Tre persone denunciate per rissa

I carabinieri di Bagnara Calabra (Rc) hanno denunciato per rissa tre persone residenti a Sant’Eufemia d’Aspromonte.

Per uno dei tre è scattata anche la denuncia per porto illecito di oggetti atti ad offendere.

In particolare, i denunciati sono stati sorpresi durante una rissa scoppiata per futili motivi in viale Turati, a Bagnara Calabra.

Una volta sedata la contesa, i militari hanno rinvenuto a terra un coltello a serramanico lungo 20 centimetri.

Successivamente, nel corso delle perquisizioni personali e veicolari, uno dei tre deferiti è stato trovato in possesso di 2 coltelli a serramanico di 21 e 12 centimetri di lunghezza. 

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Blitz contro la 'ndrangheta, decine di arresti. Domiciliari per un neo consigliere regionale

“Eyphemos” è il nome che gli investigatori della polizia di Stato hanno dato all’operazione nel corso della quale, dalle prime ore di questa mattina, nelle province di Reggio Calabria, Milano, Bergamo, Novara, Lodi, Pavia, Ancona, Pesaro Urbino e Perugia sono stati eseguiti numerosi arresti e perquisizioni nei confronti di persone ritenute capi e gregari di un’articolazione della ‘ndrangheta reggina operante a Sant’Eufemia d’Aspromonte (Rc) in seno al mandamento tirrenico, alle dipendenze del locale di Sinopoli facente capo alla potente cosca Alvaro che ha anche una sua propaggine in Lombardia, segnatamente nel Pavese, nonché in Australia dove è presente un locale di‘ndrangheta, dipendente direttamente dalla casa-madre calabrese.

Nel corso dell'operazione, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia della Procura della Repubblica di Reggio Calabria, sono state eseguite 65 ordinanze di custodia cautelare, di cui 53 in carcere e 12 agli arresti domiciliari.

Gli indagati sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione mafiosa, diversi reati in materia di armi e sostanze stupefacenti, estorsioni, favoreggiamento reale, violenza privata, violazioni in materia elettorale, aggravati dal ricorso al metodo mafioso e dalla finalità di aver agevolato la ‘ndrangheta, nonché di scambio elettorale politico mafioso.

Gli investigatori della Squadra mobile di Reggio Calabria e del Commissariato di Palmi, con il coordinamento del Servizio centrale operativo della Direzione centrale anticrimine della polizia di Stato, coadiuvati dagli operatori dei Reparti prevenzione Crimine e di diverse Squadre mobili del Centro e Nord Italia, hanno eseguito anche numerose perquisizioni. 

Dalle indagini condotte dagli investigatori della Squadra mobile di Reggio Calabria e del Commissariato di Palmi sarebbe emerso che gli esponenti di vertice del locale di Sant’Eufemia d’Aspromonte sedevano ai tavoli in cui venivano prese decisioni importanti che riguardavano anche il locale australiano.

Alcuni di loro si sarebbero perfino recati in Australia per risolvere controversie legate alla spoliazione di un sodale sanzionato per una trascuranza, ma non espulso dai ranghi della ‘ndrangheta. 

La locale eufemiese tra rituali arcaici e modernità

Nei summit monitorati dagli investigatori della polizia, gli indagati avrebbero fatto riferimento alle cariche e ai gradi della ‘ndrangheta (come la “santa”, “camorrista”, “vangelista”, “sgarrista”, “capo locale”, “contabile”), alle cerimonie, alla formazione di un banconuovo, alla creazione di un nuovo locale a Sant’Eufemia d’Aspromonte con l’auspicata legittimazione del Crimine di Polsi e l’indipendenza dagli Alvaro di Sinopoli che, tuttavia, secondo gli investigatori, continuerebbero a controllare Sant'Eufemia, forti dell’essere una grande cosca, anche se i diversi sottogruppi familiari (“Carni i cani”, “Pajechi”, “Merri”, “Pallunari”, Testazza” o “Cudalunga”) godono di una certa autonomia programmatica e di azione.

La ‘ndrangheta eufemiese appare antica e moderna al tempo stesso, ancorata a vecchi rituali ma fortemente protesa a radicarsi sempre più nel settore socio-economico ed imprenditoriale, anche attraverso un’oculata attività di infiltrazione negli apparati amministrativi, istituzionali e politici.

Le armi e il progetto di attentato alla nuova sede del Commissariato di Palmi

L’ala militare del gruppo eufemiese disporrebbe di numerose armi, tra cui un bazooka, cui gli indagati avrebbero fatto riferimento durante i dialoghi intercettati dalla polizia.

Ad essa sarebbe stata commissionata anche la fabbricazione di un ordigno esplosivo da parte di alcuni esponenti del clan Gallico di Palmi che avrebbero voluto  distruggere o danneggiare gravemente la loro storica abitazione, confiscata e destinata ad ospitare la nuova sede del locale Commissariato.

Pertanto, su disposizione della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria, i poliziotti del Commissariato di Palmi e della Squadra mobile del capoluogo reggino hanno arrestato presunti elementi di vertice della cosca Alvaro, tra i quali figurerebbero boss storici, personaggi di spicco, luogotenenti e nuove leve dell’articolazione di Sant’Eufemia d’Aspromonte.

L’inchiesta avrebbe permesso inoltre, di fare luce sui diversificati interessi illeciti della cosca, svelando un accentuato dinamismo nel sistematico ricorso ad attività estorsive nei confronti di operatori economici e titolari di imprese.

La cosca avrebbe gestito anche un lucroso giro di sostanze stupefacenti, tanto che diversi affiliati sono stati arrestati con l’accusa, a vario titolo, di cessione, acquisto, coltivazione, tentata importazione, offerta in vendita di sostanze stupefacenti, prevalentemente cocaina e marijuana. 

L’azione pervasiva della ‘ndrangheta nel comune di Sant’Eufemia d’Aspromonte

Con la sua azione pervasiva, la ‘ndrangheta sarebbe riuscita a collocare propri membri ai vertici del governo, dell’assemblea elettiva e all’interno degli apparati dell’amministrazione comunale di Sant’Eufemia d’Aspromonte.

Con il ruolo di capo, promotore ed organizzatore dell’associazione mafiosa è stato arrestato, in esecuzione della misura cautelare della custodia in carcere, il vice sindaco, Cosimo Idà, ritenuto artefice di diverse affiliazioni che avrebbero determinato un forte attrito con le altre componenti del locale di ‘ndrangheta eufemiese e l’alterazione degli equilibri nei rapporti di forza tra le varie fazioni.

Con la contestazione di partecipazione all’associazione mafiosa sono stati arrestati in esecuzione della misura cautelare della custodia in carcere il presidente del Consiglio comunale, Angelo Alati, considerato mastro di giornata della cosca; il responsabile dell’Ufficio tecnico Domenico Luppino, ritenuto referente della cosca in relazione agli appalti pubblici del comune e Domenico Forgione, detto “Dominique”, consigliere comunale di minoranza, che avrebbe avuto il compito di monitorare gli appalti del Comune per consentire l’infiltrazione da parte delle imprese riconducibili alla cosca eufemiese. 

Scambio elettorale politico mafioso

Con l’accusa di scambio elettorale politico mafioso è stato arrestato e posto ai domiciliari il sindaco di Sant’Eufemia d’Aspromonte e neo consigliere regionale, Domenico Creazzo, il quale, per gli investigatori, "nel coltivare e realizzare il progetto di candidarsi e vincere le elezioni regionali del gennaio 2020, si era rivolto alla ‘ndrangheta".

 

'Ndrangheta: catturato il latitante Domenico Romeo

I carabinieri della compagnia di Palmi e dello Squadrone eliportato Cacciatori "Calabria", insieme ai finanzieri del Gico di Genova e del Comando provinciale di Reggio Calabria hanno messo fine alla latitanza di Domenico Romeo, 40 anni, ricercato dal luglio scorso dopo essere sfuggito alla cattura durante l'operazione "Buon vento genovese" condotta dalla guardia di finanza del capoluogo ligure.

L'uomo, accusato di traffico internazionale di droga aggravato dalle finalità mafiose, è ritenuto dagli investigatori il contabile della 'ndrina degli Alvaro di Sinopoli.

Romeo è stato individuato e bloccato a Sant'Eufemia d'Aspromonte (Rc).

Violano un posto di blocco, arrestati dopo un rocambolesco inseguimento

I carabinieri delle Stazioni di Sant’Eufemia d’Aspromonte e Sinopoli hanno arrestato Antonino Barillà e Giuseppe Cannizzaro, di 30 e 36 anni, entrambi residenti a Sinopoli, con l’accusa di resistenza, violenza e minacce a pubblico ufficiale.

In particolare, lunedì sera i due si trovavano a bordo di una Audi A3 condotta da Barillà quando, giunti nei pressi del centro abitato di Sant’Eufemia d’Aspromonte, si sono imbattuti in un posto di controllo dell’Arma.

Il conducente del veicolo, all’alt dei militari, ha accelerato improvvisamente la marcia.

Ne è nato un rocambolesco inseguimento per le vie del centro abitato, al termine del quale i fuggitivi sono stati bloccati.

Dopo essere stati fermati, i due hanno tentato di sottrarsi all’arresto minacciando e cercando di colpire i carabinieri.

Una volta ammanettati, a Barillà e Cannizzaro sono stati contestati i reati di resistenza, violenza e minacce a pubblico ufficiale.

Al termine delle formalità di rito, gli arrestati sono stati posti ai domiciliari.

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Accusato di aver ferito due fratelli a colpi di pistola, si consegna ai carabinieri

E’ finita la fuga di Angelo Catanea di 34 anni.

L’uomo, accusato del tentato omicidio dei fratelli Pasquale e Giuseppe Panuccio, feriti da colpi di pistola il 5 febbraio scorso in località San Luca di Sant’Eufemia d’Aspromonte, si è consegnato ai carabinieri delle Stazioni di Sant’Eufemia d’Aspromonte e Sinopoli.

Il 34enne è stato arrestato in esecuzione del fermo d’indiziato di delitto emesso della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Palmi.

Da quanto emerso dalle indagini, la mattina del 5 febbraio i Panuccio sarebbero usciti di casa con l’intenzione di parlare con Catanea ed i suoi congiunti per risolvere una diatriba famigliare, ma si sarebbero imbattuti nel rivale in prossimità del ponte in località San Luca di Sant’Eufemia d’Aspromonte, dove il 34enne li avrebbe affrontati e feriti gravemente a colpi di pistola.

In seguito alla sparatoria, i carabinieri della Compagnia di Palmi si sono messi sulle tracce di Catanea.

I militari hanno, quindi, avviato diversi rastrellamenti finalizzati all’individuazione dell’uomo, il quale, probabilmente, vistosi alle strette, ha deciso di consegnarsi.

Al termine delle formalità di rito, Catanea è stato tradotto presso il carcere di Reggio Calabria-Arghillà.

Agguato in Calabria, due fratelli feriti a colpi di pistola

Due fratelli G.P e P.P, rispettivamente di 38 e 22 anni, sono rimasti feriti in un agguato a Sant’Eufemia d’Aspromonte.

I due uomini si trovavano in località Ponte Crasta, quando sono stati raggiunti da alcuni colpi di pistola calibro 7,65.

I feriti, colpiti uno al torace e l’altro ad una gamba, sono stati soccorsi e trasportati agli ospedali "Riuniti" di Reggio Calabria dove sono stati sottoposti ad intervento chirurgico.

I due non sarebbero in pericolo di vita.

Sul luogo dell’agguato, sarebbero stati rinvenuti 3 bossoli..

Le indagini, coordinate dalla procura di Palmi, sono condotte dai carabinieri del Gruppo di Gioia Tauro, della compagnia di Palmi e della Stazione di Sant’Eufemia d’Aspromonte.

Secondo, alcune indiscrezioni, pare che i militari abbiano già fermato un uomo.

Armi e munizioni in cantina, donna 60enne finisce in manette

Una donna di 60 anni, residente a Sant’Eufemia d’Aspromonte (RC), è stata arrestata in flagranza dei reati di detenzione illegali di munizioni ed armi clandestine e di furto di energia elettrica.

A compiere l'arresto sono stati gli agenti della Squadra mobile di Reggio Calabria e del Commissariato di Palmi che, nell'ambito del Piano "Focus 'ndrangheta" hanno effettuato una serie di perquisizioni domiciliari finalizzate alla ricerca di armi, munizioni e materiale esplodente illegalmente detenuto.

Nel corso del controllo in due cantine nella disponobilità dell'arrestata, i poliziotti hanno rinvenuto 2 pistole, di cui una con matricola abrasa, 1 revolver, 1 carabina con matricola abrasa, vari caricatori, di cui uno per fucile d’assalto e centinaia di munizioni di vario calibro.

Durante l’attività, gli agenti hanno richiesto l’intervento di personale dell’Enel che ha constatato che il contatore della luce installato all’interno dell’abitazione della donna era allacciato in maniera abusiva alla rete elettrica.

Al termine delle formalità di rito, in ottemperanza alle disposizioni impartite dall’Autorità giudiziaria, la donna è stata ristretta ai domiciliari. 

Nascondevano sotto terra fucili e munizioni, arrestati

I carabinieri di Sant’Eufemia d’Aspromonte e Sinopoli ed i Cacciatori di “Calabria” hanno arrestato tre persone accusate di detenzione di armi clandestine.

I militari hanno colto in flagranza di reato Domenico Leonello di 39 anni, nonchè Francesco e Domenico Luppino, rispettivamente di 29 anni e 59 anni, mentre si trovavano in un terreno all’interno del quale, nel corso di una perquisizione, sono stati trovati cinque fucili con matricola abrasa e più di quattrocento munizioni di vario calibro.

Le armi erano state abilmente occultate all’interno di tubi, poi completamente interrati, al fine di renderne difficile il ritrovamento.

Le munizioni ed i fucili sono stati sequestrati per essere inviati al Ris di Messina per le analisi balistiche.

Completate le formalità di rito, gli arrestati sono stati trasferiti nlla casa circondariale di Palmi.

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