Oliverio: "Ingiustificato il ritardo nella nomina del Commissario per il piano di rientro dal deficit sanitario"

l Presidente della Regione Mario Oliverio, presenti anche gli Assessori Vincenzo Ciconte e Carlo Guccione ed i sub commissari per il Piano di rientro Giuliano Pezzi ed Andrea Urbani, nel corso di una conferenza stampa, ha parlato ampiamente dei provvedimenti assunti dalla Giunta in tema di sanità.
"Riteniamo ingiustificato – ha detto Oliverio aprendo l’incontro con i giornalisti - questo ritardo nella nomina del Commissario per il piano di rientro dal deficit sanitario in Calabria. E per questo abbiamo deciso di chiedere ai sub commissari, che ringrazio della loro disponibilità, di assumere l’iniziativa di bandire i concorsi per quanto riguarda le situazioni di maggiore criticità, sulla base delle segnalazioni e delle richieste delle aziende ospedaliere, procedendo con i concorsi per la copertura di centocinque posti riferiti a personale medico, infermieristico e tecnico di radiologia. A noi non è stato comunicato nulla circa la nomina del commissario: abbiamo letto dai giornali che all’ordine del giorno del Consiglio dei ministri di oggi c'è anche questo punto. Non ne sappiamo nulla. Di fronte alla situazione e considerato che nelle strutture ospedaliere “Hub” si evidenziano criticità e rischi per gli operatori, abbiamo avvertito la necessità di convocare una riunione straordinaria della Giunta per procedere ad un esame, verificare le situazioni di maggiore criticità e assumere decisioni. Questa è una prima tranche; sarà poi nostra cura nei prossimi giorni procedere ad un esame degli ospedali “spoke” perchè sul territorio si evidenziano diverse situazioni problematiche. Voglio dire che noi daremo risposte con ordine, senza perdite di tempo e corrispondendo, non solo al superamento delle criticità, ma anche alla garanzia di prestazioni per emergenza-urgenza e diagnostica in linea con i livelli essenziali di assistenza. Saranno banditi i concorsi. Nelle more dell’espletamento, però, saranno attivate, nel rispetto della legge, le procedure per accelerare e dare risposte in tempi brevi in alcuni casi con avvisi e anche con il ricorso alle graduatorie. E' chiaro che il nuovo commissario che sarà nominato, mi auguro ad “horas”, avrà cura di valutare la fondatezza e le ragioni di questa emergenza e, quindi, di assumere i provvedimenti. Il nuovo commissario, se dovesse essere nominato, dovrà, comunque, interloquire con il presidente della Regione. Chiunque egli sarà, perché consideriamo questo provvedimento che la Giunta chiede ai sub commissari di prospettiva e non temporaneo”. Oliverio ha, poi, assicurato che a breve sarà presentato in Giunta “un disegno di legge per la costituzione dell’Azienda sanitaria unica regionale con un solo direttore generale. Questa è la scelta che farà la Regione. Non ci saranno surrogati commissariali. A giorni, indipendentemente dalla telenovela sulla nomina del commissario, noi procederemo al riordino ed alla razionalizzazione del settore. Intendiamo superare la logica della frammentazione che, nel tempo, ha alimentato la lottizzazione. Nella sanità, nel corso degli anni, in Calabria, si è consolidato un groviglio di interessi che non è secondario nella situazione grave che si è determinata nel settore. L’incapacità della Regione a dotarsi di un piano sanitario e ad utilizzare le risorse per costruire un sistema qualificato è stata funzionale all’affermazione di questo groviglio di interessi che, nel corso di un lungo periodo, ha macinato risorse. Si è usciti adesso dal deficit, che è stato acclarato. Il buco, però, è stato macinato non solo per inefficienza ma anche per interesse e per perversione di interessi”.

Mirabello (Pd): "Vicini al sindaco di Stefanaconi Di Sì"

"Adesso piu’ che mai bisogna essere compatti e stare vicini a Di Sì, il quale coraggiosamente ha scelto di testimoniare, costituendosi parte civile, in un processo contro i clan del territorio e, proprio oggi, alcuni membri compariranno davanti al gup di Catanzaro per l’udienza preliminare". E' quanto afferma Michele Mirabello nella duplice veste di consigliere regionale e segretario provinciale del Partito Democratico. "Non basta di certo la solidarietà e la vicinanza - prosegue l'esponente del Pd - serve più tutela nei confronti di chi rappresenta le istituzioni nei territori, ancor di piu in una provincia difficile come la nostra, dove la criminalità si alimenta del malessere sociale ed economico. Quanto successo la scorsa notte ai danni del sindaco di Stefanaconi Salvatore Di sì è un fatto di una gravità inaudita, l'ennesimo atto intimidatorio che colpisce sindaci della nostra Regione e che fa riflettere su come le nostre amministrazioni locali si trovano a dover governare, i loro paesi, in un clima di perenne tensione e paura. I sindaci - conclude Mirabello - sono i soggetti istituzionali che rappresentano in prima persona le problematiche di un territorio e, molto spesso, si ritrovano soli.

Serra: I quattro nomi del Pd per il dopo Rosi

SERRA SAN BRUNO – I censoriani più ortodossi lo ripetono come un mantra: “Il vecchio centrosinistra è morto il 4 novembre del 2010”. Già, perché la storia di quello che starebbe per tornare come “nuovo centrosinistra”, inizia proprio in quella data, quando, l’ex sindaco Raffaele Lo Iacono fu defenestrato dalla componente censoriana che si unì all’opposizione salerniana dimettendosi dal consiglio comunale. Poi un continuo rimbalzare di accuse, scuse, andate e ritorni. A poco più di un anno dalle prossime comunali il “nuovo centrosinistra” si starebbe ricompattando per dare vita ad una coalizione nella quale la parte del leone la farebbe il Partito democratico. Lo scopo è chiaro: vincere le elezioni e tornare alla guida del paese dopo la parentesi di centrodestra. Ma non sarà facile. Se da un lato, il centrosinistra sarebbe quasi ricompattato, dall’altro mancherebbero molte cose che allo stato ai democrat non tornano. Del nuovo progetto fanno parte due politici del vecchio: Pino Raffele e Raffaele Lo Iacono, che fuoriusciti dopo lo strappo, successivamente ne hanno fatto rientro, ponendo, peraltro, veti incrociati dell’uno sull’altro. Proprio cosi, perché il punto centrale sul quale l’accordo sarebbe lontano è la candidatura a sindaco. Su questo punto tre sarebbero gli aspiranti candidati a sindaco: Vincenzo Damiani che, non facendo mistero circa le sue aspirazioni, avrebbe posto la questione in termini perentori; Domenico Dominelli, politico di lungo corso che, confidando nella simpatia degli ex Ds, avrebbe sostenuto che il candidato a sindaco dovrà essere scelto dal partito; infine vi sarebbe poi – il condizionale è d’obbligo - l’ex assessore comunale della ex giunta Lo Iacono, Maria Abronzino, che sarebbe sponsorizzata dall’elettorato centrista degli ex Margherita. Se cosi fosse, ci sarebbe, quindi, un ritorno al passato e nessun rinnovamento. Per questo si potrebbero acuire i contrasti proprio con Raffele e Lo Iacono che il rinnovamento lo hanno subìto. Nel suo nome infatti – si pensi alla candidatura a sindaco della giovane professionista Rosanna Federico -  si consumò definitivamente lo strappo che portò entrambi su una strada diversa rispetto a quella di Censore. Come uscire dall’impasse? A questo punto il deputato, Bruno Censore, avrebbe due strade: la prima, quella d’indicare una persona della società civile, qualche giovane professionista proprio sulla scia di quel rinnovamento incominciato alcuni anni fa, tanto più se fosse un’altra donna; la seconda, indicare d’imperio quale candidato a sindaco il segretario cittadino del Pd Paolo Reitano. Una candidatura, non soltanto di servizio, ma, anche, di rinnovamento in grado, forse, di mettere a tacere i mal di pancia democratici.

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Battaglia (Pd): Il Governo vigili sull'Omeca

 “Chiediamo al Governo nazionale di vigilare con fermezza sul mantenimento dei livelli occupazionali delle ex Officine Omeca di Reggio Calabria, tenendo fede all’impegno che il Premier Renzi ha assunto in occasione della sua visita in riva allo Stretto allo stabilimento di Torre Lupo, uno dei gioielli industriali del comparto metro-ferroviario”. A poche ore dall’ufficializzazione dell’accordo raggiunto tra Finmeccanica e Hitachi per la cessione di Ansaldo Breda e Ansaldo Breda Sts, il consigliere regionale del Pd Mimmo Battaglia “rilancia la necessità di continuare a dare certezze alle centinaia di lavoratori di uno stabilimento che ha occupato le prime pagine dei giornali per l’eccellenza della produzione e per l’alta professionalità delle maestranze. Se così non dovesse essere, stigmatizza Battaglia, la compressione dell’occupazione aprirebbe al pericolo di una esplosione sociale a danno della città e dell’intera provincia reggina. Ben 500 infatti  le maestranze interessate compresi i lavoratori interinali; 700 complessivamente i lavoratori, se si considera anche l’indotto”.“Occorre dunque allontanare le ombre che si addensano sul futuro di un sito che resta una delle poche eccellenze produttive della già gracile realtà economica reggina. Una struttura - sottolinea Battaglia - che ha raggiunto livelli di produttività e di qualità del prodotto in linea con gli standard delle aziende più avanzate d’Europa”. L’esponente politico alla Regione evidenzia come “siano già in atto le commesse per la Metro Expo. Tutte le carrozze che verranno impiegate nelle nuove linee a Milano in occasione dell’Expo 2015 saranno made in Reggio Calabria; così anche le commesse di materiale rotabile e ferroviario per Copenaghen, Taipei, Honolulu e Lima. Dati che attestano come le produzioni delle Omeca di Reggio Calabria siano apprezzate in tutto il mondo”. “Rinnoviamo con forza dunque l’appello alla politica affinchè - conclude Mimmo Battaglia - al di là della proprietà e delle sue ragioni, di concerto con i sindacati, riporti al centro dell’agenda per il Sud, il rilancio del settore industriale e ci auguriamo che l’investimento di questo colosso industriale in Calabria sia proficuo e annunciatore di speranze anche per le nuove generazioni”.

Tassone (Pd): Il bando per la piscina è un altro fallimento della Giunta Rosi

“Il bando sulla piscina desta preoccupazione”. A sostenerlo in una nota il componente della segreteria cittadina del Pd, Luigi Tassone, il quale, partendo dalla premessa che “la piscina comunale ricopre un elevato ruolo di importanza sportiva e sociale e che bisogna mettere in campo tutte le iniziative volte all’ immediata riapertura”, esprime forti dubbi in merito alla “deliberazione n°5 del 4 Febbraio 2015 con la quale la giunta comunale ha delineato le linee guida per l’affidamento della piscina comunale e degli impianti sportivi ad essa connessi”. Il nuovo bando, che segue quello andato deserto, farebbe saltare “subito agli occhi delle clausole che fanno avere non poche perplessità”. In particolare,”vista la delicatezza e le specifiche professionalità richieste per la gestione di una piscina, non si riesce a comprendere infatti quali siano stati i motivi che hanno indotto la giunta comunale ad inserire una precisa clausola che riconosce, potenzialmente, la possibilità di affidare la gestione della stessa ad eventuali associazioni, società e/o enti sportivi legalmente riconosciuti che non abbiano avuto esperienze pregresse in merito e, pertanto, non adeguatamente preparate nella gestione di una struttura con caratteristiche specifiche”. Una riflessione che scaturisce dalle “difficoltà che si riscontrano nella gestione degli impianti sportivi”, in generale e delle  “piscine” in particolare. Per tale ragione, aggiunge Tassone, “la giunta avrebbe dovuto elaborare  criteri molto più precisi e selettivi di quelli che oggi ritroviamo nel bando”. A ciò si aggiunga che “le linee guida contenute nel bando appaiono sbilanciate favorevolmente verso chi andrà a gestire la struttura sportiva”. Per l’esponente democratico, non minori perplessità suscita la parte del bando relativa “all’erogazione dei contributi che il comune dovrà annualmente versare a chi si aggiudicherà la gestione; sia nella quantificazione del canone annuo che potenzialmente potrà essere riscosso, che nella riconosciuta possibilità di rinuncia della gestione, chiaramente fin troppo favorevole nei confronti di chi andrà ad aggiudicarsi la gara”. “Proprio sotto quest'ultimo aspetto – prosegue la nota - considerando anche la mancata previsione di una penale da porre a carico della rinunciante, la rinuncia stessa potrebbe creare ulteriori problemi dovuti alla riapertura di una nuova procedura di affidamento e pertanto ad una nuova chiusura dell’impianto”. A destare preoccupazione, quindi, il rischio che “possa essere compromessa la funzionalità degli impianti”.  Le molteplicità criticità rilevate, inducono, Tassone a “considerare” il bando “ come un altro fallimento della giunta Rosi”.

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Tallini (Fi): La Lanzetta liquidata con cinismo

“Le forti e circostanziate accuse lanciate dall’ex ministro Lanzetta al Pd calabrese devono fare riflettere tutti. Ma soprattutto devono fare riflettere le violente e velenose risposte che sono venute dai vertici del Pd nei confronti di una persona che solo un mese fa faceva parte del tanto osannato Governo Renzi”. E’ l’opinione del consigliere regionale Mimmo Tallini (Fi), che sottolinea come “La Lanzetta sia passata, nel giro di poche ore, da ‘apprezzata ministra della Repubblica’ a ‘stalker’ dell’assessore De Gaetano, da simbolo dell’antimafia a sindaco che ha portato al dissesto il Comune di Monasterace. Pippo Civati l’aveva inserita nel suo ‘pantheon’ ideale, indicandola come una personalità da additare come esempio di moralità e coraggio, ma per i cinque segretari provinciali del PD è solo ‘una che non può dare lezioni di moralità a chicchessia’”. Per Tallini: “Il cinismo con cui è stata liquidata l’ex ministra lascia senza parole, ma conferma che il Pd calabrese è attraversato da una guerra tribale che sta condannando alla paralisi e all’isolamento la nostra terra. Che quella di Oliverio sia stata una finta rivoluzione ormai lo sanno tutti. La Lanzetta si è limitata solo a certificarlo. In tre mesi, non è riuscito nemmeno a dare una Giunta alla Calabria, cosa inaudita e mai avvenuta nella storia del regionalismo. Emerge - afferma Tallini - l’incapacità di affrontare le emergenze, come dimostra la tragica fine a cui è stata condannata la Fondazione Campanella. Mentre gli ospedali scoppiano, il Presidente fa il braccio di ferro con il ministro Lorenzin per essere nominato commissario della sanità, dimostrando un attaccamento al potere senza precedenti. Non c’è traccia di un provvedimento, di un progetto, di un’idea. La Lanzetta, che magari avrà portato al dissesto Monasterace e che probabilmente non ha lasciato traccia al Ministero degli Affari Regionali, un merito l’ha comunque avuto e i calabresi dovranno essergliene grati: ha mostrato a tutti di che pasta è fatto chi dovrebbe governare la Calabria. Noi, pur da avversari - conclude Mimmo Tallini - le dobbiamo dare atto di essere stata coerente e di avere mantenuto fede alle sue dimissioni da ministro e da assessore regionale, caso veramente raro in un Paese come l’Italia dove le dimissioni soltanto si annunciano”.

Vibo: Sarà Lo Schiavo il candidato a Sindaco del Pd

VIBO VALENTIA - Sarà Antonio Maria Lo Schiavo il candidato alla carica di sindaco del centrosinistra per le prossime elezioni comunali di Vibo Valentia. A decretarlo, gli elettori che hanno preso parte alle primarie svoltesi ieri. Con 2490 preferenze, pari al 48% dei votanti, Lo Schiavo l’ha spuntata sull’ex Consigliere regionale Pietro Giamborino (2075) e sull'esponente di Sinistra ecologia e libertà, Francesco Colelli (563). Un risultato che premia l’area del Pd vicina alle posizioni del deputato Bruno Censore e del Consigliere regionale Michele Mirabello. Ad uscire, ancora una volta, sconfitto è, invece, l’ex Presidente della Provincia di Vibo Valentia, Francesco De Nisi che aveva speso le sue energie a sostegno della candidatura di Pietro Giamborino.

Reitano (PD): Da De Raffele una polemica sterile e inutile

Botta e risposta, tra il segretario cittadino del Pd ed il presidente del consiglio comunale in pectore, Giuseppe De Raffele. Oggetto del contendere gli interventi da mettere in campo per cercare di preservare gli uffici del Giudice di pace. L’invito che Reitano,  aveva rivolto, ieri, al sindaco Rosi, affinché facesse quanto in suo potere per non perdere l’opportunità offerta dal decreto Milleproroghe con il quale sono stati riaperti i termini per avviare le procedure necessarie a cercare di salvare in extremis gli uffici del Giudice di pace, era stato, immediatamente rispedito al mittente da De Raffele che in una nota, dai toni piuttosto piccati, aveva replicato che l’amministrazione “non ha bisogno delle sollecitazioni del Pd”. Non si è fatta attendere la controreplica del segretario cittadino del Partito democratico che in un comuncato scrive: “Non sono abituato a replicare a critiche sterili, polemiche inutili o a note di dubbio gusto e livello, ma la risposta alquanto nervosa formulata dal Presidente del consiglio in pectore, fa sorgere il dubbio che lo stesso non abbia letto con attenzione la nota inviata dal sottoscritto”.  Reitano, non usa il fioretto e affonda una serie di stoccate all’indirizzo di De Raffele. “Ormai dopo quattro anni di amministrazione - scrive – il sig. De Raffele, piuttosto che lanciarsi in polemiche assolutamente pleonastiche, avrebbe dovuto tracciare un bilancio della sua attività amministrativa, degli interventi realizzati per Serra e per i cittadini perché, ad onor del vero a differenza di quanto decantato nel suo comunicato, non riusciamo a vederli. Lo stesso De Raffele dovrebbe rendere edotta la cittadinanza dei progetti che lui stesso ha seguito direttamente, come ad esempio la raccolta differenziata; oltre che utilizzare i social network per fare propaganda e dire che preferisce bere acqua dal rubinetto, dovrebbe dire che tipo di attività ha posto in essere per realizzare l’autonomia del nostro sistema idrico dalla Sorical, ma, soprattutto, dovrebbe dire oggi cosa intende realizzare e quali sono i nuovi programmi”. “ Dopo quattro anni di amministrazione – prosegue la nota - non ci possono essere alibi e non si possono richiamare esperienze concluse e già valutate dagli elettori, ma si devono tracciare bilanci dove indicare gli obiettivi raggiunti. Lo scontro tutto interno alla maggioranza serrese relativo al rimpasto di giunta ha trascinato il nostro paese nell’immobilismo totale e forse dovrebbe chiarire ai cittadini anche questo. Gli argomenti sarebbero davvero tanti e numerosi gli spunti per criticare quella che passerà alla storia come la peggiore amministrazione comunale”. Messa da parte la sciabola, Reitano, precisa: “La mia, comunque, era una nota strettamente politica che ricalcava il percorso di opposizione costruttiva che, per il bene della nostra cittadina, abbiamo sempre seguito. Opposizione che, pur nello scontro proprio del dibattito politico, non ha mai avuto simili cadute di stile. Al di là della violenza verbale e dell’attacco, francamente inefficace e inutile e del linguaggio utilizzato, assolutamente inadeguato per un Presidente del Consiglio in pectore, ribadiamo la nostra disponibilità affinché si possa trovare una soluzione positiva per la vicenda. Aspettiamo fiduciosi le mosse della maggioranza forzista e l’avvio dell’iter per il mantenimento dell’Ufficio e speriamo che, almeno questa volta, vengano rispettati i termini previsti nel decreto e chiediamo che ci sia una volontà e un impegno reale”. “Per il resto – conclude Reitano - stia tranquillo De Raffele perché tra un anno, circa, saranno i serresi ad esprimere un giudizio su di lui e su questa amministrazione e sono certo che non sarà affatto positivo.

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