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"La sanità calabrese è nel caos, in queste condizioni non si può andare avanti"

"Esprimo solidarietà ai primari di Vibo Valentia che hanno scelto di protestare contro decisioni inique e penalizzanti. Si tratta di una scelta coraggiosa che scaturisce evidentemente da un disagio profondo che va ascoltato e che denuncia una situazione intollerabile.  Ed esprimo solidarietà, in questi difficili momenti, a tutti gli operatori sanitari della Calabria costretti a sobbarcarsi turni di lavoro disperati per garantire assistenza e prestazioni. La sanità in ogni città della Calabria - afferma la consigliera regionale di Calabria in Rete Flora Sculco -  è nel caos. In queste condizioni di non governo del settore non si può andare avanti. Bisogna assolutamente trovare il modo di riattivare la condivisione delle scelte e l’urgenza di assumere atti soltanto dopo l’ascolto dei bisogni di sanità di ogni territorio. E’ urgente - conclude la consigliera regionale -  superare questo stallo preoccupante che desta allarme e disorienta i cittadini e restituire al sistema sanitario regionale la serenità senza cui il diritto alla salute è vanificato. E’ necessario un passo indietro della Struttura commissariale rispetto alle prerogative costituzionali della Regione che a partire dal Consiglio regionale del 24 marzo deve poter esercitare le sue competenze e riattivare il dialogo con i soggetti che si occupano di sanità in tutta la Calabria"

Scura nell'occhio del ciclone, Mirabello: "Riordino rete ospedaliera è un atto contro la Calabria"

"Quello dei primari dello 'Jazzolino' è un gesto forte che va apprezzato e che rappresenta - secondo Michele Mirabello, consigliere regionale del Partito Democratico - un segnale importante al ministro Lorenzin ed al Commissario Scura. Credo che questa presa di posizione che si assume a Vibo, e che segue le altre forti proteste che si levano dalle altre province, costituisca unitamente al fermo rigetto proveniente dal presidente della Giunta Mario Oliverio e dalla totalità dei consiglieri regionali della Calabria un punto definitivo di rottura del quale Scura dovrà necessariamente prendere atto". "Del resto, è stata depositata in Parlamento - rimarca il  presidente della III Commissione consiliare 'Sanità, attività sociali, culturali e formative' una interrogazione a firma di 17 parlamentari del PD. Il decreto sul riordino della rete ospedaliera calabrese oramai a detta di tutti è considerato un atto contro la Calabria, contro i territori, contro gli utenti che non sta più in piedi e che va rapidamente revocato e ripensato".

"La sanità pubblica in Calabria non può rinchiudersi nella gestione dei bisogni di pochi"

"Apprendiamo con sollievo che alcune delle decisioni del Commissario per il Piano di rientro, fortemente penalizzanti per la struttura sanitaria pubblica di Crotone, in particolare per ciò che concerne i 10 posti letto per la nefrologia, il servizio di microcitemia, l’annullamento del declassamento dell’unità operativa di anatomia patologica, sono state opportunamente riviste. Ma tutto ciò non basta - sostiene la consigliera regionale di Calabria in Rete Flora Sculco - per alzare il livello della qualità della conduzione della sanità pubblica a Crotone, che non può più rinchiudersi nella gestione dei bisogni di pochi o di alcuni ma, al contrario, deve impegnarsi per guardare a tutte le criticità più volte segnalate, lavorando in vista del raggiungimento della qualificazione delle prestazioni sanitarie di cui i cittadini hanno bisogno e per migliorare l’offerta sanitaria complessiva che deve essere corrispondente alla domanda che viene dal territorio". Aggiunge Flora Sculco: "E’ purtroppo evidente che si sta procedendo senza la piena consapevolezza delle complesse questioni della sanità pubblica crotonese e del ruolo importante di questa nostra città che induce a errori, omissioni e ad iniziative affrettate e sbagliate. E’ evidente - spiega Flora Sculco - che si è di fronte a scelte approssimative e miopi, come giustamente denunciano anche i sindacati, che impongono una riflessione seria e puntuale. Tuttavia non mancheranno la vigilanza e le necessarie sollecitazioni a fare e fare bene, né da parte della sottoscritta né da parte della Conferenza dei sindaci e neppure del Consiglio regionale che chiederà, nella seduta del 24 marzo, un passo indietro della Struttura commissariale rispetto alle prerogative costituzionali della Regione in questo delicato settore. Nella sanità crotonese e calabrese c’è tanto da fare, perché - conclude la consigliera regionale -  si avverte una confusione grave e generalizzata, ma ciò che non può più mancare è la visione globale delle questioni senza la quale si rischia di commettere errori e sottovalutazioni che, com’è accaduto, vanificano il diritto alla salute".  

'Ndrangheta e sanità: confiscati beni per 45 milioni di euro ad un imprenditore

Beni il cui valore ammonta complessivamente ad una cifra vicina ai 45 milioni di euro sono stati confiscati nelle prime ore della giornata odierna da militari del Nucleo della Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Firenze e di Pistoia e da personale della Direzione Investigativa Antimafia di Reggio Calabria. Oggetto del provvedimento è un patrimonio formato da automobili, aziende, immobili, rapporti finanziari e società e riconducibile ad un  imprenditore che opera, sulla base di quanto emerso nel corso dell'attività d'indagine, "in maniera occulta" nel comparto immobiliare, in Calabria e Toscana, e nella sanità privata. Gestisce in questa regione case di cura e strutture di riabilitazione. I particolari dell'inchiesta saranno resi noti nel corso di un incontro con i giornalisti in programma alle 10 presso gli uffici della Procura della Repubblica di Reggio Calabria. 

 

 

“Scura-Oliverio cancellano lo Spoke Corigliano-Rossano”

“Purtroppo quello che sospettavamo si è verificato. Nel prossimo futuro, alla luce del nuovo Piano sanitario regionale, lo Spoke di Corigliano-Rossano non esisterà più. Sarà ridimensionato in due strutture di base, ancora una volta a favore di Castrovillari, alle cui competenze sanitarie passerà anche la zona dell’alto Jonio. Perderemo utenza e di conseguenza saranno decurtati ulteriormente i servizi medico-assistenziali. Il commissario Massimo Scura, per quanto ne possa dire Oliverio, ha piegato la testa alle tacite volontà della politica regionale e Cosenza-centrica che da sempre muove gli interessi a discapito della Sibaritide. È stato così per il Tribunale. Sarà così anche per gli ospedali. Tutto questo, mentre il ‘sogno’ del nuovo ospedale sembra quasi del tutto tramontato. È quanto dichiara Giuseppe Antoniotti, fra i leader del movimento “Rossano prima di tutto”, commentando le notizie riportate stamani sulla stampa riguardo al nuovo Piano di riordino della Sanità in Calabria e agli effetti che lo stesso sortirà nel territorio ionico. “Le mie perplessità – afferma Antoniotti - sull’azione oscura e contorta che stava mettendo in atto il commissario Scura, voluto da Renzi con buona pace del centrosinistra calabrese, le avevo ribadite più volte ed in più occasioni nel corso degli ultimi mesi: a Lamezia Terme nel corso della conferenza dei sindaci convocata da Oliverio, a Rossano allo stesso Scura nell’agosto scorso e non da ultimo nel corso del Consiglio comunale ad hoc sulla questione Sanità dello scorso 10 Ottobre. E non a caso, proprio nel deliberato di quell’Assise, ho voluto che venisse citato il rischio di una possibile disgregazione dello Spoke Corigliano-Rossano a favore di quello di Castrovillari. L’ospedale di Trebisacce, infatti, per come prevede il nuovo piano di riorganizzazione della Sanità, sarà annesso alle pertinenze di Castrovillari. Se questa operazione andrà in porto l’area sanitaria di Corigliano-Rossano perderebbe l’utenza necessaria per il mantenimento del suo Spoke. Si tratta di una manovra inaccettabile e già annunciata, che – ripete Antoniotti - da sindaco avevo più volte denunciato, rivolgendomi direttamente al presidente della Regione e al commissario straordinario. E puntualmente ero stato rassicurato che un’ipotesi del genere non si sarebbe mai verificata. Detto fatto. Ma anche questo ulteriore problema nasce dall’incapacità di rappresentanza che questo territorio negli ultimi anni ha avuto a livello politico regionale e nazionale. In quanto nessuno, né ieri né oggi, ha saputo rivendicare le giuste pretese di questo comprensorio e soprattutto della nostra Città. Ho gridato da solo nel deserto, con il solo supporto del Consiglio comunale e dei colleghi sindaci di Corigliano e della Sibaritide. Tutti gli altri erano e sono, colpevolmente e volutamente, in letargo per non far torto ai potentati politici di turno che purtroppo non hanno mai avuto interessi affinché quest’area della Calabria si sviluppasse. Oggi abbiamo il diritto, tutti, di alzare le barricate contro questo ennesimo scippo. E faccio appello al commissario prefettizio Lombardo, a tutti i sindaci dell’area sibarita e non ultimo ai candidati della Città di Rossano affinché si faccia fronte comune per rivendicare i diritti dei cittadini e chiedere subito le dimissioni del commissario Scura. Al presidente Oliverio, invece, ricordo che ogni ‘polpa’, così come egli stesso ha definito di recente la Sibaritide, ha bisogno di sostentamento vitale. Sia consequenziale, allora il governatore, e con dignità restituisca a questo territorio il diritto alla salute e all’assistenza sanitaria”.

Sanità. Punti di Primo Intervento: il destino di Soriano e Chiaravalle. I DETTAGLI

Nel “Documento di  riorganizzazione  della  Rete ospedaliera,  della  Rete dell’Emergenza-Urgenza e delle  Reti tempo-dipendenti” vergato dal commissario ad acta per l’attuazione del Piano di rientro Massimo Scura sono presenti importanti informazioni che vanno ad incidere in maniera significativa sulla vita delle popolazioni delle Serre e delle Preserre. “A seguito della riconversione dell’attività di un ospedale  per  acuti  in  una struttura  territoriale – viene specificato - potrebbe rendersi necessario prevedere, per un periodo di tempo limitato, il mantenimento nella località interessata di un Punto di Primo Intervento, operativo nelle 12 ore diurne e presidiato dal sistema 118 nelle ore notturne. Qualora gli accessi superino le 6.000 unità per anno la responsabilità clinica e organizzativa ricade sul DEA di riferimento, che potrà avvalersi di risorse  specialistiche, con adeguata formazione, presenti nella struttura. La mission dei Punti di Primo Intervento - è il chiarimento -  è la trasformazione in postazione medicalizzata del 118 entro un arco temporale predefinito, implementando l’attività  territoriale  al  fine  di  trasferire  al  sistema  dell’assistenza  primaria le  patologie  a  bassa  gravità e che non richiedono trattamento ospedaliero secondo protocolli di appropriatezza condivisi tra 118, DEA, HUB  o Spoke di riferimento e Distretto, mantenendo rigorosamente separata la funzione di urgenza da quella dell’assistenza primaria”. Saliente è il passaggio in cui viene sottolineato che “nei  Punti  di  Primo  Intervento non è prevista l’osservazione breve del paziente. Punti di Primo Intervento con casistica inferiore ai 6.000 passaggi annui sono direttamente affidati al 118 come postazione territoriale. Possono essere organizzati Punti  di Primo Intervento anche per esigenze temporanee ed in occasione di manifestazioni di massa, gestiti funzionalmente e organizzativamente dal sistema 118”. Altre previsioni di rilievo: “nella fase di transizione verso la gestione del 118, la loro funzione per le urgenze si limita unicamente ad ambienti e dotazioni tecnologiche atti al trattamento delle urgenze minori e ad una prima stabilizzazione del paziente ad alta complessità, al fine di consentirne il trasporto nel Pronto Soccorso più appropriato. Per questa funzione sono necessari unicamente ambienti e dotazioni tecnologiche atti al trattamento delle  urgenze minori ed a una prima stabilizzazione del paziente ad alta complessità, al fine di consentirne il trasporto nel Pronto Soccorso più appropriato. Esclusivamente per il tempo di mantenimento previsto, i Punti di Primo Intervento si distinguono in:

- Punti di Primo  Intervento,  mobili  (allestiti  per  esigenze  estemporanee)  o  fissi  (con  numero  di  accessi  < 6.000  se  attivi  24  ore  o  <  3.000  se  attivi  12  ore,  assegnati  al  “Servizio  di  Emergenza  Sanitaria  Territoriale 118”);

- Punti di Primo Intervento  con  numero  di accessi  >  6.000  fino  a  20.000 se  attivi 24  ore  o  >  3.000  se  attivi  12 ore  eventualmente  assegnati  alle  strutture  delle  Aziende  Sanitarie  dopo  l’attuazione  della riorganizzazione  della  rete ospedaliera  (PS,  SPOKE,  HUB); 

- Punti di Primo Intervento  in  zona  montana  con  un  forte  presidio  del 118. I  PPI  in  zona  montana  richiedono  una  particolare  attenzione  da  parte  dello  SPOKE  (o  dell’HUB)  a  cui  si  riferiscono, con  gestione  diretta  da  parte  degli  stessi  medici  operanti  nel  Dea  di  riferimento  e  con  la  particolare implementazione  di  attività  qualora  i  numeri  lo  richiedano  (vedi  anche  Pronto  Soccorso  Semplice  dell’Ospedale Generale)”.

"Nel Punto  di  Primo  Intervento  è  però  sempre  prioritaria – viene aggiunto -  la  garanzia  del  trasferimento  protetto  del  paziente stabilizzato  al centro  più  idoneo. Attualmente  il  servizio  dei  PPI  attivati  negli  ex  ospedali  riconvertiti  in  strutture  territoriali,  è  erogato  in  12H/24H per  prestazioni  in  emergenza-urgenza  per  casi  di  media-bassa  complessità. L’obiettivo,  in  linea  con  quanto  sopra definito,  è  quello  di  trasferire  delle  attività  previste  per  i  PPI  delle  CdS  alla  gestione  del  118  entro  un  anno  (28 febbraio  2017),  previa  contestuale verifica  della  funzionalità  della  rete EMUR”.

Autorizzazione Marrelli Hospital, Sculco: “Pagina positiva per la Sanità”

"Finalmente, era ora! Alla fine ce l’abbia fatta! Non se ne poteva più. Un’intera città è stata a lungo con il fiato sospeso e con animo assai preoccupato. Ora, si può tiare un respiro di sollievo: il ‘Marrelli Hospital’, tra le più importanti strutture sanitarie della Calabria, è stato autorizzata all’avvio delle attività. È una vittoria di popolo e di tutti quelli che come noi ci hanno creduto sempre, senza alcuna esitazione e fino in fondo. Avevamo ragione”. È quanto afferma la consigliera regionale di Calabria in Rete Flora Sculco che aggiunge: “Adesso, un sincero buon lavoro alla proprietà ed a tutti i lavoratori che, dopo l’autorizzazione all’apertura del ‘Marrelli Hospital’, potranno far vedere sul piano nazionale di cosa è capace l’eccellenza sanitaria che rappresentano. Abbiamo sempre sostenuto che il ‘Marrelli Hospital’, per le sue caratteristiche di eccellenza può svolgere positivamente un importante ruolo nella sanità, riducendo, in misura considerevole, il grave fenomeno dell’emigrazione sanitaria che costringe da anni tanti calabresi ad andare fuori e lontano. In particolare poi, per Crotone, oltre che per la Calabria, il risultato è veramente straordinario. Dopo lunghi di anni di buio - spiega la consigliera regionale - si incominciano a vedere spiragli di luce e di speranza per una rinascita della ‘Città dei Tre Millenni’ che, per l’importanza che riveste sotto tutti i punti di vista, economico, culturale e geostrategico quale piattaforma fondamentale nel Mediterraneo, non potrà che svolgere un ruolo incisivo e fondamentale per l’intera Calabria”. Conclude Sculco: “Sono particolarmente soddisfatta anche perché questo risultato è frutto dell’impegno generoso, forte e decisivo del popolo crotonese, che ha sempre espresso sostegno ad una rivendicazione pienamente legittima. Si scrive così una pagina positiva per la Sanità e si dimostra - conclude la consigliera regionale -  che quando c’è l’apporto dei cittadini a sostegno di iniziative imprenditoriali serie, fondate e da cui discende prestigio, sviluppo e nuova occupazione per il territorio, i risultati si ottengono”. 

Autorizzazione Marrelli Hospital, Salerno: “I malati oncologici possono contare su una struttura di eccellenza”

“Esprimo viva soddisfazione per l’autorizzazione all’esercizio del Marrelli Hospital, struttura di eccellenza che costituisce un importante punto di riferimento per i malati oncologici e che consentirà di porre un freno agli interminabili viaggi della speranza a cui sono costretti i pazienti e le loro famiglie”. È quanto afferma il consigliere regionale Nazzareno Salerno. “Finalmente – spiega l’esponente azzurro - con il decreto firmato dal commissario ad acta, giunto dopo un interminabile iter, c’è l’opportunità di avere in Calabria un centro che offre servizi di prevenzione, diagnosi e cura secondo i più elevati standard di qualità e che permette, di fatto, di ridurre l’emigrazione sanitaria. Non certo secondario è poi l’impatto in termini occupazionali, con validissime professionalità che potranno lavorare nella nostra terra. La ferma volontà di tutti coloro che hanno protestato nell’interesse della comunità – conclude Salerno - ha avuto un ruolo eccezionale. Oggi hanno vinto Crotone e tutta la Calabria”.

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