Calabria, 'ndrangheta: sciolti tre Consigli comunali

"Il Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dell’interno Marco Minniti, ha deliberato lo scioglimento dei Consigli comunali di San Felice a Cancello (Caserta), Laureana di Borrello (Reggio Calabria), Bova Marina (Reggio Calabria) e Gioia Tauro (Reggio Calabria), per accertati condizionamenti dell’attività amministrativa da parte della criminalità organizzata.

La gestione degli enti, già sciolti per motivi amministrativi, viene pertanto affidata ad apposite Commissioni, a norma dell’articolo 143 del Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali"

È quanto si legge in un comunicato stampa della  presidenza del Consiglio dei ministri

 

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Resistenza a pubblico ufficiale e furto, in manette due cittadini stranieri

Personale della Polizia di Stato, in servizio presso il Commissariato di Gioia Tauro, ha arrestato Achraf Zalarhe, di nazionalità marocchina e domiciliato a Gioia Tauro, ritenuto responsabile del reato di resistenza a pubblico ufficiale.

L’uomo, alla guida del proprio ciclomotore, nonostante l' "Alt", intimatogli dai poliziotti impegnati in servizio di controllo del territorio, non si è fermato, fuggendo per le strade cittadine. Durante la fuga, ha urtato una bicicletta condotta da una bambina che è caduta rovinosamente in terra, per poi andare ad impattare contro una volante. A seguito dell'urto, Zalarhe ha tentato la fuga a piedi e, dopo una colluttazione, è stato immobilizzato dagli agenti. L’arrestato, ultimate le incombenze di rito, è stato accompagnato presso la propria abitazione in regime di arresti domiciliari e, dopo la convalida dell'arresto, nei suoi confronti è stata disposta la misura cautelare dell'obbligo di firma.

Alcune ore più tardi, personale dello stesso Commissariato ha arrestato Idrisse Jawara, nato in Gambia e domiciliato presso la tendopoli di San Ferdinando.

L’uomo, pluripregiudicato per detenzione di sostanza stupefacente ai fini di spaccio e privo di permesso di soggiorno, è stato sorpreso dai poliziotti mentre era intento a sottrarre un cospicuo quantitativo di rame presso i capannoni di una ditta  di San Ferdinando.

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Cocaina nascosta nel pollo, sul mercato avrebbe fruttato 5 milioni di euro

Gli uomini del Comando provinciale della guardia di finanza di Reggio Calabria, unitamente a funzionari dell’Agenzia delle dogane – Ufficio antifrode di Gioia Tauro, con il coordinamento della Procura della Repubblica - Direzione distrettuale antimafia - hanno individuato e sequestrato un ingente carico di cocaina purissima nel porto di Gioia Tauro.

Lo stupefacente è stato rinvenuto all’interno di un container, che trasportava pollo congelato, proveniente dal Brasile e destinato al porto di Umm Qasr (Iraq).

Le attività sono state eseguite attraverso una serie di incroci documentali e successivi controlli di container sospetti, anche a mezzo di sofisticate apparecchiature scanner in dotazione all’Agenzia delle dogane ed unità cinofile della guardia di finanza. La cocaina sequestrata, suddivisa in 23 panetti, per un totale di 25,660 chilogrammi, avrebbe fruttato, con la vendita al dettaglio, circa cinque milioni di euro.

L’attività delle fiamme gialle in sinergia con l’Agenzia delle dogane, si inserisce nell’ambito della più generale intensificazione delle attività di controllo volte al contrasto del traffico di sostanze stupefacenti nel porto di Gioia Tauro che ha portato, nell’anno in corso, al sequestro di oltre 470 chilogrammi di cocaina purissima.

Rubano materiale ferroso, arrestati dai carabinieri

Nei giorni scorsi i carabinieri della Compagnia di Gioia Tauro, diretta dal Tenete Gabriele Lombardo, hanno arrestato il 19enne A. I. ed il 48enne M.C..

I due sono accusati di furto aggravato in concorso.

In particolare, nel corso di un normale servizio di controllo del territorio svolto nella 2^ zona industriale di San Ferdinando, i militari dell’aliquota radiomobile hanno intercettato gli arrestati mentre procedevano a bordo di un trattore con un rimorchio carico di materiale ferroso di vario genere e motori elettrici. Ritenendo che il carico potesse essere di provenienza illecita, gli uomini dell'Arma hanno fermato il mezzo.

Nel corso del controllo è emerso, infatti, che il materiale trasportato era stato sottratto dalla sede di una ditta fallita e sottoposta a curatela fallimentare.

Uno dei due arrestati dopo essersi dato alla fuga è stato rintracciato poco dopo nei pressi della sua abitazione.

In virtù del quadro indiziario emerso nell’immediatezza, M.C. ed A.I. sono stati sottoposti agli arrestati domiciliari.

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Sequestrato centro scommesse clandestino

Nel quadro dei servizi di contrasto al gioco illegale, gli uomini del Gruppo della guardia di finanza di Gioia Tauro hanno eseguito un controllo presso una sala giochi di Rizziconi (RC), formalmente dichiarata come posto telefonico pubblico ed internet point dove, secondo le verifiche effettuate dalle fiamme gialle, veniva svolta la raccolta di scommesse sportive via telematica nonché l’attività di sala giochi.

Tali attività, così come è stato accertato dai finanzieri, venivano esercitate senza alcuna licenza di pubblica sicurezza. Per tale motivo i militari hanno sequestrato i locali e l’attrezzatura che si trovava al loro interno (personal computer, monitor, stampanti, modem, televisori, ed altro).

Il titolare dovrà ora rispondere all’Autorità giudiziaria di Palmi del reato di esercizio abusivo di attività di gioco e di scommesse. Nei suoi confronti potranno essere applicate anche pesanti sanzioni pecuniarie.

Si tratta dell’ennesima operazione svolta della guardia di finanza nel contrasto all’esercizio abusivo del gioco e delle scommesse. Tali servizi sono finalizzati non solo a reprimere forme di evasione fiscale, ma anche a tutelare le fasce più deboli dei cittadini, quali i minori e quei soggetti affetti da forme morbose di attaccamento al gioco d’azzardo denominate “ludopatia”.

Armi interrate in un ovile, 21enne finisce in manette

I carabinieri della Compagnia di Gioia Tauro, dello Squadrone eliportato Cacciatori “Calabria” e del Nucleo cinofili di Vibo Valentia, hanno tratto in arresto, in flagranza di reato, T.R., bracciante agricolo di 21 anni.

Il giovane è accusato di detenzione illegale di armi da guerra e comuni da sparo clandestine, nonché di ricettazione.

L’arresto è stato eseguito nell’ambito di un’operazione nel corso della quale sono state eseguite diverse perquisizioni.

In particolare, durante un controllo effettuato in una proprietà del 21enne, i militari hanno rinvenuto all’interno di un ovile, un secchio in plastica interrato e termo-sigillato, contenente un due pistole ed una mitragliatrice in perfetto stato di conservazione, completamente lubrificate e pronte all’ uso.

All’interno del fusto, gli uomini dell’Arma hanno rinvenuto, avvolte in una pellicola in plastica:

  • una  mitragliatrice, simile a quelle in dotazione alle forze di polizia, marca Beretta modello M/12-s calibro 9 parabellum, con matricola punzonata e relativo caricatore;
  • una pistola marca CZ 75 calibro 9 luger con relativo caricatore;
  • un pistola marca Taurus, modello 24/7 calibro 9 x 21 con relativo caricatore.

In virtù di quanto rinvenuto, quindi, sono scattate le manette per il giovane rosarnese, il quale, colto nella flagranza della detenzione, non ha opposto alcuna forma di resistenza.

Il materiale rinvenuto è stato sottoposto a sequestro e sarà inviato al Ris di Messina per le analisi balistiche del caso.

L’arrestato, ultimate le formalità di rito, è stato associato presso la casa circondariale di Palmi (RC) su disposizione del pm di turno presso la locale Procura della Repubblica in attesa del giudizio di convalida.

 

Operazione "Gerry", disarticolata mega organizzazione criminale dedita all'importazione di cocaina dal sudamerica

L’operazione “GERRY”, con l’odierna esecuzione delle ordinanze di custodia cautelare emesse dal G.I.P. di Reggio Calabria, trova il suo epilogo.

La complessa attività investigativa, condotta dal Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Catanzaro e coordinata dalla Procura della Repubblica - D.D.A. di Reggio Calabria, si conclude oggi con l’arresto di tutti gli appartenenti ai due agguerriti sodalizi che meno di un mese fa, il 23 marzo scorso, avevano subito l’ennesimo duro colpo inferto con il fermo di 18 militanti.

Sono state eseguite tra Calabria, Campania, Sicilia, Toscana, Piemonte e Lombardia O.C.C. volte a neutralizzare in primis una ramificata organizzazione criminale di stampo ‘ndranghetistico, dai marcati profili internazionali, capace di pianificare l’importazione di oltre tre quintali di cocaina dal Sud America. Le indagini, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia, hanno consentito di disarticolare un sodalizio estremamente complesso, composto da soggetti vicini a diversi clan di ‘ndrangheta, dalle famiglie Bellocco di Rosarno, Molè - Piromalli di Gioia Tauro, Avignone di Taurianova ai Paviglianiti, attivi sul versante jonico reggino.

Tra gli arrestati i fratelli BELLOCCO Michele e Giuseppe, coinvolti nell’importazione di centinaia di chili di cocaina dal Sudamerica, il pluripregiudicato rosarnese ARCURI Rosario classe 1953, vero e proprio collettore, specializzato nell’acquisto di cocaina per rifornire molteplici famiglie criminali, in grado di tessere fondamentali contatti utili per curare l’intero viaggio del narcotico, dal Paese produttore al porto di arrivo dove un équipe di “professionisti”, guidati da LENTINI Domenico, un calabrese da anni emigrato in Toscana, provvedeva sia al recupero del prezioso carico direttamente dal container che alla successiva consegna ai “grossisti” del settore. È così che i militari sono riusciti a sequestrare presso il porto di Livorno 300 kg di cocaina e circa 17 kg di codeina, ricostruendo, poi, un’ulteriore importazione di narcotico pari a 57 chilogrammi di cocaina e numerosi altri tentativi di importazione non andati a buon fine.

Oltre alla preziosa polvere bianca gli indagati si adoperavano per trarre lucro anche da altre sostanze. Le indagini hanno provato, infatti, come i sodali riuscivano ad ottenere lauti guadagni anche dalla compravendita di importanti partite di marijuana, hashish ed eroina. Sempre ARCURI Rosario, coadiuvato dal fratello e dal figlio, negli anni aveva stretto solidi rapporti di collaborazione con una consorteria di narcos napoletani, capeggiati da CAMPAGNA Maria Rosaria, pluripregiudicata e compagna del noto boss di Catania CAPPELLO Salvatore, attualmente detenuto in regime di carcere duro.

Calabresi e napoletani creano, così, una fitta rete di rapporti “d’affari” che, in prima battuta, vedono i partenopei al servizio dei calabresi per l’estrazione dello stupefacente dal porto di Napoli. Rapporti che, in seguito, si andranno ad arricchire con la compravendita di eroina e marijuana cedute dai fornitori calabresi ai clienti napoletani. L’operazione antidroga, condotta dalle Fiamme Gialle della Sezione G.O.A. del G.I.C.O. di Catanzaro, con il supporto del II Reparto del Comando Generale e della D.C.S.A., ha dimostrato come i trafficanti calabresi ricevevano disponibilità liquide anche da soggetti insospettabili, quali commercianti e professionisti, che non disdegnavano di fare affari mediante l’acquisto all’ingrosso della cocaina.

A tal proposito, i finanzieri, partiti dalla potente organizzazione di narcos operante tra Rosarno, Gioia Tauro, Melicucco e San Luca, hanno esteso il raggio d’azione nei confronti anche di un libero professionista, un pediatra, riuscendo a scoprire come anche questi ricopriva il ruolo di finanziatore, nonché acquirente di ingenti partite di sostanze stupefacenti, sempre provenienti dal Sudamerica.

L’inchiesta svolta dalle unità specializzate del Nucleo di Polizia Tributaria/G.I.C.O. di Catanzaro ha, così, consentito di identificare complessivamente 32 soggetti, 19 dei quali colpiti da ordinanza custodiale, ognuno con un ruolo ben preciso: dai finanziatori ai mediatori, a coloro che avevano il compito di ospitare gli emissari dei narcos colombiani, più volte giunti nel nostro Paese. Organizzazioni che curano le importazioni in ogni dettaglio, riducendo al minimo le comunicazioni e scegliendo accuratamente ove far giungere la cocaina.

L’intera operazione “Gerry” ha permesso di infliggere all’organizzazione delinquenziale rilevanti perdite economiche, sia sotto il profilo dei capitali investiti che dei mancati guadagni, e, con le operazioni odierne, di decapitare definitivamente i sodalizi. La droga complessivamente sequestrata, una volta lavorata ed immessa in commercio, avrebbe fruttato all’organizzazione oltre 100 milioni di euro una volta raggiunte le piazze di spaccio. Nel corso dell’indagine è stato sviluppato lo stretto coordinamento con la Direzione Distrettuale Antimafia presso la Procura della Repubblica di Firenze.

Flora Sculco sul porto di Gioia Tauro

“Se la politica, in questo Paese, continua a non occuparsi dei problemi dello sviluppo, in particolare del Mezzogiorno e delle sue aree più svantaggiate, e soprattutto della vertenza simbolo di uno sviluppo possibile ma finora negato qual è quella del Porto di Gioia Tauro, rischia di soccombere. E di perdere non solo funzione, ruolo e fiducia, ma persino ‘senso’ e valore”. Lo dice la consigliera regionale di Calabria in Rete Flora Sculco che aggiunge: “Auspico che l’appuntamento che i lavoratori e il sindacato si sono conquistati a Roma per il 19 aprile presso il Ministero delle Infrastrutture abbia come esito risposte e risposte certe. E fatti, da ottenersi, sia per il bacino di carenaggio, il gateway ferroviario e la Zes in tempi rigorosamente monitorati. Non solo un intervento utile a bloccare l’indicibile diktat sui 400 esuberi, ma finalmente l’assunzione di una responsabilità da parte del Governo che finora è mancata”.

Conclude Flora Sculco: “A nessuno serve un incontro interlocutorio o tanto per ascoltare sviolinate sulla rilevanza di un’infrastruttura internazionale a cui un Paese dignitoso avrebbe dovuto, già da molto tempo, dedicare l’attenzione necessaria. La politica ponga fine all’abitudine di intervenire dopo che i guasti sono prodotti, per commentarli o per esprimere solidarietà di maniera. E’ in gioco, a Gioia Tauro segnatamente, non solo l’importante patrimonio democratico di lotte sindacali e non solo il diritto al lavoro che per nessuna ragione può essere calpestato, ma uno dei punti centrali delle politiche meridionaliste e del rilancio dello sviluppo del Mezzogiorno e del Paese”. 

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