Tallini attacca frontalmente Oliverio e lancia un appello all'intero centrodestra

“Colpisce, dinanzi all’ennesima figuraccia, il tentativo del presidente Oliverio di minimizzare: la sospensione per tre mesi, si giustifica, riguarda solo il potere relativo alle nomine. Come dire: gli italiani hanno visto in presa diretta l’Autorità anticorruzione cogliermi con le mani nella marmellata, ma io, anche se azzoppato, posso esercitare lo stesso le altre funzioni di governo”. E’ quanto sostiene il consigliere regionale del Gruppo misto Mimmo Tallini, che aggiunge: “Dopo un anno di scelte sbagliate, si è capito che la specialità del presidente Oliverio non è il buon governo e neppure la capacità di tessere relazioni politiche ed istituzionali utili per la Calabria, ma quella di schivare le responsabilità. Ancora una volta, dopo la ‘questione De Gaetano’, piuttosto che riconoscere gli orrori di valutazione deliberatamente commessi, l’onorevole Oliverio scarica su altri le colpe dei misfatti. Ieri sugli assessori defenestrati, oggi sul Ministero della Funzione pubblica, con l’aggiunta di qualche suo stretto collaboratore che, anziché riconoscere la violazione di una norma dal contenuto inequivocabile, evoca complotti e fantomatici interessi lobbistici. Vedremo, ora, dinanzi a questo episodio clamoroso, se le vestali della trasparenza e della lotta alla corruzione, magari quelle associazioni che sono sempre pronte a sfruttare ogni atto del presidente Cantone per scagliarsi contro le Amministrazioni ‘nemiche’, avranno il coraggio di chiamare le cose con il loro nome. Il punto è - spiega Tallini -  che se un provvedimento, come quello assunto dall’Anticorruzione, così dirompente sul piano politico prima ancora che tecnico-giuridico, avesse colpito uno dei predecessori di Oliverio, il Pd avrebbe urlato al golpe, occupato l’Aula consiliare, spedito petizioni al Presidente della Repubblica. Al di là di tutto, la questione vera, che emerge  anche da quest’altra brutta storia, è l’isolamento politico ed amministrativo di un Governo della Regione che ha dato pessime prove, non solo di disinvoltura nel maneggiare norme e leggi, ma anche di cinismo e testardaggine politica.  In sostanza, tutto ciò che è avvenuto in questi mesi conferma che l’esperienza Oliverio è stata una bolla di sapone: un coacervo di demagogia e superficialità, un impasto di superbia e di incapacità di governare. Siamo dinanzi ad un Presidente della Regione che parla di rottamazione, quando il primo a dovere essere rottamato, per palese inadeguatezza al ruolo che interpreta, è proprio lui”. Ancora Tallini: “Al centrodestra, pur con le sue difficoltà, tocca ora valutare il da farsi. Senza però mai dimenticare che la politica è anzitutto responsabilità e attenzione ai bisogni reali della Calabria e che la competizione con le forze dell’antipolitica, il cui percorso si caratterizza dalla protesta e mai dalla proposta, rischia di svilire la storia e la tradizione delle forze politiche di centrodestra e di gettare con l’acqua sporca anche il bambino. Dal sistema-Regione, in Calabria penalizzato pesantemente da quest’esperienza politica precipitata ben oltre le previsioni, i calabresi si attendono governabilità ed efficienza, visto che le emergenze sociali si sono acuite ed i bisogni delle famiglie cresciuti a dismisura. A chi chiede, dallo spazio politico di centrodestra, lo scioglimento della legislatura, è il caso di ricordare che, sebbene Oliverio e quanti ancora lo seguono costituiscono un vulnus per la Calabria, lo scioglimento non si può chiedere a fasi alterne o quando più aggrada a questo e quello”. Sottolinea il consigliere regionale d’opposizione: “Si apre, d’ora in avanti con maggiore urgenza, un dibattito che le forze politiche moderate e di centrodestra debbono saper affrontare senza farsi prendere dalla frenesia di semplificare i processi politici con azzeramenti spesso soltanto invocati. Abbiamo fin qui fatto all’interno del Consiglio regionale un’opposizione leale, ferma e diretta. Ce lo riconoscono i nostri elettori e ce lo riconosce la Calabria.  Poniamoci tutti, adesso che il presidente Oliverio ha consumato la fiducia che gli era stata accordata, nella condizione di aprire un confronto politico ed istituzionale costruttivo, in grado di anteporre gli interessi generali della Calabria ad ogni tentativo di fuga in avanti motivato da logiche di parte o peggio personalistiche”.

Tallini "spara" su Oliverio: "Non ne azzecca una, dice falsità"

"I colpi di sole, nel luglio torrido, sono pure comprensibili, specie se a subirli è un consigliere regionale d’opposizione. Diventano, invece, preoccupanti, se c’è chi dai colpi di sole è abbagliato non solo in estate, ma in inverno, autunno e primavera e, peggio ancora, se costui svolge addirittura le funzione di presidente della Regione, come Oliverio che, da quando s’è insediato, non ne azzecca una". Replica così, il consigliere regionale del Gruppo Misto Mimmo Tallini, che, sul punto della delibera di Giunta regionale con cui è stata rifinanziata dal centrodestra la Fondazione Calabresi nel Mondo, puntualizza: "Rispetto alle mie osservazioni, con cui evidenziavo un’eclatante diversità di atteggiamento da parte della Regione, segno di evidente inciucio politico, tra quanto è stato fatto nei riguardi di Calabria Etica e quanto, al contrario, non è stato fatto per la Fondazione presieduta dall’on. Pino Galati, il presidente della Regione mi accusa di smemoratezza, perché avrei partecipato alla seduta di Giunta regionale con cui detto finanziamento è stato erogato". "Ebbene - ricorda Tallini -, qualcuno abbia la compiacenza di riferire al presidente che la sua replica poggia su un dato totalmente falso. Il sottoscritto, infatti, non casualmente, ma proprio perché contrario a rifinanziare la Fondazione Calabresi nel Mondo, a quella riunione di Giunta non ha preso parte. Carta canta! Qualche tecnico, magari uno dei tanti professori della nuova Giunta, abbia la bontà di assicurarsi che al presidente Oliverio siano fatte leggere le delibere giuste. E qualcuno lo avvisi che non è dignitoso che un presidente di Regione lanci accuse prive di fondamento. Anche se, vista la collezione di gaffe collezionate finora, inizia a diventare corposo il sospetto che al presidente della Regione vengano servite di proposito polpette avvelenate per ingarbugliare ancora di più la legislatura”.  Ancora Tallini: “Il fatto che, anziché spiegare il rinnovamento parolaio circa l’inopportunità di finanziare la Fondazione Calabresi nel Mondo, evidenziato dal sottoscritto dopo i rilievi mossi dagli onorevoli Neri e Nucera in Commissione, il presidente Oliverio si avventuri in accuse di colpi di sole, di per sé spiega che, dopo dieci mesi di legislatura e con la Regione paralizzata, la "rivoluzione" annunciata non è morta e sepolta soltanto perché non è mai nata. Abbiamo assistito e continuiamo farlo, ad una politica che, priva di slanci e di idee, è defluita nelle pratiche più trite e antiche della conservazione e dei trasversalismi. Come inequivocabilmente dimostrano la vicenda del rifinanziamento della Fondazione calabresi nel Mondo e del surreale ritiro della richiesta di referendum sullo Statuto".  Aggiunge Tallini: “Lo stesso ‘caso’ Viscomi mette in luce un atteggiamento contraddittorio del presidente Oliverio  che non ha usato i guanti di velluto quando, per disarcionare i colleghi consiglieri Guccione, Ciconte e Scalzo, ha fatto ricorso ad esigenze etiche. La pluralità e complessità degli incarichi svolti da Viscomi (componente del Consiglio d’amministrazione dell’Università Magna Grecia che riceve contributi dalla Regione, coordinatore scientifico della Fondazione Calabresi nel Mondo finanziata al 100% dalla Regione, consulente per la redazione del Piano anticorruzione, dirigente generale della Presidenza) potrebbero prefigurare ostacoli enormi circa la conferibilità  dell’incarico di assessore. Su questo aspetto sarebbe interessante sapere cosa ne pensa l’Anac!".  In riferimento a quanto asserito dalla coordinatrice di Forza Italia on. Santelli, Tallini chiarisce: “Prendo atto della solidarietà al presidente di Calabresi nel Mondo on. Galati. Mi stupisce che invece di occuparsi della trave nell’occhio del centrodestra che la questione della Fondazione pone, con gravità innegabile, all’attenzione dell’opinione pubblica calabrese, l’on. Santelli si occupi delle pagliuzze. Mi auguro soltanto che non ci sia una seconda cambiale da incassare, magari tra un anno e dopo il provvidenziale (per Oliverio) ritiro della richiesta di referendum". 

 

Regione, Tallini (Misto): "Non servono altri passi per il referendum"

“Se qualcuno, tra i consiglieri di opposizione, non è più d’accordo sull’iniziativa referendaria, non ha bisogno di ricorrere ad espedienti o mandare messaggi in codice. A loro - asserisce il consigliere regionale del Gruppo misto Mimmo Tallini - basterebbe ritirare la firma liberamente apposta alla richiesta ufficiale di sottoporre a referendum popolare il testo della legge di revisione statutaria. Si, perché, al di là delle libere interpretazioni che ognuno può dare, il documento sottoscritto da otto consiglieri regionali non è un generico comunicato stampa come si vorrebbe fare intendere, bensì l’atto formale di richiesta di indizione del referendum, redatto in piena conformità con quanto dispone la legge". "La presentazione di questo documento - spiega Tallini - è sufficiente ad innescare la procedura referendaria, essendo garantito il numero dei firmatari previsto dalla legge. Lo stesso documento contiene espressamente il quesito da sottoporre al giudizio degli elettori: ‘Approvate il testo della legge di revisione statutaria recante “modifiche e integrazioni alla legge regionale 19 ottobre 2004 n. 25  (Statuto della Regione Calabria) approvato dal Consiglio Regionale con seconda deliberazione il giorno 30 marzo 2015 e pubblicata nel Bollettino Ufficiale della Regione n. 22 del 3 aprile 2015’. Non ci sono dubbi che non occorrono ulteriori passi formali per l’indizione del referendum. Mi meraviglia piuttosto il fatto che si sia aspettato tanto per la presentazione ufficiale, nonostante sia passato quasi un mese dalla sottoscrizione degli otto consiglieri”. Aggiunge il consigliere regionale d’opposizione: “Sull’ammissibilità o meno della richiesta si pronunceranno gli organismi preposti, anche se non vediamo obiettivamente alcun vizio formale nella procedura seguita. Se, lo ripeto, ci sono consiglieri che non condividono più l’iniziativa e ritengono di fare venire meno il numero di firme necessario, Forza Italia e il coordinamento dell’opposizione di centrodestra non potrebbero che prenderne atto. Si aprirebbe, a quel punto, un’inevitabile fase di chiarimento politico, perché questa iniziativa è stata il frutto di un’elaborazione collettiva e unitaria del partito e del centrodestra, presentata con grande enfasi dal coordinamento regionale di Forza Italia. Dobbiamo avere, come centrodestra, l’orgoglio di credere nelle battaglie politiche che intraprendiamo, scacciando il dubbio che purtroppo emerge nell’opinione pubblica che il referendum sia nelle intenzioni di qualcuno solo un’arma di pressione per potere trattare in condizioni di forza con il presidente Oliverio, magari su questioni che riguardano gli equilibri in un’importante città della Calabria dove si voterà tra un anno o sul mantenimento in vita di qualche fondazione regionale. Se il referendum non si farà, non saranno i presunti falchi ad essere sconfitti, ma l’intero gruppo dirigente di Forza Italia”. 

Tallini ed Orsomarso sfidano Oliverio: "Nomini la Giunta entro lunedì"

“A differenza del Pd di Magorno e Oliverio che hanno iniziato la legislatura sull'onda lunga della loro campagna elettorale di sciacallaggio contro Scopelliti e che, invece di compiere le doverose scelte di governo, un giorno sì e l'altro pure hanno giustificato ogni proprio atto di governo come ammantato di legalità ed in un clima da caccia alle streghe, non saremo certo noi a ripagarli con la stessa loro moneta: la doppia morale, tanto cara alla sinistra”. Lo affermano i consiglieri regionali del Gruppo misto Fausto Orsomarso e Mimmo Tallini. “Diciamo, quindi, in premessa - aggiungono - che va salvaguardata la verifica del piano giudiziario che ha interessato il Consiglio regionale dagli sciacalli. E non è su questo livello che richiamiamo le responsabilità di Oliverio e del segretario del Partito democratico. Da sette mesi, la Calabria attende di essere governata, un poco per tattica e diatribe tutte interne alle correnti dei Democratici e ancor di più per incapacità politica si attendono ancora una Giunta, dipartimenti funzionanti, nonché una piena e funzionale attività del Consiglio regionale". "La risposta del Pd e dei suoi segretari provinciali - sottolineano Orsomarso e Tallini - anziché unirsi al nostro invito di questi mesi di accelerare nelle scelte e di iniziare a provare a governare la Regione, ci appare fuori dalla realtà. Ci propinano analisi sui loro conflitti interni. E propongono incredibili manifestazioni, quando a manifestare dovrebbero essere i calabresi che da sette mesi non hanno un governo regionale”. Ancora i due consiglieri del centrodestra: “Oliverio batta un colpo! E nomini, se ne è capace, entro lunedì la sua Giunta senza attendere una riforma inutile e costosa, che mira solo ad aumentare di un componente il numero degli assessori, per far quadrare gli equilibri politici della maggioranza. Si ridia dignità al Consiglio regionale, incrementando il lavoro delle Commissioni che ancora attendono la piena funzionalità. Non bastano le dichiarazioni o le interviste, ma serve una risposta politica. E l'unica risposta seria è incominciare ad occuparsi dei problemi della Calabria”. Concludono Orsomarso e Tallini: “La Calabria non può attendere neanche un minuto in più rispetto alle annunciate Giunte della provvidenza del Presidente. C'è, poi, un’altra alternativa. La stessa che il Pd nazionale e il Pd del Lazio sollecitarono con forza alla governatrice Polverini, che come Oliverio non era indagata o coinvolta direttamente: riunire il Consiglio, dimettersi in massa e ridare la parola ai calabresi. La politica è fatta anche di scelte dolorose, ma necessarie. La scelta di dimettersi fu valutata da Scopelliti e non già da De Luca che, invece, si candida rispetto ad una norma sicuramente iniqua e incostituzionale”.

Ristrutturazione ponti Ss 106 nel Soveratese: interrogazione di Tallini

“Accadano in Calabria cose incredibili! Quasi che ciascuno possa fare il proprio comodo, senza mai domandarsi se il contesto urbano in cui interviene possa subire contraccolpi. La scelta dell’Anas - afferma il consigliere regionale del Gruppo misto Mimmo Tallini - che intende ristrutturare i ponti della SS 106 del basso ionio Soveratese (precisamente: Vodà, Ponzo, Gallipari nel Comune di Badolato e Alaco nel Comune di San Sostene e il Munita) nel periodo 28 Maggio 31 Agosto 2015, confligge clamorosamente con ogni tipo di esigenza economica e sociale del territorio. E rischia di avere, se non tempestivamente fermata, effetti catastrofici non soltanto sulla viabilità, ma sull’economia dell’area ed in particolare del turismo, già in affanno per via della crisi generale e dell’isolamento in cui la Calabria, a seguito del crollo del Viadotto Italia, è stata lasciata dal governo più antimeridionale della storia italiana”. Spiega Tallini: “Ritenere di agire in questo modo, da parte dell’Anas, quando la stagione estiva ha già preso il via, denota irresponsabilità ed anche una certa dose di menefreghismo, soprattutto se si considera che, per eseguire i lavori, sarà necessario procedere a restringere la carreggiata in una corsia di marcia, con un impianto semaforico che regoli il flusso alternato del traffico e che, nel tratto interessato, non esistono percorsi alternativi. Se poi si aggiunge che già l’area subisce notevoli disaggi nei collegamenti e nella mobilità a causa della cancellazione di numerosi treni, s’intuisce facilmente la gravità della scelta”. In ragione di tutto ciò, il consigliere regionale ha inoltrato al Presidente della Regione Mario Oliverio un’interrogazione con cui chiede “un intervento della Regione di estrema urgenza presso i vertici dell’Anas, per concordare il rinvio della ristrutturazione dei ponti da realizzarsi in una stagione diversa da quella estiva, limitando così i danni economici a tutti gli operatori turistici della zona ed i notevoli disagi nei collegamenti e nella mobilità quotidiana delle popolazioni che altrimenti si avrebbero”. Tallini ha inviato, per conoscenza, l’interrogazione al direttore del Dipartimento Anas di Catanzaro ed al Prefetto di Catanzaro

Tallini: "Oliverio ha raddoppiato i compensi di tre nuovi dirigenti"

“Detto e fatto? No: lo slogan più appropriato, per il presidente Oliverio, è quest’altro: detto e fatto il contrario. Infatti, il 7 gennaio il Presidente annuncia il taglio degli stipendi dirigenziali nella misura del 50 per cento; testualmente: ‘E’ assurdo che ci siano dirigenti regionali che arrivano a guadagnare 135mila euro all’anno’. Alla prima occasione, però - afferma il consigliere regionale del Gruppo misto Mimmo Tallini - non un suo clone, ma lo stesso presidente Oliverio, fa schizzare a quasi 200mila euro l’anno i compensi di tre nuovi dirigenti: Antonio Viscomi, Ennio Apicella e Riccardo Fatarella. Invece di dimezzarli, i compensi, li ha quasi raddoppiati. Viva la coerenza!” Aggiunge il consigliere regionale d’opposizione: “Con delibera n. 181 dello scorso 2 giugno, controfirmata dal presidente Oliverio, la Giunta regionale, su proposta dell’assessore al Personale Ciconte, ha assegnato ai tre dirigenti in questione, oltre alla conferma del massimo dello stipendio e del premio di produttività, una terza indennità, totalmente facoltativa, ammontante a circa 36mila euro annui. Il totale dei compensi annui per Viscomi, Apicella e Fatarella sfiora, dunque, i 200mila euro annui. Ricordate l’altro proclama di battaglia del Presidente? Rigore e sobrietà. Certo, rigore e sobrietà, ma non per i dirigenti che sceglie lui e non per togliere ai ricchi per dare ai poveri, ma per ingrossare i portafogli di chi ha già ha tanto. Alla faccia dei giovani senza prospettiva, delle famiglie che non sanno come sbarcare il lunario e di chi ha perso il lavoro”. Ancora Tallini: “Anche da questo sgradevole episodio, s’intuisce perché, con una procedura molto discutibile, Oliverio ha escluso dalle dirigenze generali tutti gli interni. Quegli interni che diceva di volere valorizzare, anche al fine di ottenere dei risparmi. A loro, però, non avrebbe mai potuto assegnare 200mila euro all’anno”. Conclude Tallini: “Si evince, ormai inequivocabilmente, che tutti i proclami di Oliverio sottendono una doppia morale e si riducono a dei bluff. La grande rivoluzione della macchina amministrativa, annunciata, urbi et orbi, dal Profeta di San Giovanni in Fiore è già finita. Non perché sconfitta dai cattivi che si annidano nella Regione, ma perché è rimasta soffocata nel mare di ipocrisia, incoerenza, inconcludenza e inefficacia.”

Regione, interrogazione di Tallini su bando di gara della Sua

In merito al bando di gara indetto dalla Stazione Unica Appaltante per l’affidamento del Servizio di ristorazione delle Aziende Sanitarie ed Ospedaliere, il consigliere regionale del “Gruppo misto” Mimmo Tallini, ha rivolto un’interrogazione al Presidente della Regione. Tallini sostiene che “la Stazione Unica Appaltante della Regione (istituita con legge regionale allo scopo di assicurare la correttezza, la trasparenza e l’efficienza della gestione dei contratti pubblici) ha indetto un bando di gara per l’affidamento del Servizio di ristorazione delle Aziende Sanitarie ed Ospedaliere della Regione Calabria per un importo complessivo di € 62.910.604,94”. Inoltre, il consigliere regionale sottolinea che: “la gara comprende una diversa durata del servizio a seconda dei lotti; include diversi capitolati con regole di partecipazione non unitarie e con un solo disciplinare di gara; è divisa in più lotti con una totale mancanza di coordinamento e interazione tra loro; ha previsto un’unica Commissione aggiudicatrice anziché più Commissioni; il disciplinare della gara in questione non garantisce il necessario rispetto delle regole di leale concorrenza, quale ad esempio la richiesta del possesso di alcune certificazioni importanti e indispensabili alla gestione del servizio medesimo (certificazioni di qualità ISO relativi alla sicurezza alimentare, ambientale, di sicurezza sul lavoro, etc.); ha limitato il possesso di una sola certificazione, nonostante trattasi della gestione di servizi complessi all’interno di Aziende Sanitarie ed Ospedaliere”. Tallini nell’interrogazione puntualizza che: “la gara riscontra notevoli diversità di regole tra i vari lotti, rispetto anche ai requisiti di partecipazione, ai criteri di valutazione nonché all’attribuzione dei punteggi, dando ad alcuni lotti più importanza di altri; non presenta criteri omogenei nei requisiti di partecipazione, ravvisando difformità rispetto al fabbisogno ordinario; presenta criteri non omogenei nella valutazione tecnica e nell’assegnazione dei punteggi, evidenziando un’evidente disparità di trattamento sul territorio regionale; presenta, a parità di servizi uguali richiesti, differenze tra i lotti e notevoli discordanze”. Tallini fa altresì presente che “il 17 febbraio dello scorso anno (prot. n. 7546) i consiglieri regionali Demetrio Naccari Carlizzi, Carlo Guccione e Vincenzo Ciconte avevano già interrogato il Presidente della Giunta regionale in merito alla stessa procedure di gara” e che “il nuovo Commissario straordinario ha indicato tra i criteri generali da osservare necessariamente e relativi alla spending review il rigore politico e l’unitarietà della spesa”. Sulla scorta delle osservazioni contenute nell’interrogazione, il consigliere regionale chiede al Presidente della Regione “di disporre una necessaria verifica rispetto al corretto adempimento della procedura di affidamento in termini di trasparenza e prevenzione di fenomeni corruttivi; di conoscere se ricorrono gli estremi per ravvisare un utilizzo improprio di quanto previsto dalla legge regionale n. 26/2007 (art. 6), dal momento che la gara in questione non risponde ad esigenze di contenimento della spesa pubblica”; “di conoscere il riscontro all’interrogazione presentata il 17 febbraio 2014 per la stessa procedure di gara a firma dei consiglieri regionali Demetrio Naccari Carlizzi, Carlo Guccione e Vincenzo Ciconte” e, infine, “di sapere se è intenzione della Giunta regionale, in attesa di conoscere l’esito delle necessarie verifiche di legittimità, sospendere il bando in questione”. L’interrogazione è stata inoltrata, per conoscenza, anche al Commissario Straordinario della Sanità Massimo Scura ed al responsabile dell’Anticorruzione della Regione Maria Gabriella Rizzo.

Regione, Tallini : "Una farsa la finta selezione dei dirigenti esterni"

"La farsa della finta selezione dei dirigenti esterni della Regione è stata consumata". L'accusa nei confronti della giunta regonale presieduta da Mario Oliverio arriva da Domenico Tallini, consigliere regionale del Gruppo Misto, che ha trasmesso un comunicato in cui si legge: "Come avevano anticipato con chirurgica precisione, senza bisogno della sfera di cristallo, sia i giornali sia il sindacato Direr, la Federazione nazionale dei dirigenti e dei quadri direttivi della Regioni, che ha presentato una lettera-esposto alla Procura della Repubblica, la Giunta ha nominato ai vertici della burocrazia i "predestinati", alla faccia della trasparenza e della meritocrazia interna. Nulla da dire nei confronti dei quattro professionisti, ma per molto meno la magistratura ha aperto nei confronti della Giunta Scopelliti procedimenti giudiziari". "Credendo ciecamente nella vocazione terza e super partes della giustizia, sono certo - sostiene Tallini - che la circostanziata denunzia presentata dalla Direr non resterà chiusa in un cassetto. Ma a me spettano prettamente giudizi politici sulla vicenda. Cade miseramente e definitivamente, con questa grottesca vicenda, la maschera di uomo della trasparenza e della legalità del governatore Oliverio, già messa in discussione persino dal suo stesso partito per la vicenda della nomina dell'assessore De Gaetano. La procedura adottata da Oliverio e dall'assessore Ciconte è in palese contrasto e violazione della legge in quanto la fase della ricerca di professionalità interne è stata condotta non sulla base di un'istruttoria, ma solo in base a una semplice scheda riepilogativa dei dirigenti ammessi a valutazione. In tale subdolo modo sono stati messi fuori gioco tutti i dirigenti interni per fare posto ai "predestinati", indicati con chirurgica precisione dalla stampa e dal sindacato con ampio anticipo rispetto alla conclusione dell'iter". Una casualità? Indiscrezioni giornalistiche? Sindacato armato di sfera di cristallo? Semplice coincidenza? Fatto sta - termina la nota del consigliere regionale - che a ricoprire i posti apicali saranno i "predestinati", con buona pace degli interni e di coloro che hanno partecipato alla selezione».

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