Spadola, domani sera comizio della lista guidata da Giuseppe Parise

Dopo un avvio piuttosto sonnolento entra finalmente nel vivo la contesa elettorale spadolese.

Ad animare l'agone politico, a partire dalle 19,30 di domani sera (2 giugno), sarà la lista "SiAmo Spadola", guidata da Giuseppe Parise.

Nel corso del comizio, che si svolgerà in piazza Minerva, saranno presentati i candidati ed il programma elettorale.

Pizzo, domani la presentazione dei candidati della lista Futura

Domani, domenica 28 maggio, a Pizzo, in piazza della Repubblica (ore 19.45) si terrà l’incontro pubblico con i candidati alla carica di consigliere comunale della lista civica Futura, che sostiene la rielezione di Gianluca Callipo a sindaco della città napitina.

Alla manifestazione prenderanno parte: Giorgia Andolfi, Fabrizio Anello, Andrea Betrò, Francesco Bilotta, Sharon Fanello, Antonio Gaglioti, Giacinto Maglia, Pasquale Marino, Cristina Mazzei, Vincenzo Pagnotta, Maria Francesca Pascale e Silvio Primerano.

Con loro ci sarà Callipo, che oltre a illustrare i risultati ottenuti nel corso del mandato in scadenza, esporrà gli aspetti salienti del nuovo programma, che punta principalmente sui temi della crescita socio-economica, della salvaguardia ambientale, della riqualificazione urbanistica e del rilancio turistico.

 

Pizzo: primo incontro pubblico per Futura, la lista di Gianluca Callipo

Domani, domenica 21 maggio, a Pizzo, in piazza della Repubblica (ore 18.30) si terrà il primo incontro pubblico con i candidati alla carica di consigliere comunale della lista civica Futura, che sostiene la rielezione di Gianluca Callipo a sindaco della città napitina.

Sul palco, accanto al sindaco uscente, ci saranno: Giorgia Andolfi, Fabrizio Anello, Andrea Betrò, Francesco Bilotta, Sharon Fanello, Antonio Gaglioti, Giacinto Maglia, Pasquale Marino, Cristina Mazzei, Vincenzo Pagnotta, Maria Francesca Pascale e Silvio Primerano. 

"Futura – ha affermato Callipo in vista dell’appuntamento elettorale dell’11 giugno - è il domani ancora più ambizioso di un progetto che già esiste e che negli ultimi cinque anni di esperienza amministrativa ha permesso alla città di rinascere, invertendo la rotta dopo il declino generato nel passato. A ispirare il nuovo programma, dunque, non possono essere che gli stessi principi e gli stessi obiettivi di riscatto sociale e culturale, di salvaguardia ambientale, riqualificazione urbanistica e rilancio turistico che hanno già orientato il lavoro svolto nel corso del mandato in scadenza".

 

Spadola, Amministrative: sfida a due tra Parise e Piromalli (Le liste)

Sfida a due per la poltrona di primo cittadino del borgo della Minerva.

A contendersi la fascia di sindaco saranno, infatti, Giuseppe Parise e Cosimo Damiano Piromalli.

Il primo è alla testa della compagine “SiAmo Spadola”. Il secondo guida, invece, la lista civica “Insieme per Spadola.

A dispetto dei rumors dei giorni scorsi, che accreditavano la presenza di tre formazioni, è arrivato, il fatidico colpo di teatro che ha portato alla candidatura unitaria di Piromalli.

Dopo quasi un lustro passato sui banchi dell’opposizione, il rappresentante di “Insieme per Spadola” è riuscito a chiudere il cerchio con il gruppo espressione dell’ex sindaco Giuseppe Barbara.

Un colpo di teatro, che secondo i bene informati, sarebbe stato scritto a Serra, nello studio del deputato Pd Bruno Censore

Di seguito le due liste:

 “SiAmo Spadola”
Giuseppe Parise Candidato a sindaco
1. Ludovico Arena
2. Maurizio Arena
3. Giuseppina Borello
4. Francesco Cozzetto
5. Biagio Domenico Antonio Figliuzzi
6. Cosmo Vittorio Pisani
7. Maria Stella Sodaro
8. Salvatore Tassone
9. Nicola Zaffino

 “Insieme per Spadola”

Cosimo Damiano Piromalli Candidato a sindaco
1. Raffaele Barbara
2. Nicola Contabile
3. Bruno Gallè (Corsaro)
4. Bruno Gallè (Ingegnere)
5. Gessica Garcea
6. Maurizio Marchese
7. Nicola a Antonio Procopio
8. Nicola Cosimo Tassone
9. Gerardo Vavalà
10. Angelo Versace

Pizzo, il Partito democratico rinnova il sostegno a Gianluca Callipo

Il segretario del circolo cittadino del Pd di Pizzo, Raffaello Molè, rimarca con soddisfazione la conferma degli esponenti del partito - Fabrizio Anello, Giacinto Maglia, Vincenzo Pagnotta e Maria Pascale - nella lista “Futura” che sostiene la candidatura di Gianluca Callipo a sindaco della città.

«In attesa dell’ufficializzazione di tutti i nomi che andranno a formare la compagine a sostegno di Callipo - ha affermato Molè -, voglio sottolineare con orgoglio l’indicazione unanime da parte degli iscritti al Partito democratico di Pizzo a favore della riconferma di coloro che hanno svolto il proprio lavoro con passione e amore per la città. Una fiducia rinnovata senza riserve dai numerosi cittadini con i quali ci siamo confrontati nelle ultime settimane, che si sono espressi favorevolmente affinché Anello, Maglia, Pagnotta e Pascale proseguano nella loro opera, al fine di dare continuità all’azione dell'amministrazione Callipo. Nel ribadire massima fiducia nei nostri candidati, un ringraziamento estremamente sentito va al consigliere Raffaele Pulitano, che ha deciso di non rinnovare il suo impegno in prima persona, ma continuerà a condividere e sostenere il nostro progetto politico. Nei prossimi giorni si intensificheranno le occasioni di incontro e di confronto con la cittadinanza, grazie a una capillare campagna elettorale che porterà i candidati in tutti i quartieri per raccogliere nuovi suggerimenti e proposte, oltre che per illustrare il lavoro già svolto negli ultimi cinque anni».

 

Vibo, si vota fino alle 19 per rinnovare il Consiglio provinciale

Si vota fino alle 19 di oggi per il rinnovo del Consiglio provinciale di Vibo Valentia. Ad essere chiamati alle urne sono 481, tra sindaci e consiglieri comunali, di 46 dei 50 Comuni che compongono il territorio provinciale. Non parteciperanno alle consultazioni gli amministratori dei quattro Comuni commissariati: Tropea, Nicotera, Filandari e Nardodipace.

La tornata elettorale comporta il rinnovo di Dieci consiglieri. Rimarrà tutto invariato, invece, alla guida dell'Ente il cui timone resterà nelle mani di Andrea Niglia fino al 2018.

A contendersi una poltrona a palazzo ex Enel saranno i componenti delle tre liste in campo. Il Pd si presenta diviso, da una parte  "Partito Democratico", espressione del deputato Bruno Censore; dall'altra, "Provincia Unica" nata dall’alleanza tra  Francesco De Nisi e l’attuale presidente del consiglio comunale di Vibo, Stefano Luciano. I resti di quel che fu il centrodestra sono invece raccolti nella lista "Centro Destra Vibonese", ispirata dal consigliere regionale Giuseppe Mangialavori.

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La nascita delle primarie e la morte della politica

Che nessuno ora capisca a modo suo, o finga di capire a modo suo: io sono felicissimo che Sarkozy sia stato bastonato a sangue, né ho scordato che, canagliescamente e stupidamente, ha distrutto la Libia e assassinato Gheddafi, e con la complicità di altri due guerrafondai isterici, Obama e Cameron, e l’8 settembre perpetuo dell’Italia, in quel momento rappresentata da Berlusconi. Il risultato è che proprio l’Italia ne paga il prezzo con l’invasione dei “migranti”. Sarkozy ad beluas!

 Spero di essere stato chiaro. Ma corrono voci, dalla Francia, che a votare per le primarie del centrodestra siano stati cani e porci di ogni razza e colore politico, compresa la sinistra. Cioè è come se i tifosi del Milan scegliessero il portiere dell’Inter, o viceversa.

 Le primarie non sono dunque una cosa seria; e ricordiamo non pochi buffi esempi italiani. Lo sono negli Stati Uniti, dove i repubblicani votano per i repubblicani e i democratici per i democratici, e se un democratico mettesse piede in un seggio repubblicano, forse a New York chiamano la polizia, ma in Arizona gli sparano; e viceversa. E dove i repubblicani sono repubblicani di padre in figlio fin dal 1776, e viceversa.

 In Italia, le primarie si facevano, eccome, un tempo: e avvenivano attraverso una genuina e verificabile vita di partito, condotta nelle sezioni e federazioni e qualsiasi altra occasione, ivi compreso aver partecipato a piazze burrascose e aver affisso manifesti più o meno legali. Allora il camerata si distingueva dal compagno e dall’aderente a qualsiasi altro movimento o partito; e a nessuno sarebbe venuto a mente di cercare presunti “valori comuni”; anzi ognuno s’ingegnava a rafforzare le identità. Ovvio che, così, erano quasi naturali le selezioni della classe dirigente dei candidati a qualcosa.

 Poi, con il compromesso storico e le convergenze parallele, le differenze andarono sfumando in nome del potere. Il pretesto più ovvio fu l’antifascismo, che permetteva tenui comunioni tra democristiani e comunisti e liberali: un minimo comun denominatore, che però imponeva di stare assieme in nome del minimo, senza nemmeno nominare le divergenze.

 Nel 1995, con Alleanza nazionale, anche i fascisti divennero antifascisti, e la confusione fu totale. Se oggi io andassi a votare per le primarie del PD o di Fratelli d’Italia, tutto quello che mi chiederebbero sono due euro. Preferisco giocarmeli al superenalotto.

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Trump, Berlusconi e i sondaggi sbagliati

Come si fa a sbagliare così clamorosamente i sondaggi elettorali? E mica nel Buthan e nel Ghana, ma in Gran Bretagna e USA. O, detto in un altro modo, se le grandi catene di distribuzione commerciale facessero i sondaggi come li fanno i sondaggisti politici, sarebbero fallite già da un bel pezzo.

 Come mai? Beh, è semplice. Se io mando un emissario a stare davanti a un supermercato e a chiedermi come mai abbia comprato, che so, il caffè marca X a 0,65 come ho fatto stamani, la risposta sarebbe semplice e senza dubbi: è un prodotto discreto a prezzo allettante. L’emissario registra e ringrazia; e trasmette i risultati alla ditta committente l’indagine. Qual è il segreto professionale del sondaggista commerciale? Che a lui del caffè X o di quello Y non importa un bel nulla, fa solo il suo lavoro; e se io rispondessi che X fa schifo e costa assai, perciò non lo compro, lui che fa? Registra e ringrazia; e trasmette i risultati alla ditta committente l’indagine.

 I sondaggisti politici, invece, non sono mai veramente professionali; e le loro domande sono, magari inconsciamente, tendenziose; e sperano comunque di ricevere la risposta che, magari inconsapevolmente, desiderano; o che desidera il committente. Ecco da dove spunta che la Clinton viene data “leggermente in vantaggio”, e poi busca una legnata di proporzioni epocali. Se io fossi un politico, mi risparmierei i soldi dei sondaggi; oppure, travestito, frequenterei di persona le bettole e i mercatini.

 Veniamo alle cosette dell’Italia. È fuor di dubbio che Silvio Berlusconi è stato ed è un imprenditore di grandissima abilità; e perciò un raffinato conoscitore delle esigenze e dei gusti della clientela. Se così non fosse, sarebbe in miseria. Vero quindi che Berlusconi si serve anche di sondaggisti professionali e affidabili per i suoi affari di ogni genere.

 Invece i suoi sondaggisti politici sono, dal 1994, come quelli della Clinton nel 2016: tendenziosi e incapaci. Dal 1994 hanno malissimo informato il loro committente, facendogli credere che la gente voglia una cosa strana che chiamano “il centro”, cioè l’asino di Buridano eternamente indeciso; e così Silvio ha pensato di accontentare tutti, perciò non ha accontentato seriamente nessuno. Andato tre volte al potere, non ha mai riformato nemmeno il colore delle tendine della sala riunioni.

 La gente, al contrario, vuole la coppia sì / no, la coppia splengeriana amico / nemico: vuole essere posta di fronte a scelte precise e inequivoche. Per “tendere al centro”, cioè al nulla, Berlusconi si è ridotto al lumicino.

 Un corollario. Non è nemmeno vero che un supermercato debba accontentare tutti, ma esattamente il contrario: sceglie una tipologia di clienti, non tutti i clienti del mondo; il supermercato dozzinale dove ho comprato il caffè X a 0,65 non avrà certo una bancarella con classici greci senza traduzione, o rarissime orchidee in via di estinzione. Viceversa, una gioielleria non venderà panini e mortadella. Un partito politico per definizione (partito, da “pars”), rappresenta qualcuno ed è avversario di qualcun altro.

 Riepilogando: i sondaggisti politici sono soldi gettati al vento. Se io fossi in campagna elettorale, non ne assumerei nemmeno uno. Berlusconi sì, e Forza Italia è ridotta al lumicino.

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