Armi e munizioni rinvenute in tubo di plastica nascosto sotto terra

Un persona arrestata, una denunciata, armi, droga e munizioni rinvenute. Questo il bilancio di un servizio di controllo straordinario del territorio disposto dal Comando Gruppo carabinieri di Locri ed effettuato dalle Compagnie di Bianco, Locri e Roccella Jonica.

Nel corso dell’attività, i militari hanno condotto numerosi rastrellamenti nei centri abitati, nelle periferie e nelle impervie zone pre-aspromontane.

In particolare, gli uomini dell’Arma della Stazione di Sant’Ilario dello Jonio, hanno rinvenuto, in  località “Moletì” di Ciminà, tre fucili “Flobert” senza matricola, un fucile sovrapposto “Beretta” con matricola punzonata e oltre 120 munizioni di vario calibro. Il materiale, in ottimo stato di conservazione, era nascosto in un tubo di plastica interrato tra la fitta vegetazione.

Numerose munizioni, nascoste in una busta di plastica, sono state rinvenute, in contrada “Nasida” di Benestare, anche dai carabinieri della Stazione di Careri e dello Squadrone eliportato Cacciatori.

A Platì, invece, i militari della locale Stazione e dei “Cacciatori” hanno trovato, in una intercapedine nel muro di un casolare abbandonato,  un involucro di plastica con all’interno oltre 60 grammi di marijuana.

Infine, a San Luca, gli uomini della Benemerita hanno tratto in arresto un uomo del posto, accusato di furto d’energia elettrica.

 Nel corso di un controllo effettuato nell’esercizio commerciale dell’arrestato, i carabinieri hanno individuato un dispositivo posto sul contatore dell’energia elettrica, al fine di ridurre la registrazione reale dei consumi. Per lo stesso motivo, è stato denunciato anche il rappresentante legale del locale.

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Chiaravalle Centrale: l'appello del sindaco circa la necessità di potenziare Radiologia

Riceviamo e pubblichiamo nota stampa da parte di Francecso Pungitore in merito alla necessità di potenziamento del reparto di Radiologia del "San Biagio" di Chiaravalle Centrale:
 
"Chiaravalle Centrale, il sindaco: potenziare la Radiologia al “San Biagio”
Un nuova unità è stata trasferita da Catanzaro, ma chiediamo di più
 
"In questi ultimi giorni, recependo le istante degli utenti e degli operatori dell'ex ospedale San Biagio, oggi Casa della Salute, l'amministrazione comunale di Chiaravalle Centrale è intervenuta presso i competenti uffici dell'Asp di Catanzaro per chiedere l'immediato potenziamento del servizio di Radiologia”. Lo scrive, in una nota, il sindaco di Chiaravalle Centrale, Mimmo Donato.
All'esito di ripetuti incontri - prosegue il sindaco - avuti sia con il direttore del Distretto di Soverato, da poco insediato, che con il direttore del Distretto di Catanzaro Lido, abbiamo ottenuto il trasferimento di una unità, da Catanzaro a Chiaravalle, da oggigià operativa, al fine di sopperire alle carenze di personale individuate come principale causa delle criticità riscontrate nell'erogazione del servizio”.
 
Ovviamente - sottolinea Donato - tutto questo ancora non basta. Se, da una parte, evidenziamo positivamente l'ascolto e la disponibilità dell'Asp nei confronti delle esigenze espresse in seno alla struttura sanitaria di Chiaravalle, dall'altra crediamo sia opportuno affrontare il problema con una prospettiva di più lungo termine. Riteniamo, in sintesi, che sia arrivato il momento di consolidare strutturalmente un servizio che eroga un numero consistente di prestazioni, pressoché pari a quelle del vicino ospedale di Soverato, ma con notevole differenza di personale”.
 
Un ulteriore capitolo segnalato dal sindaco è quello “dell'ammodernamento tecnologico, informatico e telematico” che secondo il primo cittadino di Chiaravalle “va realizzato in tempi rapidi, senza attendere la realizzazione del nuovo edificio della Casa della Salute, il cui iter è, comunque, avviato”. “Resta alto e costante - conclude Donato - il livello di attenzione di questa amministrazione comunale sul tema della riconversione dell'ex ospedale in Casa della Salute della qualità dei servizi quotidianamente erogati all'utenza”."

Chiaravalle Centrale, gli alunni delle scuole medie solidali con il sindaco Donato

Tante le manifestazioni di solidarietà e sostegno al sindaco di Chiaravalle Centrale, Mimmo Donato, impegnato in una dura protesta nei confronti della Regione Calabria e dell'Asp di Catanzaro “responsabili” della mancata riconversione dell'ex ospedale “San Biagio” in Casa della Salute.

Nel suo secondo giorno di sciopero della fame, oggi Donato ha ricevuto l'abbraccio degli alunni delle scuole medie. I ragazzi hanno attraversato in corteo tutta la città per poi arrivare in ospedale, dove il sindaco staziona ormai stabilmente, giorno e notte, da martedì scorso.

Solidarietà anche da numerosi esponenti politici, a tutti i livelli e di ogni schieramento. Il segretario regionale di Sinistra Italiana, Angelo Broccolo, in una nota esprime la sua “vicinanza al sindaco di Chiaravalle Centrale, Domenico Donato, all'amministrazione comunale, ai sindaci del comprensorio e al Comitato per la difesa della Casa della Salute, per la protesta intrapresa a tutela di sacrosanti diritti di un intero comprensorio che si sente svuotato dei servizi essenziali ed è stanco di promesse mai mantenute. Chiede al governatore della Regione Calabria, Mario Oliverio, di dare una svolta decisiva ad un iter burocratico senza fine che solo con un atto di autorità e volontà potrà essere risolto in brevissimo tempo”.

Preoccupanti anche i rappresentanti di Sinistra Italiana di Chiaravalle, Domenico Corea e Bruno Santoro, che non hanno fatto mancare il loro sostegno al sindaco e sollecitano “un intervento risolutivo al governatore atto a rimuovere la ruggine burocratica che sta impedendo la costruzione della nuova struttura e l'avvio di tutti quei servizi che necessitano ad una vera Casa della Salute, nella convinzione e determinazione che la lotta per la difesa di un bene comune non appartiene a nessun partito politico ma a tutti i cittadini”.

In ospedale oggi il sindaco ha ricevuto anche la visita dell'ex esponente di Fratelli d'Italia Giovanni Mirarchi, oggi commissario provinciale del Movimento Nazionale per la Sovranità.

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Chiaravalle Centrale, ospedale occupato: il sindaco Donato inizia lo sciopero della fame

Sciopero della fame. Si alza il tono della protesta a Chiaravalle Centrale contro la mancata riconversione dell'ex ospedale “San Biagio”.

Da domani il sindaco Mimmo Donato, che sta già occupando da giorni la sede del nosocomio, inizierà anche a digiunare “come estrema forma di denuncia nei confronti dell'inerzia dell'Asp e della Regione Calabria”.

Insieme a lui, altri esponenti politici locali e cittadini che sostengono la causa della Casa della Salute. Un progetto già finanziato (sono stati stanziati oltre 8 milioni di euro) ma che si è impaludato nei meandri della burocrazia. “Mi aspetto che Mario Oliverio venga qui a Chiaravalle con le carte firmate in mano” ha affermato il primo cittadino, già visibilmente segnato dalle notti insonni trascorse nei corridoi del “San Biagio”.

Stanco, deluso e amareggiato, Donato ha usato parole durissime nei confronti dei consiglieri regionali calabresi. “Ricevo continue telefonate di solidarietà - ha spiegato - ma nessuno di loro sa di cosa stiamo parlando. Nessuno sa che questa struttura sanitaria è aperta ed eroga servizi. Nessuno conosce il progetto della Casa della Salute. Dimostrano solo di essere persone distanti dai problemi veri e concreti dei territori”. Il sindaco si è espresso altrettanto pesantemente nei confronti della burocrazia regionale. “Se ci sono dei dirigenti che stanno bloccando questa pratica - ha tuonato - allora è giusto che vengano individuati e rimossi. Mi appello al governatore Oliverio affinché traduca in fatti quanto lui stesso sta dicendo in questi giorni e, cioè, che gran parte delle inefficienze della Regione sono addebitabili agli uffici. Spero si renda conto che queste inefficienze poi le pagano i cittadini o, come nel nostro caso, le persone più deboli della società, come gli anziani e gli ammalati. Qui da noi, il diritto alla salute è diventato un privilegio per pochi. Chi non ha i soldi per andare a farsi curare fuori, è destinato a morire”.

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Serra, torna dopo sedici anni la processione di San Biagio: LE FOTO

Sono due gli eventi che hanno favorito lo svolgersi della processione di San Biagio (che non aveva luogo dal 2000): i 1.700 anni passati dal martirio del Protettore della gola ed il Giubileo straordinario della Misericordia. All’evento hanno partecipato, oltre a numerosi fedeli, i tre seggi priorali in abito ed alcuni fra confratelli e consorelle. La processione è iniziata alle 16 e, dopo l’uscita dalla chiesa Matrice, si è snodata per la via (che gira intorno alla chiesa) che porta il nome del Santo. Sono stati effettuati tre giri per ricordare quelli fatti dalla testa di San Biagio dopo che gli venne mozzata intorno al 316 a seguito dei contrasti tra gli imperatori Costantino (Occidente) e Licino (Oriente). Giunti a Spinetto, vi è stata la sosta presso la chiesa dell’Assunta. Poi la visita alla chiesa dell’Assunta di Terravecchia e di Maria de’ Sette Dolori. Quindi il rientro nella Matrice. Nella gallery vi proponiamo gli spettacolari scatti di Raffaele Timpano.

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Serra: San Biagio, l'abbaculu e la benedizione della gola

"Sufficientemente annuncia la festa non un colpo scuro, ma l'odore che per le strade di spande dai forni dove cuoce il dolce che ripete il pastorale vescovile da voi tenuto nelle mani guantate di rosso: il baculum dei latini, l'abbàaculo di torrone o di 'nzullo' di mostacciolo o più modestamente di farina, latte ed uova con la cannella; non la musica di ottoni e clarini, l'allieta, ma la frignata d'impazienza interrotta dal ceffone materno per non farvi torto".

La festa di cui parla Sharo Gambino nel suo libro "Sull'Ancinale" è quella in onore di san Biagio.

Per certi aspetti, a Serra, la festa è piuttosto singolare, così come singolare era la circostanza che, fino a qualche tempo addietro, il Santo fosse il patrono del paese che deve la sua fondazione a san Bruno.

Una peculiarità la cui origine è piuttosto oscura.

Se, da una parte, infatti, è sufficientemente chiaro il legame, di origine bizantina, tra la Calabria ed il Santo protettore della gola, avvolto nella nebbia del mistero è, invece, quello con la cittadina delle Serre, dove il culto, potrebbe essere arrivato in maniera piuttosto rocambolesca.

A cercare di stabilirne l’origine, non senza una buona dose d’indeterminatezza, è, nella prima metà dell’Ottocento, don Domenico Pisani che, nel resoconto, fatto per la “Platea”, ovvero la “Cronistoria di Serra San Bruno” redatta dai cappellani della chiesa Matrice, rivela che: "venendo qui al di loro travaglio degli uomini, e passando per le vie della Lacina, ove vi era una chiesetta diruta dedicata a S. Blasi, vi tolsero il quadro ivi inculto, che portarono nella di loro chiesetta, ove non sappiamo se dalla pubblica devozione, o d’altro fu dichiarato Protettore e Patrono".

Il culto, dopo aver percorso le accidentate e tortuose vie della fede, nella cittadina bruniana deve essersi diffuso con una certa rapidità, al punto tale che la chiesa Matrice è vocata, proprio, a san Biagio. Ciò che, invece, non nasconde misteri è la lunga tradizione, tutta serrese, sviluppatasi attorno alla festa del Santo.

Alle manifestazioni liturgiche, caratterizzate da una processione molto partecipata che per tre volte faceva il periplo della chiesa Matrice, si associavano e si associa, tuttora, una singolare tradizione dolciaria. Ieri, come, oggi, infatti, i fedeli si recano in chiesa per far benedire gli “abbaculi”, tipici biscotti dall’inconfondibile forma del pastorale, il bastone usato dai vescovi durante le funzioni.

Al di là del riferimento liturgico e religioso, per secoli, gli “abbaculi” hanno rappresentato un vero e proprio suggello d’amore. Secondo la tradizione, infatti, nel giorno dedicato a san Biagio, il fidanzato donava alla promessa sposa un “abbaculu” decorato con mandorle e confetti.

Una volta benedetto, il biscotto veniva spezzato in due parti; la parte diritta rimaneva alla rappresentante del gentil sesso, mentre quella ricurva veniva restituita al futuro sposo. Una sorta di san Valentino in salsa serrese, caratterizzato dal riferimento, neppure troppo velato, alla sessualità ed alla fecondità della coppia.

Passati gli anni in cui la statua del Santo, durante la terza domenica d’agosto, veniva condotta al calvario, i serresi, nella giornata del tre febbraio non si sottraggono alla benedizione della gola attraverso l’imposizione di due candele incrociate.

Le due candele, rimandano al rito della Candelora, che, secondo Alfredo Cattabiani, sarebbe stato mutuato dalla festa in onore della dea Februa, ovvero Giunone, e all’usanza pagana di percorrere le strade impugnando fiaccole accese in segno di purificazione.

Tutto cristiano, invece, il culto legato alla benedizione della gola.

Secondo la tradizione, infatti, mentre veniva condotto a Sebaste (Armenia) per essere processato e poi condannato a morte, durante una persecuzione del IV secolo, san Biagio avrebbe salvato la vita ad un bambino in procinto di soffocare a causa di una lisca conficcataglisi in gola.

 

 

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Radio Serra, tutto pronto per lo speciale di “Verba Volant” su San Biagio

La trasmissione “Verba Volant” di Radio Serra di lunedì 1 febbraio ha come titolo “San Biagio”. “Il 3 febbraio 316 – è scritto nella nota di presentazione della trasmissione radiofonica - Biagio, vescovo di Sebaste, cessa di vivere come martire della fede. Le sue reliquie e il suo culto si diffondono rapidamente in tutta Europa. Serra San Bruno lo elegge a suo patrono e lo venera da secoli. Da 1700 anni San Biagio è una figura di enorme fascino spirituale. Con il dottor Marco Primerano scopriremo le curiosità e gli aneddoti sulla sua vita, e tutte le tradizioni serresi che in questo anno giubilare si arricchiscono con la Processione del Santo”. Verba Volant diventa così “un viaggio nel tempo” alla riscoperta di tradizioni, costumi e usanze del nostro passato.

Serra, 1.700^ anniversario del Martirio di San Biagio: le celebrazioni in onore del Protettore

Avrà inizio la sera del 25 gennaio, con la S. Messa vespertina delle 18:00, il novenario in preparazione alla Solennità di San Biagio, vescovo e martire, Protettore della città di Serra e Patrono del rione Terravecchia. Le celebrazioni di quest'anno vivranno particolari momenti di grazia per due straordinarie coincidenze: l'anno giubilare della Misericordia e soprattutto la ricorrenza del 1700° anniversario del Martirio del vescovo di Sebaste, fino a qualche anno fa principale Patrono della Città della Certosa. I momenti salienti di questo momento di grazia per Serra prenderanno il via con la funzione del 2 febbraio, giorno della Candelora. Durante la celebrazione serale verranno benedetti i ceri con i quali sarà impartita, il giorno seguente, la benedizione della gola durante ogni Santa Messa.Il Bacio del Bambinello sancirà la fine delle feste legate alla nascita di Gesù. Il 3 febbraio, Solennità del Santo, la prima S. Messa sarà celebrata alle ore 7:30. Le Tre Congreghe si ritroveranno per la celebrazione con canto dell'Ufficio delle ore 8:30, che sarà presieduta dal sacerdote serrese don Biagio Amato. Un altro sacerdote serrese celebrerà la S. Messa delle ore 11:00; si tratta di don Biagio Cutullé, parroco di Spinetto. Nel pomeriggio, alle 15:00, avrà luogo la tradizionale Benedizione degli Abbaculi; seguirà in via eccezionale, per le ricorrenze su menzionate, la solenne processione con il busto ligneo del Santo. Questo compirà tre giri intorno alla chiesa Matrice, in ricordo dei tre sobbalzi compiuti dal capo di San Biagio appena mozzato. Quindi la processione giungerà fino alla chiesa di Spinetto e farà rientro dopo aver sostato in tutte le chiese. Alle 18:00 l'ultima celebrazione eucaristica della giornata, presieduta dal parroco di Terravecchia don Leonardo Calabretta. Il prossimo appuntamento con la straordinaria figura di San Biagio è fissato per l'ultima domenica di agosto, quando si festeggerà il suo Patrocinio su Serra San Bruno.

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