabria, hanno tratto in arresto in flagranza di reato due uomini, ritenuti responsabili rispettivamente, di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti e di detenzione abusiva di armi clandestine e munizioni.

In particolare, durante  una perquisizione a casa di un 42enne, gli agenti hanno rinvenuto 93 grammi di marijuana, un bilancino di precisione e materiale per il confezionamento della droga.

L’arrestato, al termine delle formalità di rito, è stato posto ai domiciliari.

Nel corso di un’altra perquisizione, nell’abitazione di un 73enne, i poliziotti hanno invece  trovato due pistole, un silenziatore per pistola, due fucili con matricola abrasa, un fucile ad aria compressa e munizioni di diverso calibro. Il pensionato è stato quindi sottoposto all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

Attività antibracconaggio, sequestrati armi e richiami elettroacustici vietati. Denunciati otto cacciatori

Otto persone sono state denunciate nelle scorse settimane dai carabinieri forestale delle Stazioni  di Melito di Porto Salvo (Rc) e Brancaleone, con l’ausilio  dei colleghi del Cites di Reggio Calabria.

Tra i reati contestati a vario titolo: l’uso di richiami elettroacustici vietati nell’attività venatoria e l’abbattimento di specie protette.

In particolare, in località Lardicà di Bova Marina, i militari hanno denunciato B.A e L.S., di 61 e 44 anni, entrambe residenti a Condofuri, perché sorpresi ad utilizzare  richiami vietati. Inoltre, ai due cacciatori sono stati sequestrati i fucili, le munizioni, 4 richiami elettroacustici vietati e numerosi esemplari, già uccisi, di avifauna protetta.

Altre tre persone, B.F., E.G. e C.F., rispettivamente di 56, 49 e 47anni, sono state denunciate in località Musa-Torre di Melito di Porto Salvo, dopo essere state sorprese ad usare un richiamo elettroacustico illegale.

Anche in questo caso, oltre ai 3 fucili ed alle relative munizioni, ai denunciati sono stati sequestrati i dispositivi elettroacustici vietati.

Inoltre, in località Ficarella di Montebello Jonico, i militari hanno denunciato M.E.F, di 39 anni, per l’abbattimento di un esemplare di avifauna protetto. All’uomo sono stati sequestrati il fucile e le cartucce.

Infine, nelle località Badia del Rizzo e Ripe,rispettivamente  di Caraffa del Bianco e Sant’Agata del Bianco sono stati denunciati M.E e G.A., di  59 e 47 anni, perché  colti sul fatto mentre utilizzavano richiami vietati per la caccia.

Anche in questo caso, i richiami sono stati sequestrati, insieme ai fucili ed alle munizioni.

Colpisce un coetaneo al collo, 22enne arrestato per tentato omicidio

I carabinieri della Stazione di Condofuri San Carlo (Rc) hanno tratto in arresto nella flagranza del reato di tentato omicidio Santo Martinelli, 22 anni, del luogo.

In particolare, le indagini sono scattate quando al pronto soccorso dell’ospedale “Tiberio Evoli” di Melito Porto Salvo, è giunto un 21enne con una grave ferita da taglio al collo.

Dopo aver raccolto le prime informazioni, gli investigatori dell'Arma hanno avviato le ricerche del presunto aggressore che è stato individuato nei terreni prossimi alla sua abitazione, dove avrebbe tentato di nascondersi per sottrarsi alla cattura, con indosso ancora le tracce di sangue della vittima.

Il sopralluogo sulla scena del crimine effettuato dai militari del Nucleo operativo e radiomobile della Compagnia di Melito Porto Salvo e le dichiarazioni raccolte dalle persone a vario titolo a conoscenza dei fatti, hanno permesso di ricostruire con precisione la dinamica e di raccogliere un grave quadro indiziario a carico di Martinelli.

Il folle gesto sarebbe scattato al culmine di un litigio nato per futili motivi.

La vittima è ricoverata in prognosi riservata, mentre l'arrestato è stato tratto in arresto e al termine degli adempimenti di rito, è stato tradotto nel carcere reggino di “Arghillà”, in attesa di giudizio di convalida.

Maxi piantagione di marijuana scoperta e distrutta in Calabria

Su segnalazione del V Reparto volo della polizia di Stato di Reggio Calabria, gli agenti del commissariato di Condofuri hanno rinvenuto una piantagione composta da oltre 2.500 arbusti di marijuana, già pronti per la raccolta. 

In particolare, durante un servizio di monitoraggio, gli uomini del V Reparto volo hanno segnalato la presenza della coltivazione in località Pollia/Gromilara, nel Parco nazionale d’Aspromonte.

Una volta giunti sul posto, gli agenti del Commissariato di Condofuri si sono trovati davanti ad una vasta piantagione di marijuana, alimentata da un sistema di irrigazione rudimentale, realizzato con due raccordi di tubi in polietilene che, partendo a monte da una vicina fonte d’acqua, assicuravano il necessario approvvigionamento idrico.

Inoltre, nelle immediate vicinanze, i poliziotti hanno trovato una tenda da campeggio con all'interno attrezzi da lavoro e capi di vestiario.

Dopo aver campionato ed estirpato la piantagione, gli agenti hanno avviato le indagini per individuare i responsabili. 

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