Minaccia e picchia un uomo durante una lite: denunciato

Un giovane di 25 anni è stato denunciato dai Carabinieri. Gli sono contestati  i reati di lesioni personali e minacce. Secondo quanto ricostruito dai militari dell'Arma della Stazione di Riace, il 25enne di nazionalità egiziana ed ospitato in passato dall'Associazione "Riace accoglie", litigando con un uomo di 47 anni residente nella località in provincia di Reggio Calabria, gli avrebbe rivolto minacce seguite da una vera e propria aggressione fisica. 

E' pericoloso socialmente: 58enne sottoposto alla sorveglianza speciale

Ad un uomo di 58 anni, già coinvolto in passato in altre vicende giudiziarie,  è stato notificato, da parte dei Carabinieri della Stazione di Riace, il provvedimento della Sorveglianza Speciale accompagnata dall'obbligo di soggiorno nel Comune in cui risiede. Una decisione che è stata assunta in virtù del fatto che il cinquantottenne è stato giudicato pericoloso socialmente. 

 

 

Riace, omicidio Ienco: arrestati la moglie ed un suo amico

Sviluppi inattesi nelle indagini per fare luce sull’omicidio di Ernesto Ienco, il 31enne di Riace, ucciso la scorsa settimana mentre si trovava sulla porta della propria abitazione. I carabinieri hanno stretto il cerchio e nella giornata di ieri hanno arrestato la moglie della vittima, Francesca Marziano ed un giovane, Agostino Michelotta di 21 anni. Per gli investigatori la prima sarebbe la mandante del delitto, mentre il secondo sarebbe l’esecutore materiale.

I Carabinieri hanno trovato armi ed esplosivo

I Carabinieri hanno trovato e posto sotto sequestro, rastrellando il territorio, hanno trovato e posto sotto sequestro un arsenali di armi e materiale esplodente. La scoperta è stata effettuata dai militari dell'Arma della Stazione di Riace, in provincia di Reggio Calabria, con l'ausilio dei colleghi dello Squadrone Eliportato Cacciatori Calabria. Custoditi in tre contenitori plastificati occultati dalla fitta presenza di arbusti, c'erano più di novecento proiettili, quattro fucili con matricola abrasa; diversi pezzi di armi, compreso un silenziatore; esplosivo realizzato artigianalmente, oltre un chilo e mezzo di polvere da sparo, e tutto il necessario per ricaricare le munizioni. Sono in corso le indagini per appurare la titolarità del fondo in cui l'armamentario era stato nascosto. 

Sette Comuni calabresi multati per aver sforato il Patto di stabilità

Sette Comuni calabresi sono destinatari di una multa comminata dalla Direzione centrale della finanza locale del Dipartimento per gli affari interni e territoriali del Ministero dell'Interno in quanto hanno superato gli stringenti limiti imposti dal Patto di stabilità interno nel corso dello scorso anno. L'elenco comprende: Campana, Cariati, Cittanova, Cropalati, Riace, Scala Coeli e Zagarise. Sulla base di quanto si legge nel decreto: "La sanzione comporta per i Comuni la riduzione delle risorse spettanti, per l’anno 2015, a titolo di fondo di solidarietà comunale" e, "in caso di insufficienza di risorse", le Amministrazioni Comunali "sono tenute a versare la somma residua entro il 31 dicembre 2015".

Dalle Serre a Riace, i pellegrini di San Cosmo e Damiano

Il nome di Riace evoca inevitabilmente i Bronzi, le due magnifiche opere d’arte custodite nel museo nazionale di Reggio Calabria. Riace, però, non è solo il paese dei Bronzi, è soprattutto il luogo in cui ogni anno convergono migliaia di fedeli per rendere omaggio ai Santi Medici. Tra i numerosi pellegrini la pattuglia che arriva dalle Serre è da sempre particolarmente nutrita. Nei giorni della festa, molti abitanti dell’area serrese, spinti dalla devozione e non solo, si mettono in cammino per raggiungere la cittadina ionica. In molti casi, si tratta di un vero e proprio cammino della fede in occasione del quale, centinaia di uomini, donne, vecchi e bambini, sfidano la stanchezza e talvolta le intemperie, pur di portare il loro omaggio ai santi Cosmo e Damiano. Fin dalle prime ore della mattinata lungo malmessi sentieri ed antichi tratturi, i fedeli, seguendo un silenzioso richiamo, si mettono in marcia. Si tratta di un rituale che affonda le radici in un lontano passato, nel tempo in cui, come ha scritto Emile Bertaux, «il pellegrinaggio non è (ra) uno straordinario dovere di pietà, ma un atto periodico della vita, diventato necessario quanto il lavoro di ogni giorno. Esiste per il pio viaggio un tempo stabilito, come per particolari lavori di campagna; il momento in cui la tradizione ha fissato le partenze verso i santuari oggetto di culto è determinato dalle stesse condizioni di clima che regolano le migrazioni dei pastori e dei mietitori: il contadino lascia i campi per i santuari nel momento in cui la terra, abbandonata a se stessa, può continuare un lavoro in sordina, senza l’aiuto dell’uomo». Una festa che arriva da lontano, quella in onore dei Santi Medici, i due gemelli di origine araba che, secondo la tradizione, sarebbero diventati martiri in Siria ai tempi dell’imperatore Diocleziano. Una festività che rimanda agli antichi culti introdotti in Calabria dai monaci Bizantini. Anche la Chiesa ortodossa celebra, infatti, Cosmo e Damiano nei giorni del 1 luglio, del 17 ottobre e del 1 novembre. La devozione “serrese” in onore dei Santi Medici trova conferma nella diffusione dei due nomi presso molte famiglie. Un’usanza scemata con il trascorrere del tempo e con l’esigenza di offrire, più che a Santi e Beati, ad improbabili personaggi televisivi il nome dei propri discendenti. Il pellegrinaggio dovrebbe essere devozione, espiazione, fede e speranza, ma nel corso degli anni ha subito una profonda trasformazione al punto che in molti casi è diventato una sorta di svago, quasi un divertissement. Del resto, l’aspetto ludico o utilitaristico non appartiene solamente ai nostri giorni. Sul finire del Seicento, padre Giovanni Fiore da Cropani scriveva, infatti, che i pellegrini muovevano alla volta di Riace per « la devozione, e pel nobile e grandioso mercato o fiera [che] si fa in questo giorno ivi». Non va però trascurato chi ancora vive il pellegrinaggio in aderenza agli antichi principi. Il percorso, per quanti partono dalle Serre, è caratterizzato da alcuni significativi passaggi intermedi. Il santuario di monte Stella, in prossimità di Stilo, diventa, infatti, luogo di sosta e ristoro per coloro i quali sulle pendici dell’antico eremo bizantino trascorrono la notte in attesa di riprendere all’alba la via del pellegrino. Alcuni, invece, sono soliti sostare e rifocillarsi a Stignano, piccolo borgo alle porte di Riace. La notte, in attesa di riprendere il cammino, rappresenta l’occasione per cimentarsi in veglie di preghiera, in canti dal motivo più o meno religioso o in conviviali deschi attorno ai quali il vino solitamente si alterna agli altri piaceri del palato. Andare all’origine della diffusione di un evento che coinvolge buona parte degli strati popolari serresi non è affatto semplice. L’unica certezza sembra essere quella che indica il 1669 quale data di origine dei festeggiamenti, che pare siano iniziati a Riace in seguito all’arrivo delle reliquie di San Cosma. Una genesi peraltro confermata da padre Giovanni Fiore da Cropani, il quale ne “La Calabria Illustrata” (la cui ristampa, qualche anno addietro, è stata curata di Ulderico Nisticò) scrive: «Li SS. Cosimo e Damiano. Si fa festa singolare a questi gloriosi martiri in più luoghi della Calabria […] altresì nel territorio di Riace, villaggio della città di Stilo, diocesi di Squillaci, dove si adorano con gran venerazione le reliquia di questi santi miracolosi, con gran concorso di buona parte della provincia». Si tratta, quindi, si una festa la cui tradizione viene rinnovata ogni anno attraverso singolari atti di fede, non da ultimo, il ballo dei gitani che al ritmo del tamburello offrono la testimonianza della loro devozione ai Santi venuti dall’Oriente.

 

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La Calabria, Riace ed il culto dei Santi Medici

Secondo le diverse tradizioni, Cosma (Cosimo) e Damiano, gemelli e medici entrambi, erano siriani o arabi, comunque orientali, e furono martirizzati sotto Diocleziano. Avevano esercitato la medicina a vantaggio dei poveri, senza mai chiedere compenso, e sono perciò chiamati Anargiri (ἀν-αργύριοι, senza denaro). All’arte terapeutica umana accompagnarono miracoli. Sono venerati da sempre, ma sembra che il loro culto si diffonda in Occidente attorno al XIV-XV secolo, per andare crescendo nei secoli successivi. Un frequentatissimo santuario è a Bitonto, proprio di fronte all’Obelisco Carolino della battaglia del 1734; è oggi in forme moderne, ma conserva le Reliquie delle braccia dei santi, sicuramente molto anteriori al XVIII secolo. La venerazione è prevalentemente meridionale, con importanti luoghi di culto in Puglia, Campania, Abruzzo, Sicilia; e diremo della Calabria. Una curiosità che meriterebbe di essere approfondita è però la devozione familiare della dinastia fiorentina dei Medici, suggerita forse dall’omonimia. Questa casata, così determinante nella storia toscana, italiana ed europea, compare però tardi, e non è compresa nel lungo elenco di nobili fiorentini del XV del Paradiso. Il primo notevole già porta significativamente il nome di Cosimo, detto poi il Vecchio, nonno di Lorenzo il Magnifico; Cosimo il Grande è il primo granduca di Toscana dopo la conquista di Siena; seguono i granduchi Cosimo II e Cosimo III; e se ne ricordano altri. I Medici diffusero la venerazione dei santi ritenuti loro omonimi. Come accade spesso nella mitopoiesi dei gemelli divini o sacri (Castore e Polluce, Ercole e Ificle, Romolo e Remo… ), c’è anche tra i santi la prevalenza di uno, Cosimo, su Damiano; e anche nella devozione, con la maggiore diffusione tradizionale del nome proprio Cosimo, anche in versione Cosma. In Calabria il luogo di culto per eccellenza è Riace, dove avveniva, e ancora avviene, un grande concorso di popolo. Di un certo popolo parliamo un’altra volta, perché l’argomento, delicato, distrarrebbe il lettore. Si radunano a Riace con il loro re o regina gli Zingari, devoti ai santi Medici, e celebrano la festa con riti particolari e danze. Qualcuno, con ipotesi ingegnosa che però vale la pena qui ricordare, ha messo in una qualche misteriosa connessione i due Anargiri con i Bronzi. Beh, ci sono sant’Apollo, san Mercurio e persino santa Venere (chi lo crederebbe mai?), e non sarebbe nemmeno la prima volta che un sincretismo accade. Il patrono di Satriano è san Teodoro, ma la festa è quella dei Santi Medici, e magari qualcuno pensa che i patroni siano loro. Un tempo Teodoro, importantissimo santo bizantino e patrono dell’esercito imperiale, era così venerato che la sua festa si celebrava il giorno della Pentecoste; oggi è un po’ in ombra. Ma anche di questo, un’altra volta. 

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Abusivismo: posta sotto sequestro una struttura turistica

L'installazione di strutture abusive su un'area del Demanio marittimo, per come accertato dai militari della Guardia Costiera e dagli agenti della Polizia municipale, ha determinato, su disposizione della Procura della Repubblica di Reggio Calabria, l'apposizione dei sigilli ad uno stabilimento balneare di Riace, territorio comunale di Motta San Giovanni.  Il provvedimento, che riguarda un suolo ampio quasi 190 metri quadrati, è stato eseguito dopo i controlli effettuati dal personale tecnico del Comune.  Il titolare, denunciato, aveva inoltrato richiesta di concessione, ma si sarebbe mossi prima di ottenere risposta.  Sequestrate anche due realizzazioni in legno, una utilizzata come chiosco bar ed una per depositare arnesi. 

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