Sorpresi in auto con oltre 200 grammi d'hashish, arrestati

I finanzieri della Tenenza di Montegiordano (CS) hanno tratto in arresto, in flagranza di reato, due quarantenni originari di Corigliano Calabro, sorpresi a bordo della loro autovettura con oltre 200 grammi d'hashish.

L'arresto è avvenuto al termine di un inseguimento, conclusosi all’altezza del Comune di Roseto Capo Spulico con l'uscita di strada dell'auto dei fuggitivi.

La vettura con a bordo gli arrestati, non si era fermata all'alt intimato ad un posto di controllo effettuato dalle fiamme gialle e dall'unità cinofila, nell'abitato di Montegiordano.

Una volta raggiunto il veicolo con a bordo i due uomini, i finanzieri hanno effettuato una perquisizione che, grazie al fiuto del pastore tedesco “Mac”, ha portato al rinvenimento di 2 panetti d'hashish per un peso complessivo di oltre 200 grammi, occultati in una intercapedine ricavata nel paraurti posteriore.

I due quarantenni, peraltro già noti alle forze dell'ordine, sono stati tratti in arresto ed associati alla casa circondariale di Castrovillari.

Entrambi rischiano la reclusione da sei mesi a cinque anni per il reato di resistenza a pubblico ufficiale e la reclusione da sei a vent'anni, nonché una multa da 26 mila euro a 260 mila euro per traffico e detenzione illecita di sostanze stupefacenti.

Operazione contro il caporalato: denunciate 7 persone, catturato un ricercato

Sette persone denunciate, di cui una in stato d'arresto. Questo il bilancio di un'operazione condotta dai finanzieri della Tenenza di Montegiordano, contro il fenomeno del “caporalato” e dell’impiego di mano d’opera irregolare nella piana di Sibari.

In particolare, i militari hanno fermato sulla Statale 106 Jonica, nel in territorio di Roseto Capo Spulico, un furgone con a bordo un cittadino italiano e numerosi extracomunitari, molti dei quali privi di documenti di riconoscimento, che si apprestavano a raggiungere le campagne lucane per una giornata lavorativa.

I braccianti agricoli e l’italiano titolare di un’azienda agricola, sono stati quindi condotti in caserma per essere identificati.

Sulla base delle dichiarazioni rilasciate e della documentazione rinvenuta all’interno del mezzo, sono stati individuati 10 lavoratori “in nero”, che sarebbero stari sfruttati dai titolari di due aziende agricole, i quali avrebbero corrisposto una retribuzione pari ad un euro per ogni cassetta di mandarini raccolta.

Al termine delle operazioni, le fiamme gialle hanno denunciato 3 persone, due italiani titolari di aziende agricole ed una donna di nazionalità romena, in concorso tra loro, per intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro.

I tre rischiano la reclusione da uno a sei anni e la multa da 500 a 1.000 euro per ciascun lavoratore reclutato e la reclusione da uno a cinque anni e la multa di 15 mila euro per favoreggiamento all’immigrazione clandestina.

Tre degli extracomunitari sono stati, inoltre, denunciati a piede libero alla Procura della Repubblica di Castrovillari, in quanto privi di permesso di soggiorno e rischiano un’ammenda da 5 mila a 10 mila euro ciascuno.

Nel corso del controllo è, inoltre, emerso che un altro extracomunitario, di nazionalità algerina, il quale tra l’altro aveva fornito false generalità, era gravato da un provvedimento di cattura e ricercato dallo scorso anno per reati in materia di immigrazione clandestina, contro la persona ed il patrimonio.

L'uomo è stato, quindi, arrestato e dopo le formalità di rito, associato alla casa circondariale di Castrovillari, a disposizione dell’Autorità giudiziaria.

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Calabria, sequestrati 2 quintali di pesce pericoloso

Nell’ambito dei controlli effettuati su mezzi e persone in transito sulla Strada statale 106 Jonica, i militari della guardia di finanza di Montegiordano (Cs) hanno sottoposto a sequestro 210 chilogrammi di prodotti ittici in cattivo stato di conservazione.

Il carico di pesce era trasportato in sacchi di propilene senza ghiaccio, in un furgone privo di cella refrigerante e della necessaria autorizzazione sanitaria.

 Il servizio veterinario dell’Asp di Cosenza, ha confermato l’inidoneità al consumo umano del pesce e quindi la sua pericolosità.

Per tale motivo, l’intero carico, costituito da seppie, polpi, spigole e filetti di pangasio, è stato sequestrato e successivamente distrutto. 

Il conducente ed il passeggero del mezzo sono stati denunciati alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Castrovillari per violazione della disciplina inerente la vendita di sostanze alimentari.

Per tale reato rischiano l’arresto fino ad un anno ed una sanzione fino a 30 mila euro.

 

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Sequestrati 14 Kg di sigarette di contrabbando

La guardia di finanza di Montegiordano (CS), nel corso degli ordinari controlli su strada ha tratto in arresto, in flagranza di reato, un uomo di nazionalità albanese cui sono stati sequestrati circa 14 chilogrammi di tabacchi lavorati esteri di contrabbando.

In particolari, durante un controllo ad un automezzo in transito sulla Strada statale 106 Jonica, nel comune di Roseto Capo Spulico (CS), i finanzieri hanno rinvenuto 28 stecche di sigarette di contrabbando, per un peso complessivo di circa 6 chilogrammi. Di concerto con il Procuratore della Repubblica di Castrovillari, Eugenio Facciolla, è stata quindi immediatamente eseguita una perquisizione domiciliare presso il luogo di residenza del conducente del veicolo, sito nelle campagne di Tursi (MT), dove sono stati rinvenuti ulteriori 8 chili di sigarette di contrabbando.

I tabacchi (delle marche Marlboro, Winston, Merit, L&M, Karelia) sprovvisti del prescritto contrassegno di Stato, sono stati sequestrati e l’uomo, responsabile dei reati di “contrabbando di tabacchi lavorati esteri” e “ricettazione” è stato tratto in arresto.

 

Contrasto al caporalato: denunciate 49 persone che sfruttavano i lavoratori

Le Fiamme Gialle hanno concluso una complessa indagine in materia di intermediazione illecita e sfruttamento di lavoro cosiddetto "Caporalato", che ha permesso di segnalare all’Autorità Giudiziaria 49 soggetti. Le indagini, avviate dai militari della Guardia di Finanza della Tenenza di Montegiordano, in provincia di Cosenza, a seguito del controllo dei transiti sulla Statale Ionica e poi delegate dalla Procura della Repubblica di Castrovillari, hanno interessato il periodo dal mese di febbraio 2015 al maggio del 2016 ed hanno permesso di identificare un soggetto extracomunitario, di nazionalità pakistana, M.B., ritenuto vero e proprio punto di riferimento, nella Piana di Sibari, per quegli imprenditori agricoli che necessitano di manodopera illegale ed a basso costo. Il "caporale", nella gestione dell’attività illecita, intratteneva rapporti con due soggetti in regime di "protezione" già affiliati ad una 'ndrina locale e con 19 immigrati irregolari nonché con un soggetto latitante. I lavoratori reclutati, venivano alloggiati in stalle e porcili adibiti a veri e propri dormitori ed in condizioni igieniche-sanitarie degradanti. I loro documenti di identità erano detenuti dal "caporale" che conservava in appositi armadi metallici, dei quali solo lui deteneva la chiave. Gli operai erano costretti a lavorare in condizioni prive di sicurezza in quanto sprovvisti di dispositivi di protezione individuale (calzature antiscivolo, guanti, casco con visiera protettiva) e percepivano una paga inferiore rispetto a quanto previsto. L’esame delle transazioni finanziarie ha consentito di ricostruire i guadagni illeciti del "caporale" quantificati in circa 250.000 euro, incassati in poco più di un anno, in parte destinati anche alle cosiddette "bacinelle" delle organizzazioni criminali. La rimanente parte dei guadagni dell’attività di intermediazione venivano trasferiti in Pakistan, Paese di origine del "caporale", attraverso servizi di money-transfer e post-pay. Quanto emerso evidenzia che la richiesta e la successiva "assunzione" illegale di personale da impiegare nella Sibaritide costituisce ancora una diffusa prassi illecita.

 

Denunciate 157 persone per false disoccupazioni, maternità, malattie

La Guardia di Finanza ha denunciato alla Procura della Repubblica 157 persone, per aver falsamente dichiarato indennità di disoccupazione, sussidi di maternità, assegni familiari e indennità di malattia. L’ammontare della truffa all’INPS è di oltre 700.000 euro, erogati attraverso la predisposizione di falsi contratti di fitto/comodato di terreni. Sulla carta risultavano assunti centinaia di operai agricoli (lavoratori inesistenti – l.i. ) a tempo determinato ed effettuate 8.000 giornate lavorative. In realtà si trattava, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, di lavoratori fittizi impiegati su terreni inesistenti, non nella effettiva disponibilità o addirittura sottoposti a sequestro dalle stesse Fiamme Gialle per inquinamento ambientale. Oltre all’indebito incasso di contributi statali, non sarebbero stati versati contributi previdenziali INPS per circa 150.000 euro. Il danno complessivo segnalato dai militari della Guardia di Finanza di Montegiordano, in provincia di Cosenza, alla Procura Regionale della Corte dei Conti di Catanzaro è risultato di 757.000 euro.

 

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Tre arresti per furto di rame

Gli uomini della Guardia di Finanza di Montegiordano, nel corso di un controllo, hanno proceduto all’arresto di tre uomini sorpresi a trasportare cavi elettrici e telefonici in rame, rubati. Nell’ambito dell’attività di controllo economico del territorio, le Fiamme Gialle della Tenenza hanno effettuato una serie di controlli notturni dei veicoli percorrenti la Strada Statale 106 Jonica. All’altezza dell’abitato di Roseto Capo Spulico, in  provincia di Cosenza,  i militari hanno sottoposto a controllo un veicolo commerciale. Fin dalle prime fasi dell’attività il conducente del veicolo commerciale controllato, secondo la ricostruzione degli inquirenti, ha mostrato nervosismo ed incertezza nel fornire spiegazioni circa la propria presenza sul posto. Immediate verifiche sull’identità del soggetto hanno evidenziato la presenza di precedenti specifici ed indotto la pattuglia ad effettuare una accurata ispezione del veicolo che si è conclusa con il rinvenimento nel vano di carico di circa mezza tonnellata di rame, tagliato in numero di oltre 100 pezzi, privi di documenti di giustificazione. Le conseguenti immediate attività investigative avviate hanno consentito di ricostruire la provenienza del rame trasportato, risultato asportato da una linea telefonica aerea posta nel Comune di Bernalda – Borgo Metaponto, nella vicina provincia di Matera, ove risultavano interrotte le comunicazioni telefoniche di un intero quartiere. L’estensione delle attività investigative su ulteriori tratti stradali hanno consentito di individuare due complici a bordo di un altro veicolo, con funzione di staffetta e con a bordo 3 cesoie, probabilmente utilizzate per il taglio di cavi. I tre soggetti, tutti con precedenti specifici, dall’età compresa tra i 30 e 35 anni e residenti nelle provincie di Cosenza e Vibo Valentia, sono stati tratti in arresto per i reati di furto, ricettazione e interruzione di pubblico servizio (artt. 110, 624, 625, 648 e 340 del C.P.). I veicoli e gli attrezzi utilizzati per il furto sono stati sottoposti a sequestro e messi a disposizione dell’Autorità Giudiziaria. Il fenomeno del furto dei cavi in rame, chiamato anche oro rosso, è fonte di grave pericolo e significativi disagi, interessando spesso linee di trasporto pubblico su rotaia o di comunicazione telefonica

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