Dati Bankitalia sull'economia calabrese, Ferro (FI) contesta ad Oliverio l"'esultanza fuori luogo"

"Il rapporto sull’economia della Calabria presentato nei giorni scorsi dalla Banca d’Italia ha indotto il governatore Oliverio ad esultare, e ad esaltare il lavoro della Giunta Regionale". Wanda Ferro, vice coordinatrice regionale di Forza Italia,  commenta le esternazioni del capo dell'Esecutivo calabrese in merito ai dati pubblicati da Bankitalia. "Secondo il presidente Oliverio, il giudizio della Banca d’Italia, nel suo rapporto annuale sulle tendenze dell’economia calabrese, confermerebbe - argomenta la rappresentante 'azzurra' - quanto la Giunta regionale sta realizzando per affrontare l’emergenza e costruire lo sviluppo. Eppure, senza volere apparire disfattisti ad ogni costo, basta scorrere velocemente solo anche la sintesi del rapporto della Banca d’Italia, per avvedersi che il governatore non ha saputo (o voluto) coglierne i reali contenuti. L’analisi della Banca d’Italia non offre spazio ad entusiasmi: nei primi mesi del 2015 si è solo attenuata la forte caduta dell’attività economica, e i segnali di  ripresa rimangono più deboli rispetto al resto del Paese, il settore delle costruzioni ha registrato alcuni segnali di stabilizzazione che stentano a tradursi in un’inversione di tendenza, l’andamento del settore dei servizi si è confermato debole,  l’occupazione è tornata a scendere, tutti i principali indicatori rimangono peggiori rispetto al resto del Paese. Lo stesso direttore della filiale catanzarese di Bankitalia, Magarelli, nel commentare il rapporto ha sottolineato, utilizzando un’efficace metafora, che nell’ultimo anno la nave della Calabria è appena riuscita ad orientare la prua verso la giusta rotta, mentre le altre regioni hanno mollato gli ormeggi e preso il largo, allontanandosi dalla crisi. Capitan Oliverio ha davvero poco per cui esultare".  Ricordo le feroci critiche e le accuse di populismo che gli avversari politici - rammenta Ferro - rivolgevano all’ex presidente Berlusconi quando diceva che i ristoranti erano pieni. Eppure quelle affermazioni avevano quantomeno il senso di evitare che il calo dei consumi interni, come poi è drammaticamente avvenuto, si traducesse in una spirale di decrescita del Pil e dell’intero Paese. Diversamente le dichiarazioni di Oliverio sembrano improntate all’autoreferenzialità e alla demagogia, proprio per attribuirsi meriti che, trascorso un anno di governo della Regione, neppure i commentatori solitamente più accondiscendenti gli hanno riconosciuto.  Se Aristotele diceva che la demagogia è l'arte di trascinare e incantare le masse e che esercitarla conduce inevitabilmente alla tirannide o, nel migliore dei casi, alla oligarchia, Lenin sosteneva  che il populismo incarna un infantilismo politico che non è capace di costruire alcun futuro. Ecco, il governatore Oliverio sembra ben rappresentare il concetto di demagogia di Aristotele e, al contempo,  quello di populismo di Lenin, entrambi magistralmente impersonati da Renzi.   Quando in una bottega di Firenze Cimabue vide Giotto stendere i colori, gli fece completare il dipinto e pensò: 'ormai l’allievo ha superato il maestro'. Chissà se Renzi ha pensato la stessa cosa leggendo le dichiarazioni di Oliverio. "Se davvero il governatore crede, come ha affermato, che la difficile fase che vive la nostra regione richiede uno straordinario impegno ed una forte e vasta motivazione di energie sociali, della cultura, delle Università, del mondo del lavoro e dell'impresa, delle ragazze e dei ragazzi calabresi, per consolidare un patto per lo sviluppo di una terra oltraggiata all’esterno e, spesso all’interno, da cattivi governanti, rinunci alla facile tentazione della demagogia, del populismo e dell’autoreferenzialità, ed apra dei tavoli istituzionali permanenti con tutte le forze sociali ed imprenditoriali  della nostra regione, facendosi carico - propone infine la vice coordinatrice di Forza Italia - di ascoltare le  esigenze del territorio ed accogliendo ogni suggerimento che perverrà e che, sono sicura, sarà capace di produrre risultati immediati molto più concreti e tangibili".

 

Rapporto Bankitalia: Nicolò (FI) inchioda Oliverio e Renzi alle loro responsabilità

"Il quadro economico-sociale che emerge dal Rapporto semestrale di Bankitalia sull’economia calabrese, in base a cifre e numeri allarmanti, rivela che c’è un Sud nel Sud del Paese che stenta a imboccare la strada giusta per superare la crisi. Ancora una volta - afferma il capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale Alessandro Nicolò -  i proclami della Giunta regionale ed il suo interminabile ottimismo di stampo elettoralistico, sono clamorosamente smentiti da studi e indagini statistiche autorevoli. E le rivelazioni della Banca d’Italia - prosegue Nicolò - sono ulteriormente gravi, se si considera che mentre le altre regioni del Mezzogiorno hanno imboccato un percorso virtuoso, la Calabria, sul piano dell’occupazione e dello sviluppo in particolare modo, segna un peggioramento inequivocabile che la confermano quale regione più povera del Paese. Il premier Renzi aveva promesso che della Calabria avrebbe fatto 'la madre di tutte le battaglie' e la Giunta calabrese presieduta da Oliverio, un giorno sì e l’altro pure annuncia successi su più fronti. Promesse e successi che si scontrano con una realtà sociale estremamente drammatica che vedono, come mai era accaduto, una Calabria sempre più sola nel Paese e nello stesso Mezzogiorno. Si è vista - aggiunge il capogruppo di Forza Italia -  l’incoerenza plateale del Governo, che nella legge di Stabilità non ha introdotto alcun provvedimento specifico per ridurre il divario Nord-Sud mentre il 'masterplan' per il rilancio del Sud è un insieme ingarbugliato di promesse e giri di parole da cui non c’è attendersi niente di concreto". Conclude Nicolò: “La beffa peggiore per la Calabria, tuttavia, la si intravede quando si osservano le inadempienze per lo sviluppo del porto di Gioia Tauro che, secondo Bankitalia, non solo non cresce, ma registra per il 2015 un declino delle movimentazione di container nella misura del 15,2 per cento rispetto all’anno precedente. Qui si tocca con mano il pressappochismo del Governo e l’incapacità del governo della Regione di imporre sui tavoli nazionali l’urgenza di fare sul serio per un’infrastruttura che se valorizzata potrebbe creare ricchezza per la Calabria ed il Paese".

"In Calabria siamo di fronte ad una condizione sociale di grave sofferenza"

"Bankitalia ci chiama tutti alle nostre responsabilità. Sono, nonostante le criticità segnalate, del parere che la Calabria abbia tutta l’energia che occorre, se si lavora insieme, in fretta e bene, per aprire una pagina nuova e cambiare passo.  Nel Rapporto illustrato a Catanzaro, c’è la conferma di quanto si sospettava: i timidi segnali di ripresa che si avvertono nel Mezzogiorno non riguardano la Calabria, che ha il doppio della media nazionale di disoccupati. Condivido pienamente - asserisce la consigliera regionale di Calabria in Rete Flora Sculco - la richiesta delle segreterie regionali di Cgil, Cisl e Uil di interventi emendativi alla legge di Stabilità, che ieri il Senato ha approvato senza rivedere quanto previsto per il Mezzogiorno, per affrontare i nodi strutturali che non consentono il rilancio del nostro sistema economico e produttivo. E’ sperabile che nel passaggio successivo trovi concretezza l’impegno del Governo di rafforzare il piano per il Sud. Da parte nostra, ora occorre intensamente impegnarci,  col coinvolgimento del sistema delle imprese e delle forze sociali, per riempire di contenuti utili allo sviluppo il ‘Patto per la Calabria’ e trasformare - conclude Flora Sculco - una serie di provvedimenti, comunitari e nazionali, a partire dal 'masterplan’'del Governo ai fondi comunitari, incluso il Programma di sviluppo rurale approvato dalla Commissione europea, in segnali forti nella direzione del rilancio dello sviluppo e dell’occupazione. Siamo di fronte ad una condizione sociale di grave sofferenza che la Calabria può e deve superare, agendo con determinazione per mettere a profitto le risorse disponibili ed affrancando dall’eccesso di burocrazia e dai vincoli spesso artificiosi le procedure che debbono avere come protagonisti gli attori dello sviluppo". 

Subscribe to this RSS feed