Lamezia Terme: Casa Pound chiede d'intitolare una strada a Gennaro Ventura

Intitolare una strada di Lamezia a Gennaro Ventura, vittima della mafia, in occasione della chiusura delle indagini in merito al suo assassinio. È questa la proposta lanciata da Francesco Gigliotti, responsabile cittadino di CasaPound Lamezia. “Dopo anni – dichiara Gigliotti - si è finalmente arrivati alla verità di questa triste vicenda ed è stata fatta giustizia. Questo non potrà di certo alleviare le sofferenze e il dolore provati in questi anni dai suoi cari, ma potrà di certo renderli orgogliosi sapere che ha perso la propria vita nell'adempimento del proprio dovere. La nostra comunità si stringe al dolore dei familiari e vuole mantenere vivo il ricordo di Gennaro per tenere fede al valore della sua memoria come risorsa a cui attingere per continuare nella ricerca della legalità”. “In virtù di ciò – prosegue - l'intitolazione di una strada, anche se ha un puro significato simbolico, è il minimo omaggio che la nostra città può tributare alla sua memoria. Tra l'altro la tematica della lotta alla mafia è molto sentita nel nostro territorio dove, purtroppo, si registrano costantemente atti criminosi. Per questi motivi, - conclude Gigliotti – mediante il consigliere comunale Mimmo Gianturco, ci siamo attivati per interessare la commissione onomastica ad intitolare una via a Gennaro Ventura. Nessuno muore sulla terra finché vive nel cuore di chi resta”

Ex carabiniere ucciso per vendetta: in manette presunto boss della 'ndrangheta

Sarebbe stato individuato il mandante dell'assassinio di un fotografo che in passato aveva indossato la divisa da carabiniere. Ne sono convinti gli investigatori della Squadra Mobile di Catanzaro e del Commissariato di Polizia di Lamezia Terme che all'alba di oggi hanno fatto scattare le manette ai polsi di Domenico Antonio Cannizzaro, 50 anni,  considerato uno dei personaggi apicali del clan Cannizzaro-Daponte. Il delitto fu commesso nel dicembre di 20 anni fa. Le indagini, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, avrebbero permesso di appurare che Gennaro Ventura, ex militare dell'Arma, all'epoca dell'omicidio fotografo a Lamezia Terme, si presentò ad un incontro fissato per motivi legati alla sua professione L'abboccamento, tuttavia, era stato organizzato per compiere il disegno criminoso. Esecutore materiale un sicario che successivamente iniziò a collaborare con la giustizia. Il corpo senza vita della vittima fu nascosto all'interno di una vasca ricavata sotto terra nell'area occupata da un vecchio casolare di campagna. Il movente dell'omicidio, secondo gli inquirenti, è da rintracciare nella volontà, da parte di Cannizzaro, di vendicare l'arresto, effettuato da Ventura quando era un militare dell'Arma, e la conseguente condanna di un congiunto che a Tivoli aveva rapinato una consistente quantità di droga. 

 

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