"Potenziare la copertura telefonica nell'area del Parco delle Serre", l'appello di Grillo

 "Abbiamo la fortuna di vivere in luoghi fantastici che ammaliano e conquistano quanti qui arrivano. Noi lo sappiamo e come Parco delle Serre siamo impegnati in questa opera di promozione turistica, ma deve essere un impegno comune, da attuarsi in tutti i settori. Non possiamo immaginare che i turisti che provengono da territori tecnologicamente attrezzati, si accorgano che vi sono zone senza copertura. E non è una questione di mera immagine, ma un fattore essenziale di sicurezza come ci ricordano i più recenti fatti di cronaca”.

È una denuncia forte e convinta quella del commissario del Parco naturale regionale delle Serre Alfonso Grillo, che fa riferimento a quanto accaduto pochi giorni fa: “…quando i carabinieri di Stilo, i vigili del fuoco di Monasterace e volontari sono riusciti a ritrovare l’uomo di Stilo che si era spinto in montagna a cercare funghi e non era rientrato. Solo la professionalità delle forze dell’ordine ha consentito il lieto fine malgrado la lacuna della mancanza dei segnali telefonici cellulari che avrebbero aiutato le ricerche”.

Grillo si rivolge, quindi, ai gestori della telefonia con un invito perentorio affinché si prodighino a colmare questa grave mancanza; “e i gestori della telefonia presenti con i loro apparati nel sito di Montestella di Pazzano che spazia su tutto il territorio devono installare nuove celle o almeno indirizzare qualcuna già esistente verso la montagna. Perché al momento, il problema è che nessuna cella, di quelle esistenti, “guarda” la montagna di Ferdinandea”

Il commissario del Parco naturale regionale delle Serre, dopo essersi consultato con esperti del settore, lancia una proposta concreta: “il problema potrebbe essere risolto installando sul Montestella di Pazzano, dove si irradiano i segnali telefonici per tutta la vallata dello Stilaro, una nuova cello telefonica; oppure girando una tra quelle esistenti verso la montagna”.

“Ci aspettiamo – conclude Alfonso Grillo – un intervento dei gestori telefonici. Abbiamo il dovere di garantire tranquillità a chi vuole visitare la montagna”.

Maltempo, frana la strada che collega Serra San Bruno a Monasterace

A causa delle forti precipitazioni che si stanno abbattendo in queste ore su tutta la Calabria, un pezzo dell'ex statale 110 che collega Serra San Bruno a Monasterace è completamente franato, rendendo inutilizzabile l'importante arteria stradale.

La frana ha interessato il tratto di strada che attraversa il monte "Campanaro", in prossimità di Pazzano (Rc).

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Finisce con l'auto in un burrone, ragazza di 25 anni perde la vita

Tragico incidente stradale lungo la provinciale che collega Stilo a Pazzano, nel Reggino, dove una ragazza di 25 anni ha perso la vita dopo essere precipitata in un burrone.

La donna si trovava al volante della sua auto, quando, per cause in corso di accertamento, e finita in un dirupo alto una decina di metri.

Inutile l'intervento dei sanitari del 118 che, al loro arrivo, non hanno potuto far altro che constatare il decesso della giovane.

La salma della sfortunata ragazza e stata recuperata, con non poche difficoltà, grazie all'intervento dei  vigili del fuoco.

 

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Saxa, Herbae, Flores, Astra

Per il secondo anno, il Comune di Pazzano (RC) ed il Santuario di Montestella hanno organizzato, con il patrocinio della Presidenza del Consiglio Regionale della Calabria in collaborazione con Slow Food Soverato, La Bottega della terra, Biologi senza frontiere e INU Calabria, un interessante weekend naturalistico, elaborato da Marisa Gigliotti, denominato "Saxa, Herbae, Flores, Astra”. I lavori si sono aperti sabato 14 con un particolare convegno su “Potenzialità del Territorio e Innovazione sostenibile” che ha visto, dopo il saluto del Sindaco di Pazzano (RC) Sandro Taverniti e di Don Enzo Chiodo, il susseguirsi degli interventi di:

  • d.ssa Angela Ziparo sui benefici delle erbe spontanee in cucina;
  • d.ssa Andrea Giorgia Gullà su Permacultura come possibilità di sviluppo locale;
  • dr. Antonio Pasquale su “Nuove forme di sviluppo territoriale mediante strategie finalizzate alla nascita di borghi interattivi” che ha proposto al pubblico presente un interessante modello di “conferenza emozionale” caratterizzata dalla presenza degli attori dell’Associazione Makrós di Petrizzi (CZ) che attraverso monologhi, dialoghi poetici, video arte ed antiche ninne nanne hanno affascinato i presenti;
  • arch. Giorgio Metastasio sulle grotte eremitiche di Montestella; 
  • dr. Domenico Passarelli (INU) sul Benessere dei borghi;
  • dr Giovanni Misasi (Biologi senza frontiere) sulle piante storiche.

Presenti al convegno la senatrice Silvia Vono e il deputato Paolo Parentela (Movimento 5Stelle) che sono intervenuti brevemente.

Domenica 15 è stata, invece, caratterizzata da un’escursione naturalistica organizzata da Associazione Trekking Stilaro sul magnifico Monte Stella alla ricerca di erbe ed orchidee spontanee in compagnia degli esperti scientifici in etnobotanica dr. Carmine Lupia e dr. Nicola di Novella. Nel pomeriggio, laboratorio di catalogazione delle piante raccolte in mattinata e loro uso in cucina e per il benessere fisico. La manifestazione è molto riuscita

Ruba 50 Kg di rame in una casa di Pazzano, in manette 54enne di Caulonia

I carabinieri della Stazione di Stilo hanno arrestato D.F., 54enne di Caulonia, per furto in abitazione.

Nel corso di un servizio di controllo notturno in una zona montana del Comune di Pazzano, i militari hanno notato D.L., il quale alla vista dei carabinieri avrebbe cercato di allontarsi a bordo della sua auto.

Una volta raggiunto, gli uomini dell'Arma hanno sottoposto a perquisizione l'automobile sulla quale sono stati rinvenuti oltre 50 chili di rame.

Dai successivi riscontri è emerso che il materiare era stato sottratto, immediatamente prima del controllo, da una casa privata.

L'uomo è stato, quindi, dichiarato in arresto e sottoposto ai domiciliari, in attesa del rito direttissimo.

Serre: le ferriere itineranti in età moderna

Ricca di acqua e legno, con discrete risorse di minerale di ferro, la Calabria vanta un vecchio legame con l’estrazione e la lavorazione dei metalli. Nell’area delle Serre l’attività fusoria affonda le radici in un passato piuttosto remoto. Quanto le operazioni fossero diffuse lo si può intuire, ancora oggi, da una serie di toponimi che hanno conservato traccia dell’attività che vi si svolgeva. In ogni caso, a dare conferma di ciò che altrimenti potrebbe essere solamente una valutazione di carattere indiziario è Benedetto Tromby, il quale nella “Storia critico-cronologica-diplomatica del Patriarca San Brunone e del suo ordine cartesiano”, riporta l’atto di donazione con il quale, nel 1094, Bruno di Colonia riceve, da Ruggero il Normanno, le miniere ed i forni presenti nel circondario di Stilo ed Arena. La donazione si accresce nel 1173, quando Guglielmo re di Sicilia, aggiunge “[…] et liberartibus minerae aeris ed ferri […]”,  concedendo alla Certosa alcuni contadini ed un mulino “in pertiunentiis Stili”. La lavorazione del minerale si sviluppa con svevi, angioni ed aragonesi che fiutano il vantaggio economico ed iniziano ad istituire “fondachi” e dazi. Le miniere di Pazzano crescono d’importanza durante il periodo angioino, tanto che un documento nel 1333, nel citare il lavoro nelle gallerie di Monte Stella, fa riferimento ad una fonderia di proprietà della Certosa attiva nel territorio di Pazzano. Sia le miniere che le ferriere, non vengono gestite direttamente. A mandarle avanti ci pena l’ “arrendario” , un concessionario che le sfrutta, pagando una rendita in manufatti e in denaro, al re ed al convento. Il periodo d’oro della metallurgia itinerante vive il suo primo declino intorno al 1450, quando gli Aragonesi per favorire i più importanti finanziatori del loro debito, ovvero i ricchi mercanti fiorentini che risiedono a Napoli, favoriscono l’importazione di ferro toscano imponendo dazi proibitivi all’estrazione, lavorazione e commercio del ferro grezzo. “Nel 1520 la ferriera di Stilo risulta inattiva”, mentre le semi abbandonate miniere di Pazzano forniscono il poco materiale necessario ad alimentare le ferriere di Campoli, Trentatarì, Castel Vetere, Spadola e Furno. Quasi sicuramente, a Spadola la lavorazione del ferro avveniva in un luogo, ancora oggi chiamato località “Firrera”, situato lì dove oggi sorge il cimitero. Nel 1523, quale riconoscimento dei servigi ricevuti l’imperatore Carlo V dona a Cesare Fieramosca le miniere e successivamente i forni fusori ed i boschi.  Il fratello del celebre Ettore, più votato alle armi che agli affari non s’interessa granché delle sue nuove proprietà. Tuttavia, l’importanza dell’attivata estrattiva e della lavorazione del ferro è testimoniata da un documento redatto nel XVI secolo, nel quale incaricato dalla Serenissima di tracciare un “Descrizione di tutta l’Italia e isole pertinenti” il frate domenicano Leando Alberti, riferendosi alla vallata dello Stilaro scrive: “dalla marina, lontano quattro miglia, sopra un alto colle si dimostra Stilo, nobile Castello, dietro al quale a man sinistra son le miniere di ferro ove se ne cava assai”. Dopo una annosa vertenza tra gli eredi Fieramosca e Ravascheri che gestiscono per due anni la ferriera di Stilo, la “Regia Camera” al fine di non interrompere l’attività, incarica un ufficiale d’artiglieria, tale capitano Castiello, di dirigerle “in nome e per conto della corte”. Non deve risultare strano la scelta di affidare la gestione delle ferriere ad un uomo d’arme. Quella è l'epoca in cui l’arte di eliminare il prossimo si serve sempre più di un’arma potente e temibile, il cannone. Nonostante ciò, anche in ragione delle fiorenti miniere del Nuovo Mondo, durante il periodo dei vicereami spagnoli, l’industria estrattiva “subisce una lenta contrazione”. Sono gli anni in cui lo stato cede la proprietà delle ferriere, tenendo per se solamente quella di Stilo. Nuovo impulso all’ “industria” siderurgica viene dato dopo il 1734, in seguito alla rinascita del Regno di Napoli guidato da Carlo di Borbone. “La produzione nazionale di ferro si attesta intorno alle 10.000 cantaia, quella dell’acciaio intorno a 1.300. In Calabria se ne producono 2.400, di cui la metà a Stilo. […] tuttavia, l’antiquata tecnica di fusione  detta alla “catalana” non è più sostenibile dal momento che comporta un insostenibile dispendio di carbone. E’ la fine delle ferriere itinerante e l’inizio di una lunga incubazione che, nel 1771, porterà alla nascita del primo nucleo dello stabilimento proto-industriale di Mongiana.

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Patrimonio di archeologia industriale: s'incontrano i sindaci di Mongiana, Pazzano e Cardinale

Un interessante incontro tra i sindaci dei Comuni di Mongiana, Bruno Iorfida, di  Pazzano, Sandro Tavernti  e  di Cardinale, Giuseppe Marra, si è tenuto nei locali del Comune di Mongiana mercoledì 2 Marzo. I Primi Cittadini si sono incontrati tra di loro  per predisporre iniziative progettuali mirate alla salvaguardia del patrimonio di archeologia industriale presente nel territorio dei loro Comuni. Erano presenti i presidenti delle Pro Loco di Pazzano , Renzo Campanella e di Mongiana, Francesco Aloi. Hanno relazionato l'arch. Antonino Renda, l'architetto Gabriella Pittelli, l'architetto Valentina Franco, coadiuvati da Danilo Franco, i quali supporteranno le Amministrazioni nel realizzare una rete intercomunale e interprovinciale al fine di predisporre iniziative progettuali per ottenere finanziamenti utili a completare e a iniziare restauri di opifici presenti nel territorio. La proposta progettuale, indirizzata sulla  filiera  della siderurgia calabrese, che ha interessato in un passato non molto lontano, Mongiana, Cardinale e Pazzano, mira a rendere più esaustiva la realizzazione e la messa in opera del grande ecomuseo del ferro calabrese. Molti sono  gli interventi in itinere e/o già  realizzati nell'area dello Stilaro e nelle Serre Calabresi, mirati a salvaguardare reperti e opifici, testimonianze tangibili del trascorso industriale calabrese e a rendere più completo l'ecomuseo,che andrà istituzionalizzato, nei dettami della Legge Regionale della Calabria sugli ecomusei. A questi, si aggiungeranno gli intereventi che saranno individuati e predisposti nella  progettazione già avviata dai suddetti tecnici, che prevede interventi su Mongiana che nasce e cresce a fianco dell'industria siderurgica voluta dai Borbone nel 1771. Quella attiva a Mongiana era una industria statale, fiore all'occhiello per il meridione. Molto è stato fatto, e molto si sta facendo, altro si potrà fare per far rivivere e far conoscere la storia  di Mongiana. Si ricercheranno e si restaureranno altri vecchi siti industriali, e si recupereranno le antiche valenze urbane del centro storico nato nell'ottocento ricco di una architettura nata senza architetti, ma al quale si riconoscono indubbie valenze architettoniche funzionali. In definitiva il centro urbano di Mongiana,  dovrà essere esso stesso un richiamo per  turisti e appassionati, in quanto rappresenta ad oggi l'unico villaggio nato per dare supporto ai lavoratori addetti all'industria siderurgica lì presente ed ancora vissuto dai discendenti di quelle antiche maestranze. A Pazzano, che per millenni ha fornito la materia prima, la limonite da cui si estraeva il ferro, alle ferriere e fonderie  attive nel territorio delle fiumare: Stilaro, Assi e Allaro, si mirerà a salvaguardare le numerose testimonianze che ricordano l'antica tradizione mineraria. Miniere, case operaie, le stesse montagne "le Dolomiti del Sud", saranno interessate da una fruizione attuata attraverso la  messa in sicurezza degli antichi sentieri di collegamento tra le miniere. Il museo della cultura mineraria che sarà reso fruibile e didatticamente  adeguato alle odierne esigenze, ma anche il centro storico sarà interessato ad un recupero e  diverrà un museo all'aperto.  A  Cardinale, si recupererà il complesso siderurgico sito nella località Razzona, realizzato per volontà del Filangieri. Si tratta di  sei ferriere con forni alla catalana, nelle quali si costruirono nel 1832 e nel 1835 le catene dei primi ponti in ferro sospesi mai realizzati in Italia, quelli sui fiumi Calore e Garigliano. Le possibilità economiche saranno ricercate nel contesto delle progettualità regionali, ma si ritiene, ove fosse necessario, vista la valenza che travalica l'ambito regionale, anche in ambito nazionale e perché no, in quello europeo.

 

 

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