Porto di Reggio Calabria, Fiamma tricolore: "Ancora una volta in campo gli illusionisti dell’amministrazione comunale"

"I migliori venditori di fumo al mondo dovrebbero venire a prendere lezioni dall’amministrazione comunale di Reggio Calabria che oggi brinda al restyling, con i lavori di abbattimento dei silos, del porto della città.

Con la solita mossa di prestigio si tenta di dare a intendere ai cittadini che il merito dei lavori sia dell’amministrazione comunale che in questa vicenda ha poco o nulla a che fare.

Il terreno su cui sorge il porto di Reggio Calabria infatti è gestito e amministrato esclusivamente dall’ASPT, Autorità di Sistema Portuale dello Stretto, che si occupa di tutti i porti siti nell'area dello stretto di Messina, Milazzo incluso, e che con il comune di Reggio Calabria non ha nulla a che spartire se non attraverso la partecipazione, marginale e nemmeno obbligatoria, di un proprio rappresentante al Comitato di Gestione solo in quelle occasioni in cui la materia in oggetto sia circoscritta al porto cittadino.

La concessione dei silos è scaduta al 31 dicembre ed è proprio la ASPT a non averla rinnovata, tutto qui, ed è la ASPT, con i suoi fondi, che ha deciso di eseguire una serie di lavori, finalizzati al loro abbattimento, al fine di poter rendere fruibile il porto cittadino a navi di maggiori dimensioni rispetto a quelle fino ad oggi ospitate in funzione turistica.

Ancora una volta quindi questa amministrazione tenta di accaparrarsi meriti non suoi andando in pubblico ad esibire il mantello da supereroe. Una uscita in fallo per il neo assessore Battaglia componente di una giunta che ad oggi non riesce a cambiare una lampadina o asfaltare una strada come si deve.

Per il covid forse un giorno si troverà una cura ma per i venditori di fumo nostrani sarà veramente difficile trovare una soluzione".

Così la segreteria reggina del Movimento sociale - Fiamma tricolore.

 

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Leonia, Miramare e brogli elettorali: la Fiamma tricolore si chiede se a Reggio Calabria c'è un problema giustizia

"C’è un problema giustizia a Reggio Calabria? E’ questa la domanda che sempre più spesso siamo costretti a farci noi esponenti del Movimento Sociale Fiamma Tricolore che da sempre abbiamo riposto negli organi inquirenti e nella magistratura la massima fiducia.

Gli accadimenti degli ultimi anni hanno però aperto una falla nella nostra “granitica” certezza nella giustizia e fanno sorgere più di un interrogativo quando le inchieste affossano una parte politica a discapito di un’altra la cui condotta è ben nota e alla luce del sole. Tutto ciò, come sempre da osservatori esterni, senza volerci ergere a difensori di alcuna parte in causa.

Oggi, notizia del giorno, è arrivata la parola fine sul caso Leonia con l’assoluzione degli imputati dopo ben 9 anni: inchiesta, lo ricordiamo, che diede il via allo scioglimento del comune di Reggio Calabria aprendo l’infausta stagione commissariale prima e quella del disastro falcomatiano poi.

Non vogliamo entrare nel merito di quanto accaduto e delle carte processuali ma è ben evidente che c’è qualcosa che non va: la disparita di trattamento di due amministrazioni di colore opposto con una città che allora si presentava con molti problemi, come oggi, ma era certamente più vivibile, civile e pulita.

Oggi ci ritroviamo invece con un’amministrazione gravata da procedimenti giudiziari, eletta con accertati brogli elettorali, un’azienda dei rifiuti commissariata e due esponenti di spicco della maggioranza tra gli imputati, una nostra denuncia in procura per i famosi “murales” affidati non si sa bene a chi e pagati non si sa bene come: su tutto ciò, su una città invasa dai rifiuti e dai ratti, sull’emergenza sanitaria causata dall’incompetenza di chi amministra vige un assoluto silenzio.

Non sono servite nemmeno le firme di 400 cittadini, come previsto dal regolamento comunale approvato proprio dalla prima giunta Falcomatà, che chiedevano a gran voce la convocazione di un consiglio comunale aperto sulla questione dei brogli elettorali.

Nell’ultimo anno più volte sono stati interpellati l’assessore alla legalità ed il presidente del consiglio comunale ma nessuno di loro ha avuto un minimo di rispetto per l’istituzione che rappresentano negando qualsiasi risposta.

Arriverà dunque giustizia per Reggio? Probabilmente il 19 novembre, giorno dell’attesa sentenza per il processo Miramare, avremo una prima risposta a questo nostro dubbio: talmente palesi sono i fatti, la spregiudicatezza dei comportamenti, la violazione della legge che non si potrà ancora una volta fare finta di nulla.

I cittadini attendono vigili alla finestra quel giorno in cui sperano di potersi liberare di colui che ha affossato Reggio e che grazie a brogli elettorali conclamati, anche con la complicità di alcune istituzioni, oggi ancora governa la città".

 E' quanto si legge in una nota della segreteria provinciale di Reggio Calabria del Movimento sociale - Fiamma tricolore.

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Reggio C., caso Murales: la Fiamma tricolore denuncia l’amministrazione comunale

Riceviamo e pubblichiamo

"Nel pomeriggio di ieri i dirigenti del Movimento Sociale Fiamma Tricolore hanno denunciato alle forze dell’ordine l’operato dell’amministrazione Falcomatà a seguito della questione Murales.

In un esposto dettagliato e corredato di tutta la documentazione necessaria i dirigenti Gioffrè e Minnella si sono presentati alla Stazione dei carabinieri di viale Calabria dove hanno consegnato il tutto.

Era stata proprio la Fiamma tricolore a sollevare per prima il caso nella giornata del 23 aprile, citando il costo esorbitante dei Murales e subendo la risposta piccata dell’ass. Scopelliti che ci invitava a leggere le carte. Peccato che di quelle carte, ovvero la determina di attuazione, non vi è mai stata alcuna traccia come confermato dal dirigente Beatino al consigliere comunale Filomena Iatì il 26 aprile successivo.

Lunedi pomeriggio alle ore 16.00 si terrà pertanto presso la sede provinciale di Reggio Calabria, in via Guglielmo Marconi 24b, la conferenza stampa in cui daremo tutti i dettagli, ripercorrendo la vicenda fin dall’inizio, con carte alla mano, alla presenza del segretario regionale Francesco De Leo e del segretario cittadino Giuseppe Gioffrè".

Federazione provinciale Movimento sociale - Fiamma tricolore, Reggio Calabria

Reggio Calabria, Buoni spesa Covid: la Fiamma tricolore denuncia “centinaia di migliaia di euro di debiti e l'ennesima grana per l’amministrazione Falcomatà”.

Riceviamo e pubblichiamo

"Istituiti dal governo precedente per aiutare le famiglie bisognose, rinnovate con i vari decreti “bis”, “ter” e “ristori”, furono addirittura oggetto, in piena campagna elettorale per il rinnovo del consiglio comunale, di una spregevole inserzione sponsorizzata su Facebook da parte dell’allora assessore al ramo con cui se ne annunciava la distribuzione, come se lo strumento fosse farina del sacco di questa inutile amministrazione.

Non passa infatti ormai giorno senza segnalazioni da parte dei cittadini alla Fiamma Tricolore: oggetto di oggi i buoni spesa per l’emergenza Covid che negli ultimi tempi, ci riferiscono i beneficiari, alcune attività non accettano più o lo fanno solo in forma limitata.

Animati pertanto dalla nostra indole di “rompiscatole cronici” dell’amministrazione più abusiva e incompetente d’Italia alziamo il telefono e decidiamo di contattare alcune attività inserite nell’elenco degli esercizi aderenti all’utilizzo dei buoni spesa.

Il quadro che ne viene fuori dagli esercenti contattati è disarmante: decine e decine di migliaia di euro non pagati e per molti nessun pagamento da mesi. Quella che doveva essere una misura per aiutare le famiglie rischia cosi di mettere in crisi diverse attività.

Gli ultimi pagamenti, in ordine di tempo, trovano prova nelle determine n.1276, 1277, 1300 e 1304 licenziate dal settore Welfare del comune di Reggio Calabria in data 28 aprile e risalenti al periodo ottobre-dicembre 2020. Almeno cinque mesi di ritardo dunque per uno strumento per il quale, vogliamo ricordare, il comune riceve il finanziamento regionale “Misura di solidarietà Calabria – Erogazione di misure di sostegno e solidarietà in favore di nuclei familiari in difficoltà, anche temporanea, dovuta all’Emergenza sanitaria da Covid 19, di cui alla DGR 44/2020, che risulta essere pari ad 860.548,18 per il Comune di Reggio Calabria, con cui si è provveduto ad accertare l’entrata sul relativo capitolo 23003(acc. 3390/2020) e contestualmente all’impegno della spesa per lo stesso importo, sul capitolo in uscita 143394 “Buoni spesa solidarietà alimentare” piano dei conti 1.4.2.2.99 annualità 2020.

Soldi dunque ricevuti dal comune ma che non si capisce bene che fine abbiano fatto. Molte attività hanno quindi preferito cancellarsi dall’elenco degli esercizi convenzionati (basti pensare che nell’ultimo mese sono più che dimezzati!) per non incappare in ulteriori difficoltà economiche: l’ulteriore beffa infatti è rappresentata dal fatto che il comune, quando e se decide di pagare, richiede la regolarità dei contributi previdenziali e l’assenza di pendenze nei confronti di Equitalia!

Nel silenzio omertoso degli abusivi che siedono a palazzo san Giorgio, tra maggioranza consenziente ed ectoplasmi adibiti a sedere tra i banchi della (fu) opposizione, chiediamo quindi risposte immediate al settore di riferimento al fine di fare luce sull’ennesima grana che si è abbattuta su questa amministrazione".

Federazione Movimento Sociale - Fiamma Tricolore Reggio Calabria

 

Sanità in Calabria, la Fiamma tricolore chiede di "azzerare i debiti e superare il commissariamento"

Riceviamo e pubblichiamo

"Come certamente chiaro a tutti coloro che la esaminano obiettivamente, ma soprattutto ai tanti malcapitati cittadini che si trovano quotidianamente a doverla affrontare sopportandone le conseguenze, la situazione della sanità in Calabria - già messa in ginocchio da oltre un decennio di commissariamento che, lungi dal risolvere uno qualsiasi degli innumerevoli problemi che la attanagliavano, ne ha solo ampliato a dismisura le manchevolezze ed i vizi - da questa nefasta pandemia ha ricevuto solo l’ultimo e mortale colpo di grazia.

Non è da oggi che chiediamo alla Regione ed alla rappresentanza parlamentare calabrese di scendere in campo per pretendere l’azzeramento del debito sanitario, atto propedeutico ed essenziale per poter procedere poi a normalizzare una situazione che non è ormai ulteriormente dilazionabile, aldilà del covid.

Azzerare il debito per subito dopo operare, in modo autoctono o tramite commissariamento, una difficile ripartenza che serva, nell’immediato, a combattere il covid e poi, ancora più problematico però necessario, a restituire ai Calabresi un minimo di serenità e di fiducia sul fatto che ammalarsi, già di per sé una disgrazia, sia in Calabria una sentenza inappellabile. 

Riteniamo ciò, nonostante tutto, complesso ma possibile. Le condizioni, dato per fatto l’azzeramento, oggi ci sono tutte. A partire da quella imponente massa di risorse economiche riveniente dal Recovery Found che potrà permettere, se ben utilizzata, di riavviare l’enorme patrimonio infrastrutturale – attualmente inutilizzato, chiuso, messo inopinatamente da parte – al quale basterebbero pochi ritocchi per essere reso immediatamente operativo, nonché l’assunzione e la oculata dislocazione territoriale e organigrammatica di un cospicui numero di operatori (medici ed infermieri) il chè faciliterebbe soprattutto la realizzazione di quella rete sanitaria territoriale unanimemente ritenuta necessaria per assicurare al territorio ed ai cittadini quello che per noi calabresi è stato finora solo leggenda e mito: i Livelli essenziali di assistenza (Lea), da più parti evocati e mai concretamente realizzati né dalla politica né dai suoi boiardi.

La segreteria regionale del Msi-Fiamma tricolore con la presente coglie l’occasione per rinnovare la richiesta all’intera classe dirigente regionale affinchè trovi il modo di portare all’attenzione del governo una problematica annosa che grava sulla pelle dei calabresi e che deve essere affrontata e risolta con gesti e misure concrete affinchè la sanità calabrese diventi risorsa per la risoluzione dei problemi e non terreno di scontro per accaparrarsi stipendi o, peggio ancora, altri tipi di guadagno illecito, per come ancora troppe volte è stata ed ancora è".

Francesco De Leo -Segretario regionale Msi-Fiamma tricolore

Calabria, il Movimento sociale- Fiamma tricolore chiede l'adeguamento del Servizio sanitario nazionale

"La drammaticità della pandemia ancora in atto ha messo in evidenza la fragilità e l’inadeguatezza del Servizio Sanitario Nazionale. Di fronte al caos degli ospedali, all’affanno dei “Pronto Soccorso”, alla mancanza di direttive, alle disfunzioni mai risolte, il Dipartimento Politiche Femminili del MS-Fiamma Tricolore chiede l’adeguamento del Servizio Sanitario secondo criteri aderenti alle necessità dei cittadini, cioè secondo i dettami della seguente Proposta:

1) Rivalutazione ruolo dei medici di base, tassello fondamentale nella cura e assistenza dei pazienti.

2) Valorizzazione dell’assistenza domiciliare, con cure, monitoraggio e visite mediche, nella consapevolezza che la tempestività dell’intervento, la conoscenza del paziente, le cure appropriate e la fiducia nel medico curante, costituiscono gli ingredienti necessari al sostegno psicologico di malati e familiari e alla buona riuscita della cura. Inoltre la rapidità e l’efficienza dell’assistenza renderà inutile, in molti casi, la corsa al Pronto Soccorso, contribuendo ad evitarne l’affollamento. Le strutture ospedaliere invece potranno registrare un alleggerimento delle degenze e quindi una maggiore disponibilità.

3) Snellimento della burocrazia soprattutto di quella a carico dei medici di base eccessivamente pesante e svilente, lasciando spazio ad attività per loro più consone.

4) Apertura o riapertura di strutture ospedaliere nelle zone carenti.

5) Abbattimento dei tempi di attesa per gli esami clinici/diagnostici.

6) Attuazione o completamento delle procedure concorsuali per le nomine degli operatori/dirigenti sanitari scevri da ogni contaminazione politica”.

E' quando si legge in un comunicato diramato dalla Responsabile Regionale del Dipartimento politiche femminili del Movimento sociale italiano-Fiamma Tricolore, Sara Falvo.

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I volontari Gea riqualificano l’antico mulino di “Scannaporcelli” a Melia di San Roberto

Sabato scorso (20 giugno) sono tornati in azione i volontari Gea (Gruppo ecologico ambientale) della Fiamma Tricolore.

Oggetto del nuovo intervento portato a termine dai volontari guidati dal responsabile Antonio Giordano, è stato l’antico mulino di “Scannaporcelli”, a Melia di San Roberto (Rc).

Liberando da sterpaglie e rovi le vecchie mura, i componenti del Gea hanno restituito il sito a turisti e visitatori che ora potranno visitare l'interno del mulino dov'è ancora presente la macina e il suo meccanismo.

Contestualmente, i volontari hanno effettuato un intervento di decoro anche sulle fontane presenti nell'area, raccogliendo rifiuti e pulendo lo scarico per il deflusso dell’acqua.

Quello di "Scannaporcelli" è un sito che fa parte del sistema dei mulini idraulici un tempo attivi nel comune di San Roberto.

"I giovani del luogo e gli amministratori - scrivono in una nota i volontari - sappiano che è bastata la sola pubblicazione delle foto sulle nostre pagine Facebook per essere sommersi da richieste di informazioni sull’ubicazione del mulino che si trova inoltrandosi per appena qualche decina di metri nel bosco dalla strada principale che da San Roberto porta a Melia e poi Gambarie".

I volontari Gea della Fiamma tricolore riqualificano le “Grotte di Tremusa”.

Terminata l’emergenza coronavirus, riprendono le attività del Movimento sociale Fiamma tricolore.

Dotati di mascherina, rispettando le disposizioni legislative, i volontari del Gea (Gruppo ecologico ambientale) della Fiamma tricolore si sono ritrovati ieri a Melia di Scilla (Rc) presso le “Grotte di Tremusa” per attuare la riqualificazione del sito e consegnarlo nuovamente a turisti e visitatori.

Promotore dell’iniziativa, il responsabile del gruppo ecologico della Fiamma Antonio Giordano che ha coordinato i lavori dei volontari che hanno provveduto alla raccolta dei rifiuti e della vegetazione facendo molta attenzione a non intaccare il delicato sito geologico dove è possibile ammirare le meravigliose grotte e vedere affiorare fossili di epoche passate.

Per Giordano infatti “alla luce dell’emergenza sanitaria appena passata e considerato che il turismo quest’anno sarà pressochè di prossimità o comunque un turismo di “nazionali” è necessario che attività come questa si moltiplichino e si proceda al recupero dei tantissimi monumenti e/o luoghi di interesse storico che insistono nella nostra regione. Un’idea lanciata dai Gea – continua il responsabile Giordano - è stata proprio quella di catalogare siti come quello delle Grotte di Tremusa e tantissimi altri siti in modo da farne una guida da distribuire ai turisti”. “In tal modo, se le istituzioni e/o le associazioni si attivassero, si potrebbe creare una importante offerta di lavoro per guide e attività locali. Alla luce di ciò è pertanto necessario – conclude - che tali luoghi si possano rendere e mantenere presentabili ai visitatori”.

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