Esce dal carcere in permesso premio e ruba due borse, arrestato

Nei giorni scorsi, la polizia di Reggio Calabria ha individuato il presunto autore di un furto commesso ai danni di due signore che, mentre si trovavano nei pressi di una fontana del centro reggino, avevano lasciato l’auto in sosta con i finestrini abbassati.

L’uomo, approfittando della distrazione delle vittime, ha raggiunto l’autovettura e, con una mossa repentina, ne ha rubato le borse contenenti documenti personali, denaro ed effetti personali, per poi dileguarsi con uno scooter.

Grazie alla presenza dei sistemi di videosorveglianza, i poliziotti hanno identificato il presunto responsabile, in un 46enne del luogo che aveva lasciato il carcere di Locri per beneficiare di un permesso premio.

Al termine delle formalità di rito, l’uomo è stato riassociato alla casa circondariale per la violazione delle prescrizioni dell’autorità giudiziaria e denunciato per il furto commesso ai danni delle due donne che sono rientrate in possesso dei loro averi.

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Certificati medici falsi in cambio di soldi e favori: 90 indagati e 11 misure cautelari per medici, avvocati e pubblici ufficiali

I finanzieri del Comando provinciale di Reggio Calabria, con il coordinamento della Procura della Repubblica di Locri, hanno eseguito un provvedimento emesso dal gip del Tribunale locrese che dispone l’applicazione di misure cautelari personali nei confronti di 11 persone.

In particolare, con il provvedimento è stata disposta la custodia cautelare in carcere nei confronti di un dirigente medico in servizio presso l’ospedale di Locri, la detenzione domiciliare nei confronti di un primario, l’obbligo di firma nei confronti di 3 indagati – tra cui due avvocati – e l’interdizione dall’esercizio della professione nei confronti di 5 medici e 1 avvocato, per 12 mesi.

Contestualmente sono state seguite numerose perquisizioni personali e locali, anche presso l’ospedale di Locri.

Nell’ambito del procedimento risultano indagati, a vario titolo, 90 persone – tra i quali medici, avvocati, tecnici di laboratorio e altri pubblici ufficiali – per i reati di corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio e falsità ideologica del pubblico ufficiale in atti pubblici, commessi a Locri e in altri comuni della provincia di Reggio Calabria nel periodo compreso tra il 2021 ed il 2022.

Il provvedimento cautelare scaturisce da indagini che hanno consentito di fare luce su un presunto sistema con il quale sarebbero stati rilasciati falsi certificati medici finalizzati, tra l’altro, a giustificare la mancata partecipazione ad udienze da parte di imputati di gravi reati, ad accedere a benefici assistenziali non dovuti o ad ottenere rimborsi assicurativi non spettanti, inabilità temporanee al servizio ovvero indebiti trasferimenti per motivi di studio e lavoro.

In particolare, da quanto emerso dalle indagini svolte dalle fiamme gialle di Locri, il rilascio da parte di alcuni indagati di certificazioni sanitarie attestanti diagnosi non corrispondenti alla realtà sarebbe avvenuto in cambio di somme di denaro o di altre utilità.

Corriere della droga sorprese con oltre 5 Kg di cocaina

I finanzieri del Comando provinciale di Reggio Calabria hanno tratto in arresto una persona accusata di traffico di sostanze stupefacenti.

In particolare, nel corso di un servizio di controllo effettuaton a Locri, le fiamme gialle hanno fermato ed ispezionato l’autovettura condotta dall'indagato, scoprendo prima un doppiofondo azionabile con pistoni idraulici, risultato vuoto e poi due vani realizzati nello schienale dei sedili anteriori, contenenti cinque panetti di cocaina pura per un peso complessivo di 5,5 chili.

Al termine delle operazioni, la droga e l’autovettura utilizzata per il traffico sono state sequestrate, mentre l'uomo è stato arrestato.

 

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Sequestrati nove quintali di artifici pirotecnici, tre denunce

Le fiamme gialle del Gruppo di Locri hanno scoperto 900 Kg di fuochi d’artificio destinati alla vendita, illegalmente detenuti all’interno di un esercizio commerciale e in un’abitazione privata della Locride.

Gli approfondimenti investigativi hanno fatto emergere l’assenza della prevista licenza di vendita dei prodotti, peraltro, stoccati in un locale non conforme alla normativa vigente.

All’esito delle operazioni, il materiale di fabbricazione italiana, albanese e cinese, recante un quantitativo netto di massa attiva/polvere da sparo pari ad oltre 85 chili, è stato sottoposto a sequestro.

I tre responsabili sono stati segnalati alla Procura della Repubblica di Locri per detenzione, commercio abusivo ed omessa denuncia all’Autorità di materiale esplodente.

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Reflui oleari sversati in un fiume, denunciato il titolare di un frantoio

I carabinieri forestali di Locri (Rc), con il supporto dei colleghi delle Stazioni di Roccella Jonica e Caulonia, hanno scoperto un frantoio oleario nel comune di Locri che scaricava, senza alcun trattamento, le acque reflue di lavorazione direttamente nell’alveo della fiumara Gerace.

I militari, nel corso dei controlli, hanno notato delle condutture collegate ad un pozzetto di scarico di acque bianche che, all’ispezione, esalava l’odore tipico delle acque di vegetazione, sottoprodotto fortemente inquinante del processo di molitura delle olive. Da un esame più approfondito è emerso che la conduttura convogliava i reflui direttamente nel corso d’acqua.

Inevitabile, quindi, il sequestro della conduttura e la denuncia del titolare del frantoio - un trentasettenne di Locri - che dovrà rispondere del reato di scarico di acque reflue industriali senza autorizzazione.

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Sgominata banda dedita ai furti nei supermercati

Questa mattina, i carabinieri della Compagnia di Locri, coadiuvati dai colleghi del Comando provinciale di Reggio Calabria, hanno dato esecuzione a un’ordinanza di misura cautelare personale degli arresti domiciliari emessa dal gip presso il Tribunale di Locri, su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di 7 persone, tutte di origine romena e dimoranti nella città di Reggio Calabria, ritenute responsabili del reato di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di furti.

Il provvedimento trae origine dagli esiti dell’indagine sviluppata – a partire dallo scorso mese di marzo – dai carabinieri della Stazione di Bovalino (Rc) attraverso l’analisi dei dati investigativi rilevati dai fatti denunciati in occasione di diversi furti perpetrati in alcuni supermercati della Locride che, messi a sistema con le immagini degli impianti di video sorveglianza degli esercizi commerciali coinvolti e dei sistemi di rilevazione targhe diffusi sul territorio, nonché con le informazioni rilevate dalle banche dati in uso alle forze di polizia, hanno consentito di acquisire gravi elementi indiziari in ordine all’esistenza di un’associazione per delinquere con base operativa a Reggio Calabria, fondata sulla predisposizione di mezzi comuni e su una struttura organizzativa stabile, tali da garantire l’agevole commissione da parte dei sodali, tra il 2019 e l’anno in corso, di un numero indeterminato di furti all’interno di supermercati ubicati in varie province della Calabria e della Sicilia.

Gli esiti emersi dalle indagini, hanno permesso infine di raccogliere gravi indizi di reità nei confronti degli indagati e, sulla base anche dell’ipotesi d’accusa accolta dal gip, di ricostruirne il “modus operandi”.

Il quadro indiziario, rassegnato alla Procura della Repubblica di Locri, ha permesso quindi di raccogliere un dettagliato scenario probatorio e di identificare con qualificata probabilità i responsabili negli odierni destinatari della misura cautelare.

Ricercato per rapina viene arrestato dalla Polfer

Nei giorni scorsi, gli agenti del posto di Polizia Ferroviaria di Locri (Rc) hanno tratto in arresto un romano di 49 anni.

Nel corso delle attività di controllo svolte presso la locale stazione ferroviaria, l’uomo è stato fermato dai poliziotti che, a seguito di accertamenti, hanno constatato che a suo carico era pendente  un  ordine di carcerazione per il reato di rapina.

Il quarantanovenne, come disposto dall’autorità giudiziaria, è stato tratto in arresto e, al termine delle formalità di rito, condotto presso la casa circondariale di Locri.

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Abuso d'ufficio, sospeso dirigente del Servizio veterinario dell'Asp di Reggio Calabria

I carabinieri della Compagnia di Locri hanno notificato un’ordinanza di misura cautelare interdittiva della sospensione dall’ esercizio del pubblico ufficio e servizio, emesso dal gip presso il Tribunale di Locri, nei confronti del dirigente provinciale del Servizio veterinario -  Area C -  dell’ Asp di Reggio Calabria.

La misura è stata disposta in seguito alle risultanze di un’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Locri, scaturita dalle denunce sporte dalle presunte parti offese  e basatasi sull’analisi della documentazione amministrativa e di controlli espletati dai carabinieri della Compagnia di Locri e del Nas di Reggio Calabria, è tuttora pendente nella fase delle indagini preliminari e, allo stato, ha permesso di ipotizzare una serie di condotte ritenute di rilievo penale, poste in essere dal dirigente del Servizio veterinario, che espletava la propria funzione principalmente nell’area locridea.

In particolare, l’indagato, mediante l’indebito rifiuto di compiere atti previsti e demandati al proprio ufficio, adducendo, nel corso del tempo, a propria discolpa presunti cavilli di natura burocratica, deliberatamente avrebbe omesso -  e in alcuni casi rifiutato di eseguire o di delegare ai propri collaboratori – il compimento delle attività propedeutiche al rilascio delle autorizzazioni sanitarie, impedendo o rallentando di fatto l’operatività di numerose strutture veterinarie, presenti sul territorio Reggino, che avevano avanzato correttamente e nei termini di legge formale richiesta di apertura.

L’inosservanza delle normative vigenti in materia, l’adozione di criteri non uniformi e l’inerzia circa l’attivazione delle procedure burocratiche propedeutiche, costituirebbero elementi caratterizzanti l’azione illecita compiuta dall’indagato che, di fatto, avrebbero cagionato ingiusto danno alle persone offese ma soprattutto dimostrerebbe una condotta non aderente al perseguimento dell’interesse pubblico, violando in modo palese e reiterato il principio di imparzialità della stessa pubblica amministrazione.

Il dirigente, per quanto emerso dalle indagini in corso, trincerandosi nei suoi dinieghi ed esercitando il suo potere censorio, avrebbe, in maniera quasi sistematica, impedito il corretto svolgimento dell’attività professionale dei veterinari locali, creando in quest’ultimi un grave stato di tensione e allarme che, nei casi più disperati, ha portato gli stessi ad abbandonare il desiderio di raggiungimento del lecito riconoscimento professionale, frutto di anni di sacrificio e studi.  

Per tali ragioni, il dirigente è stato sospeso dall’incarico per la durata di 12 mesi, perché ritenuto presunto responsabile del reato di abuso d’ufficio.

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