Cocaina sotto il sedile dell'auto, 24enne finisce in manette

Un ventiquattrenne, G.G., di Cosenza è stato arrestato in flagranza, nel capoluogo bruzio, per detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente.

In particolare, gli agenti della locale questura hanno fermato il giovane mentre, in compagnia di un’altra persona, percorreva a bordo di un’auto un tratto di strada nei pressi di Montalto Uffugo.

Nel corso della perquisizione veicolare, sotto il sedile lato guida, i poliziotti hanno rinvenuto un involucro di cellophane contenente 12 grammi di cocaina.

Il giovane è stato, pertanto, tratto in arresto per il reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente.

Al termine delle formalità di rito, l’arrestato è stato posto ai domiciliari.

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Escursionista ferita messa in salvo grazie ad un elicottero della Polizia di Stato

Una donna che aveva riportato la frattura di tibia e perone durante un’escursione su Pietra Cappa, nel Parco nazionale dell’Aspromonte è stata soccorsa da un elicottero del V° Reparto Volo della Polizia di Stato di Reggio Calabria.

In un primo momento, l’escursionista era stata raggiunta da un elicottero del 118 che, a causa della zona impervia, non è riuscito ad atterrare.

E’ stato, quindi, chiesto l’intervento dell’aeromobile della Polizia di Stato che ha trasportato sul luogo i soccorritori del Centro nazionale soccorso alpino e speleologico, che hanno potuto recuperare la donna.

Dopo essere stata issata a bordo del velivolo insieme al personale sanitario, l’escursionista è stata trasportata all’ospedale di Locri, dove è stata sottoposta alle cure del caso.

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Si oppongono all'identificazione e colpiscono i poliziotti, due nigeriani finiscono in manette

Due cittadini nigeriani di 28 anni sono stati arrestati dalla Polizia di Stato, con l'accusa di resistenza e violenza a pubblico ufficiale.

In particolare, in seguito ad una segnalazione al 113, gli agenti delle Volanti, sono intervenuti in via Cardinale Portanova, a Reggio Calabria.

Giunti sul posto, i poliziotti hanno trovato uno dei due cittadini nigeriani che, in preda ai fumi dell’alcool, ha cercato di sottrarsi all’identificazione, sferrando pugni e calci.

Una volta bloccato l’uomo, gli agenti hanno dovuto affrontare la reazione dell’altro cittadino nigeriano che ha cercato di evitare l’arresto del connazionale.

Al termine delle operazione, due poliziotti sono stati costretti a ricorrere alle cure del pronto soccorso, a causa delle ferite riportate.

Nei confronti dei due arrestati, dopo il rito direttissimo, è stato disposto l’obbligo di firma.

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Omicidio nel vibonese, scoperto uno dei sicari

La Polizia di Stato di Vibo Valentia ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di uno dei presunti responsabili dell’omicidio di Francesco Fiorillo, avvenuto il 15 dicembre 2015 in contrada Suriani della frazione Longobardi di Vibo Valentia.

Le indagini dei poliziotti della Squadra mobile di Vibo Valentia e del Servizio centrale operativo di Roma, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Vibo Valentia, hanno accertato che Francesco Fiorillo ha subito un agguato ad opera di almeno due sicari che hanno esploso contro di lui sette colpi d’arma da fuoco.

Durante le indagini sono stati sequestrati un paio di guanti in lattice di colore nero, di cui uno con l’indice tagliato, custoditi all’interno di una busta in cellophane di colore bianco, trovati a circa 75 metri di distanza dall’abitazione di Fiorillo, sulla via di fuga utilizzata dagli assassini.

Gli accertamenti tecnici hanno permesso di individuare le tracce di residui di polvere da sparo sul guanto che aveva il dito indice tagliato, sul quale è stato isolato il profilo biologico di un uomo.

Le successive comparazioni biologiche tra il profilo isolato sul guanto e quello del destinatario del provvedimento, hanno permesso di ottenere riscontro positivo.

 

Si oppone all'identificazione del marito e si scaglia contro i poliziotti, 28enne finisce ai domiciliari

Una 28enne di Crotone, B. R., è finita in manette con l’accusa di resistenza e lesioni a pubblico ufficiale.

In particolare, la 28enne avrebbe aggredito i poliziotti che stavano accompagnano in Questura il marito, P.A. di 34anni.

Contrariata dall’attività degli agenti, avrebbe cercato d’impedire la regolare compilazione degli atti, scagliandosi contro  i poliziotti, costretti a ricorrere alle cure mediche con una prognosi di giorni cinque.

Dopo l’arresto e la successiva udienza di convalida, la donna è stata posta ai domiciliari.

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'Ndrangheta: catturato il latitante Antonino Pesce

All'alba di oggi, a Rosarno, nel cuore della Piana di Gioia Tauro, la Polizia di Stato di Reggio Calabria, ha catturato il latitante Antonino Pesce, di 26 anni.

Il giovane, appartenente all'omonima cosca di 'ndrangheta, era ricercato da un anno, per associazione mafiosa.

Il 26enne si era, infatti, sottratto al mandato di cattura disposto nell'ambito dell'operazione "Recherche" durante la quale, nella primavera dello scorso anno, erano stati arrestati diversi esponenti della cosca Pesce.

Le indagini, coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria, hanno permesso d'individuare il ricercato in un appartamento del centro di Rosarno.

Per gli investigatori, Antonino Pesce, insieme ad altri esponenti di spicco della cosca, gestiva con metodologia mafiosa, il trasporto su gomma degli agrumi prodotti nella Piana di Gioia Tauro e destinati alle altre regioni d'Italia.

'Ndrangheta, bunker per latitanti scoperto nella campagne di Rosarno

Un bunker di oltre 20 metri quadrati realizzato in muratura a due metri di profondità, nel sottosuolo di contrada Bosco, nelle campagne di Rosarno, è stato scoperto dagli investigatori della Squadra Mobile di Reggio Calabria impegnati nella ricerca di latitanti.

Al bunker si accede da una botola in cemento che si apre a scomparsa, scorrendo su appositi binari a circa mezzo metro al di sotto dalla superficie.

Dalla botola, attraverso un pozzo verticale, si entra in un cunicolo-corridoio lungo circa nove metri che conduce alla stanza bunker munita di illuminazione elettrica, letti, cucina e bagno.

La struttura, completamente interrata e mimetizzata da una superficie uniforme con lo stato naturale dei luoghi circostanti, era sorvegliata da alcune microtelecamere esterne nascoste nelle vicinanze.

Gli investigatori della sezione criminalità organizzata e catturandi della Squadra Mobile di Reggio Calabria ritengono che il bunker sia stato utilizzato dai latitanti delle cosche della ‘ndrangheta di Rosarno.

I tecnici del Gabinetto regionale di polizia scientifica di Reggio Calabria hanno effettuato accurati accertamenti alla ricerca di tracce utili alle indagini.

La notizia della scoperta del bunker è stata trasmessa alla Procura della Repubblica di Palmi ed alla Direzione distrettuale di Reggio Calabria, che coordina le inchieste di criminalità organizzata e della cattura dei latitanti.

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Maltratta e umilia la compagna 15enne, arrestato

Gli agenti della Squadra Mobile di Cosenza hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Gip presso il Tribunale di Cosenza su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di F.V.S., di 22 anni, cittadino romeno residente a Cosenza, ritenuto responsabile dei reati di maltrattamenti in famiglia, percosse, ingiuria, soppressione di stato civile e sottrazione di persona incapace.

In particolare, il ragazzo è accusato di aver sottoposto la compagna 15enne, ad un’interminabile sequela di angherie, violenze gratuite, insulti e umiliazioni.

Oltre a sottostare alle percosse e ad una serie di maltrattamenti, anche di carattere psicologico, la giovane avrebbe dovuto subire, anche, la sottrazione della figlia neonata, che non sarebbe stata neppure registrata all’anagrafe.

Per sfuggire ai continui tormenti, la 15enne aveva cercato rifugio in una casa famiglia, ma era stata costretta a ritornare sui propri passi, perché ricattata attraverso la figlia.

A porre fine all’incubo della malcapitata, sono stati gli agenti della Questura di Cosenza che hanno arrestato il 22enne, per il quale, al termine delle formalità di rito, si sono aperte le porte del carcere di Cosenza.

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