Incendio in un appartamento, intervengono i vigili del fuoco

Un incendio, divampato questa mattina, ha interessato un appartamento ubicato in un complesso popolare nella frazione Basso La Motta di Mendicino (Cs). 

I danni causati dalla furia delle fiamme hanno reso l'abitazione inagibilità. 

Fortunatamente, nel momento in cui si è sviluppato il rogo l'inquilino non era in casa.

L'incendio è stato domato dai vigili del fuoco. Sul posto sono intervenuti anche i carabinieri. 

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Sorpreso a spacciare droga per strada, arrestato

I carabinieri del Nucleo investigativo del Comando provinciale di Cosenza e della Stazione di Mendicino (Cs) hanno tratto in arresto un 23enne, con l'accusa di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.

In particolare, nel corso di un servizio di controllo, i militari hanno sorpreso il 23enne, in una strada della città bruzia, mentre era intento a cedere 5 grammi di marijuana ad un coetaneo.

È seguita, quindi, una perquisizione effettuata a casa del giovane, a Mendicino, dove sono stati trovati altri 221 grammi di marijuana e 41 grammi di cocaina.

Pertanto, il ragazzo è stato arrestato e sottoposto ai domiciliari.

 

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Marijuana, hashish e cocaina a casa: manette per un 23enne

Un 23enne è stato arrestato a Mendicino (Cs), con l'accusa di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.

In particolare, durante una perquisizione effettuata a casa del ragazzo, i carabinieri della Compagnia di Cosenza, con il supporto dei militari conduttori e del pastore belga Manco del Nucleo cinofili di Vibo Valentia, hanno rinvenuto 14 grammi di marijuana, 4 grammi di cocaina, 1 grammo d'hashish, un bilancino di precisione, materiale per il taglio ed il confezionamento e denaro, forse proveniente dall’attività di spaccio.

Per il giovane è quindi scattato l'arresto, con conseguente detenzione ai domiciliari, in attesa dell’udienza di convalida.

In un altro servizio, svolto a Cosenza, gli uomini dell'Arma hanno invece segnalato all'autorità giudiziaria una ragazza 21enne, nella cui abitazione sono state trovate quattro piantine di cannabis indica, 21 grammi di marjuana ed un bilancino di precisione.

 

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Sequestrato canile abusivo, una denuncia

I carabinieri forestale della Stazione di Cosenza hanno posto sotto sequestro un canile nel comune di Mendicino.

Il provvedimento è stato eseguito durante un controllo che ha portato alla denuncia alla Procura della Repubblica di Cosenza dell’amministratore dell’Associazione “Micael”, che si occupa di ambiente e randagismo, per aver realizzato il canile, in contrada Serroni, in assenza delle autorizzazioni urbanistico edilizie e per gestione non autorizzata dei reflui industriali prodotti nell’ambito dell’attività.

L’area posta sotto sequestro ha un'estensione di 900 metri quadri, di cui 420 coperta da strutture edili abusive.

Il controllo, avvenuto con il supporto del personale del Servizio medico veterinario dell’Azienda sanitaria provinciale, è stato effettuato al fine di verificare gli aspetti sanitari e di benessere animale dei circa 80 cani ricoverati presso la struttura.

Durante le attività, i militari hanno accertato che nel tempo erano state realizzate varie strutture in muratura con la costruzione di 25 box per la custodia di cani.

Infine, il personale del Servizio veterinario ha riscontrato carenze relativamente alle strutture destinate ad ospitare gli animali.

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Canile sovraffollato, avviso conclusione indagini per otto persone

Al termine di un'indagine disposta dalla Procura della Repubblica di Cosenza, i carabinieri forestali del Nucleo investigativo polizia ambientale hanno notificato un avviso di conclusione indagini preliminari nei confronti di otto persone, tra gestori e operatori del canile rifugio di Mendicino, tecnici comunali, progettisti e veterinari.

Dalle indagini sarebbe emerso che all’interno del canile, situato in località “Terredonniche”, era presente un elevato numero di cani, circa 700, senza i necessari requisiti.

Nonostante la carenze dei requisiti richiesti e il sovraffollamento, la struttura avrebbe ottenuto l’accreditamento a canile rifugio. Nel corso delle indagini sarebbe emerso, inoltre, che la struttura sorgeva su un terreno sottoposto a vincolo idrogeologico e ricadente nella fascia di protezione dell’argine del torrente Caronte.

I lavori al suo interno sarebbero stati eseguiti senza richiedere l’autorizzazione paesaggistica. Per tali motivi non sarebbe stato possibile neanche realizzare e autorizzare la rete fognaria per la raccolta delle acque reflue provenienti dal canile ed il successivo allaccio alla rete fognaria comunale. Le indagini effettuate dal Nipaf e dai Nas dell’Arma sono state avviate in seguito ad un esposto presentato nel novembre 2016.

 

 

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Tragedia in Calabria: 31enne muore durante una partita di calcetto

Stava disputando la consueta partitella in compagnia del gruppo di persone amiche con cui si dilettava ogni settimana un uomo di 31 anni che nella serata di martedì è deceduto giocando a calcetto. Il dramma, di cui è rimasto vittima, A.Z., si è consumato a Mendicino, in provincia di Cosenza. Il suo cuore si è fermato per ragioni al momento sconosciute. Il giovane è crollato improvvisamente sull'erba sintetica del campetto e nulla hanno potuto i sanitari del 118, chiamati ad intervenire presso il luogo della tragedia, per scongiurare l'irreparabile. Il 31enne, probabilmente fulminato da un arresto cardiocircolatorio, era nato a Cosenza, e gestiva unayogurteria nel cuore della città.

 

 

Carabinieri scoprono in casa una serra di canapa indiana: 43enne agli arresti domiciliari

Perquisendo l'abitazione di un uomo di 43 anni, i Carabinieri hanno trovato all'interno una serra dotata di tutto il necessario per coltivare cannabis indica. Dieci le piante presenti, identico il numero di piccole vasche plastificate contenenti la medesima sostanza stupefacente. Complessivamente i militari dell'Arma nelle prime ore di oggi hanno trovato nella casa del 43enne, a Mendicino, in provincia di Cosenza, quasi cinquecento grammi di droga. Materiale che è stato posto sotto sequestro. Finito in manette, G.D., si trova ora ristretto  ai domiciliari dove attenderà di essere processato con rito direttissimo. Il reato contestatogli è coltivazione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente. 

Il Corpo forestale dello Stato ha sequestrato un cantiere edile

Un’area di 4000 metri quadri è stata posta sotto sequestro dagli uomini del Comando Stazione del Corpo Forestale di Cosenza in località Santa Maria nel Comune di Mendicino. All’interno di essa, situata  in prossimità del Cimitero comunale, erano in corso scavi e sbancamenti risultati essere realizzati senza le autorizzazioni previste. In particolare, dai riscontri documentali acquisti dal personale Forestale sui titoli abilitativi e dai controlli effettuati, è stata accertata la realizzazione in corso d’opera di una serie di interventi di trasformazione urbanistica del territorio diretti alla realizzazione di un piazzale. Difatti, al momento del controllo erano in corso dei lavori diretti allo spianamento ed alla successiva sistemazione dell’area realizzata mediante sbancamenti e modifica del preesistente piano di campagna. Inoltre, in controlli effettuati hanno permesso di appurare che per tali lavori era stato utilizzato un ingente quantitativo di materiale inerte stabilizzato avente caratteristiche pedologiche e di matrice ambientale diversa da quelle presenti in sito, caratterizzate, quest’ultime, dalla presenza di roccia affiorante conosciuta come la rinomata pietra di Mendicino con la quale sono stati realizzati portali di chiese e palazzi storici della Provincia.  Oltre a tali lavori in corso gli agenti hanno verificato la realizzazione, in corso d’opera, di infrastrutture tecnologiche dirette alla messa in opera di pali di illuminazione e impianto di video sorveglianza nonché dei necessari cablaggi elettrici ed elettronici messi in opera nel sottosuolo. Dalla verifica degli atti autorizzativi è stato possibile riscontrare, a parere degli investigatori,  che tali lavori sono stati effettuati in assenza dei necessari titoli abilitativi, essendo interventi di nuova costruzione diretti alla trasformazione urbanistica di terreno ricadente in zona classificata agricola del vigente strumento urbanistico comunale. Tale area è già balzata agli onori della cronaca nell’anno 2003, quando, a seguito di scavi diretti alla realizzazione di impianti di distribuzione energia elettrica venivano rinvenute delle tombe di epoca altomedievale, verosimilmente longobarde, per le quali la  Soprintendenza dei Beni Archeologici della Calabria dichiarò l’area di interesse archeologico. L’intervento del personale CFS ha portato al sequestro preventivo dell’area di cantiere e dei manufatti ed impianti in corso di realizzazione contestando il reato previsto per tale fattispecie penalmente rilevante. Venivano quindi identificati i responsabili nelle persone del  committente delle opere, della ditta esecutrice ed del  direttore dei lavori nominato e denunciati alla competente Autorità Giudiziaria. 

 

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