Sanità in calabria, Saccomanno (Lega, ): "Governi e commissariamenti hanno fallito"

"La Lega ripetutamente ha chiesto l’eliminazione degli inutili commissariamenti e la restituzione della sanità ai calabresi. Dopo oltre dieci anni vi è, ancora una volta, la certificazione di un fallimento annunciato che ha prodotto ingentissimi danni a carico dei calabresi. Un deficit che non è stato eliminato e dei servizi sanitari che latitano, tanto da costringere il popolo calabrese a rivolgersi a strutture di altre regioni, aumentando, così, i costi e impoverendo il sistema sanitario. Non vi è un solo motivo per proseguire in tale direzione, se non la coltivazione di un sistema clientelare che ha devastato la nostra regione. Si afferma di una riduzione del deficit nell’ultimo periodo, ma questo è un dato falso per la semplice ragione che negli ultimi tempi a causa del Covid le persone hanno rinunciato a servirsi del sistema sanitario e, comunque, vi è stata una pesante riduzione dei servizi in danno del popolo. Basti pensare che in Calabria la prevenzione è solo un fantasma e risulta quasi totalmente assente dalla programmazione ed attività sanitaria. E su tale annunciato disastro si è pronunciata, proprio ieri, la Corte costituzionale che ha dichiarato la incostituzionalità dell’articolo 1, comma 2, e l’articolo 6, comma2, del decreto-legge n. 150/2020, convertito con modificazioni nella legge 181/2020. In sostanza, la decisione ha accertato che lo Stato non ha supportato l’azione del commissario impedendo conseguentemente un vero risanamento e progetto virtuoso, non evitando, tra l’altro, quella commistione con gli uffici regionali che hanno indotto il Governo ad applicare i poteri sostitutivi. In sostanza, un vero fallimento che ha ulteriormente distrutto il già precario sistema sanità calabrese e che sta contribuendo a negare ai cittadini la possibilità di curarsi. È fondamentale, pertanto che si metta fine a questo sistema di provato tracollo e che non solo non ha portato nulla di buono ai calabresi, ma, da una parte, ha aumentato il deficit complessivo, e, dall’altra, ha distrutto quello funzionale esistente. Se il Governo non dovesse prendere atto di tali evidenti e comprovate deficienze strutturali, appare più che evidente che i calabresi dovranno assumere una posizione forte e definitiva per stroncare un sistema che appare, allo stato, solo clientelare e con nomine sempre degli stessi soggetti che hanno ridotto la sanità calabrese peggio di quella dei paesi del terzo mondo. Una reazione che sarà sostenuta dalla Lega in ogni luogo, in ogni tavolo, in ogni piazza, pur di riportare la normalità in una terra che è stata fortemente devastata dalla ‘ndrangheta e da un forte e profondo sistema clientelare e di malaffare, spesso sostenuto anche dalle istituzioni per le evidenti omissioni e mancati controlli".  

E' quanto scrive in una nota il commissario Regionale della Lega, Giacomo Francesco Saccomanno.

 

Migrazione sanitaria e conti fuori controllo, Guccione (Pd) scrive al ministro Speranza

Il consigliere regionale del Partito democratico, Carlo Guccione, ha scritto al ministro della Salute, Roberto Speranza, per fare il punto sulla Sanità calabrese.

"Siamo stati informati- scrive Guccione - che il prossimo 22 luglio sarà convocato il Tavolo Adduce per discutere sulla situazione della Sanità calabrese.

Ci auguriamo che sia un momento per fare chiarezza sulla reale situazione in cui versa il sistema sanitario regionale, segnato da troppi errori e troppe macroscopiche incapacità ad affrontare e risolvere le criticità della Sanità. Una delle questioni centrali rimane la migrazione sanitaria di migliaia di calabresi che per curarsi vanno fuori regione.

Nel corso del 2019, 53.866 calabresi sono stati ricoverati presso altre strutture ospedaliere fuori regione con una spesa pari a 222 milioni di euro. Il fenomeno della migrazione passiva è dovuto a valori più alti nelle Asp di confine quali quelle di Cosenza e Reggio Calabria rispetto a quelle situate nell'area centrale della Calabria. Le scelte che vengono operate dall'Ufficio del commissario per l'attuazione del Piano di rientro dal debito sanitario della Calabria, non vanno nella direzione di ridurre il calvario di tanti calabresi costretti a curarsi fuori regione attraverso un aumento delle prestazioni sanitarie e ospedaliere proprio in quei settori dove è più alto il fenomeno migratorio. Le ultime scelte operate in questa direzione costringeranno tanti calabresi a curarsi fuori regione.

Appare evidente - continua Guccione - che ci sono poteri che traggono vantaggio da questa situazione e che utilizzano le risorse della sanità calabrese per tenere in piedi altri sistemi sanitari regionali. Si continua a consentire così ad altre regioni di chiudere i bilanci sanitari in attivo.

E' necessario sgomberare il campo da ogni possibile dubbio che il commissariamento della Regione Calabria sia tenuto in piedi dopo ben 11 anni attraverso commissari nominati dai vari governi nazionali che si sono succeduti con il preciso fine di tenere in piedi questo sistema che penalizza i calabresi e favorisce i sistemi sanitari di altre regioni.

Scelte incomprensibili come quelle di non aumentare le prestazioni in Calabria (ostetrico - ginecologiche) compresa una quota legata anche alla gravidanza o come quello di tagliare il 60% delle prestazioni degli interventi oculistici nella sola provincia di Cosenza non tenendo conto che da settembre 2019 a settembre 2020 la sola Asp di Cosenza ha erogato 2 milioni in meno di prestazioni sanitarie. Invece di porsi il problema di abbattere le liste di attesa, di recuperare le milioni di prestazioni non effettuate, si tagliano gli interventi come rimedio per far quadrare i conti.

E' venuto il momento di dire basta. Bisogna con i fatti smentire l'idea che le scelte dell'Ufficio del commissario siano un invito ai calabresi a curarsi in Sicilia, in Lombardia, Puglia, Basilicata e Campania.

Perciò - conclude Guccione rivolgendosi al ministro Speranza - Le chiedo un suo immediato intervento e le allego uno studio del dipartimento Tutela della Salute e Servizi sociali e socio-sanitari della Regione Calabria che ha per oggetto "Analisi mobilità extra regionale 2019" in cui lei troverà puntualmente tutti i dati che vanno nella direzione di quanto da me affermato in questa lettera. Si tratta di prestazioni sanitarie e ospedaliere che potrebbero in gran parte essere svolte nella nostra regione a condizione che venga aumentata l'offerta sanitaria. Così facendo eviteremmo a migliaia di calabresi di dovere affrontare un calvario per andare a curarsi fuori regione e recupereremmo gran parte dell'emigrazione passiva con un saldo positivo finanziario per il bilancio della sanità calabrese.

Diversamente dovremmo capire a chi giova tutto questo. Sono certo che Lei interverrà anche attraverso il supporto dei suoi ispettori così potrà direttamente rendersi conto della veridicità di quanto qui riportato".

Serra, Walter Lagrotteria scrive a Longo: “Con il Piano di rientro, le aree montane sono diventate sempre più marginali”

Riceviamo e pubblichiamo la lettera inviata dall'ex vice sindaco di Serra San Bruno, Walter Lagrotteria al commissario della sanità calabrese, Guido Longo.
 
"A dispetto di promesse, buone intenzioni, propositi di cambiamento ed annunci talvolta azzardati, susseguitisi negli anni, in Calabria lo stato della Sanità non migliora, anzi si registrano severe criticità, teoricamente risolvibili con semplici azioni, che si incancreniscono alimentando la sfiducia nel sistema e la convinzione che per questa terra non ci sia futuro. I calabresi non possono accettare supinamente questa prospettiva di decadenza e degrado e continueranno a denunciare ciò che non va rimanendo, nello stesso tempo, disponibili a fornire il loro apporto per gli interventi che potranno essere posti in essere.
 
La tendenza degli ultimi due decenni è quella di procedere con una fredda spoliazione, spesso attuata partendo da circostanze contingenti utilizzate a mo’ di pretesto, in tutti i settori, impoverendo il territorio e spingendo la popolazione a trasferirsi nelle zone più dotate di servizi e di occasioni di lavoro. In particolare, il Piano di rientro ha ridotto notevolmente i servizi sanitari rendendo le aree montane sempre più marginali e inappetibili. È stato un cinico percorso di ingiustizia sociale che ha generato un ulteriore impoverimento di risorse umane e finanziarie.
 
Sono tantissime le situazioni quasi paradossali che si verificano assumendo i contorni della beffa. Ad esempio, l’impossibilità di garantire posti di Dialisi per chi vorrebbe stabilirsi, almeno nel periodo estivo, nelle Serre vibonesi, costituisce una barriera insormontabile e trasmette un messaggio di incapacità organizzativa e di assenza di prestazioni che lede, ancora una volta, la già compromessa immagine della Calabria. E pensare che basterebbero poche assunzioni per dare una risposta, un segnale di presenza dello Stato e della volontà di invertire la rotta. Invece, prevalgono un disinteresse e una sensazione di vaghezza che porta l’agonia ad acuirsi. Non è certo demerito degli operatori sanitari che con mirabile abnegazione si spendono per garantire prestazioni all’altezza nonostante la carenza dì strumentazione e carichi di lavoro impressionanti. È semmai un’impostazione dirigenziale svogliata e anonima – abbinata ad un controllo politico pressappochista - che non consente di rendersi realmente conto delle bisogni, delle difficoltà e della necessità di intervenire per correggere storture e squilibri. Sembra mancare, in questo senso, un sistema di supervisione atto a prevenire il lassismo e l’inefficienza e a consentire un meccanismo di rimozione delle cause di ritardi e di rivitalizzazione di servizi oggi mancanti o inadeguati.
 
Il caso della Dialisi è inoltre emblematico delle negative ripercussioni economiche perché priva di possibili entrate le attività presenti sul territorio che devono fare i conti con un minor bacino d’utenza. S’innesca così una spirale perversa per cui a una minor affluenza conseguono minori entrate che a loro volta fanno derivare minori occasioni di lavoro. Il tutto senza contare le privazioni affettive imposte dai mancati ricongiungimenti familiari. Come è facile notare, si tratta di uno stato di cose inaccettabile e non degno di un Paese che voglia definirsi civile. Riprova di ciò è quanto illustrato dalla stampa riguardo addirittura l’indisponibilità di barelle e di medici sulle ambulanze.
 
Tutelare la salute dovrebbe essere una priorità per le Istituzioni e per chi le rappresenta, ma sembrano prevalere visioni di corto respiro e scelte dettate dalla sufficienza e dall’insensibilità verso la comunità. Di sicuro i calabresi non accetteranno in maniera supina le pratiche di colonizzazione che impongono dipendenza e impediscono lo sviluppo e si batteranno per far valere i loro diritti. Serve una svolta – qui ed ora – senza accampare pretesti di equilibri di bilancio: la gente ha diritto di vivere e di scegliere e non di subire".
 
 
 

 

Sanità in Calabria, sulle Asp senza bilanci la Lega invoca l’intervento della Guardia di finanza

Riceviamo e pubblichiamo

"Dopo 11 anni di continui commissariamenti della sanità calabrese in alcune Asp non si riesce nemmeno a ricostruire la contabilità ed a presentare i bilanci! Cambiano i personaggi, cambiano le triadi, cambiano gli uomini, ma nessuno riesce a ricostruire la voragine di debiti che sono stati creati nelle Aziende sanitarie provinciali. Si è parlato anche di morti sospette per chi stava facendo il proprio dovere, poi smentite, ma sempre preoccupanti. Neppure la triade nominata dal Ministro degli Interni per lo scioglimento mafioso dell’azienda è riuscita a portare a casa qualche pur minimo risultato. E il Governo insiste in commissariamenti del tutto inutili che non solo non hanno migliorato il sistema sanitario, non solo non hanno ridotto il pesante già esistente deficit, ma lo hanno profondamente aumentato. Quindi, nomine e percorsi del tutto inutili. La denuncia di Longo, attuale commissario, alla Commissione nazionale antimafia, di una presenza attiva e gestionale della criminalità organizzata e di lobby di potere nel sistema sanità, devono, sicuramente, fare riflettere e la Lega spera che l’attuale responsabile abbia fatto il proprio dovere fino in fondo. Ma, tali condizioni e il peggioramento del sistema sanità devono far riflettere e devono portare a decisioni coerenti e responsabili. Vista l’inutilità delle attuali nomine appare più che evidente che il sistema debba subire un cambiamento radicale e non di facciata. La Lega, pertanto, chiede che, per la ricostruzione contabile e per la redazione dei bilanci, si dia incarico ai nuclei specializzati della Guardia di finanza che potranno, non solo eseguire tali attività in modo corretto ed oggettivo, ma avranno il potere di trasmettere un adeguato e minuzioso rapporto, in caso di rilevate illiceità, alle competenti Procure della Repubblica e della Corte dei conti. E’ arrivato il momento di mettere fine ai teatrini ed ai balletti di nomine, spesso clientelari, e di dare un futuro concreto ai calabresi, che, altrimenti, per come sta accadendo, saranno costretti ad andare fuori regione per curarsi oppure rischiare di morire nella propria terra".  

Giacomo Francesco Saccomanno, Commissario Regionale Lega

“Massomafia nella sanità” calabrese, Lega: “Longo riferisca a Gratteri”

“L’audizione del Commissario Longo dinnanzi alla Commissione Antimafia ha confermato quanto sia “infiltrata” la sanità in Calabria: lobby di potere che, unitamente alla criminalità organizzata e ad una parte della burocrazia corrotta, gestiscono la cosa pubblica esclusivamente per propri interessi. Una torta che viene divisa tra tanti e che, comunque, rappresenta quasi l’80% del bilancio regionale. Un sistema collaudato per consentire guadagni facili ed illeciti, senza, però, fornire quei servizi essenziali che i calabresi meritano. Undici anni di commissariamento che non hanno portato a nulla e che confermano quanto sia difficile ed inefficace il sistema sanità in Calabria. Quello che, però, appare inspiegabile, pur dinnanzi alla consapevolezza di tutti sul condizionamento ‘ndranghetistico e lobbistico della sanità, è la mancata assunzione di provvedimenti efficaci e penetranti. Tante parole e nessun fatto vero e concreto. La Lega, si augura che il Commissario Longo abbia fatto il proprio dovere fino in fondo e che, dopo l’audizione, abbia riferito ogni cosa alla competente Procura come era ed è suo dovere. Il suo passato e la sua storia non possono che portarlo di corsa dinnanzi alla autorità giudiziaria per segnalare e denunciare quanto riferito pubblicamente. Noi siamo sicuri che ciò sia già avvenuto. Ma, se, per ipotesi, Longo si sia limitato solo alla audizione, lo invitiamo fermamente a presentarsi dinnanzi al Procuratore Gratteri per ripristinare quella legalità calpestata e che 11 anni di commissariamento non sono serviti a nulla. La Calabria ed i calabresi meritano rispetto e nessuno può sottrarsi al proprio dovere di impedire ancora il saccheggio della sanità, in danno di tante persone che spesso muoiono per la evidente criticità del sistema e per un’azione criminale che ha condizionato pesantemente anche tale settore”.

E’ quanto afferma in una nota il commissario regionale della Lega, Giacomo Francesco Saccomanno.

Sanità in Calabria, Lega: “Azzerare deficit, via commissario e dirigenti inutili”

“La posizione della Lega sulla sanità è puntuale e precisa e nessuna crepa esiste: i commissariamenti vanno eliminati avendo portato solo una evidente distruzione del sistema sanitario e non avendo avuto gli effetti sperati, il deficit deve essere azzerato da parte del Governo, la Calabria ha diritto di gestirlo con propri competenti uomini, la attuale struttura deve essere totalmente riformata dalle radici con eliminazione delle gravissime condizioni di illegalità esistenti. Il piano sanitario deve essere puntuale e preciso e non può prescindere dalle necessità dei territori e dalle richieste legittime di un servizio adeguato e rispondente alle esigenze della gente. Allo stato quanto sopra riferito non è stato mai attuato dai commissari ed, anzi, è stato peggiorato quello stato minimo di sistema che prima esisteva. Un degrado pesante che è stato causato dalla incompetenza dei commissari e dalle persone che li hanno circondati. Non si comprende, infatti, come possa il sistema essere gestito sempre dagli stessi soggetti che lo hanno ridotto per come oggi lo vediamo e lo subiamo. Sarebbe assurdo negare la verità e cercare di mistificare gli accadimenti: la sanità in Calabria non si ordina con i militari o con persone che non hanno alcun interesse per la nostra regione, se non quella di incassare lauti compensi. Abbiamo manager calabresi di grande competenza che sono disponibili a dare una mano alla propria terra di origine e che lo farebbero con vero amore e passione. Quindi, la Lega insiste affinchè la gestione della sanità sia restituita in mano ai calabresi. Un plauso al Presidente Spirlì che in un momento così difficile ha voluto aiutare Longo per superare la crisi dei vaccini e portare la Calabria fuori dalle condizioni di quasi inoperosità in cui si era cacciata. Certo, non paiono poi adeguati ed accettabili le nomine eseguite da Longo ed, ancora, la assoluta inefficienza sugli interventi successivi dovuti per potenziare gli ospedali, per aprire le case della salute, per le necessarie e previste assunzione e per rendere migliore l’attuale sistema. Appare, infatti, inverosimile che pur dinnanzi alle sussistenti risorse economiche sia tutto fermo e nessuna attività sia stata eseguita. Ecco la palese incompetenza per la quale i commissari non possono e non potranno più essere accettati”.

E’ quanto scrive in un nota, il Commissario regionale della Lega Giacomo Francesco Saccomanno.

Sanità, Spirlì in Consiglio regionale: "Unica soluzione l'azzeramento del debito"

«Per la Sanità calabrese l’unica soluzione percorribile è un intervento straordinario dello Stato che non sottragga alla Regione i poteri di organizzazione e di coordinamento, ma imponga, attraverso un piano straordinario, la verifica e la determinazione certa del debito e il conseguente azzeramento di tutte le pendenze pregresse. In tale direzione, nei giorni scorsi, ho inviato una richiesta accorata al presidente Draghi, in quanto convinto che, senza l’azzeramento del debito sanitario, questa regione non potrà mai ambire a offrire ai propri cittadini il sacrosanto diritto alla salute».

È quanto ha dichiarato oggi il presidente della Regione, Nino Spirlì, in apertura dei lavori della seduta del Consiglio regionale dedicata alla situazione della Sanità calabrese.

«Noi – ha affermato – siamo al fianco del commissario ad acta. Il prefetto Longo è arrivato in Calabria nel momento più drammatico della storia dell’umanità e non poteva che essere accolto in amicizia. In qualità di rappresentanti eletti o nominati, non avremmo potuto lasciarlo solo».

«È delle ultime ore – ha detto ancora il presidente – una mia lettera, indirizzata ai ministri Speranza e Lamorgese, ai rispettivi capi di gabinetto e al sottosegretario Molteni, in cui chiedo che venga disposto un team di ispettori sul caso Sant’Anna. Certi atteggiamenti non possono essere più tollerati. Chi ha sbagliato dovrà pagare».

«Su Villa Bianca – ha aggiunto – non è più possibile aspettare che si coordinino interessi che devono essere dichiarati. Questa struttura può e deve recuperare 100 posti di degenza».

«Il generale Pirro – ha rilevato Spirlì – è al fianco del commissario Longo nella campagna vaccinale e sta dando una grande risposta alla nostra terra. Chiunque altro ci avrebbe lasciato il dubbio, l’Esercito no. Abbiamo ottenuto risultati a Cosenza, Catanzaro, Lamezia Terme e nella Piana».

«Sulle vaccinazioni, siamo passati dalle 2.500 somministrazioni al giorno alle 12mila di venerdì, alle 19mila di sabato e alle 15mila di domenica scorsi. Questi numeri sono possibili solo utilizzando la piattaforma, gestita in maniera centralizzata dalla struttura che è all’apice: commissario, Protezione civile ed Esercito. Le 23mila schede mancanti – ha detto il presidente – stanno per essere inserite in piattaforma e confluiranno nei dati che saranno ufficiali a livello nazionale».

«La nostra sanità – ha evidenziato Spirlì – è offesa e non può andare con lo stesso passo di altri. Chi attacca in maniera strumentale la Regione non rende un buon servizio. Ereditiamo un dipartimento azzoppato, ma che, grazie al direttore generale Brancati, sta ritrovando una propria dignità, col passo lento di chi deve costruire sulla roccia e non sulla sabbia».

«L’emergenza sanitaria in Calabria ha raggiunto, da anni, livelli ormai insostenibili. La pandemia – ha spiegato – ha di fatto aggravato la situazione facendo emergere l’incapacità del sistema sanitario regionale di offrire livelli minimi di assistenza sanitaria. Sebbene abbia manifestato pubblicamente la mia contrarietà alla riproposizione del Decreto Calabria, ho inteso, fin dal primo giorno, insieme alla Giunta, avviare un percorso di collaborazione e di sostegno alle attività che l’organo commissariale ha inteso perseguire».

«Tra i primi atti posti in essere – ha sottolineato – vi è stata la decisione di sancire formalmente il supporto di tutte le risorse umane e strumentali del dipartimento Salute che, a seguito di deliberazione della Giunta regionale, sono stati formalmente messe a disposizione della struttura commissariale. Abbiamo inoltre avviato una serie di manifestazioni di interesse per l’assunzione di funzionari e personale dirigente per completare ulteriormente il contingente del dipartimento».

 «La Giunta, inoltre – ha continuato – ha recentemente completato l’iter di assegnazione di 175 milioni di euro, per investimenti e per l’assunzione di nuove professionalità nel servizio sanitario regionale e per favorire una più celere attuazione delle relative procedure di spesa».

«Con senso di responsabilità, nonostante la confusione dettata dalle norme vigenti che attribuiscono al commissario ad acta l’attuazione del piano operativo Covid e del piano vaccinale, abbiamo fronteggiato – ha puntualizzato il presidente – l’emergenza istituendo le zone rosse, approntato un piano straordinario di riconversione delle strutture per l’ampliamento dei posti letto e distribuito ingenti risorse per far fronte alle nuove assunzioni, grazie, soprattutto, a un costante lavoro degli uffici regionali, dei dipartimenti di prevenzione e di tanti amministratori locali».

«Per rappresentare il quadro del nostro sistema sanitario – ha concluso Spirlì – basterebbe un solo dato: nell’ultimo decennio nelle strutture sanitarie calabresi sono stati investiti circa 15 euro pro capite, mentre, nello stesso periodo, la media nazionale è stata di 45 euro. Il Piano di rientro della Regione Calabria, del 2009, prevedeva una serie di interventi finalizzati a ristabilire un equilibrio economico-finanziario. Ma così non è stato. Troppe le criticità e le inadeguatezze che hanno portato alla nomina di commissari e a vari interventi del Governo culminati con i due Decreti Calabria che, di fatto, hanno completamente esautorato la Regione di poteri di organizzazione e coordinamento».

Vaccino covid in Calabria, dalla prossima settimana potranno prenotarsi anche i parenti delle persone fragili

«È necessario che i fondi destinati all’emergenza covid vengano utilizzati subito per le assunzioni del personale sanitario e che la vaccinazione degli ultraottantenni sia completata entro 10 giorni».

È quanto ha sostenuto il presidente della Regione, Nino Spirlì, durante la riunione dell’Unità di crisi regionale che si è svolta ieri mattina nella Cittadella “Jole Santelli” di Catanzaro.

Spirlì ha ribadito l’urgenza «di procedere immediatamente all’inserimento delle schede relative alle 23mila vaccinazioni avvenute, ma mai caricate sulla piattaforma. Solo così i dati ufficiali saranno reali».

Al vertice hanno partecipato, tra gli altri, il commissario regionale della Sanità, Guido Longo, il direttore generale della Protezione civile, Fortunato Varone, il delegato della struttura del commissario straordinario per l’emergenza Covid-19, generale Saverio Pirro, e i commissari delle Aziende sanitarie e ospedaliere della Calabria.

Subito dopo l’intervento del presidente della Giunta, il commissario Longo – come riporta il verbale della riunione – ha aggiunto che «saranno approfondite le cause per le quali i dati delle somministrazioni e dei contagiati non sono allineati rispetto a quanto inserito nelle Piattaforme ufficiali».

Longo – dopo aver garantito che «vi è la disponibilità di strumentazione per allestire i posti di terapia intensiva e/o sub intensiva» – ha sottolineato «l’importanza di incrementare il livello delle terapie monoclonali, che possono essere fondamentali per alleggerire il peso dei ricoveri ospedalieri».

Nel corso della riunione, il generale Pirro ha riferito che, dalla prossima settimana, sarà attiva sulla piattaforma di Poste italiane «una procedura che consentirà di effettuare la prenotazione del “caregiver”, contestualmente a quella del soggetto fragile, tramite codice fiscale e tessera sanitaria».

Sul punto, Il dg Varone ha annunciato che sarà possibile effettuare queste prenotazioni «fino a tre unità che, previa autocertificazione, possono essere associate quali “caregiver”. Sulle autocertificazioni verranno effettuati i dovuti controlli».

Il generale Pirro ha anche annunciato «l’avvio di una campagna pubblicitaria sulla vaccinazione che comprende anche informazioni sull’utilizzo del vaccino Vaxzevria».

«Un’altra iniziativa da intraprendere a livello locale – è scritto nel verbale – riguarda l’allestimento di centri vaccinali “temporanei”, che dovranno essere organizzati laddove necessario e a ragion veduta, di concerto con le Asp di riferimento, “chiavi in mano” e a cura dei sindaci».

Pirro ha anche ricordato che, per raggiungere la quota di 500mila vaccinazioni giornaliere stabilita dalla Struttura commissariale nazionale, «è stato elaborato un target di riferimento che dovrà essere raggiunto da ciascuna Asp ed Ao. Tale target dovrà essere considerato quale soglia minima da conseguire».

In merito alle prossime consegne di vaccini, Pirro ha infine assicurato «consistenti afflussi di dosi per l’Italia nelle prossime settimane» e che, quindi, «anche la Calabria quindi beneficerà di questa situazione».

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