Rai, Caligiuri a “Voci dal mondo” intervistato sul libro “Il pericolo viene dal mare”

Il Direttore del Master in Intelligence dell'Università della Calabria, Mario Caligiuri, domenica 21 gennaio 2018 alle ore 7.30 verrà intervistato su Radio Uno della Rai nella trasmissione “Voci dal mondo” condotta da Alba Arcuri.

Caligiuri parlerà del suo libro scritto insieme ad Andrea Sberze “Il pericolo viene dal mare. Intelligence e portualità” edito da Rubbettino con la prefazione di Lucio Caracciolo.

L’intervista verrà curata da Giuseppe Carrisi.

 

 

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Violante all'Unical: l'importanza dell'intelligence per la garanzia della libera formazione dell'opinione pubblica

Riceviamo e pubblichiamo una nota stampa da parte del Direttore dell'Università della Calabria, Mario Caligiuri, circa l'intervento del Presidente della Camera dei Deputati, Luciano Violante, ad una delle lezioni del Master in Intelligence, sottolineando l'importanza dell'Intelligence, svelando la manipolazione delle informazioni:

 

"L’intelligence oggi nelle democrazie ha una funzione enorme: quella di consentire la libera formazione del consenso, difendendo il principio di verità e svelando la manipolazione dell’informazione”. È quanto ha affermato il Presidente emerito della Camera dei Deputati Luciano Violante durante la sua lezione al Master in Intelligence dell’Università della Calabria dove è stato introdotto dal Direttore Mario Caligiuri. Violante ha svolto un’articolata analisi storica relativa alle due leggi che hanno regolamentato il settore, quella del 1977 e la riforma del 2007, che lo hanno visto entrambe come protagonista.

Nel primo caso per avere eccepito, da magistrato a Torino, l’eccezione di costituzionalità e il conflitto di attribuzioni in relazione all’opposizione del segreto di Stato in occasione del procedimento giudiziario che vide coinvolti tra gli altri Randolfo Pacciardi ed Edgardo Sogno. La vicenda comportò poi un pronunciamento della Corte Costituzionale nel 1977 che aprì la strada nello stesso anno alla prima regolamentazione dei Servizi. Dopo trenta anni, fu ancora Violante il relatore della legge di riforma, che ha regolamentato in modo diverso le responsabilità e i compiti degli organismi di intelligence, prevedendo anche le garanzie funzionali e definendo tempi e modalità sul segreto di Stato. Secondo Violante in questi quarant’anni si è passati da un clima di “sfiducia preventiva” a una più ampia condivisione della funzione dei Servizi da parte dell’opinione pubblica.

“In definitiva - ha sostenuto - l’intelligence deve fornire le informazioni adeguate a chi decide nell’interesse della collettività”. Ha quindi ipotizzato che la prossima riforma del settore potrebbe riguardare il coordinamento delle politiche di sicurezza europea che però sarà estremamente difficile fino a quando non si realizzerà una comune politica estera e della difesa. Violante ha infine risposto per quasi due ore alle numerose domande degli studenti."

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Intelligence, Mario Caligiuri e Francesco Bruno inauguraro le lezioni del master dell'Università della Calabria

Dopo la lezione inaugurale da parte di Derrick De Kerckhove, il Master in Intelligence dell’Università della Calabria, prosegue la sua attività formativa con l’intervento del direttore Mario Caligiuri, che ha introdotto il linea generale l’intelligence.

In particolare, si è soffermato sul significato di questa disciplina, essenziale per comprendere la realtà. Caligiuri ha infatti collegato l’intelligence con l’importanza di una corretta percezione e analisi delle informazioni.

“Bisogna utilizzare l’intelligence per legittima difesa - ha detto - poiché occorre essere consapevoli che oggi viviamo nella società della disinformazione permanente e intenzionale. Il dibattito odierno sulle fake news, peraltro ricondotto nell’ambito delle polemiche politiche, non coglie affatto, secondo me, la dimensione e le distorsioni complessive del sistema mediatico”.

Caligiuri ha poi inquadrato il tema dell’intelligence nell’ambito della ricostruzione storica e dell’interpretazione filosofica, citando numerosi esempi dalla Bibbia alla guerra fredda e mettendo poi a confronto le varie scuole di pensiero. Caligiuri ha infine concluso ipotizzando il nuovo ruolo dell’intelligence nella società digitale, dove si registra non solo una radicale mutazione antropologica ma anche una profonda trasformazione degli Stati.

La lezione pomeridiana è stata svolta dal criminologo Francesco Bruno, professore dell’Università della Calabria che ha evidenziato la natura cognitiva, la funzione, il ruolo e le finalità dello spionaggio. Ha poi illustrato una serie di eventi che stanno caratterizzando il XXI secolo invitandoli a inquadrarli al di là dell’apparenza del racconto attraverso i media. In particolare ha illustrato i rapporti storici tra Islam e Occidente e il ruolo degli Stati Uniti nel nuovo ordine mondiale. Bruno ha poi evidenziato i temi principali dell’evoluzione umana, utilizzando i miti biblici per spiegare la nascita della dualità dei sessi, delle leggi, della società e del linguaggio. Si è poi soffermato sul funzionamento della mente, che di forma attraverso le informazioni che vengono percepite dal cervello e che ci rendono capaci di comprendere e di capire. “La Rete - ha concluso Bruno -  ci sta portando verso un futuro indecifrabile rendendo controverso il concetto di normalità, che rende ancora più delicato e complesso il lavoro dell’intelligence”.

 

“L’uso incontrollato delle tecnologie può compromettere la pace nel mondo"

“L’uso incontrollato delle tecnologie aumenta la complessità e quindi la conflittualità, compromettendo la pace”.

È quanto ha dichiarato questa mattina a Brescia Mario Caligiuri, Direttore del Master in Intelligence e professore di Pedagogia della Comunicazione dell’Università della Calabria, in occasione della giornata conclusiva della prima edizione del Festival della Pace, promossa dal Comune insieme alla Diocesi, le Università, l’Ufficio Scolastico e altre istituzioni.

Caligiuri è intervenuto al convegno “Le crescenti sfide della cybersicurezza”, insieme al Dirigente dell’Ufficio Scolastico di Brescia Mario Maviglia, al docente dell’Università di Brescia Giorgio Pedrazzi e all’ex pilota di droni militari Cian Westmoreland, coordinati dal Portavoce della manifestazione Marcello Zane, che ha spiegato le ragioni del Festival della Pace, promosso a Brescia dove da anni si svolgono iniziative per la pace in un territorio caratterizzato dalla presenza di numerose industrie di armi e da installazioni nucleari.

Per la Civica Amministrazione era presente la Presidente del Consiglio Comunale di Brescia Laura Parenza. Caligiuri ha spiegato che negli anni Cinquanta e Sessanta del secolo scorso c’era il pericolo nucleare in un contesto in cui gli Stati erano gli unici attori del contesto internazionale e quindi sono riusciti a sviluppare politiche di deterrenza e di controllo, evitando che la situazione diventasse irreparabile.

“Oggi - ha spiegato - gli Stati competono e sono praticamente in guerra con i poteri economici e le organizzazioni criminali e terroristiche. In particolare i poteri economici, sopratutto nella prevalente dimensione finanziaria, sono spesso fuori controllo e questo aumenta gli squilibri e le tensioni nel pianeta”. Caligiuri ha poi proseguito sostenendo che “lo sviluppo incondizionato delle tecnologie aumenta i pericoli per la pace, poiché i conflitti sono sempre di più di natura economica e culturale e vengono combattuti sul web e a base di informazioni. E questi rischi aumentano ancora di più con lo sviluppo dell’intelligenza artificiale”. Caligiuri ha infatti concluso dicendo che “chi controlla il cyberspazio può controllare il mondo, così come chi controllerà l’intelligenza artificiale potrà controllare il mondo. E non è affatto detto che siano gli Stati democratici. Probabilmente è proprio questa la maggiore ombra oggi sulla pace nel mondo”.

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I padroni del mondo, nel nuovo libro di Giorgio Galli e Mario Caligiuri

 “Il nome di James Staley significherà molto poco  eppure è la prima delle 65 persone che realmente influenzano i destini del pianeta”.

Con queste parole si potrebbe sintetizzare il volume scritto dal decano dei politologi italiani Giorgio Galli e dallo studioso di intelligence Mario Caligiuri dal titolo “Come si comanda il mondo. Teorie, volti, intrecci” edito da Rubbettino che ieri mattina è stato presentato a Roma presso la sala “Nilde Iotti” della Camera dei Deputati.

A fare gli onori di casa il Questore Stefano Dambruoso, mentre i lavori sono stati coordinati dall’editore Florindo Rubbettino che ha evidenziato che il tema del libro finora non è stato mai affrontato in termini scientifici, ponendo in rilievo il peso delle èlite finanziarie che sono non elette ma cooptate e largamente sconosciute.

La prima relazione è stata tenuta dal Direttore del Centro  Studi Americani Paolo Messa che ha evidenziato come il lavoro di Galli e Caligiuri rappresenti uno strumento di riflessione che pone un appello al primato della politica, intesa quale strumento per ridurre le diseguaglianze sociali. In tale quadro - ha sostenuto - è cruciale il tema della responsabilità e della consapevolezza delle élite. Ha quindi posto in luce che l’idea suggestiva che il potere risieda esclusivamente in contesti non democratici non convince del tutto e ha invitato a riflettere su come vengono selezionate le élite cinesi e in che modo i fondi sovrani possano condizionare lo sviluppo economico degli Stati destinatari degli investimenti. Infine, ha introdotto il tema del finanziamento della politica, evidenziando come proprio negli Stati Uniti si stia riflettendo approfonditamente sul condizionamento determinato dal sostegno delle multinazionali.

Il secondo relatore è stato il sottosegretario alla giustizia Cosimo Ferri che ha parlato di un libro plurale e complesso che affronta un tema di straordinaria attualità poiché illumina realmente quello che c’è dietro le quinte del potere. Prima di tutto ha individuato la chiave di lettura pedagogica, che è ritenuta fondamentale per la ricostruzione della democrazia Si è poi soffermato su alcuni aspetti del volume: dal ruolo delle mafie e del riciclaggio nei mercati internazionali al debito pubblico che determina le politiche degli Stati, dalle spinte delle lobby nel determinare le leggi ai paradisi fiscali dove tutto si confonde, dai conflitti di interesse che caratterizzano le scambievoli élite economiche e politiche al ruolo strategico delle università nell’elaborazione di teorie che sostengono l’azione delle classi dirigenti. Infine, ha evidenziato che il testo approfondisce due filoni: la libertà di mercato -che determina il peso dell’economia nella società  - e la debolezza della rappresentanza della democrazia. Ferri ha concluso ribadendo il valore etico della partecipazione consapevole dei cittadini per controllare chi comanda.

Hanno preso poi la parola i due autori. Giorgio Galli ha spiegato come l’idea del libro parta da lontano e cioè dalle teorie sulle élite di Mosca e Pareto attualizzate nell’evoluzione della società contemporanea. Oggi - ha sostenuto - non è vero che il potere sia nebuloso e difficile da individuare poiché risiede in gran parte nel nocciolo del capitalismo mondiale, identificato nei dirigenti apicali delle 50 multinazionali finanziarie individuate da uno studio del Politecnico di Zurigo, che è alla base del saggio presentato oggi. Galli ha aggiunto che “il nostro lavoro non intende demonizzare ma capire chi sono effettivamente le élite che determinano le scelte pubbliche di fondo, come si relazionano e come si formano”. Riprendendo la sollecitazione di Paolo Messa, si è soffermato su come gli strumenti dei partiti e delle multinazionali che sono stati inventati dalla democrazia rappresentativa dell’Occidente vengano adesso utilizzati in sistemi politici autoritari come quello cinese. Richiamando Pareto, che sosteneva che nella società potevano affermarsi sia “élite di mistici che di briganti”, ha identificato il moderno “Leviatano” di Hobbes nelle multinazionali, che si sono sviluppate dalla Compagnia delle Indie ad oggi. “Nella nostra società - ha spiegato - la distinzione tra pubblico e privato perde in gran parte la sua importanza poiché gli strumenti operativi sono identici”. Galli si è quindi soffermato sul finanziamento delle multinazionali che condizionano sia le scelte delle istituzioni politiche che le ricerche scientifiche e le visioni del mondo diffuse dalle università. Infine ha concluso che ieri il potere veniva in parte determinato dalle “7 sorelle” che erano le compagnie del petrolio dominanti mentre oggi probabilmente risiede nelle “5 sorelle” rappresentate dai principali colossi di Silicon Valley che condizionano l’informazione e le capacità di scelta del mondo politico.

Ha concluso la manifestazione Mario Caligiuri che ha spiegato il significato di “un libro che è più libri” poiché tratta dell’efficienza della democrazia e della trasformazione del potere, del ruolo della propaganda e dell’influenza dell’economia, della formazione delle élite e della centralità dell’educazione. Ha quindi evidenziato che l’intenzione del volume, al di là del titolo “impegnativo”, è quello di estrarre “il segnale dal rumore” e cioè le tendenze sociali di fondo nell’eccesso della società della disinformazione, tenendo conto che la realtà è sempre davanti agli occhi di tutti. Ha detto che l’obiettivo del saggio è stato quello di mettere tutti insieme per la prima volta anche fatti notissimi per costruire uno scenario comprensibile, da contrapporre a quello inevitabilmente frammentato e distorto narrato dai media. Caligiuri ha ribadito che si tratta di un libro scritto per rendere più efficiente la democrazia rappresentativa, cogliendo la trasformazione del concetto di “cultura” che va specificandosi da conoscenza del passato in capacità di previsione del futuro. “In questo gioco degli specchi e in questa società delle ombre - ha sottolineato Caligiuri - si crea un corto circuito cognitivo in cui la realtà sta da una parte e la percezione della realtà dall’altra”. Infatti, ha ricordato che chi ha un forte potere di  indirizzo sui destini del mondo non sono quelle persone che appaiono ogni giorno sulle televisioni o nei quotidiani ma quelle che gestiscono le società finanziarie globali. Sono persone, ha puntualizzato, che condividono gli stessi percorsi formativi e una comune visione del mondo e che orientano la loro azione per massimizzare il proprio profitto personale. In tale quadro ha ribadito la centralità della questione pedagogica che non appare affatto nel dibattito politico e nei programmi elettorali a pochi mesi del voto in Italia, mentre ha ricordato che è una priorità politica per tanti altri Paesi. Caligiuri ha concluso dicendo che è fondamentale la comprensione della realtà da parte dei cittadini anche attraverso strumenti educativi come l’intelligence che, identificando le informazioni rilevanti, contribuisce a fronteggiare la disinformazione dilagante: probabilmente uno dei problemi più gravi della società contemporanea.

 

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Giorgio Galli e Mario Caligiuri spiegano "Come si comanda il mondo. Teorie, volti, intrecci"

In libreria un volume di Giorgio Galli e Mario Caligiuri che svela i retroscena del potere mondiale “Come si comanda il mondo. Teorie, volti, intrecci”.

Sessantacinque persone. Un pugno di individui rispetto agli oltre sette miliardi che abitano il pianeta. Eppure sono questi che praticamente tengono in pugno le sorti del mondo.

Non sono però i politici cui spesso vengono dirette le proteste degli “indignados” dei vari Paesi, ma i manager delle multinazionali che operano nel mercato globale.

È questa la tesi sostenuta nel volume, pubblicato da Rubbettino.

Un libro acuto e documentato che non cede a facili visione qualunquiste o teorie del complotto ma che attraverso un’attenta analisi riesce a ricostruire nomi e facce, talvolta sconosciuti al grande pubblico, che giocano un ruolo determinante nello scacchiere internazionale.

Quello che emerge è un intreccio molto forte tra politica, finanza e luoghi di formazione. Un intreccio che spinge a un supplemento di attenzione e che mette a rischio il libero gioco democratico.

Il potere non è impersonale, oppure determinato dalle selezioni di un algoritmo, ma il nostro destino è deciso da nomi e volti ben individuabili: Il loro controllo è il problema decisivo della democrazia nel XXI secolo.

Di questi temi si discuterà durante la prima presentazione del volume, in anteprima nazionale, che si terrà giovedì 23 novembre 2017, alla Camera dei Deputati (Palazzo Theodoli- Bianchelli, Sala Nilde Iotti) alle ore 10, con la possibilità di seguire l’evento anche via streaming sul sito della Camera.

Insieme ai due autori, Giorgio Galli e Mario Caligiuri, interverranno il sottosegretario di Stato alla Giustizia, Cosimo Ferri, il direttore del Centro studi americani, Paolo Messa e l’editore Florindo Rubbettino. L’incontro sarà introdotto da Stefano Dambruoso, questore della Camera.

Giorgio Galli è il decano dei politologi italiano. Noto a livello internazionale, ha scritto libri fondamentali come “Il bipartismo imperfetto” (1966) e “Hitler e il nazismo magico” (1989).

Mario Caligiuri è professore di prima fascia all’Università della Calabria, dove dirige il Master in Intelligence, promosso nel 2007 con Francesco Cossiga. È stato tra i primi a introdurre lo studio scientifico dell’intelligence negli atenei italiani. Tra i suoi ultimi volumi, “Intelligence e Scienze umane” e “Intelligence e magistratura” entrambi editi da Rubbettino. 

 

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Oggi la presentazione di "Intelligence e magistratura", l'ultimo libro di Mario Caligiuri

Mario Caligiuri, professore dell’Università della Calabria e direttore del master in Intelligence dello stesso ateneo, sarà ospite oggi (martedì 14 novembre) alle ore 18 dell’Accademia Cosentina per presentare il suo ultimo libro “Intelligence e magistratura. Dalla diffidenza reciproca alla collaborazione necessaria”, edito da Rubbettino con la prefazione di Carlo Mosca.

L’incontro verrà introdotto dal Presidente dell’Accademia Cosentina Leopoldo Conforti e si svolgerà nella Sala dell’Accademia in Piazza XV marzo 7.

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Intelligence, Caligiuri al convegno della Borsa del turismo archeologico di Paestum

In occasione della XX edizione della Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico di Paestum si parla di intelligence.

Per domani (29 ottobre) alle ore 11, presso il Museo Archeologico è in programma, infatti,  il convegno “La tutela del patrimonio culturale, la difesa dell’arte e il ruolo dell’intelligence”.

All’incontro prenderà parte, anche, il direttore del Master in Intelligence dell’Università della Calabria, Mario Claigiuri.

Insieme a Caligiuri, interverranno: Mounir Bouchenaki consigliere speciale del direttore generale Unesco; Tsao Cevoli direttore Master in Archeologia giudiziaria e crimini contro il patrimonio culturale Centro Studi Criminologici di Viterbo; Stefano De Caro direttore generale dell’Iccrom; Paolo Matthiae, archeologo e direttore della missione archeologica in Siria dell’ Università “La Sapienza” di Roma; Rossella Muroni presidente Legambiente; Fabrizio Parrulli comandante carabinieri Tutela patrimonio culturale; Francesco Rutelli presidente Associazione “Incontro di Civiltà” e Giuliano Volpe presidente Consiglio superiore per i beni culturali e paesaggistici. Coordinerà la tavola rotonda, il giornalista del “Corriere della Sera” Paolo Conti. 

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