Vibo, la scommessa di una città che tenta di riparture dal passato. Premio alla memoria di Tony Murmura e di Franco Inzillo

Venerdì 23, alle ore 16,30 all’hotel 501, presenti le massime autorità istituzionali della provincia, verrà assegnato il “I^ Premio Vibo giardino sul mare” alla memoria del senatore Antonino Murmura e alla memoria dell’avv. Franco Inzillo, due tra le figure più prestigiose della città che nel corso del quarantennio 1950-1980 hanno scritto, a quattro mani, il libro d’oro della città.

A dare il via alla serata dell’amarcord vibonese saranno gli interventi del sindaco Elio Costa e del prefetto Giuseppe Gualtieri. Poi a raccontare “Vibo giardino sul mare” saranno Giacinto Namia, Vito Rosano, Gilberto Floriani, Antonio Inzillo, Domenico D’Amico, Raniero Pacetti, Antonio Montuoro, Domenico Mobilio, Ugo Bellantoni ed Eleonora Cannatelli.

Nella prima copertina dell’evento l’epoca che ha permesso a Vibo Valentia di essere eletta come città regina e più culturalmente elevata della Calabria di quegli anni che l’hanno resa celebre. L’evento di venerdì avverrà in una adeguata cornice ed accoglienza storica.

Perché questo racconto ed il ritorno alla memoria ? Franco Sabatino, pàtron della nuova gestione della rinnovata struttura ha fatto la sua scommessa e l’ha consegnata ai figli Gabriele, amministratore unico e Domenico.

La conduzione torna a Pucci Morazzoni che è una garanzia. La struttura è tornata all’attività in veste più avanzata sia tecnologica che organizzativa. Il team Sabatino, con donna Bettina fermamente convinta dell’idea, sta favorendo ogni più adeguato servizio per favorire un più sensibile sviluppo della cultura dell’accoglienza in maniera tale che Vibo torni ai fasti di un tempo e nella certezza che le potenzialità culturali, associative ed imprenditoriali del territorio, insieme, possano e debbano concorrere alla riuscita del progetto.

Venerdì sera è previsto un atteso tuffo nel passato ed in compagnia di quanti amano Vibo e la sua ultima fase storica, con occhi e pensiero puntati sul più immediato avvenire.

Ricognizione che parte con Tony Murmura sindaco dal 1952 e Franco Inzillo suo successore alla presidenza dell’Azienda autonoma soggiorno e turismo protagonisti di una svolta, di una scelta politico amministrativa che è servita a dare lustro ad ogni tipo di iniziativa assunta in quegli anni e che ha finito col riscontrare talvolta la gelosia del resto della Calabria che guardava a Vibo Valentia – dicono le cronache del tempo – con una sorta d’invidia tanto era il fascino e l’eccellenza che caratterizzava soprattutto il cartello dei progetti e dei programmi condotti a termine con intelligenza e fantasia .

Il tenore di vita alto e spesso anche di sicuro effetto mondano che elevavano la dignità della città, cara a Luigi Razza, ha fatto si che Vibo Valentia risultasse polo di sicura attrazione per una regione che andava esprimendo il meglio del suo sistema di attività in direzione del suo sviluppo, in particolare, della cultura dell’accoglienza.

Per cui manifestazioni del calibro come l’invidiabile fermento culturale registrato al Cine Club, di Palazzo Stagno d’Alcontres e mondani alla Casina dei Fiori e allo Sporting Club, erano conseguenza degli effetti altisonanti del felice rapporto di Franco Inzillo con Pier Paolo Pasolini e di registi e scrittori della levatura di Salvatore Rea e Vincenzo Maria Siniscalchi, due alfieri della scuola napoletana ed il contemporaneo ed impressionante eco nazionale del Festival della Canzone vibonese lanciavano il territorio nell’orbita del più pieno successo, suscitando entusiasmo e speranza in una popolazione che apprezzava l’opera di dei suoi figli più intelligenti e votati alla promozione della cultura e dell’arte.

Chi non ricorda Nino Grasso e Matteo Puzzello, Gino Monari, Agostino Giordano direttore dell’Aast, Domenico Giordano, Fortunato Cannatelli, Francesco Maio, Attilio Borello?

Ma era anche il tempo delle Giornate Mediche Internazionali di Lino Businco e della dieta mediterranea, della Valentia Aurea, del Cantasud con Murmura ed Inzillo coadiuvati da personaggi di forte estro politico, culturale e artistico, il regista vibonese Andrea Frezza, Giacinto Froggio Francica, i giornalisti Pino Orefice e Arturo Daco. Gennaro Donato, Franco Pugliese, Colombo Achille, Ferruccio Schiavello, Totò Inzillo, Marcello ed Enrico Colloca, Libero Buccarelli, Cesare Bellantoni, Paolo Petrolo e tanti altri e tra questi il sen. Michele Basile.

Un quarantennio arricchito dalle esperienze archeologiche di Vincenzo Nusdeo, ispettore onorario alle Belle Arti, con la creazione del Museo “Vito Capialbi” prima a Palazzo Gagliardi, sede centrale prestigiosa dell’Agosto Vibonese con le Mostre d’arte e dell’artigianato.

Venerdì sera sarà un amarcord, un ricordo della Vibo bella e splendente in ogni sua venatura, nella sua multi immagine di città giardino sul mare.

Gerardo Sacco tornerà indietro anche lui con il tempo e riproporrà i suoi primi gioielli gelosamente custoditi in uno scrigno che conserva i tesori della Calabria, dalla Magna Graecia ad oggi.
Otello Profazio proverà a ricantare i costumi e le tradizioni della Calabria di quel tempo così come assisteremo alla rievocazione dei fantastici e gloriosi tour del Gruppo Folk città di Vibo, quasi sempre dominatore della scena internazionale alle Europeade del Folk.

L’evento che supera ogni tentativo di essere un momento di piagnisteo e di impietosa voglia di parlare della Vibo di oggi lancia un appello ai giovani: riappropriatevi di Vibo. E’ vostra, voi dovrete essere i protagonisti del futuro…perché la storia che verrà rappresentata insegna e permette consigli da cogliere a volo e farli propri.

Poi la premiazione, cui non mancherà una buona dose di emotività, ed un gustoso fine serata con un incontro con le ebbrezze creative della raffinata cantina dell’Azienda Juzzolini.


Vibo dà l'addio a Franco Inzillo

Il mondo della cultura, dell’avvocatura e del giornalismo hanno perso una delle figure più prestigiose della Calabria di ieri, l’avvocato e giornalista Franco Inzillo.

I funerali, per sua volontà, sono stati celebrati, questa mattina, da mons. Giuseppe Fiorillo, in forma privata, nella chiesa dei Cappuccini, presenti parenti e pochi amici intimi. La sua figura è stata illustrata dall’avv. Benito Panariti e dal dott. Carlo Dell’Agli.

Colpito da male incurabile si è spento all’età di 92 anni, nella sua abitazione di Viale delle Accademie Vibonesi, assistito dalla moglie Angelita Rotino e dalle figlie Caterina e Paola con i mariti Francesco Candela e Paolo Panariti. E’ stato autore di una delle più illuminate ed affermate pagine di storia della Calabria.

Vibo Valentia, in particolare, ha perso una delle personalità più eccellenti e apprezzate, il punto di riferimento più avanzato del modello Calabria che iniziava a guardare all’Unione Europea.
Con la sua intelligenza e fantasia, il suo formidabile tatto diplomatico e la sua straordinaria vocazione per la cultura dello sviluppo dell’aggregazione e dell’accoglienza, ha dato un forte impulso alla ambiziosa Calabria degli anni ’60, ‘70 e ’80, proponendo il territorio vibonese a diventare competitivo sin dalla stagione che ha propiziato le condizioni ideali per la realizzazione del più agognato sogno di questo territorio: “Vibo giardino sul mare”, una realtà diventata presto momento d’orgoglio.

Nella sua ricca personalità anche l’umiltà, la disponibilità immediata verso chi soffriva, il rapporto con i giovani, ma in particolare i suoi studi ed il suo modo di rapportarsi con il mondo della cultura lo hanno portato ad incontrare Pier Paolo Pasolini per condividere alcune iniziative che hanno reso importante la collaborazione sia pure a distanza con la città. Nel 1950 gli è stato assegnato, assieme ad Andrea Camilleri, a Genova il primo premio alle Olimpiadi della cultura.

Supporto indispensabile per dar vita a quella che è stata la stagione dei successi della Vibo di ieri è stato Palazzo Stagno d’Alcontres, sede del Cine Club che Franco Inzillo ha creato con tantissimi vibonesi valorosi come il fratello Totò Inzillo, Mario e Pino Orefice, Franco Pugliese, Enzo Crupi, Enzo Trungadi, Andrea Frezza, Raniero Pacetti, Gennaro Donato, Colombo Achille, Arturo Daco e tanti altri e che ha annoverato anche come socio d’onore uno dei più grandi interpreti del mondo della celluloide negli anni ’60, il regista e scrittore napoletano Vincenzo Maria Siniscalchi. Ma Vibo era forte anche per la spinta di Franco Inzillo nelle iniziative allo Sporting Club e alla Casina dei Fiori.

Era il personaggio del momento e per il suo impegno e le riconosciute capacità veniva proposto spesso a responsabilità istituzionali pubbliche e private tanto era riconosciuto il suo talento e la sua capacità manageriale. Si deve al suo estro l’invenzione e l’autonomia dell’Istituto Professionale Alberghiero di Stato a Palazzo Gagliardi, un tempo sede coordinata di Soverato.

Poi la chiamata alla guida dell’Azienda Autonoma Soggiorno e Turismo, con Agostino Giordano direttore organizzativo dell’Ente, ereditando la positiva gestione di un altro vibonese eccellente, Tony Murmura, con il quale esisteva una forte sintonia di idee, Campanile Sera il successivo varo dell’Agosto Vibonese che era il cartello estivo più accreditato in Calabria perchè ricco di eventi invidiabili e di grande caratura come la Rassegna regionale dell’Artigianato, le Giornate Mediche Internazionali, “Vibo chiama vacanze”, ideato dal Gruppo Mancini- Piombi, sono stati gli appuntamenti mondani che hanno reso celebre la città.

Amministratore a Palazzo “Luigi Razza”, socialista della prima ora, è stato tra i più immediati e capaci consiglieri del Segretario nazionale e più volte Ministro del Psi, il cosentino Giacomo Mancini. Con Arturo Daco e Pino Orefice ha elevato la dignità del giornalismo vibonese.

E’ stato l’uomo faro del miglior periodo politico amministrativo della Vibo di ieri rendendo magico il ruolo e la funzione della città nel panorama della politica attiva e del servizio.

 

 

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