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Serra, commissioni invalidi civili verso l'INPS di Vibo. Ennesimo scippo per il territorio

Una nuova scure, un servizio in meno, un disagio in più. È quello che il finire dell'estate porterà ai cittadini del Comprensorio delle Serre. Infatti dal primo di settembre, secondo quanto voluto dalla Regione Calabria presieduta da Mario Oliverio, le commissioni invalidi civili passeranno dalle Asp all'INPS. La conseguenza è che Serra San Bruno in nome di un presunto risparmio verrà spogliata di uno dei servizi più importanti erogati dal Distretto Sanitario.

I cittadini per visite o informazioni dovranno recarsi presso la sede INPS di Vibo Valentia con tutto quello che comporta. Un presunto risparmio dicevamo perché mentre le commissioni invalidi civili presso l'Asp non hanno costi aggiuntivi l'INPS per adeguarsi a questa decisione dov'era aumentate il proprio organico con la conseguenza di maggiori spese per contratti o assunzioni di medici. Ma il dato più importante rimane uno, dopo Giudice di Pace, servizi ospedalieri, servizi Inps un'altro scippo è stato perpetrato ai danni dell'entroterra del Comprensorio delle Serre.

Giustizia lumaca nel vibonese, l'amaro sfogo di un ex lavoratore

Riceviamo e pubblichiamo
"L’assetto organizzativo conseguente al recente processo di riordino del settore della Giustizia ha determinato un progressivo smantellamento di molti presidi giudiziari minori presenti sul territorio e un conseguente congestionamento dei Tribunali. Un provvedimento che, in particolare nel Vibonese, ha avuto un effetto domino devastante a discapito delle condizioni di molti cittadini che da anni cercano giustizia, ma che proprio per la grossa mole di procedimenti giudiziari che intasano il Tribunale di Vibo Valentia sono costretti ad attese eterne. Il tutto in un territorio in cui i rappresentanti politici – anche rispetto allo smantellamento dei presidi giudiziari, quali ad esempio le sedi dei Giudici di Pace – hanno saputo produrre nel tempo solo annunci fumosi, condannando ancor di più alla miseria assoluta interi nuclei familiari. È questo il caso di molti dei nostri assistiti, tra i quali vi è Raffaele Grillo, invalido civile con tre figli e moglie a carico, che da tre anni attende invano una sentenza che viene reiteratamente rinviata e del quale riportiamo un’emblematica lettera.

Mi chiamo Grillo Raffaele, ho 59 anni, e sono un lavoratore riservista  licenziato da circa quattro anni.

E sono anche disperato. 

Disperato perché da anni non lavoro e non ho la possibilità di mantenere me stesso e la mia famiglia e da anni sono in attesa di una giustizia che non arriva mai.

E questa è la mia storia che affido alla stampa ed agli organi di informazione perché le diano voce, perché la mia di voce non basta più, come non basta la fiducia in una giustizia che cessa di essere giusta, a prescindere dai provvedimenti che adotta e dalle sentenze che pronuncia, laddove ritarda, come nel mio caso, a dare risposte ai cittadini che sono costretti a chiederne l’intervento.

Una voce che spero porti dei cambiamenti in un mondo di sordi, o apparenti, tali quale quello in cui mi sembra ormai da anni di vivere, essendo rimaste senza esito le mie richieste ed i miei appelli e, con essi, le mie speranze.

Questi i fatti.

Lavoravo sin dal 2010 con una società di pulizie in virtù di un contratto di inserimento e di una pluralità di contratti a tempo determinato protrattisi oltre i termini massimi previsti dalla legge e che inoltre presentavano diverse altre illegittimità che a suo tempo avevano determinato la società datrice di lavoro, Gestione Servizi Integrati di Ivrea, di stipulare un accordo in sede sindacale con il sottoscritto riconoscendo la natura di contratto a tempo indeterminato del proprio rapporto pur di impedire l’altrimenti inevitabile contenzioso.             

Ciononostante la Ariete Servizi Integrati di Modugno, subentrata alla prima, decideva di non tener conto di niente non assumendo il sottoscritto che, pertanto, dal 31 luglio 2013, è ormai senza lavoro.

Esauritosi il periodo di fruizione della disoccupazione ordinaria sono ormai anni che non percepisco niente, risultando per di più praticamente impossibile per un uomo della mia età e nelle mie condizioni di salute trovare altra occupazione.

Ragion per cui la mia unica speranza era e rimane il giudizio tempestivamente iniziato presso la Sezione Lavoro del Tribunale di Vibo Valentia con ricorso depositato nel marzo del 2014.

Giudizio da cui ragionevolmente, ritenendo fondate le mie ragioni, mi aspetto molto confidando in una sentenza che possa ridare un po’ di luce e di colore alla mia vita e a quella dei miei familiari.      

Si può quindi immaginare il mio stato d’animo di fronte all’ulteriore rinvio della causa prevista per lo scorso 15 marzo 2017 comunicatomi dal mio legale di fiducia a causa, mi si riferisce, di una sospensione dell’attività della Sezione Lavoro.

Il tutto senza che nei tre anni pieni trascorsi dal momento del deposito del ricorso si sia mai riusciti a fare anche una sola udienza.

Di rinvio in rinvio infatti a distanza di tre anni ancora non si è avuta neanche una sola possibilità di discutere la causa.

In una occasione mancava il Giudice titolare, in un’altra era stato trasferito senza essere sostituito, in un’altra ancora si aspettava da un momento all’altro l’arrivo del nuovo Giudice.

 E dopo l’arrivo e l’insediamento, un altro rinvio perché il Giudice appena arrivato era stato già trasferito!!!!

Tutto vero e verificabile 

Oggi le ragioni dell’ulteriore rinvio (non si sa nemmeno a quando…) risiedono nella inagibilità, mi si dice, del nuovo Palazzo di Giustizia tanto che, con poche eccezioni, tutti i procedimenti di lavoro e previdenza sono stati sospesi anche se il problema del Giudice mancante, anche qui a quanto mi si riferisce, continua ad esserci.

Risultato: la mia causa, quella da cui dipende tutto il mio futuro e tutta la mia vita, e che pur poteva risolversi in una sola udienza non necessitando di prove particolari ma solo di un Giudice che la decidesse, a distanza di tre anni, naviga nel limbo o, per meglio dire, nella palude in cui la giustizia italiana in generale evidentemente si trova ed annaspa in maniera irreversibile.

A tutto danno dei cittadini.

Io non so se ci sono colpe e responsabilità specifiche e, se vi sono, non ne conosco gli autori.

Quello che so è che vorrei che qualcuno – qualcuno che conta e che può fare qualcosa - sentisse il mio che è un vero e proprio grido di dolore e di disperazione e mi desse una risposta.

Una risposta qualsiasi invece dell’assordante silenzio delle istituzioni che, incuranti della sofferenza di chi non chiede altro che di poter lavorare per vivere dignitosamente, fanno scivolare via il tempo senza dare un segno di vita e senza preoccuparsi minimamente del tormento che questo inutile stillicidio di giorni provoca a chi come aspetta di avere giustizia .

Sperando di averla.

Serra San Bruno, 30 aprile 2017 -   Raffaele Grillo"

 Slai Cobas – Serra San Bruno

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Giudice di Pace, la palla passa al Ministero della Giustizia

È stata spedita ieri sera la documentazione inerente il mantenimento dell’Ufficio del Giudice di Pace di Serra San Bruno. I Comuni ricadenti nel comprensorio (Serra, Spadola, Brognaturo, Simbario, Vallelonga, San Nicola da Crissa, Mongiana, Fabrizia e Nardodipace) hanno dato l’ok all’operazione di salvataggio accollandosi i costi proporzionalmente alle rispettive popolazioni. Sta ora al Ministero della Giustizia effettuare la valutazione definitiva: solo con il disco verde romano si potrà parlare di pericolo scampato. “Abbiamo promesso che avremmo fatto il possibile per mantenere l’Ufficio del giudice di Pace – ha affermato il capo dell’esecutivo della cittadina della Certosa Bruno Rosi -  e così è stato. Voglio ringraziare tutti i sindaci che hanno dimostrato sensibilità e, al di là dei colori politici, hanno condiviso questo intervento. Abbiamo compiuto questo sforzo – ha aggiunto Rosi – in un momento di stringenti difficoltà finanziarie per tutti gli Enti, ma la nostra volontà era ed è quella di raggiungere l’obiettivo e di continuare a fornire il servizio alla comunità”. La nuova sede, se tutto procederà per il verso giusto, sarà quella dell’ex scuola elementare di Spinetto.

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Reitano (PD): Da De Raffele una polemica sterile e inutile

Botta e risposta, tra il segretario cittadino del Pd ed il presidente del consiglio comunale in pectore, Giuseppe De Raffele. Oggetto del contendere gli interventi da mettere in campo per cercare di preservare gli uffici del Giudice di pace. L’invito che Reitano,  aveva rivolto, ieri, al sindaco Rosi, affinché facesse quanto in suo potere per non perdere l’opportunità offerta dal decreto Milleproroghe con il quale sono stati riaperti i termini per avviare le procedure necessarie a cercare di salvare in extremis gli uffici del Giudice di pace, era stato, immediatamente rispedito al mittente da De Raffele che in una nota, dai toni piuttosto piccati, aveva replicato che l’amministrazione “non ha bisogno delle sollecitazioni del Pd”. Non si è fatta attendere la controreplica del segretario cittadino del Partito democratico che in un comuncato scrive: “Non sono abituato a replicare a critiche sterili, polemiche inutili o a note di dubbio gusto e livello, ma la risposta alquanto nervosa formulata dal Presidente del consiglio in pectore, fa sorgere il dubbio che lo stesso non abbia letto con attenzione la nota inviata dal sottoscritto”.  Reitano, non usa il fioretto e affonda una serie di stoccate all’indirizzo di De Raffele. “Ormai dopo quattro anni di amministrazione - scrive – il sig. De Raffele, piuttosto che lanciarsi in polemiche assolutamente pleonastiche, avrebbe dovuto tracciare un bilancio della sua attività amministrativa, degli interventi realizzati per Serra e per i cittadini perché, ad onor del vero a differenza di quanto decantato nel suo comunicato, non riusciamo a vederli. Lo stesso De Raffele dovrebbe rendere edotta la cittadinanza dei progetti che lui stesso ha seguito direttamente, come ad esempio la raccolta differenziata; oltre che utilizzare i social network per fare propaganda e dire che preferisce bere acqua dal rubinetto, dovrebbe dire che tipo di attività ha posto in essere per realizzare l’autonomia del nostro sistema idrico dalla Sorical, ma, soprattutto, dovrebbe dire oggi cosa intende realizzare e quali sono i nuovi programmi”. “ Dopo quattro anni di amministrazione – prosegue la nota - non ci possono essere alibi e non si possono richiamare esperienze concluse e già valutate dagli elettori, ma si devono tracciare bilanci dove indicare gli obiettivi raggiunti. Lo scontro tutto interno alla maggioranza serrese relativo al rimpasto di giunta ha trascinato il nostro paese nell’immobilismo totale e forse dovrebbe chiarire ai cittadini anche questo. Gli argomenti sarebbero davvero tanti e numerosi gli spunti per criticare quella che passerà alla storia come la peggiore amministrazione comunale”. Messa da parte la sciabola, Reitano, precisa: “La mia, comunque, era una nota strettamente politica che ricalcava il percorso di opposizione costruttiva che, per il bene della nostra cittadina, abbiamo sempre seguito. Opposizione che, pur nello scontro proprio del dibattito politico, non ha mai avuto simili cadute di stile. Al di là della violenza verbale e dell’attacco, francamente inefficace e inutile e del linguaggio utilizzato, assolutamente inadeguato per un Presidente del Consiglio in pectore, ribadiamo la nostra disponibilità affinché si possa trovare una soluzione positiva per la vicenda. Aspettiamo fiduciosi le mosse della maggioranza forzista e l’avvio dell’iter per il mantenimento dell’Ufficio e speriamo che, almeno questa volta, vengano rispettati i termini previsti nel decreto e chiediamo che ci sia una volontà e un impegno reale”. “Per il resto – conclude Reitano - stia tranquillo De Raffele perché tra un anno, circa, saranno i serresi ad esprimere un giudizio su di lui e su questa amministrazione e sono certo che non sarà affatto positivo.

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Giudice di pace: De Raffele (Fi), "Non abbiamo bisogno delle sollecitazioni del Pd"

SERRA SAN BRUNO - Arriva a stretto giro di posta, la risposta dell’amministrazione comunale, alla nota, con la quale il segretario cittadino del Partito democratico, Paolo Reitano, aveva sollecitato il sindaco ad intervenire per preservare la sede del Giudice di Pace. Nella replica, vergata dal presidente del consiglio in pectore, Giuseppe De Raffele, si legge: “Abbiamo sempre riconosciuto l’importanza degli uffici del Giudice di Pace a Serra San Bruno e sappiamo bene che occorre battersi fino alla fine per mantenere la sede nella nostra cittadina. Certamente non abbiamo bisogno né delle sollecitazioni né delle minacce di quel Pd che quando è stato chiamato ad amministrare la nostra città ha pensato principalmente a litigare, tanto da autodistruggersi, e ancora oggi i motivi di quello che è successo non sono del tutto chiari. Notiamo ancora una volta il classico atteggiamento della sinistra che da una parte sembra porgere la mano e dall’altra è pronta ad accusare ponendo in essere i soliti processi alle intenzioni. Stia sicuro Paolo Reitano: quello che è nelle possibilità dell’amministrazione comunale sarà fatto celermente e con determinazione. Il nostro scopo è infatti quello di dare risposte alla popolazione serrese e, proprio per questo, siamo pronti ai contributi costruttivi. Di certo, se qualcuno ha intenzione di darci delle lezioni, gli consigliamo di chiamare a raccolta i suoi compagni di partito e di coalizione e di guardarsi, tutti insieme, allo specchio”.

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Giudice di Pace: Reitano (Pd), "il Sindaco convochi un consiglio comunale e avvii l’iter per consentirne il mantenimento"

SERRA SAN BRUNO - “La notizia relativa alla riapertura dei termini entro i quali gli enti locali interessati possono chiedere il mantenimento delle sedi del Giudice di Pace deve portarci ad agire con prontezza per evitare, almeno questa volta, che si arrivi alla scadenza senza l’avvio della attività necessarie per il mantenimento della sede". Questo l'incipit di una nota con al quale il segretario cittadino del Pd, Paolo Reitano, sollecita l'amministrazione comunale ad avviare le procedure necessarie al mantenimento del Giudice di pace. " La proroga dei termini, fissata nel decreto Milleproroghe al 30 luglio 2015 - continua Reitano - dà una nuova possibilità che non può e non deve essere vanificata. Chiediamo, pertanto, al Sindaco e alla sua maggioranza di attivarsi immediatamente affinché vengano avviate tutte le procedure previste, indispensabili al mantenimento e alla riapertura di una sede giudiziaria che riveste una notevole importanza per l’intero comprensorio delle Serre Vibonesi. L’amministrazione comunale adesso dovrà assumersi una grande responsabilità, in quanto dovrà decidere se mantenere l’ufficio o non considerare l’opportunità data dal legislatore nazionale; questa sua responsabilità diretta sorge non solo perché il Comune è l’ente direttamente interessato ma, soprattutto, perché unico legittimato ad avviare le procedure per ottenere il mantenimento. L’inserimento della riapertura dei termini nel decreto Milleproroghe, dimostra come anche l’impegno del nostro deputato Bruno Censore ha prodotto i risultati sperati per una situazione che sembrava ormai irrimediabilmente compromessa. Considerata, quindi, la notevole importanza della questione e la nuova opportunità che oggi viene data, chiediamo che il Comune di Serra San Bruno, capofila dell’intero comprensorio, questa volta si attivi con celerità per individuare il personale da destinare agli uffici giudiziari, per garantire il ripristino di una sede che rappresenta un importante presidio per tutto il nostro territorio. Il partito democratico serrese è pronto, senza indugio e come già ha fatto nel recente passato, a collaborare affinché si raggiunga il risultato da tutti sperato, perché la protezione dei servizi indispensabili, della nostra comunità e la tutela dei cittadini devono prescindere dai colori politici e dalle appartenenze partitiche. Chiediamo al Sindaco, quindi, di valutare l’opportunità di convocare un consiglio comunale aperto per discutere, insieme a chi vorrà dare il proprio contributo, della questione e trovare così una soluzione definitiva e positiva, prima che la situazione assuma i caratteri dell’irrimediabilità e chiediamo che lo stesso si attivi, in qualità di Sindaco capofila, per coinvolgere tutti i Sindaci dei Comuni del comprensorio. Nel caso contrario la responsabilità politica cadrà sui di lui e sulla maggioranza forzista serrese. Dal canto nostro noi siamo pronti a condurre insieme questa lotta, a dare il nostro contributo in maniera decisa, forte e soprattutto concreta per evitare, almeno questa volta, di arrivare impreparati alla scadenza prevista per luglio. Per la maggioranza serrese è arrivata l’ora di svegliarsi e compiere quelle attività che hanno come unico obiettivo la salvaguardia e la tutela dei diritti del cittadino, per difendere un servizio fondamentale e vitale per la nostra comunità. Nel caso contrario faremo battaglia e la nostra opposizione sarà dura e intransigente.”

 

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