On. Vincenza Bossio (PD), riconosciuta la realizzazione della ciclovia "Magna Graecia".

Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa da parte dell' on. Vincenza Bruno Bossio (IX Commissione - Trasporti, Poste e Telecomunicazioni. Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie).

Nel decreto legge fiscale è stata riconosciuta e sancita la realizzazione della ciclovia della "Magna Graecia". La Calabria è l'asse centrale del percorso che si snoda lungo oltre mille km da Lagonegro, in Basilicata,  fino a Pachino, in Sicilia. Quella della "Magna Graecia" è una delle 5 direttrici che costituiranno il sistema nazionale delle ciclovie turistiche.

L'inserimento di tale opera strategica nel decreto legge è il riconoscimento  dell'impegno che abbiamo profuso come parlamentari PD nella Commissione Trasporti della Camera dei Deputati oltre che il recepimento della proposta che sui tavoli istituzionali ha formulato la Giunta regionale della Calabria. Ora si potrà passare alla fase attuativa attraverso la firma del protocollo d'intesa tra il governo e le regioni interessate che disporrà l'autorizzazione a procedere alla progettazione ed alla realizzazione dell'infrastruttura.

La ciclovia della "Magna Graecia" sarà un vero e proprio volano di sviluppo. Il percorso sarà un moderno fattore di attrazione turistica e faciliterà la promozione di uno sviluppo integrato che valorizzerà le identità, il patrimonio storico-artistico-paesaggistico e le risorse territoriali delle aree interessate.

Garibaldi, la Calabria le colpe dei calabresi

 In un certo teatro della nostra zona, un certo attore ha informato il pubblico che “Garibaldi tolse al Sud le ferrovie e le portò al Piemonte che non le aveva”; e giù applausi di tutti, tranne chi scrive, il quale è sì Commendatore dell’Ordine borbonico Costantiniano eccetera, però, nei ritagli di tempo, è storico, e come tale edotto che, nel 1860, il Piemonte contava 950 chilometri di linee ferrate – resesi assai utili anche nella guerra del 1859 contro l’Austria – e il Regno delle Due Sicilie solo 99 (novantanove).

 Rispondo a qualche domanda. Mancavano forse i progetti? Ma no, ce n’era un visibilio, e anche disegnati molto bene. Mancavano i soldi? Ma no, le casse dello Stato scoppiavano (dello Stato, non del re; e un ducato che fosse uno non circolava). E allora? Lo stesso della Regione Calabria quando non spende i fondi europei: ignoranza, incapacità, o, peggio, eccesso d’intelligenza e starsela a pensare. Già, il meridionale medio è come i cani doberman che ogni tanto il cervello cresce più del cranio, e diventano scemi!

 Lo Stato unitario attuò i progetti con i soldi borbonici; e nel 1875 la linea di Bari s’incontrò con quella di Reggio. Indovinate dove? A Soverato! Ma non è di treni che voglio parlarvi; è della mania dilagante, tra un 20% di furbetti e un 80 di sprovveduti e ingenui, di spiegare i mali del Sud con la colpa di qualcun altro. Non è una novità, e, prima di questa moda pseudoborbonica, di solito l’intellettuale meridionale vagamente colto e vagamente massonico se la prendeva con:

-          I Romani, che, a suo dire, avrebbero distrutto la Magna Grecia: affermazione falsissima, se è vero che già da due secoli i Greci avevano raso al suolo le città greche di Siri, Sibari, Caulonia, Ipponio, Reggio e spiccioli; che Roma intervenne la prima volta per aiutare Thuri; e che la rinata Reggio era un municipio romano in cui si parlava greco ma erano tutti cittadini con tre nomi latini; eccetera.

-          Saltando un po’, contro gli Spagnoli, cui si attribuivano tutte le nefandezze antiche e attuali, ignorando che non ci sono più dal 1708.

-          I più raffinati, se la pigliavano con i cattolici per non essere diventati protestanti.

-          Con i Borbone, la cui colpa sarebbe stata di non essersi messi a pecorone quando nel 1798 arrivarono i giacobini saccheggiatori; eccetera; e che anche loro non ci sono dal 1861.

 Questo accadeva prima. Oggi che a scuola si studia solo la Guerra dei cento anni, segno che i testi sono scopiazzati da libri francesi e inglesi e che certi professori senza libri annaspano nel buio pesto, niente Romani e Iberici e papi; e i Meridionali hanno trovato un nuovo lupo con cui prendersela: i più, Garibaldi, che bene o male l’hanno sentito nominare tutti; qualche raro meno ignorante, con Cavour.

 Il procedimento è psicanalitico, tipo per la moglie è colpa del marito, e per il marito, della moglie. Tutti vedono che il Sud è messo malissimo; in particolare, la Calabria è pressappoco l’ultima d’Europa. Per evitare di accusare i Meridionali, e in particolare i Calabresi, bisogna scaricare le colpe addosso a qualcuno: è Garibaldi, ma potrebbero essere i Marziani, è uguale. Colpe di che? Di aver sottratto al Sud la sua ricchezza.

 Per fare ciò, bisogna inventarsi la ricchezza. Ed ecco che l’onesta ferriera statale di Mongiana diventa “il polo siderurgico più grande l’Italia”, e se l’applauso è scrosciante, “d’Europa”; e la casuale presenza di un bidet a Caserta, “avevamo l’acqua nelle case”, e via con altri deliri. Avevamo, poi arrivò il lupo cattivo.

 Attribuire colpa all’Oliverio, allo Scopelliti di turno? Non sta bene, sono amici; e forse un favore…

 Corollario: ora qualche lettore mi accuserà di essermi venduto ai “Piemontesi”; e invece no, ragazzi, vi sto spiegando la verità gratis; e che la colpa è tutta e solo nostra. Sì, anche l’arrivo di Garibaldi fu colpa nostra, di un esercito e marina che se la stettero a pensare invece di spararli addosso come deve fare, per automatico dovere, un militare normale in presenza di qualsiasi sbarco armato: prima sparare, poi, ma non è indispensabile, domandarsi chi è il nemico.

 E giù applausi all’attore disinformato.

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Dinami: convegno sul cancro del colon rettale

La provincia di Vibo Valentia sarà interessata all’adesione ad un progetto europeo della Casa di Cura Villa dei Gerani, unitamente al San Raffaele di Roma, al Cirm di Milano ed alla Università della Magna Grecia di Catanzaro.

Su questo obiettivo è stato promosso un interessante studio sullo screening del cancro colo-rettale in micro aree, della provincia di Vibo Valentia, ritenute a rischio, in soggetti di età compresa fra 50 e 72 anni.

Lo studio verrà condotto in numerosi comuni divisi in aree pedemontane, marine ed aree dove esiste una ipotesi che possano essere stati interrati rifiuti tossici.

Lo screening, volontario, è gratuito. E’ esteso, come detto, a tutta la fascia di cittadini dei comuni coinvolti con età compresa fra i 50 e 72 anni, mentre i congiunti di primo grado di pazienti che hanno avuto un cancro del colon retto dovranno effettuare lo screening in età inferiore di almeno 10 anni.

Il Progetto verrà presentato domani alle ore 10, al Centro di Aggregazione Sociale di Melicuccà di Dinami, in provincia di Vibo Valentia da dove avrà inizio la ricerca ed ospiterà il meeting sul tema:”Lo screening del colon retto in soggetti a rischio”.

Il meeting, aperto ai cittadini, è patrocinato dal comune di Dinami e si svolgerà sotto gli auspici delle Delegazione del  Sovrano Militare Ordine di Malta, dell’Azienda Sanitaria Provinciale,  dell’Ordine dei Medici di Vibo Valentia e della Fimmg che rappresenta i Medici Generalisti pronti ad offrire un contributo fondamentale alla efficacia dello studio.

Con questa iniziativa, la Casa di Cura Villa dei Gerani, si pone nella provincia, quale Centro di riferimento  per lo studio, la diagnosi e la terapia del cancro colorettale, aderendo di fatto alle campagne nazionale e regionali per la prevenzione di questa malattia.

Presiederanno Maria Ventrice, sindaco di Dinami e Soccorso Capomolla, direttore sanitario di Villa dei Gerani.

Modereranno Agostino Scozzarro ed il giornalista  Giuseppe Sarlo 

Previsto un breve indirizzo di saluto di Antonio La Gamba, della Casa di Cura Villa dei Gerani,  di Frà Ignazio Toraldo di Francia Cappellano Professo della Delegazione Granpriorale del Sovrano Militare Ordine di Malta, Antonino Maglia Presidente dell’Ordine dei Medici e Nazzareno Brissa Segretario provinciale della Fimmg.

Coordinerà Agostino Scozzarro, del dottorato di ricerca in robotica e tecnologie informatiche in chirurgia all’Università di Tor Vergata, a Roma.

Saranno relatori lo stesso Soccorso Capomolla  su “Definizione di un algoritmo per la determinazione del rischio ambientale ed alimentare nella manifestazione del cancro del colon retto”; Bernardo Toraldo, direttore relazioni esterne della Alfa Wassermann di Roma,  su “La preparazione intestinale ottimale”;  Cristina Grossi, dell’Uoc di Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva dell’Ospedale di Albano Laziale, su “La colonscopia di qualità”e Cesare Hassan, dell’Uoc di Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva dell’ospedale Regina Margherita di Roma, su “Possono le tecnologie avanzate ridurre il rischio di diagnosi errate?”.

La discussione con l’ Auditorium è affidata a Vincenzo James Greco, primario dell’Unità operativa di chirurgia a Villa dei Gerani.

 

 

Il Mezzogiorno in mezzo al guado

Dai tempi più remoti il meridionalismo oscilla pericolosamente tra i due estremi dell’esaltazione e dell’abiezione. Tranquilli, non ce l’ho solo con i gruppuscoli odierni, ma con anche con il sommo Platone che celebrava Crotone e Locri oltre il loro merito, e con tutti i poeti e viaggiatori di passaggio che hanno creato il mito della bellezza e prosperità della terra; e con tutti quelli che invece hanno pianto e piangono le miserie del Sud assai più che miserie non fossero. Il Sud è, tutto sommato, una storia e una realtà media. Veloci esempi: non ha grandissimi poeti e letterari, però ha sommi filosofi; ha una sola grandissima città, però una popolazione disseminata in moltissimi piccoli centri vivaci; accolse ondate immigratorie, però non fu mai spopolato, e la sua emigrazione è recentissima rispetto ad altri; non conobbe istituzioni rappresentative neanche nobiliari, ma i suoi paesi e le città ebbero da sempre istituzioni comunali; non fu mai ricchissimo neanche ai tempi della mitica Magna Grecia, però mai patì la fame; non vanta molte glorie militari, però potrei elencarvi un buon numero di condottieri e guerrieri… Insomma, una storia media.

Vedete, gentili lettori, la grande storia, che è storia di gloria e di sangue e mai di pace, avviene quando in una terra ci sono grandi ricchezze e grandi povertà, cosa mai accaduta tra gli Abruzzi e lo Stretto, terra media. La più grave carenza del Meridione è la politica, intendo dire non le astratte ideologie, di cui anzi abbonda, ma il senso del reale, del possibile, della scansione temporale dei procedimenti sociali. A questa dovremmo porre riparo, se vogliano fare qualcosa per il Sud.

Secondo me: Bisogna porre fine agli entusiasmi infantili e immotivati sul passato, che soddisfano le corde vocali degli strilli al Re e i palati delle cene, ma non producono nulla di concreto; a parte che non si fondano sul vero. La storia è meglio lasciarla agli storici, i quali sanno distinguere un documento da una patacca. Devono essere ugualmente vietati i piagnistei più o meno patriottardi. Lo stesso per gli entusiasmi immotivati e infantili per il futuro, magari da affidare a sogni d’indipendenza. Mi diverte pensare ai 666 gruppuscoli che dovessero indicare il futuro re, se già manco ci si mette d’accordo per celebrare una data assieme! Serve mobilitare le energie intellettuali non nei vaghi sogni di gloria, ma nello studio della natura delle cose e della possibile utilizzazione. Esempio, se parliamo di turismo, studiare il turismo del Sud e non “Rimini, Ibiza, Acapulco”: se no facciamo come nella mia città, che costruirono un acquario mai visitato da nessuno, e alla prima pioggia saltarono le macchine e, caso unico nella storia, i pesci morirono affogati: ma l’intento era fare concorrenza a Genova! Ergo, basta chiacchiere e superbia piccolo borghese fondata sul nulla.

Le parole dividono, i fatti uniscono. Bisogna dunque individuare qualche azione concreta, che obblighi i governi italiani e le loro diramazioni locali, e l’Europa, a considerare il Meridione come una realtà capace di esercitare pressione politica, elettorale, economica. Faccio questi discorsi da anni su riviste e in convegni: l’ultima volta, l’anno scorso a Gioia del Colle, e tutti giurano che faranno così. Ma, per dirla con i nostri cugini spagnoli, plumas y palabras el viento las lleva.

Ora qualcuno risponderà ingiurie generiche e bidet di Caserta: tutti gli altri, muti!

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