Aeroporti calabresi, Mangialavori attacca il centrosinistra: “Regione pressappochista, Governo nemico”

"Mentre in Italia si discute di ‘industria 4.0’ il fatto che gli aeroporti calabresi siano continuamente minacciati da crisi gestionali e disattenzioni regionali e nazionali, ha davvero dell’incredibile.

È la dimostrazione - afferma il consigliere regionale della Casa delle libertà Giuseppe Mangialavori - che sui temi dello sviluppo ci si muove alla giornata e senza alcuna progettualità complessiva. Quale turismo si può immaginare, infatti, senza un sistema aeroportuale efficace ed efficiente? Ma ancora più incredibile, è non sapere qual è il punto di vista della Regione sulle singole vertenze aperte, alcune delle quali, come quella di Crotone, avvertono la Regione non come un interlocutore leale e attento alle esigenze del territorio, ma come il nemico numero uno. Una Regione che - spiega Mangialavori - da un lato annuncia un piano dei trasporti avveniristico e, dall’altro, non è in grado neppure di difendere l’esistente e lascia che l’aeroporto di Reggio brancoli nel buio e quello di Crotone addirittura chiuda.

È stato più volte chiesto alla Regione di uscire dal vago e di esporre una sua idea puntuale sul sistema aeroportuale, invece si assiste ad interventi-tampone messi in atto col cappello in mano quasi che il funzionamento del sistema aeroportuale calabrese non fosse interesse del Paese. Con la rete stradale e quella ferroviaria in continua sofferenza a cui si aggiungono i rischi che gravano sugli aeroporti, si percepisce non solo la negligenza di chi governa la Regione, ma anche la disattenzione colpevole del governo-Renzi in perenne campagna elettorale”.

Conclude Mangialavori: “Se ci fosse un governo disposto a rompere sul serio e non solo a chiacchiere i vincoli e le barriere che frenano ed ostacolano sviluppo e innovazione nel Mezzogiorno, non si avrebbe un giorno sì e l’altro pure la messa in discussione delle nostre infrastrutture fondamentali. L’impressione che si coglie è che se a parole si annuncia la  volontà di lavorare per fare uscire la Calabria dal tunnel, nei fatti invece si percepisce nettamente la volontà politica nazionale che, con l’aiuto del pressappochismo della Regione, si adopera per tenere ai margini territori interi del Sud”.

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Guerra dei Gal, Pileggi accusa: “Inciucio Censore-Mangialavori, su questo marciume non possiamo tacere”

Ha deciso di fare parlare i fatti, le carte, le regole. Quello che nello “sviluppo” locale sono diventate da interpretare. Ma ci sono date, riunioni, scadenze. E anche storie. Tra tutte quelle degli oltre 5 milioni di fondi Comunitari destinati alla programmazione 2014-20 - misura 19 del Psr Calabria - da gestire per lo sviluppo del territorio e che sono stati “affidati” al nuovo partenariato “Terre Vibonesi”.

Paolo Pileggi, con calma, ha fatto il punto in riferimento a quella che ha definito “una battaglia per la trasparenza e la legalità”. Lo ha fatto nell’annunciare la richiesta di accesso agli atti già presentata e il ricorso al Tar, senza escludere la possibilità di bussare alla “porta” della Procura.

Perché il presidente del Cogal Monte Poro-Serre Vibonesi di stare in silenzio contro “la congiura di palazzo” non ne ha voglia. Ed era un fiume in piena, questa mattina, nella sala Carbone della Camera di Commercio.

Accuse e denunce circostanziate. Così come gli atti e le delibere che avvolgono il “caso”. Quello che ruota intorno al Piano di azione locale “e Vibo è stato l’unico territorio che ha presentato due Piani”. Due, ma il vincitore è stato uno. Uno, il nuovo Gal. “E la Regione – ha affermato - l’ha fatta “grossa”. Un riferimento neanche troppo velato a quella definita come “congiura di palazzo, orchestrata sul territorio alla quale hanno partecipato rappresentanti istituzionali”. Un “inciucio” “trasversale tra Pd e Forza Italia”. I suoi esponenti locali, quindi, quelli chiamati in causa. Quanti oggi siedono in Parlamento e quanti alla Regione. Tra gli uni e gli altri, la “mano” dell’esecutivo Oliviero e, in primis, come già aveva denunciato nei giorni scorsi, il consigliere regionale delegato all’Agricoltura Mauro D’Acri.

LA RIUNIONE A SANT’ONOFRIO. Quindi, è dalla costituzione del nuovo Gal – quello che ruota intorno all’onorevole Bruno Censore, un nome “sussurrato” e mai fatto ad alta voce, quanto quello di Giuseppe Mangialavori – e dalla lettera di convocazione del 28 luglio alla riunione organizzata a Sant’Onofrio che è partito Paolo Pileggi. 

Il 28 luglio, una data significativa, perché “arrivava tre giorni dopo che il nostro partenariato aveva approvato la bozza del Piano di azione locale e lo aveva trasmesso”. Una lettera considerata “lungimirante, con timbri e firme”. A fare la convocazione, il sindaco di Sant’Onofrio che annunciava la presentazione del Gal “e indipendentemente da quanto affermato da D’Acri – ha spiegato Pileggi – quest’ultimo ha partecipato a quella riunione dopo che il partenariato si era costituito secondo le regole, e non si è mai visto un arbitro che incontra una delle squadre in gara”.

Particolari, quindi, che attraversano tempo e spazi, perché “cosa è accaduto tra 28 luglio e 2 settembre” è la domanda che si è posto - retoricamente - il presidente del Cogal, prima di “incrociare” un altro particolare e, ossia, quello relativo alla determinazione del Comune di Gerocarne “che impegnava  euro, assegnando incarichi a 4 persone con un avviso pubblico del 18 agosto”. Incarico assegnato “a 4 consulenti di Cosenza con determinazione del 6 settembre”. Le stesse quattro persone “che erano anche presenti alla riunione di Sant’Onofrio”.

Tanti casi, coincidenze, vicende che “si intrecciano ma che – ha incalzato – sono fatti incontestabili. E i fatti ci dicono che non c’è stata linearità”.

LA GUERRA DELLE DELIBERE. Ergo, dopo cosa è successo? “Io – ha proseguito Pileggi – la chiamo la guerra delle delibere, con il richiamo agli ordini di scuderia da parte di Pd e Forza Italia degli uomini del partito per determinare gli atti e la costituzione dell’altro partenariato”. In tal senso, per il presidente del Cogal sono stati “eloquenti i Consigli comunali”. Perché a questo punto, con il tempo che scorreva, occorreva procedere alla revoca al vecchio partenariato per passare al nuovo, considerato che era al vecchio Cogal che avevano aderito negli anni molti dei Comuni, quelli con cui il percorso per il Piano di azione locale era stato discusso. Prima del nuovo Gal, comunque.

Così, da Gerocarne a Rombiolo, “dove è avvenuto che la minoranza ha contestato e messo in evidenza che si trattava di una diatriba interna al partito e riguardante solo la gestione dei fondi”; e anche a Spilinga “qui – ha chiosato – è successo di tutto e di più, con il Comune che aveva partecipato alle riunioni del Cogal che approvava la bozza per convocare subito dopo il Consiglio per aderire al nuovo Gal senza dare neanche la possibilità di spiegare cosa stava succedendo”.

Anche perché una domanda Pileggi in questa direzione se l’è posta: “quale strategia, quale proposta hanno valutato, come l’hanno confrontata con la nostra?”

Altro Comune, altra revoca e determina, poi, con Nardodipace, “ente sciolto per mafia, dove gestisce l’amministrazione la commissione straordinaria che ha deliberato l’adesione al nuovo Gal il 21 settembre, senza motivazioni particolari, se non che altri Comuni l’avessero pure fatto e senza valutare la nostra proposta già approvata e trasmessa anche alla stessa Commissione”.

Quindi, anche un’altra domanda: “Perché la Commissione interviene il 21 settembre?”. Anche in questo caso, una domanda retorica. “Ve lo dico io perché - ha sentenziato Pileggi – perché senza quella delibera il loro partenariato non lo avrebbe avuto”.

Questo “il marciume” sul quale, ha aggiunto, “non potevamo tacere”.

IL RUOLO DELLA REGIONE. Un percorso ad ostacoli, consumatosi in neanche un’estate. Con una proroga concessa di una settimana “guarda caso a chi aveva bisogno di tempo” e che, vede quale attore protagonista “anche la Regione”. Anche qui, quelle “date che tornano”: il 25 luglio il Cogal approva la bozza del Piano di azione locale, e dal 28 luglio parte “il meccanismo per il nuovo Gal. E 18 comuni erano nel nostro partenariato, come se uno sottoscrivesse un impegno e poi potesse dimenticarsene. Le procedure – ha ribadito – dicono che quando si forma un partenariato diverso, chi esce deve darne comunicazione al capofila”. Una regola anche per non procurare danno al soggetto che, come in questo caso, stava partecipando ad una gara. “Loro dovevano comunicarlo e così non è avvenuto. Se non quando in corsa – ha spiegato Pileggi – hanno tentato di correre ai ripari, e in questo la proroga ha aiutato solo questo Gal”. Una proroga chiesta “a quanto abbiamo saputo da AssoGal Calabria e io che ne faccio parte non sapevo nulla” e con la quale “si è consentito al nuovo Gal di sistemare le cose”.

Ma la Regione, per Pileggi, doveva preoccuparsi “di verificare i requisiti di partenza”. Non l’unica “crepa”, comunque, questa per lo stesso che, poi, ha anche spiegato di aver fatto richiesta alla Regione “il 23 settembre alle ore 17 di poter essere presente all’apertura dei plichi che riguardavano la Misura 19. E la Regione mi ha risposto che le sedute pubbliche afferiscono alla disciplina dei contratti di lavoro e non all’erogazione dei contributi come nel caso specifico”.

E sempre dito puntato contro la Regione “che non ha pubblicato neanche la graduatoria provvisoria. Perché non per questa misura mentre per le altre sì? Per me l’hanno fatto perché altrimenti sarebbe venuto fuori l’imbroglio. Noi non vogliamo l’esclusiva, ma vogliamo chiarezza e trasparenza e D’Acri stia tranquillo perché io non sparo pietre a caso”.

Vuole chiarezza, quindi, Pileggi e la pretende, “in gioco c’è il modo di utilizzare i fondi europei e stiamo valutando come fare arrivare questi elementi alla Commissione Europea dando innanzitutto un’informativa al mediatore europeo. Non dico di avere ragione ma voglio capire se i fondi devono essere usati con trasparenza. È il regolamento europeo a parlare di informazione e trasparenza. È stato così?”.

LE LINEE GUIDA. Quindi, sulle procedure è Lello Greco, esponente del Cogal, che si è soffermato “su quelle regole, linee guida, prescrizioni” che sono chiari. E che proprio lo Sviluppo locale di tipo partecipativo presuppone. Così, come i tempi, “un tempo minimo indicato tra 6 mesi e un anno come dicono le linee guida”, per predisporre il lavoro. Così come fatto dal Cogal “lo sviluppo locale lo fa il territorio con il pubblico e il privato e noi abbiamo fatto così, già il 15 novembre 2013 insieme ad un primo nucleo abbiamo siglato e definito l’accordo di partenariato”. Circa 40 incontri che si sono susseguiti “e gli ambiti di intervento lo abbiamo fatti nel marzo 2014, si tratta di 3 anni di lavoro”.

Chissà, si è domandato, forse troppo tempo. Ma, dall’altro lato, la certezza che sia stato, anche troppo poco. “Con l’incarico che hanno dato ai tecnici il 6 settembre 2016”. Così quei tempi che tornano “e i dirigenti del Dipartimento Agricoltura non potevano non sapere. E qui si tratta di trovare un soggetto idoneo a cui affidare 5 milioni di euro”. Tempi che non coincidono, molto stretti per cui dal Cogal si sono chiesti anche su quali basi “siano state fatte le scelte dei Comuni che hanno aderito”.

Quindi, è ad una riunione del 15 febbraio 2016 del Comitato di sorveglianza della Regione che ha fatto riferimento. Allora si dovevano stabilire i requisiti “e sulla Misura 19 dalla lettura del verbale emerge che  della valutazione delle capacità ed esperienze si è passati da un punteggio da assegnare pari a 6 ad 1. E alla richiesta di spiegazioni di AssoGal, non è seguita una motivazione”.

LE CONCLUSIONI. Chiarezza, quindi, su quelle che sono state considerate falle e irregolarità, quanto chiesto. Fatti e coincidenze per cui chiedono trasparenza. Lì dove lo “zampino” della politica per il Cogal sembra averci messo del suo, così come “pressioni” sono state denunciate, “ci sono state telefonate – ha spiegato Pileggi – per richiamare all’ordine e l’argomentazione era ‘o venite con noi o il tuo Comune non avrà finanziamenti’”. Tra i Comuni molti a “firma” Pd e tanti altri FI “ci sono Zambrone, Zungri, Simbario, Monterosso. È chiaro un accordo tra le parti” così come verità si è chiesta “su un possibile conflitto di interessi tra i tecnici che sono stati chiamati come consulenti e la Regione”.

Una “grande amarezza - come ha concluso Pasquale Fera – perché qui diamo gestione a chi non ha esperienza e puntini puntini capacità che non si sono mai confrontati con le problematiche del territorio”.

Questa la denuncia fatta stamane. In una sala piena di sindaci, esponenti politici. Molti del Pd, come il sindaco di Filadelfia, di San Nicola da Crissa Giuseppe Condello ma anche l’ex consigliere regionale Pietro Giamborino. Un Pd diviso anche in questo caso. Per una vicenda che, comunque, sembra essere solo alle battute iniziali. Mentre lo sviluppo del territorio attende. In standby. 

Mangialavori a Oliverio: “Amministrazione regionale mai nata”

Il consigliere regionale Giuseppe Mangialavori ha inviato una missiva al presidente del Giunta regionale Mario Oliverio per sottolineare tutte le criticità esistenti. DI seguito, pubblichiamo il testo integrale della lettera:

 

Egregio presidente,

Tra pochi giorni gli americani voteranno per eleggere il presidente di una nazione controversa, più volte criticata da opposti punti di vista e soggetta a continue “revisioni” storiche.

Certamente non me ne vorrà se alle dichiarazioni politically correct dell’attuale presidente preferisco quella del candidato repubblicano del 1964, Barry Goldwater. A suo parere, nel perseguimento di una causa giusta, la moderazione non è una virtù e l’estremismo non è un vizio.

La compagine da Lei allestita per risollevare le sorti della Calabria avrebbe dovuto fare fuoco e fiamme, attraverso riforme incisive unite a una efficace azione amministrazione. Ad oggi, però, si registra un freddo polare che ha congelato ogni prospettiva di crescita.

Insomma, la moderazione si è trasformata in moderatismo e l’estremismo in rappresentazione fittizia segnata da confusione e incertezza. La sensazione, pertanto, è che questa amministrazione non sia mai nata davvero.

Il perseguimento delle cause giuste, infatti, è rimasto confinato nell’alveo delle buone intenzioni, sebbene sempre ammantato dalla Sua retorica d'antan, probabilmente utilizzata per far battere il cuore politico ed emotivo (ormai quasi fermo) dei calabresi.

A questo punto sarebbe opportuno fare l’elenco degli obiettivi dichiarati e puntualmente disattesi: immobilismo amministrativo senza precedenti; mancata riforma della burocrazia; elusione di tutti i nodi che legano la regione all’arretratezza; inadeguatezza di strutture e infrastrutture; degrado marino; depauperamento dei servizi; mancanza di progettualità culturale; assenza di una politica di promozione turistica.

La politica del j'accuse non appartiene alla cultura politica del mio schieramento, meno che mai il piagnisteo fine a se stesso. È però innegabile che sullo scacchiere politico regionale aleggia un metaforico e potente gas soporifero che spegne la passione civile, ovvero l’elemento principale della politica. In Calabria soffia forte il vento dell’apatia, mentre la rassegnazione ha preso il posto allo spirito d’iniziativa, perfino nel Suo schieramento.

Insomma, l’attuale compagine di governo regionale non stimola la dialettica politica e, per giunta, non riscalda i cuori. L’omologazione al “mini-pensiero” che orienta lo spirito dell’attuale esecutivo sembra aver preso il sopravvento su tutto, con i rischi connaturati all’originalità ormai morti e sepolti.

Non possiamo che porci delle domande: il centrosinistra regionale è capace di offrire un minimo di prospettiva politica alla Calabria? Fino a quando i calabresi dovranno attendere per rendersi conto che c’è una guida della Regione impegnata per il cambiamento, capace di procedere secondo una programmazione ben definita e non episodica? Noi siamo pronti a valutare positivamente proposte e risultati oggettivi nel segno dello sviluppo e del progresso di questa regione.

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Gac, Mangialavori bacchetta la Regione: "Costa degli Dei ancora penalizzata"

"Il Feamp (Fondo Europeo per gli Affari Marittimi e la Pesca) nella nuova programmazione 2014 -2020 sostiene l’attuazione di strategie di sviluppo locale di tipo partecipativo".  Sono queste le prime parole di una nota diffusa da Giuseppe Mangialavori. "Pertanto - spiega il Coordinatore provinciale di Forza Italia a Vibo Valentia - la Regione ha attivato la relativa procedura che si concluderà con l’assegnazione del Fondo. L’iter, tuttavia, presta il fianco a molteplici criticità politiche. Anomala, ad esempio, la ripartizione territoriale che pure risulterà essenziale alla corretta finalizzazione delle risorse. Pellaro, frazione di Reggio Calabria viene conteggiato come Comune e dalla lista vengono espunti e senza alcun motivo Comuni come Rosarno e Candidoni. Mentre il mar Tirreno viene prolungato d’ufficio sino al Melito. Anomala, altresì, un’altra circostanza. Nonostante la procedura sia ancora pendente, la società consortile Flag dello Stretto ha usato i loghi istituzionali del Femap, dell’Unione Europea e della Regione Calabria. E ciò avviene ancor prima che essa sia stata selezionata". "In virtù del criterio dei compartimenti marittimi, si scopre che quello di Vibo Valentia - rimarca il consigliere regionale - viene smembrato attraverso l’apposizione di un confine ideale nella cittadina di Pizzo. E ciò nonostante il territorio in questione, pari a circa il 10% del totale delle coste calabresi, esprima peculiarità di pesca, turismo ed attività marinare nettamente superiore a qualunque altro litorale calabrese. Il danno maggiore viene così compiuto a scapito dei 90 Km di costa più importanti di tutta la Regione, rappresentati dalla Costa degli dei e corrispondenti al litorale tirrenico della Provincia di Vibo Valentia e della Provincia di Catanzaro. Sulla base di tali criteri, la marineria vibonese che da sola rappresenta una densità di pesca superiore di quasi quattro volte a quella delle altre a aree regionali è nella reale e concreta impossibilità di partecipare al bando. Ad essa, infatti, sono stati sottratti i Comuni a nord di Pizzo della costa catanzarese. Sulla base della suddivisione operata dalla Regione sono venuti meno inoltre alcuni dei criteri fondanti della strategia Feamp e cioè la partecipazione “dal basso” alla individuazione delle aree da destinare ai Flag. La suddivisione in macro aree, infine, potrebbe non rispondere alle direttive comunitarie." "Pertanto - termina Mangialavori - è stata proposta formale interrogazione per conoscere quali iniziative intenda intraprendere l’Esecutivo in merito alle sollevate criticità".

 

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Vicenda scuola, Mangialavori prende posizione: "Insegnanti calabresi penalizzati"

"Sarebbero circa due mila insegnanti in più, quelli assegnati dal Ministero alla Pubblica Istruzione. Ma alle Regioni del Sud ne andrebbero poche decine. Ancora una volta, la decisione del Governo Renzi penalizza il Meridione". A prendere posizione sulla vicenda è il consigliere regionale Giuseppe Mangialavori. "Il Miur, infatti, continua ad organizzare gli organici solo considerando flussi migratori e tassi di natalità. Insomma, l’approccio, anziché politico, continua ad essere improntato - secondo il Coordinatore provinciale di Forza Italia a vibo Valentia - ad un freddo e mero calcolo ragionieristico. Ad esempio è totalmente ignorato il dato attinente la capacità di conquistare un titolo scolastico: nel Nord i cittadini in possesso del diploma sono il 59%; al Sud il 48,7%. Totalmente ignorato anche il tasso di abbandono scolastico che al Sud registra percentuali più alte. Per quanto riguarda la vicenda delle centinaia di docenti esclusi dalla mobilità straordinaria disciplinata dalla legge 'La Buona Scuola' si registrano, ancora una volta, confusione e disparità di trattamento. L’esodo forzato di numerose famiglie di docenti verso il nord è un’ulteriore azione di impoverimento della Calabria che denota una scarsa o inesistente attenzione del Governo nazionale alle criticità del Sud. Sulla problematica si registra, ancora una volta, una posizione del Governatore della Regione Calabria che, anziché assumere una forte iniziativa politica, si limita a un’attività di scrittura del tutto sterile e priva di efficacia". "Circostanze che - conclude Mangialavori - rendono ancora più debole la posizione di molti lavoratori calabresi".

Consigliere regionale Aieta sospeso dal PD: il commento pungente di Mangialavori

"La sospensione dal Pd del consigliere regionale Aieta spinge a esprimergli solidarietà, perché è evidente il disagio che lo porta a una scelta simile ma, nello stesso tempo, la sospensione dal Pd e le motivazioni riferite suscitano ulteriori preoccupazioni, perché è altrettanto evidente che il Pd calabrese e la Giunta regionale sono in un vicolo cieco e non sanno più come uscirne". E’ quanto afferma il consigliere regionale della Cdl Giuseppe Mangialavori che aggiunge: “Non sapendo più a quale luogotenente renziano votarsi, per richiamare un po’ d’attenzione sulla Giunta regionale più irrilevante del Paese, tentano la carta della sospensione dal Pd di un consigliere regionale che accetta il sacrificio per la causa. Pur non dubitando della buona fede dell’onorevole Aieta, tuttavia, visto che lo stesso indica nei guasti nella sanità che i calabresi non saprebbero se ascrivere al Pd o al Commissario i motivi della sua sospensione, occorre prendere atto che non è solo nella sanità che i guasti sono cresciuti in questa sfortunata legislatura. Guasti - spiega Mangialavori -  si intravedono in tutti i settori, dell’economia e dello sviluppo, dell’ambiente con l’irrisolta questione depuratori, il mare trascurato e il turismo privo della benché minima programmazione, della cultura, delle leggi approvate e impugnate dal Governo, ecc. ecc…. Eppure, in questi altri settori non ci sono Commissari!  Nella sanità, poi, se non si trattasse di vicende serie, si potrebbe dire che siamo al grottesco. A parte il pasticcio del consulente-Assessore che conta più di un consigliere eletto e  la cui indennità grava sui cittadini senza che si capisca qual è il suo ruolo, assistiamo ad un contrasto tra Oliverio e il Governo, a causa dell’azione del Commissario, che lascia intuire la totale sfiducia del Governo verso la Giunta regionale. Ma, e qui il tutto diventa ironico, pur sbrodolandosi nei confronti di Renzi al punto da mettersi a disposizione per difendere una riforma costituzionale  che, a parte le numerose incongruenze, azzoppa le Regioni, Oliverio e la sua maggioranza non ottengono risultati".    

 

Degrado marino a Nicotera: Mangialavori striglia la Giunta regionale

"La mia prima iniziativa politica sulla necessità di approntare iniziative politiche appropriate a prevenire inquinamento dell’acqua marina - rammenta il consigliere regionale Giuseppe Mangialavori - risale a circa un anno addietro. Da allora, sono seguiti altri interventi orientati dalla medesima richiesta che però sono rimasti senza esito alcuno. I riscontri formali sono stati puntuali; quelli sostanziali invece no. E così, oggi, si registra la protesta dei cittadini di Nicotera che esasperati da un dilagante degrado marino (e non solo) cercano di affermare le loro sacrosante ragioni. A breve, pertanto, avvierò un’ulteriore iniziativa istituzionale. Governare è un’arte difficile. Ma in Calabria, talvolta, ciò è ormai diventato un mestiere esercitato con preoccupante pressappochismo. Manca una programmazione tempestiva, la paralisi amministrativa è imbarazzante, l’incapacità di offrire riscontri convincenti, nei confronti di problematiche oggettive, ormai un dato endemico". "L’attuale compagine di governo regionale - è il giudizio critico del Coordinatore provinciale di Forza Italia a Vibo Valentia - non ha neanche affrontato una sola delle criticità calabresi. Le condizioni dei mari calabresi meriterebbero ben altra attenzione. Appare persino superfluo sottolineare come il turismo rappresenti uno dei pochi polmoni economici calabresi. Eppure, tutto ciò, sembra interessare poco a una classe politica regionale che con paciosa allegria inaugura qualche galleria qua e là e pensa, in tal modo, di avere risolto i problemi di questa terra. Il presidente Oliverio farebbe bene, probabilmente, a recarsi presso la marina di Nicotera per verificare, de visu, l’imperante degrado marino. Solidarietà, dunque, agli operatori turistici e commerciali di Nicotera e dintorni - conclude Mangialavori - chiaramente penalizzati da tutto ciò". 

Fondi emergenza idrogeologica per Vibo: interrogazione di Mangialavori

"Investimento dei fondi residuali riservati all’emergenza idrogeologica, inclusi quelli già accantonati per l’alluvione che ha colpito le frazioni di Vibo Valentia il 3 luglio 2006".  Questo l’oggetto dell’interrogazione presentata in data odierna dal consigliere regionale della CdL, Giuseppe Mangialavori. "A seguito degli eventi alluvionali del 3 luglio 2006, infatti - ricorda Mangialavori - è stato decretato dal Presidente del Consiglio dei Ministri, lo stato di emergenza nel territorio della provincia di Vibo Valentia. In conseguenza di questo, con ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri (Opcm) numero 3531 del 7 luglio 2006, il Presidente della Regione Calabria è stato nominato Commissario delegato per l’adozione delle iniziative necessarie al superamento dell’emergenza. In virtù di tale nomina - fa presente il consigliere regionale - il Presidente risulta anche titolare della contabilità speciale 3131, all’interno della quale sono state stabilite le somme finanziate al programma degli interventi. I fondi stanziati sono stati 48.249.700,00; quelli residuati in virtù di tale intervento ammontano a circa 23 milioni di euro". "Visto il quadro allarmante connesso all’elevato livello di esposizione al rischio idrogeologico del territorio del Comune di Vibo Valentia è indispensabile -  afferma Giuseppe Mangialavori - che tali risorse vengano prontamente destinate alla realizzazione degli urgenti interventi di messa in sicurezza".  Secondo l’esponente politico: "Urge, altresì, effettuare, rapidamente, la ricognizione di quanto rientra nella disponibilità dell’ente Regione e delle procedure in itinere, per eseguire azioni necessarie ad attutire l’emergenza e il rischio di dissesti idrogeologici. Ulteriori ritardi, a tale riguardo, non sono più sostenibili. Pertanto - conclude Giuseppe Mangialavori - è stato chiesto di conoscere quali iniziative la Giunta regionale intenda realizzare relativamente alla vicenda in oggetto; in modo particolare per investire le risorse già accantonante e funzionali ad una priorità assoluta per i territori interessati".

 

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