Riace: indagato il sindaco Lucano, il paladino dell'accoglienza

Abuso d'ufficio, concussione e truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche in relazione alla gestione del sistema di accoglienza. Queste le accuse mosse dalla Procura di Locri, al sindaco di Riace Domenico Lucano.

Insieme al primo cittadino diventato famoso per l'accoglienza ai migranti, è indagato, anche, Fernando Antonio Capone, presidente dell'associazione "Città Futura-don Pino Puglisi".

Nella gioranta di ieri, su ordine della Procura, la guardia di finanza ha perquisito gli uffici e le abitazioni di Lucano e Capone e le sedi di sei cooperative.

L’obiettivo delle fiamme gialle era tutta la documentazione «inerente - si legge nel decreto di perquisizione - i progetti di accoglienza degli stranieri a cui partecipano le associazioni in convenzione con il Comune di Riace con particolare riferimento alle rendicontazione e alle fatture giustificative delle spese sostenute dal 2014 a oggi, nonché le determinazioni emesse dal sindaco». Materiale adesso all’attenzione dei magistrati che conducono l’inchiesta.  

 Lucano, grazie alla sua attività in favore dell’accoglienza, è stato inserito dalla rivista Fortune al 40esimo posto tra le personalità più influenti nel mondo. Rai Fiction ha anche annunciato la realizzazione di una fiction su Lucano che sarà interpretato da Beppe Fiorello.

 

 

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Scossa di terremoto a Riace

Un terremoto di magnitudo ML 2.8 è stato rilevato, alle 2,07 della notte scorsa, a Riace in provincia di Reggio Calabria.

I sismografi dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia hanno rilevato la scossa ad una profondità di 57 chilometri.

Tra i comuni più vicini alla zona dell'epicentro, anche, Camini, Stignano, Caulonia e Monasterace.

 

Scossa di terremoto a Riace

Un terremoto di magnitudo ML 2.8 è stato rilevato, alle 2,07 della notte scorsa, a Riace in provincia di Reggio Calabria.

I sismografi dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia hanno rilevato la scossa ad una profondità di 57 chilometri.

Tra i comuni più vicini alla zona dell'epicentro, anche, Camini, Stignano, Caulonia e Monasterace.

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Ancora controlli e rinvenimenti da parte dei Carabinieri: distrutte piantagioni di canapa per un valore stimato di circa 600 mila euro.

Continuano i servizi di rastrellamento e controllo del territorio disposti dal Comando Gruppo Carabinieri di Locri, effettuati attraverso le compagnie di Bianco, Locri e Roccella Jonica, finalizzati alla repressione dei reati attinenti gli stupefacenti e volti a individuare “piantagioni di canapa indiana”.

Tale attività ha consentito dall’inizio dell’anno di ritrovare numerose “piantagioni” sia nelle zone rurali dell’entroterra sia nella zona costiera. Come si ricorderà, solo pochi giorni fa i Carabinieri della Compagnia di Locri e quelli della Compagnia di Bianco, unitamente ai colleghi dello Squadrone Eliportato Cacciatori “Calabria”, nel corso di ampi servizi di rastrellamento, hanno rinvenuto, in aree demaniali, complessivamente circa 1000 piante di canapa indiana, di altezza compresa tra i 100 e i 200 cm, il cui valore stimato qualora immesse sul mercato sarebbe stato di circa 1 milione di euro.

In tale ambito, nelle ultime ore, i Carabinieri sono stati impiegati in numerosi rastrellamenti e controlli, nelle aree rurali dell’entroterra della locride, alla ricerca di armi, materiale esplodente e sostanze stupefacenti, con particolare attenzione alle zone aspromontane ricadenti nei comuni di Placanica, Stignano, Caulonia, Camini e Riace, ispezionando ampie zone boschive, casolari abbandonati, pozzi ed anfratti naturali.

A tal riguardo, proprio ieri, i Carabinieri della Compagnia di Roccella Jonica, con la preziosa collaborazione dei colleghi dello Squadrone Eliportato Cacciatori “Calabria”, nel corso di un rastrellamento, hanno rivenuto in un terreno demaniale privo di recinzione e accessibile a chiunque, occultata tra la fitta vegetazione, una piantagione costituita da circa 500 piante di canapa indiana, di altezza compresa tra i 180 e 200 cm, la cui irrigazione era consentita da un sistema a “goccia”. Il valore stimato qualora immesse sul mercato sarebbe stato di circa 600 mila euro.

Tutto il materiale rinvenuto è stato sottoposto a sequestro in attesa dei conseguenti accertamenti tecnici che saranno disposti dall’A.G.

Riace, Movimento sociale: "Chi ha paura della legalità?"

Riceviamo e  pubblichiamo

"Veramente una bella giornata di lotta, di e per la Legalità, quella vissuta sabato scorso a Riace dalla rappresentanza dei militanti missini, risicata per scelta visto il clima di odio generato dalle dichiarazioni di chi non concepisce il dissenso e vive solo della “logica dell’anti”  - quella che al posto dei fatti reali fa vedere il “mostro” nell’altro che ti sta davanti, nella fattispecie “il fascista”, e scatena contro di lui il peggiore odio, questo si, razzista e culturalmente xenofobo – che ottenebra le menti portandole alla completa “stupidità ideologica” che, sola, può portare ad affermare che la manifestazione organizzata sabato a Riace dal MSI-Fiamma Tricolore possa aver avuto connotati antiaccoglienza o razzisti verso gli immigrati, per cui ci sentiamo anche di restituire ai malevoli mittenti le definizioni di flop e simili usate per indicare il numero dei partecipanti alla manifestazione,. E per chiarirne le finalità ai cittadini non offuscati da questo virus richiamiamo interamente quanto scritto nella nostra precedente nota del 30 giugno (che ad ogni buon conto alleghiamo alla presente).  

          Abbiamo atteso qualche giorno prima di scrivere questa nota sulla manifestazione in quanto nell’immediatezza della manifestazione – che si è potuta svolgere nel modo composto e pacifico per come era stata programmata grazie al comportamento esemplare delle autorità di Pubblica Sicurezza, che non hanno ceduto alle pesanti “intimidazioni” giunte sicuramente da più parti e che preordinavano la presenza di gruppi, autoctoni e non, di contestatori organizzati – continuavano a giungere dichiarazioni e note in cui tutti facevano finta di indignarsi per la manifestazione “razzista e xenofoba” permessa dalla questura per colpire il povero sindaco Lucano ed il “suo” modello di accoglienza, mentre egli stesso usciva dal silenzio assordante usato nelle settimane precedenti e, dal “buen retiro” argentino si rammaricava delle “bandiere nere”, magari come nuvoloni, palesatesi davanti al “suo” Municipio dando alle stampe una “autodichiarazione” di legalità del suo operato, cosa che si è ben guardato dal divulgare in precedenza, non certo a noi, ma alla opinione pubblica ed alle Istituzioni preposte. Altresì siamo rammaricati della mancata accettazione delle controparti, evidentemente, rispetto all’invito/provocazione fatto da un operatore dell’informazione al nostro Segretario di stringere la mano ad un immigrato del luogo e da noi accolta immediatamente e con piacere, proprio a dimostrazione dell’assoluta volontà nostra di tutelare i diritti di questa gente.

          Ciò non di meno dobbiamo registrare il dato di fatto che sulle anomalie che si possono riferire a come si dipana il “modello Riace” siamo riusciti a squarciare il velo facendo sì che da adesso nessuno possa più far finta di meravigliarsi allorché tali “anomalie”, ripetiamo riscontrate dai funzionari prefettizi, si appalesassero come qualcosa di più. Altro dato di fatto, che ci ha meravigliato alquanto, è stato il vedere schierati contro questa richiesta di chiarezza e legalità tanti paladini, a parole, della stessa – uno per tutti il dottor Congiusta, referente di Libera sul territorio e perciò stesso strenuo difensore di Legalità e Stato -, che ribadiamo ci si spiega solo con la succitata “stupidità ideologica nella logica dell’anti” che ottenebra le menti di costoro fino a farli evidentemente straparlare.

          Infine ci corre l’obbligo di ringraziare, oltre ai rappresentanti delle forze dell’ordine per la loro egregia attività, il vicesindaco Gervasi che, assieme all’assessore Spanò, ha portato un nobile saluto alla delegazione missina, che lo ha ringraziato".      

 Segreteria  Regionale Movimento Sociale Italiano-Fiamma Tricolore

Solidarietà o speculazione, MSI-FT contro la manifestazione di Riace

Riceviamo e pubblichiamo una dure nota da parte della segreteria regionale del Movimento Sociale Italiano - Fiamma Tricolore contro la manifestazione di domani, 1 Luglio, a Riace.

Accade anche nella Calabria del 2017 che “l’Agnello, per far dispetto al Lupo, gli intorbidisca l’acqua andando ad abbeverarsi a valle del torrente” (cit. Esopo da “Il lupo e l’agnello).

E così che qualche scarto di centro sociale, ribattezzatosi giornalista, sputi il suo, peraltro sterile, veleno per cercare di darsi un tono discettando di antifascismo, di provocazioni, addirittura di razzismo allorché qualcuno, nella fattispecie la segreteria regionale del MSI-FT, appurati alcuni fatti, contenuti in un verbale di ispezione dei funzionari prefettizi reggini, quindi non fantomatici né ricostruiti a proprio uso ma stilati dalle Istituzioni dello Stato sul territorio, chiede venga fatto luce su un sistema, non di accoglienza, ma di sfruttamento certamente poco chiaro, se non addirittura illegale, di fondi pubblici destinati ai migranti, quindi a loro tolti e finiti in altre mani.

Noi siamo i fascisti – e questo lo accettiamo se a loro fa piacere – certo, ma dall’altra parte c’è chi difende gli interessi, quantomeno illegittimi, di chi pare lucri sulla disperazione di tanti esseri umani, quindi loro chi sono???

Noi abbiamo organizzato una manifestazione, tranquilla e composta più che pacifica, per far sì che venga squarciato il velo omertoso che copre quelli che sembrano affari poco leciti legati all’accoglienza, loro organizzano contromanifestazioni inneggiando alla “resistenza” e spacciandole per “reazione alla provocazione fascista” tese a cacciare “i rei” dalla loro contrade ed a liberare Riace “dagli intolleranti”. Ebbene fatelo davvero: un andate voi tutti via dalla bella Città dei Bronzi!

Noi chiediamo, e lo ripetiamo ancora una volta per chi fa finta di non capire e si copre con la foglia di fico dell’antifascismo e dell’antirazzismo, che si faccia luce sul “sistema” descritto dai funzionari della Prefettura di Reggio Calabria ne verbali di ispezione, non altro. Noi, con la nostra lotta, cerchiamo di tutelare quanto di onesto e di buono è rimasto oggi in Italia nel sistema di accoglienza perché non si ripeta MAI PIU’ né “Terra di mezzo” né Isola Capo Rizzuto dove, notoriamente, le vittime sono sempre loro, i migranti ed i rifugiati oltre allo stesso sistema di accoglienza che rischia di implodere, non certo chi organizza e sfrutta questo orrendo traffico di carne umana nelle sue varie fasi. Lo capite o NO????

Per tutto questo e per rispondere in modo composto e pacifico agli starnazzi di costoro chiediamo ai calabresi tutti di essere in piazza con noi a Riace domattina

 

Movimento Sociale - Fiamma tricolore: "Si faccia chiarezza sul 'modello' Riace"

Riceviamo e pubblichiamo

«“Come cagnette a cui avevano sottratto l’osso” (cit. De Andrè da “Boccadirosa”) … le “associazioni di Riace” si scagliano, minacciando vie legali (sic, proprio loro, adesso si che abbiamo “tanta” paura) per presunte parole ed atteggiamenti razzisti di cui – leggere per avere conferma – non esiste parola o riferimento nei nostri DUE comunicati.

La Fiamma Tricolore non è certo “un sedicente gruppo politico” bensì un Movimento che ha avuto in passato diversi eletti in tutte le assisi e che porta avanti dignitosamente l’eredità del Movimento Sociale Italiano senza vacui nostalgismi né assurde xenofobie ma lottando per uno Stato Sociale che sia equo e giusto, lasciando agli pseudo-buonisti i comunicati scritti col “tubo della politica” (lasciateci almeno questo come nostalgia degli anni giovanili di alcuni di noi).

La Fiamma Tricolore non vuole dimostrare a Riace contro immigrati e richiedenti asilo, bensì dimostrerà a Riace contro chi sulla pelle di queste persone vuole costruire carriere o, peggio, lucrare guadagni  … si, proprio come successo ad Isola e come ci hanno svelato i criminali romani dell’inchiesta denominata “terra di mezzo” (ricordate il tizio che diceva, più o meno, “Ma quale droga, con il business dell’immigrazione si guadagna dieci volte tanto”). Ed è proprio quello che pare emergere da una relazione degli ispettori prefettizi a Riace. Clientele, assunzioni “sospette”, affidamenti diretti di servizi a ditte amiche, percezione di somme non dovute e tant’altro. Per molto meno sono decine i Comuni sciolti per mafia. Riace no! Riace continua ad essere indicata come “modello” di integrazione, ed a noi sta bene che lo sia se effettivamente lo è. Altrimenti che si perseguano i corrotti ed i corruttori, senza alcun riguardo.

Denunciateci! Noi sappiamo di avere le carte in regola, vediamo se anche voi “associazioni che vi mobilitate”, aldilà delle sterili parole d’ordine lanciate per creare una cortina fumogena tesa a nascondere i tanti dubbi che emergono da certe situazioni, le avete altrettanto.

Come accaduto qualche giorno fa a Catanzaro voi certo non ci fermerete, anzi ci fortificate!»

 Segreteria  regionale Movimento sociale italiano - Fiamma tricolore

Focus 'ndrangheta: arresti e denunce nella Locride

Prosegue senza soluzione di continuità l’attività, condotta dai carabinieri del Gruppo di Locri guidato del tenente colonnello Pasqualino Toscani, nell’ambito del piano denominato “focus ‘ndrangheta”. I militari delle Compagni di Bianco, Locri, Roccella Jonica e quelli dello Squadrone eliportato Cacciatori Calabria, hanno messo in atto una mirata strategia operativa finalizzata ad aggredire i sodalizi mafiosi.

L’azione portata avanti dai militari dell'Arma si è sviluppata, nei giorni scorsi, in una serie di controlli e perquisizioni sia personali che domiciliari. Complessivamente, sono state identificate oltre 300 persone a bordo di 169 veicoli. L’attività è stata concentrata in alcuni punti nevralgici della Locride.

Nel corso di uno dei tanti controlli, i carabinieri della Stazione di Mammola hanno tratto in arresto la 66enne Giulia Citarella. La donna, già nota alle forze dell’ordine era destinataria di un ordine di carcerazione emesso dalla Procura generale della Repubblica presso la Corte d’Appello di Catanzaro. Sottoposta a detenzione presso la propria abitazione, Citarella dovrà scontare una pena residua di nove mesi e 24 giorni di reclusione a seguito di una condanna per produzione, traffico e detenzione illecita di stupefacenti.

Nelle stesse ore, i militari della Stazione di Riace hanno tratto in arresto un’altra donna, Angelina Papandera, 53enne originaria di Camini.  Già nota alle forze dell’ordine in quanto destinatario di un ordine di carcerazione emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Locri, la donna è stata sottoposta alla detenzione domiciliare presso la sua abitazione dove dovrà scontare una pena di sette mesi di reclusione comminatale per i reati di oltraggio a pubblico ufficiale, minacce gravi, deturpamento di cose altrui, porto ingiustificato di armi o strumenti atti a offendere.

A Gerace gli uomini della locale Stazione e quelli del Nucleo operativo radio mobile della Comapagnia di Locri hanno denunciato un 50enne del posto per detenzione abusiva di munizioni. A seguito di una perquisizione domiciliare, l’uomo è stato trovato in possesso di oltre 1700 cartucce per fucile di vario calibro e di due contenitori di polvere da sparo dal peso complessivo di oltre 200 grammi.

Altre quattro persone sono state, inoltre, denunciate nei comuni di Antonimina e Canolo. Ai quattro uomini, di età compresa tra i 33 ed i 54 anni, è stato contestato il reato di abusivismo edilizio.

Infine, i carabinieri di Siderno hanno segnalato alla Prefettura reggina due giovani del luogo. Nel corso di una perquisizione personale, i due sono stati trovati in possesso di alcuni grammi di cocaina e marijuana.

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