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Un arresto per traffico di droga

Un giovane di 25 anni è stato tratto in arresto dai Carabinieri che hanno eseguito una disposizione della Procura Generale presso la Corte d'Appello di Roma. Considerato autore del reato di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, F.G. è stato prelevato a Locri dai militari della Stazione di San Luca. I fatti contestatigli sarebbero stati commessi a Roma nel periodo compreso fra l'ottobre del 2009 e lo stesso mese dell'anno successivo. Il venticinquenne, che deve espiare una pena a 4 anni e 5 mesi di carcere, è stato accompagnato presso la casa di reclusione di Locri.  

Maltrattava la convivente: arrestato un 39enne

Un trentanovenne è stato tratto in arresto dai Carabinieri per il reato di maltrattamenti in famiglia. Il provvedimento restrittivo a carico del muratore è stato eseguito dai militari dell'Arma di Locri, sulla scorta di quanto disposto da un'ordinanza di custodia cautelare in carcere che ha firmato dal giudice delle indagini preliminari del locale Tribunale. L'inchiesta era stata avviata sulla scorta di una denuncia presentata da una donna di 39 anni, di origini polacche che vive a Locri.  Sarebbe stata vittima di ripetute percosse da parte dell'uomo, tanto da doversi recare, in diverse circostanze, presso l'ospedale per essere sottoposta alle cure dei medici. 

Un uomo si è suicidato impiccandosi con una corda

Sembra che fosse in preda alla depressione e sarebbe stato questo lungo tunnel oscuro ad averlo portato a compiere il gesto estremo di togliersi la vita. Oggi pomeriggio un uomo di 66 anni si è impiccato sul balcone della propria abitazione a Locri. Una corda a stringergli il collo. Sul posto si sono recati i Carabinieri. Il pubblico ministero di turno ha già ordinato che il cadavere sia restituito alla famiglia. 

Donna morta dopo essere stata dimessa dall'ospedale: i tormenti della sanità calabrese

Un ospedale calabrese torna nella centrifuga dell'attenzione mediatica per un'altra morte su cui si addensano dubbi che meritano di essere allontanati. Sotto la lente d'ingrandimento dell'opinione pubblica, questa volta, è finita la struttura sanitaria di Locri dove gli accertamenti effettuati dai medici per appurare quali fossero le condizioni cliniche di una donna di 43 anni non avrebbero evidenziato la presenza di una dissecazione aortica, risultatale fatale soltanto qualche ora più tardi. A spingerla verso il nosocomio della città jonica erano state le sofferenze ed uno stato di preoccupante malessere fisico. La visita, tuttavia, non avrebbe individuato nulla di grave e la 43enne ha quindi fatto rientro presso la propria abitazione a breve distanza temporale dal tragico epilogo. Un caso, questo, che ha provocato la rabbia del sindaco di Locri, Giovanni Calabrese. Il Primo Cittadino nel primo pomeriggio di ieri ha scritto un lungo post su Facebook per esprimere il proprio pensiero in merito: "Cronaca di una morte annunciata; ieri è successo a Genny, oggi può accadere a chiunque di noi. Non so se si tratta di un caso di malasanità, non sta a me giudicare. Genny, giovane di Placanica, ma residente a Locri dove lavorava presso il Call Center, è andata in ospedale alle 15 di ieri e dopo le 17,00 - ha fatto sapere Calabrese - è ritornata a casa. Apparentemente niente di serio e grave. Ma quei dolori al petto, dolori lancinanti continuavano e gli amici di Genny verso le 23 l’hanno riportata in Ospedale. Genny dopo poche ore è morta. La sua morte deve far riflettere tutti noi. Da quanto appreso, in attesa di conferma, la diagnosi è implacabile: dissecazione aortica. Forse una maggiore attenzione avrebbe potuto salvare questa giovane e sfortunata ragazza? Probabilmente non lo sapremo mai. Anche questa morte rimarrà uno dei tanti dubbi della sanità calabrese. Personalmente ritengo responsabile il sistema della sanità calabrese.  I medici ed il personale dell’Ospedale di Locri sono stati abbandonati e continuano ad operare in condizioni precarie in una struttura ormai fatiscente e senza le necessarie attrezzature.  I vari governi regionali ed i Commissari che negli ultimi venti anni si sono succeduti - afferma il sindaco - continuano a promettere attenzione per la sanità nella Locride, ma puntualmente disattendono tali promesse e continuano a mortificare la sanità e l’Ospedale con scelte assurde e sbagliate. Una parte del personale subisce in silenzio, un’altra parte è asservita quando al potere politico di destra quando a quello di sinistra e non si rende conto che il disastro che si sta verificando porterà alla chiusura dell’Ospedale.  Intanto nella Locride si continua a morire. Oggi è morta Genny, domani ci saranno altri come lei. Che Dio ci aiuti. Ciao Genny, Ti ricorderemo come una ragazza, semplice, disponibile, dolce e solare". "La nostra battaglia - assicura il sindacoCalabrese - andrà avanti anche in memoria della tua assurda, ingiusta e prematura morte".

 

 

Tensione alla commemorazione di Fortugno: politici offesi da una familiare dei condannati

"Sequestri di Stato", è così che sono state definite le condanne inflitte ad Alessandro e Giuseppe Marcianò, giudicati responsabili dell'assassinio di Francesco Fortugno, vicepresidente del Consiglio regionale della Calabria trucidato il pomeriggio del 16 ottobre di dieci anni fa a Locri ed oggi commemorato nella città jonica alla presenza di numerose autorità politiche. A pronunciare stamattina la frase incriminata è stata Francesca Bruzzaniti, moglie e madre dei due individui considerati, insieme ad una terza persona,  autori, a vario titolo, del delitto commesso nell'atrio di Palazzo Nieddu Del Rio, dove si stavano celebrando le Primarie che avrebbero consacrato Romano Prodi leader dell'Unione di centrosinistra. Destinataria del pensiero espresso dalla donna è stata Rosy Bindi, che pare sia stata anche aggredita fisicamente. Ai politici presenti, dal ministro delle Infrastrutture e Trasporti Graziano Del Rio, al viceministro dell'Interno Filippo Bubbico, da Marco Minniti, sottosegretario con delega ai Servizi segreti, al presidente della Regione Mrio Oliverio, la congiunta dei condannati ha gridato, condendo l'invettiva con offese, che si devono vergognare. L'episodio è avvenuto mentre venivano deposte tre corone di fiori sul luogo dell'omicidio. 

Pesante sconfitta per la Serrese. Risultati, classifica e prossimo turno

Ennesima domenica amara per la Serrese che viene letteralmente spazzata via dalla Laureanese. In virtù del 5-1 subito a Laureana di Borrello i bianco blu sprofondano al quart’ultimo posto, con due sole lunghezze di vantaggio sulla coda della classifica. Battuta d’arresto anche per il Soriano costretto ad alzare bandiera bianca in casa del Caulonia. La notizia della giornata, però, arriva da Gioiosa Marina dove la capolista Locri subisce la prima battuta d’arresto dopo cinque successi consecutivi. Grazie al passo falso locrese, la Deliese, corsara sul campo dell’Aurora Reggio, conquista seppur in coabitazione la vetta. Per quanto riguarda i piani alti della graduatoria, da segnalare il balzo in avanti del Siderno che batte il Bocale e conquista la seconda piazza. Piuttosto affollata la zona a ridosso delle posizioni di vertice dove, con 10 punti all’attivo, incrociano Aurora Reggio, Marina di Gioiosa, Bagnarese e Soriano. Nei bassifondi, invece, muove la graduatoria il Guardavalle che, tra le mura amiche, raccoglie un punto prezioso con il San Giuseppe. Chiude la Villese, sconfitta in casa della Bagnarese.

Risultati 6^ giornata

Bagnarese – Villese 2-1

Caulonia – Soriano  2-1

Siderno – Bocale 2-0

Guardavalle – San Giuseppe  1-1

Laureanese – Serrese  5-1

Marina di Gioiosa – Locri 1-0

Africo – Rosarnese 2-0

Aurora Reggio – Deliese 0-1

 

SQUADRA

PUNTI

GIOCATE

LOCRI

15

6

DELIESE

15

6

SIDERNO

13

6

CAULONIA

12

6

AURORA REGGIO

10

6

M. di GIOIOSA

10

6

BAGNARESE

10

6

SORIANO

10

6

BOCALE

8

6

LAUREANESE

6

6

AFRICO

6

6

SAN GIUSEPPE

5

6

SERRESE

4

6

ROSARNESE

3

6

GUARDAVALLE

3

5

VILLESE

2

5

Prossimo turno 25 ottobre 2015

Bocale – Africo

Laureanese – Bagnarese

Locri – Caulonia

Rosarenese2015 – Villese

San Giuseppe – Aurora Reggio

Serrese – Marina di Gioiosa

Soriano - Guardavalle

 

Contestazione Roccisano, Nicolò: "Si sta scherzando col fuoco"

"Si deve essere coerenti, perché il disagio sociale crescente non consente più che le istituzioni facciano proclami non seguiti dai fatti.  Chi di fronte ai bisogni dei cittadini della Locride - afferma il capogruppo di Forza Italia Alessandro Nicolò a proposito della manifestazione di sabato a difesa dell’ospedale - una delle aree più emarginate del Paese verso cui l’attenzione dei Governi e della Regione è sempre stata marginale, tenta addirittura di mettere a rischio l’ospedale, paventandone il ridimensionamento o la chiusura, non sa che si sta scherzando col fuoco. Il limite di sopportazione per cittadini che si vedono negati importanti diritti costituzionali - aggiunge Nicolò - è stato ampiamente superato. Nella legge di stabilità appena approvata dal Governo, il Mezzogiorno continua ad essere ignorato. L’attenzione di Renzi e della Regione verso la Locride, aldilà delle tante rassicurazioni andate a vuoto, è pari a zero. Tutto ciò, allarga  il divario tra Nord/Sud, ed acuisce la distanza tra le stesse aree del Mezzogiorno, specie se si insiste nella scellerata politica dei tagli lineari che riducono servizi pubblici come quelli socio-sanitari, mettendo a rischio posti di lavoro e conculcando il diritto alla salute". 

La Calabria si ribella ad "Anime nere", ma non ai suoi antichi vizi

In fondo la storia è sempre la stessa: che si parli di mafia, di camorra o di 'ndrangheta, la levata di scudi da parte di coloro che sono istituzionalmente preposti alla rappresentanza di una comunità, più o meno vasta, si ribellano levando al cielo geremiadi permalose per il presunto sfregio all'immagine collettiva. E' singolare che nessuno, fra gli "avvocati" improvvisati di un popolo, senta il bisogno, salvo casi rarissimi, di indirizzare questi stessi strali, con questo medesimo tenore, verso i veri deturpatori del buon nome di una città, di un paesino, o di un'intera nazione. Può essere il Silvio Berlusconi, adombratosi in passato perché inondare il mondo con le storie e le immagini de "La Piovra" danneggiava il nostro Paese, possono essere i sindaci dell'hinterland napoletano o casertano, inalberatisi per il successo di "Gomorra" al punto di non concedere in alcune circostanze le autorizzazioni necessarie perché i rispettivi territori facessero da cornice alle gesta della famiglia Savastano, protagonista della serie. In queste ore è il turno dei Primi Cittadini delle località che insistono nell'area reggina della Locride ad alzare la bandiera dell'appartenenza immacolata da opporre ai presunti denigratori di una realtà che, come sempre si dice in queste occasioni, è ben altra rispetto alla rappresentazione stereotipata che emerge dalle riduzioni cinematografiche o televisive. Nel mirino questa volta è "Anime Nere", il pluripremiato film di Francesco Munzi, capolavoro ammirato ovunque. Particolare non trascurabile, la pellicola è stata ispirata dal romanzo di Gioacchino Criaco, raffinatissimo letterato che ha visto i natali ad Africo, lì in quegli stessi vicoli teatro delle cupe vicende che hanno fatto da filo conduttore dell'opera. Eppure, ciò non basta a garantire la buona fede o l'inesistenza di qualsivoglia tentativo di gettare indiscriminatamente fango sulla terra calabra. No, non va bene tuonano i sindaci del Reggino. Non è cosa buona e giusta informare una platea, la più ampia possibile, che sì, anche questa, purtroppo, è Calabria. Non vengono certo sfiorati dal sospetto gli ineffabili portatori della fascia tricolore che sarebbe ben più degno ammettere che senza la pervasività venefica della 'ndrangheta che tutto insozza, questo angolo di pianeta, forse, avrebbe potuto essere ricco e prospero, di intelligenze e denari fagocitati dal cancro criminale. Meglio, molto meglio, secondo i pensieri elementari da essi espressi, insistere nel voler nascondere la polvere sotto il tappeto: talmente impegnati nell'edificazione di muri concettuali da non rendersi conto che è proprio questo atteggiamento, passivo e sconfitto dagli eventi inoppugnabili, a rendere inespugnabile la fortezza dell'isolamento cui è condannata la Calabria. Preda ed ostaggio al tempo stesso di ancestrale vittimismo, si scagliano contro l'arte, rea di svelare che "Il re è nudo". Bersaglio all'apparenza facile, esibiscono una compattezza che, se adoperata per una concreta promozione turistica scevra da meschine gelosie e da ottusi egoismi, avrebbe certamente prodotto risultati fecondi. "Questo film - secondo Giovanni Calabrese, sindaco di Locri, dà un’immagine terribile delle nostre terre e corrobora i peggiori pregiudizi sulla Calabria, come terra mafiosa e legata a regole arcaiche. Già l’abbiamo sopportato nei cinema, ma ora vederlo entrare in tutte le case con la potenza della tv ci preoccupa e ci amareggia. Il film descrive una situazione irreale che forse esiste in un qualche sparuto centro dell’aspromontano e delegittima l’intera popolazione. Attenzione, non sto dicendo che non esista la ’ndrangheta, ma noi la combattiamo ogni giorno coi fatti e con l’impegno degli amministratori. I calabresi devono ribellarsi a questa descrizione. Non escludiamo nulla, neanche azioni legali contro chi infanga la Calabria". E' sempre lì che si torna, alla minaccia di andare in Tribunale per proteggere il buon nome, ad onor del vero sconosciuto ai più, del giardino di casa. Salvo ammettere, per grazia concessa, che la "'ndrangheta esiste": una ammissione mimimalista, quasi fosse una iattura del destino dover convivere con le forze diaboliche dei clan. Un certo qual disagio si avverte anche quando il Primo Cittadino parla di descrizione irreale. Non ce ne voglia, ma siamo assaliti dal dubbio che non abbia visto il film, perché in quei 103 minuti di turbamenti e subbugli dell'anima, le dinamiche, la cattiveria bestiale, gli episodi, le rappresentazioni di subcultura mafiosa sono di un realismo crudo e storicizzato. Addirittura Antonio Domenico Principato, che guida l'Amministrazione Comunale di Staiti, arriva a tirare in ballo la "crisi economica che ci sta annientando in tutti i modi". E per  fronteggiarla al meglio serve, a suo parere, che l'unione dei sindaci si prodighi per uscire da quella immagine che può dare questo film. I mafiosi sono una sparuta minoranza, i calabresi sono laboriosi e impegnati". Il leit motiv, al netto di qualche variabile nei toni, è sempre uguale da decenni e decenni: calabresi brava gente, è il mondo che non li capisce pensando che siano tutti brutti, sporchi e cattivi. Qualcuno, come il sindaco di Sant'Agata del Bianco, Giuseppe Strangio, si spinge più in là e, oltre a rifiutare il messaggio dominante nel lavoro di Munzi, pare esterrefatto di fronte ad una storia che sembra quasi sia stata concepita su Marte: ""Anime Nere" non rende merito alla Calabria. Un film che lascia sgomenti per la durezza delle immagini e l’idea della ferocia della criminalità di questi protagonisti. Andare in giro e sentirsi etichettati come calabresi trafficanti di droga mafiosi non è bello. Noi cerchiamo di portare avanti un discorso di legalità e di trasparenza sarebbe opportuno che Sky mandasse anche altri messaggi, magari coinvolgendo le scuole. Il rischio è che si cada nel banale, riducendo la Calabria a solo quello". Ecco un'altra testimonianza forte di come fuggire dalla realtà: scaricando su Sky la responsabilità di non diffondere valori differenti. Il canovaccio consolidatosi nel corso del tempo, in fondo, non ammette variazioni: se cercate colpe, andate a scovarle da qualche altra parte, venendo qui avete sbagliato indirizzo, lasciateci morire d'inedia.

  • Published in Diorama
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