Attenzione
  • JUser: :_load: non è stato possibile caricare l'utente con ID: 983

Gli incidenti sul lavoro ed il Jobs act a tutele (de)crescenti

Sembra ormai un bollettino di  guerra. Non c'è giorno in cui non accadano incidenti gravi, con morti e feriti sui luoghi di lavoro.

Ieri ai cantieri navali di La Spezia, l'altro ieri alle acciaierie di Padova ed ogni giorno così.

Le vittime sul lavoro sono in costante aumento: l'11 per cento in più rispetto allo scorso anno, che già aveva registrato un aumento rispetto agli anni precedenti.

Ogni impresa, società, ente pubblico o privato, compresi i comuni, con addetti superiore ad un certo numero dovrebbe redigere obbligatoriamente, secondo la legge 81/2008, definita anche testo unico sulla sicurezza, che non è certamente la Bibbia e pertanto eventualmente suscettibile di miglioramento, un proprio Dvr (documento valutazione rischio).

In tale documento, oltre alla descrizione generale dell'impresa e del tipo di attività svolta, vanno elencati i potenziali rischi a cui sono soggetti i lavoratori e le misure di sicurezza adottate per ridurli e, ove possibile, eliminarli.

Il rischio, nonostante venga calcolato in modo probabilistico come il prodotto di due fattori: la frequenza di accadimento di un determinato evento e la gravità del danno provocato, può essere determinato con un minimo di probabilità d’errore.

Perché dunque tanti incidenti sul lavoro?

Delle due l’una o entrambe: tertium non datur.

La prima è che il Dvr venga considerato dai datori di lavoro un documento cartaceo senza alcuna valore tecnico-scientifico; la seconda che il Dvr venga redatto con superficialità.

Non so se esista un nesso preciso tra Jobs Act, da alcuni  molto decantato e da altri denigrato, e sicurezza del lavoro, noto, tuttavia, che sono diminuite le tutele dei lavoratori comprese quelle della sicurezza.

Solo cosi si spiegano i tanti incidenti.

I lavoratori, in una situazione d’incertezza e precarietà lavorativa, non si sentono di reclamare i loro diritti sindacali e men che meno l’applicazione delle leggi sulla sicurezza.

In più anche i controlli da parte degli ispettori del lavoro sono ridotti al minimo per mancanza di personale, e per una legge di riforma, non ancora attuata, che prevede la costituzione di un unico ente ispettivo che accorpi gli ispettorati dell’Inail e quelli dell’Inps.

In una società mai del tutto industrializzata e non ancora post industriale, è difficile far capire agli imprenditori che un incidente ad un lavoratore provoca un danno prima di tutto a loro stessi, poi al  lavoratore ed alla sua famiglia, ed infine alla società.

Agli imprenditori perché formare altri dipendenti comporta costi enormi anche in termini di produttività dell’azienda, al lavoratore perché spesso diventa inabile al lavoro ed alla famiglia, alla società perché i costi dell’invalidità ricadono sull’intera società.

E’ stato calcolato che gli inabili al lavoro incidono per l’1 per cento del Pil.

Oggi con molta facilità si parla di riforme e di leggi senza una valutazione complessiva degli effetti e delle  ricadute che  esse implicano.   

 

  • Published in Diorama

Dasà, fiaccolata fra dolore e incredulità: “Basta morti sul lavoro”

Quelle fiammelle accese sembravano dare sostanza ad una speranza che adesso è flebile, oppressa dal dolore più cupo. Una speranza che, però, si alimenta con la partecipazione attiva di una comunità intera che non vuole più lacrime versate sul sudore di chi esce di casa per portare un tozzo di pane ai propri pargoli, ma poi non rientra perché la sua vita viene spezzata dalla mancata sicurezza sui luoghi di lavoro.

Una comunità affranta, quella che insieme a tanti amministratori delle Preserre ha voluto far sentire il suo assordante silenzio. Ma quei cartelloni, che sembravano scritti con il sangue, trasudavano sofferenza e indignazione: “Basta morti sul lavoro”, “La sicurezza sta alla base del lavoro”, “La vita è preziosa - Obbligatorio lavoro sicuro”.

Dopo la Santa Messa, per le vie di Dasà, c’erano diverse fasce tricolori poggiate sul petto di coloro che vogliono guidare i loro cittadini verso un domani meno angusto; c’era chi porta il suo piccolo contributo alla collettività con il quotidiano impegno in un’associazione culturale il cui ruolo è fondamentale, soprattutto in termini di capacità di aggregare, in un’area in ritardo di sviluppo; c’erano tanti giovani e tanti anziani che hanno capito che è il momento di ribellarsi ad uno stato di bisogno che deforma gli equilibri del vivere sociale e che talvolta uccide.

E a ribadirlo è stato il sindaco Raffaele Scaturchio che questa iniziativa l’ha pensata, promossa, fortemente voluta. Ha voluto che la sua comunità rimanesse unita, anche se ferita dalla perdita di Domenico Fatiga, lavoratore che ha abbandonato questo mondo su un cantiere a Maierato. Il suo destino non deve più toccare a nessuno: è una battaglia di civiltà da portare avanti senza indecisioni e senza tentennamenti.

Dasà è caduta, ma ha ancora voglia di rialzarsi.

Incidenti sul lavoro, Dasà si mobilita: fiaccolata per commemorare le vittime

L’amministrazione comunale di Dasà, guidata dal sindaco Raffaele Scaturchio, ha organizzato in collaborazione con gli altri Comuni del Vibonese e con le sigle sindacali una fiaccolata per ricordare le vittime degli incidenti sul lavoro. 

L’iniziativa è stata promossa a seguito della morte, in un cantiere a Maierato, del lavoratore 54enne Domenico Fatiga, che ha scosso l’intera comunità delle Preserre. 

L’evento avrà luogo giovedì: alle 17.30 è prevista la Santa Messa nella chiesa di San Nicola e San Michele e a seguire ci sarà la fiaccolata per le vie del paese.

“Il fenomeno che si cela dietro numeri di infortuni e morti evitabili, numeri indegni di un paese civile e industrializzato quale dovrebbe essere il nostro – ha scritto Scaturchio in una missiva indirizzata alle organizzazioni sindacali e agli Enti del Vibonese - rappresenta storie di dolori e sofferenze di centinaia di migliaia di famiglie come quella del signor Fatiga che ha lasciato una moglie e 3 figlie e gli adorati nipotini, a cui nessun risarcimento potrà ridare pace e sollievo. 

A queste tragedie è dovere di tutti noi, primi fra tutti i cittadini, opporci e dire basta con un impegno convinto e concreto che porti a proteggere e salvaguardare la salute e la vita di ogni lavoratrice e lavoratore anche per evitare conseguenze che ricadono poi sull’intera società. 

Per questo oggi voglio chiederVi di unirVi a noi nella fiaccolata con cui intendiamo manifestare sostegno e vicinanza alla famiglia Fatiga ma anche la volontà di credere e adoperarci affinché simili tragedie non accadano più. Ci ritroveremo tutti a Dasà giovedì 3 novembre 2016 alle ore 17.30, presso la chiesa Parrocchiale, per la celebrazione di una Santa Messa e poi percorrere in corteo un tragitto che attraverserà il centro cittadino fino alla Via Calvario all’ ‘Arco’, luogo in cui ci fermeremo per rivolgere una preghiera ed un saluto per tutte le vittime sul lavoro affinché la loro storia sarà di sprone per tutti.  

Questo momento – ha concluso - segnerà l’inizio di un’attenzione nuova e comune in cui ci impegneremo tutti a spendere energie e risorse nella promozione di progetti e iniziative che partono dal mondo della scuola per dare vita ad una cultura della sicurezza efficace e diffusa”.

Dramma sul lavoro, operai precipitano a terra: un morto e un ferito grave

Due famiglie di Amaroni sono state raggiunte stamattina da una notizia che le ha gettate nella più profonda disperazione. Mentre venivano eseguiti dei lavori su una costruzione a Germaneto, due operai sono precipitati a terra per motivi non ancora certi: il terribile impatto ha provocato l'immediato decesso di un 40enne, mentre un 25enne è ora ricoverato in condizioni gravi.

 

 

Subscribe to this RSS feed