Attenzione
  • JUser: :_load: non è stato possibile caricare l'utente con ID: 983

Guerra dei Gal, Pileggi accusa: “Inciucio Censore-Mangialavori, su questo marciume non possiamo tacere”

Ha deciso di fare parlare i fatti, le carte, le regole. Quello che nello “sviluppo” locale sono diventate da interpretare. Ma ci sono date, riunioni, scadenze. E anche storie. Tra tutte quelle degli oltre 5 milioni di fondi Comunitari destinati alla programmazione 2014-20 - misura 19 del Psr Calabria - da gestire per lo sviluppo del territorio e che sono stati “affidati” al nuovo partenariato “Terre Vibonesi”.

Paolo Pileggi, con calma, ha fatto il punto in riferimento a quella che ha definito “una battaglia per la trasparenza e la legalità”. Lo ha fatto nell’annunciare la richiesta di accesso agli atti già presentata e il ricorso al Tar, senza escludere la possibilità di bussare alla “porta” della Procura.

Perché il presidente del Cogal Monte Poro-Serre Vibonesi di stare in silenzio contro “la congiura di palazzo” non ne ha voglia. Ed era un fiume in piena, questa mattina, nella sala Carbone della Camera di Commercio.

Accuse e denunce circostanziate. Così come gli atti e le delibere che avvolgono il “caso”. Quello che ruota intorno al Piano di azione locale “e Vibo è stato l’unico territorio che ha presentato due Piani”. Due, ma il vincitore è stato uno. Uno, il nuovo Gal. “E la Regione – ha affermato - l’ha fatta “grossa”. Un riferimento neanche troppo velato a quella definita come “congiura di palazzo, orchestrata sul territorio alla quale hanno partecipato rappresentanti istituzionali”. Un “inciucio” “trasversale tra Pd e Forza Italia”. I suoi esponenti locali, quindi, quelli chiamati in causa. Quanti oggi siedono in Parlamento e quanti alla Regione. Tra gli uni e gli altri, la “mano” dell’esecutivo Oliviero e, in primis, come già aveva denunciato nei giorni scorsi, il consigliere regionale delegato all’Agricoltura Mauro D’Acri.

LA RIUNIONE A SANT’ONOFRIO. Quindi, è dalla costituzione del nuovo Gal – quello che ruota intorno all’onorevole Bruno Censore, un nome “sussurrato” e mai fatto ad alta voce, quanto quello di Giuseppe Mangialavori – e dalla lettera di convocazione del 28 luglio alla riunione organizzata a Sant’Onofrio che è partito Paolo Pileggi. 

Il 28 luglio, una data significativa, perché “arrivava tre giorni dopo che il nostro partenariato aveva approvato la bozza del Piano di azione locale e lo aveva trasmesso”. Una lettera considerata “lungimirante, con timbri e firme”. A fare la convocazione, il sindaco di Sant’Onofrio che annunciava la presentazione del Gal “e indipendentemente da quanto affermato da D’Acri – ha spiegato Pileggi – quest’ultimo ha partecipato a quella riunione dopo che il partenariato si era costituito secondo le regole, e non si è mai visto un arbitro che incontra una delle squadre in gara”.

Particolari, quindi, che attraversano tempo e spazi, perché “cosa è accaduto tra 28 luglio e 2 settembre” è la domanda che si è posto - retoricamente - il presidente del Cogal, prima di “incrociare” un altro particolare e, ossia, quello relativo alla determinazione del Comune di Gerocarne “che impegnava  euro, assegnando incarichi a 4 persone con un avviso pubblico del 18 agosto”. Incarico assegnato “a 4 consulenti di Cosenza con determinazione del 6 settembre”. Le stesse quattro persone “che erano anche presenti alla riunione di Sant’Onofrio”.

Tanti casi, coincidenze, vicende che “si intrecciano ma che – ha incalzato – sono fatti incontestabili. E i fatti ci dicono che non c’è stata linearità”.

LA GUERRA DELLE DELIBERE. Ergo, dopo cosa è successo? “Io – ha proseguito Pileggi – la chiamo la guerra delle delibere, con il richiamo agli ordini di scuderia da parte di Pd e Forza Italia degli uomini del partito per determinare gli atti e la costituzione dell’altro partenariato”. In tal senso, per il presidente del Cogal sono stati “eloquenti i Consigli comunali”. Perché a questo punto, con il tempo che scorreva, occorreva procedere alla revoca al vecchio partenariato per passare al nuovo, considerato che era al vecchio Cogal che avevano aderito negli anni molti dei Comuni, quelli con cui il percorso per il Piano di azione locale era stato discusso. Prima del nuovo Gal, comunque.

Così, da Gerocarne a Rombiolo, “dove è avvenuto che la minoranza ha contestato e messo in evidenza che si trattava di una diatriba interna al partito e riguardante solo la gestione dei fondi”; e anche a Spilinga “qui – ha chiosato – è successo di tutto e di più, con il Comune che aveva partecipato alle riunioni del Cogal che approvava la bozza per convocare subito dopo il Consiglio per aderire al nuovo Gal senza dare neanche la possibilità di spiegare cosa stava succedendo”.

Anche perché una domanda Pileggi in questa direzione se l’è posta: “quale strategia, quale proposta hanno valutato, come l’hanno confrontata con la nostra?”

Altro Comune, altra revoca e determina, poi, con Nardodipace, “ente sciolto per mafia, dove gestisce l’amministrazione la commissione straordinaria che ha deliberato l’adesione al nuovo Gal il 21 settembre, senza motivazioni particolari, se non che altri Comuni l’avessero pure fatto e senza valutare la nostra proposta già approvata e trasmessa anche alla stessa Commissione”.

Quindi, anche un’altra domanda: “Perché la Commissione interviene il 21 settembre?”. Anche in questo caso, una domanda retorica. “Ve lo dico io perché - ha sentenziato Pileggi – perché senza quella delibera il loro partenariato non lo avrebbe avuto”.

Questo “il marciume” sul quale, ha aggiunto, “non potevamo tacere”.

IL RUOLO DELLA REGIONE. Un percorso ad ostacoli, consumatosi in neanche un’estate. Con una proroga concessa di una settimana “guarda caso a chi aveva bisogno di tempo” e che, vede quale attore protagonista “anche la Regione”. Anche qui, quelle “date che tornano”: il 25 luglio il Cogal approva la bozza del Piano di azione locale, e dal 28 luglio parte “il meccanismo per il nuovo Gal. E 18 comuni erano nel nostro partenariato, come se uno sottoscrivesse un impegno e poi potesse dimenticarsene. Le procedure – ha ribadito – dicono che quando si forma un partenariato diverso, chi esce deve darne comunicazione al capofila”. Una regola anche per non procurare danno al soggetto che, come in questo caso, stava partecipando ad una gara. “Loro dovevano comunicarlo e così non è avvenuto. Se non quando in corsa – ha spiegato Pileggi – hanno tentato di correre ai ripari, e in questo la proroga ha aiutato solo questo Gal”. Una proroga chiesta “a quanto abbiamo saputo da AssoGal Calabria e io che ne faccio parte non sapevo nulla” e con la quale “si è consentito al nuovo Gal di sistemare le cose”.

Ma la Regione, per Pileggi, doveva preoccuparsi “di verificare i requisiti di partenza”. Non l’unica “crepa”, comunque, questa per lo stesso che, poi, ha anche spiegato di aver fatto richiesta alla Regione “il 23 settembre alle ore 17 di poter essere presente all’apertura dei plichi che riguardavano la Misura 19. E la Regione mi ha risposto che le sedute pubbliche afferiscono alla disciplina dei contratti di lavoro e non all’erogazione dei contributi come nel caso specifico”.

E sempre dito puntato contro la Regione “che non ha pubblicato neanche la graduatoria provvisoria. Perché non per questa misura mentre per le altre sì? Per me l’hanno fatto perché altrimenti sarebbe venuto fuori l’imbroglio. Noi non vogliamo l’esclusiva, ma vogliamo chiarezza e trasparenza e D’Acri stia tranquillo perché io non sparo pietre a caso”.

Vuole chiarezza, quindi, Pileggi e la pretende, “in gioco c’è il modo di utilizzare i fondi europei e stiamo valutando come fare arrivare questi elementi alla Commissione Europea dando innanzitutto un’informativa al mediatore europeo. Non dico di avere ragione ma voglio capire se i fondi devono essere usati con trasparenza. È il regolamento europeo a parlare di informazione e trasparenza. È stato così?”.

LE LINEE GUIDA. Quindi, sulle procedure è Lello Greco, esponente del Cogal, che si è soffermato “su quelle regole, linee guida, prescrizioni” che sono chiari. E che proprio lo Sviluppo locale di tipo partecipativo presuppone. Così, come i tempi, “un tempo minimo indicato tra 6 mesi e un anno come dicono le linee guida”, per predisporre il lavoro. Così come fatto dal Cogal “lo sviluppo locale lo fa il territorio con il pubblico e il privato e noi abbiamo fatto così, già il 15 novembre 2013 insieme ad un primo nucleo abbiamo siglato e definito l’accordo di partenariato”. Circa 40 incontri che si sono susseguiti “e gli ambiti di intervento lo abbiamo fatti nel marzo 2014, si tratta di 3 anni di lavoro”.

Chissà, si è domandato, forse troppo tempo. Ma, dall’altro lato, la certezza che sia stato, anche troppo poco. “Con l’incarico che hanno dato ai tecnici il 6 settembre 2016”. Così quei tempi che tornano “e i dirigenti del Dipartimento Agricoltura non potevano non sapere. E qui si tratta di trovare un soggetto idoneo a cui affidare 5 milioni di euro”. Tempi che non coincidono, molto stretti per cui dal Cogal si sono chiesti anche su quali basi “siano state fatte le scelte dei Comuni che hanno aderito”.

Quindi, è ad una riunione del 15 febbraio 2016 del Comitato di sorveglianza della Regione che ha fatto riferimento. Allora si dovevano stabilire i requisiti “e sulla Misura 19 dalla lettura del verbale emerge che  della valutazione delle capacità ed esperienze si è passati da un punteggio da assegnare pari a 6 ad 1. E alla richiesta di spiegazioni di AssoGal, non è seguita una motivazione”.

LE CONCLUSIONI. Chiarezza, quindi, su quelle che sono state considerate falle e irregolarità, quanto chiesto. Fatti e coincidenze per cui chiedono trasparenza. Lì dove lo “zampino” della politica per il Cogal sembra averci messo del suo, così come “pressioni” sono state denunciate, “ci sono state telefonate – ha spiegato Pileggi – per richiamare all’ordine e l’argomentazione era ‘o venite con noi o il tuo Comune non avrà finanziamenti’”. Tra i Comuni molti a “firma” Pd e tanti altri FI “ci sono Zambrone, Zungri, Simbario, Monterosso. È chiaro un accordo tra le parti” così come verità si è chiesta “su un possibile conflitto di interessi tra i tecnici che sono stati chiamati come consulenti e la Regione”.

Una “grande amarezza - come ha concluso Pasquale Fera – perché qui diamo gestione a chi non ha esperienza e puntini puntini capacità che non si sono mai confrontati con le problematiche del territorio”.

Questa la denuncia fatta stamane. In una sala piena di sindaci, esponenti politici. Molti del Pd, come il sindaco di Filadelfia, di San Nicola da Crissa Giuseppe Condello ma anche l’ex consigliere regionale Pietro Giamborino. Un Pd diviso anche in questo caso. Per una vicenda che, comunque, sembra essere solo alle battute iniziali. Mentre lo sviluppo del territorio attende. In standby. 

Spadola, Piromalli: “Decisivo mio voto per entrare nel nuovo Gal, confermo candidatura a sindaco”

“Circa un mese fa, precisamente il 5 settembre, ho preferito favorire, con il mio voto in seno al Consiglio comunale, l'adesione al nuovo Gal ‘Terre vibonesi’, consapevole del fatto che senza la mia presenza il sindaco non avrebbe avuto per l'ennesima volta il numero legale per l'apertura del civico consesso. Sono fiero  di affermare che grazie al mio voto favorevole e alla mia lungimiranza oggi Spadola fa a pieno diritto parte di questo nuovo soggetto”. Lo afferma il consigliere del gruppo “Indipendente” Cosimo Damiano Piromalli che esprime soddisfazione per la scelta operata. “È così arrivata – aggiunge Piromalli - la risposta a quei tanti personaggi che hanno cercato di screditarmi  sostenendo che non avrei dovuto essere presente a quel Consiglio: ora il nuovo Gal ‘Terre vibonesi’ si è aggiudicato il finanziamento del Psr  2014-2020. Pertanto, continuerò  nel mio progetto politico con l'obiettivo di mettere sempre al primo posto il bene della comunità e con il sostegno del mio gruppo, che è costituito da giovani motivati e desiderosi di spendersi per il proprio paese, mi candiderò alla guida della nostra amata comunità”.

  • Published in Politica

Guerra dei Gal, Pileggi accusa i censoriani: “Ordita una congiura, investiremo la magistratura”

“La congiura di palazzo organizzata sul territorio vibonese da una corrente politica del Partito Democratico in modo trasversale con una corrente di Forza Italia è riuscita nel suo obiettivo per l’apporto che la congiura ha avuto dall’amministrazione regionale guidata dall’onorevole Mario Oliverio attraverso il suo delegato all’Agricoltura onorevole Mauro D’Acri”. Lo afferma il presidente del Cogal “Monte Poro-Serre Vibonesi” Paolo Pileggi che aggiunge: “che si trattasse di un disegno preordinato destinato al successo, si è capito sin dalla riunione convocata appositamente dal sindaco di Sant’Onofrio per dar vita ad un ‘nuovo Gal’ del 28 luglio scorso alla presenza appunto, dell’onorevole Mauro D’Acri coadiuvato dall’onorevole Michele Mirabello  e con la benedizione dell’onorevole Brunello Censore. Del dopo, la cronaca ha dato ampia notizia sullo sviluppo della vicenda e il Cogal ‘Monte Poro-Serre Vibonesi’, non ha mancato di denunciare l’assenza di una proposta (a proposito qualcuno la conosce?) e la campagna di millantato credito circa l’accordo con l’amministrazione regionale (adesso possiamo dire non millantato credito ma legittimo sospetto). Se l’amministrazione regionale ha esercitato eventuali illegittime pressioni per favorire il ‘il partenariato Terre Vibonesi’ – ammonisce Pileggi - lo riscontreremo a seguito di quanto accerteremo con l’accesso agli atti che questa mattina abbiamo inoltrato alla Regione Calabria tramite l’avvocato Giuseppe Pitaro. Di certo, il Cogal ‘Monte Poro-Serre Vibonesi’, non mollerà di un millimetro per affermare trasparenza, concorrenza e corretto utilizzo dei fondi Comunitari destinati alla programmazione 2014-2020. In questo senso riteniamo che il ricorso al Tar sia immediatamente possibile, in quanto emerge chiaro, che il partenariato ‘Terre Vibonesi’ si è costituito senza osservare presupposti essenziali, quali che, ogni comune può partecipare ad un solo partenariato o Gal e che eventuali recessi (effettivamente avvenuti) da un partenariato, debbano essere comunicati al partenariato di prima appartenenza, in ossequio alle norme che vietano ad un partenariato di trasformarsi in ‘partecipata pubblico privato’  in quanto avrebbe lo stesso scopo sociale. Per non parlare della componente privata. La stragrande maggioranza delle categorie economiche presenti sul territorio del Vibonese – rileva ancora Pileggi - sono nel partenariato o soci del Cogal che riveste il ruolo di capofila. L’amministrazione regionale ha valutato tutto ciò? Da quello che emerge dalla sola lettura del decreto di selezione dei Gal in attuazione della misura 19 del Psr Calabria sembrerebbe proprio di no. La Regione, per come si evince, si è occupata invece di nominare ‘un supporto alla commissione di valutazione’, per quale motivo? L’amministrazione regionale è stata poca attenta, a mio avviso, anche per non aver valutato l’incompetenza, l’assenza di trasparenza e l’assenza di capacità a gestire correttamente i fondi comunitari. Basta guardare la determina n. 86 del settembre 2016 dell’Ufficio Tecnico del Comune di Gerocarne, capofila del partenariato ‘Terre Vibonesi’, per rendersi conto delle mie affermazioni. La Regione Calabria si è assunta una grave responsabilità riguardo la destinazione e l’uso dei fondi comunitari che non possono essere ritenuti proprietà di una corrente politica. Per questa ragione – è la conclusione - la nostra azione politica è finalizzata a investire le magistrature competenti anche europee qualora dalla documentazione che abbiamo chiesto di acquisire con l’accesso agli atti dovesse confermare le considerazioni esposte”.

Calabria: 66 milioni di euro ai Gal per finanziare lo sviluppo rurale

Beneficeranno di ben 66 milioni di euro i tredici Gruppi di azione locale (Gal) selezionati dalla Regione Calabria per sostenere iniziative finalizzate allo sviluppo integrato delle zone rurali. I tredici Gal, che copriranno l'intero territorio regionale, sono: Riviera dei Cedri, Due Mari, Locride, Sila, Alto Jonio Cs Federico II, Area Grecanica, Basso Tirreno Reggino, Kroton, Pollino Sviluppo, Savuto, Serre Calabresi, Valle del Crati e Terre Vibonese. "Stiamo parlando di un'azione di strategia di sviluppo dal basso - ha evidenziato il presidente Oliverio – con la quale, per il prossimo settennio, il Dipartimento agricoltura dà il via alla fase operativa per quanto riguarda lo sviluppo dei territori rurali, che costituiscono la stragrande maggioranza della nostra regione. Il Piano di sviluppo rurale (Psr), da oggi, avrà una marcia in più, perché oltre alle attività del Dipartimento, saranno operativi i Gal, importantissimi organismi di governance a livello intermedio che, con i loro interventi, affiancheranno ed integreranno le azioni del Psr. Con la costituzione di questi nuovi tredici partenariati – ha aggiunto Oliverio -, intendiamo favorire l'interazione tra i Comuni calabresi e le realtà imprenditoriali, promuovere lo sviluppo economico, l'incremento occupazionale e l'inclusione sociale, garantendo alle popolazioni delle aree rurali i servizi essenziali per migliorare la qualità della vita e una maggiore vicinanza da parte delle istituzioni. I Gruppi di azione locale avranno anche il compito di promuovere lo sviluppo delle filiere produttive, il turismo sostenibile, la valorizzazione dei beni culturali e la tutela dell'ambiente e della biodiversità regionale. Rispetto alla precedente – ha detto infine il presidente della Regione -, in questa programmazione i Gal partono solo ad un anno dall'approvazione del Psr Calabria, avvenuta il 20 novembre 2015". I tredici Gal sono stati selezionati in seguito alla fase istruttoria espletata da un'apposita commissione composta da funzionari del Dipartimento e da esperti del "Nucleo regionale valutazione e verifica degli investimenti pubblici". I decreti di approvazione delle proposte progettuali presentate con la Misura 19 del Psr Calabria 2014/2020 "Sostegno allo sviluppo locale Leader", sono stati pubblicati sul sito internet www.calabriapsr.it. Attraverso la selezione dei Gal, ed in coerenza con l'Accordo di partenariato, la Regione Calabria punta all'attuazione dello sviluppo locale leader delle aree rurali con problemi di sviluppo, alle aree rurali intermedie ed alle aree rurali ad agricoltura intensiva.

  • Published in Politica

Nasce il Gal “Terre vibonesi”, Papillo: “Mai più scarsa considerazione ed assenza di progettualità”

“Siamo pronti a raccogliere i frutti di un progetto cui hanno creduto 29 Comuni del Vibonese, 2 Enti pubblici e 37 partner privati operanti nei più svariati settori. Un’adesione massiccia che, a livello di Enti, riflette la larga maggioranza dei Comuni della Provincia, i quali, con apposite delibere dei propri organi, hanno deciso di sposare questa causa collettiva non già per ragioni di opportunità politica ma rivolgendo lo sguardo esclusivamente sulle reali possibilità di sviluppo di un intero territorio, che non ha avuto in questi anni le risposte che ci si attendeva ed in grado di sviluppare le potenzialità di cui è portatore”. Lo afferma Vitaliano Papillo, sindaco di Gerocarne che è il Comune capofila del Gal “Terre vibonesi”. “Una sola – spiega Papillo - è stata la linea che ha guidato tutti i soggetti aderenti al partenariato verso la condivisione del progetto: partire dalle esigenze del territorio ed incidere su di esso come non si è mai fatto attraverso gli strumenti che offre l’unione europea. Non un copia e incolla, quindi, ma un progetto fatto sul territorio per il territorio, attraverso cui tutti i partner aderenti hanno creduto sia possibile giungere al riscatto, fornendo a ciascuno le stesse opportunità, convinti del fatto che sia finito il tempo di stare a guardare di fronte ad una programmazione che ha prodotto risultati concreti solo per alcuni. La nostra marcia in più, rispetto ad un passato fatto di scarsa considerazione ed assenza di progettualità concreta a livello comunitario – aggiunge il primo cittadino del centro delle Preserre – è stata l’ascolto delle intime sollecitazioni che provengono dal campo in cui la programmazione sarà destinata ad operare. Attraverso periodici incontri nelle varie realtà locali, infatti, ci siamo confrontati con interlocutori pubblici e privati, recependone le problematiche, le istanze e le aspettative, che hanno rappresentato gli ingredienti per la ricetta di questo ‘Pal’. Un piano che ha visto come protagonisti tutti i sindaci e che rappresenta la proiezione in avanti di una comunità rurale vogliosa di emergere, puntando su politiche di coesione sociale e sulla valorizzazione del patrimonio che si possiede. Tanto in termini di imprese private, al cui finanziamento sarà destinato il 50% della programmazione. Quanto in termini di patrimonio da riqualificare, rappresentato da beni artistici, risorse ambientali e naturali, qualità paesaggistiche, istituzioni formative, bellezze architettoniche, dotazioni strutturali ed enogastronomia tipica, finanziati con il rimanente 50%. In aggiunta a ciò abbiamo recepito anche la richiesta che da più parti ha riecheggiato durante gli incontri: aprire al più presto dei tavoli di discussione per confrontarci su tematiche che vanno oltre il Gal e, allo stesso tempo, ne fanno parte, ossia viabilità, depurazione e rifiuti. Il nostro – conclude Papillo - è un progetto vincente perché ciò a cui abbiamo pensato realizzandolo non sono stati i pettegolezzi e le strumentalizzazioni ma la vittoria del nostro territorio”.

Subscribe to this RSS feed