Deposito di munizioni rinvenuto in un rudere a Seminara, indagano i carabinieri

Seminara - Oltre 650 munizioni per fucile e pistola sono state individuate in una catasta di legna all’interno di un rudere nelle campagne di Seminara, nel Reggino.

A fare la scoperta, sono stati i Carabinieri della Compagnia di Palmi e dello Squadrone Cacciatori di Calabria.

Per gli investigatori, quello rinvenuto sarebbe un deposito in uso alla criminalità organizzata che, nel tempo, vi avrebbe nascosto le munizioni razziate con furti e rapine.

Dopo aver sequestrato quanto scoperto, gli uomini dell’Arma hanno avviato le indagini per cercare di dare un volto ai responsabili dell’occultamento.

Auto si scontra con un tir, muore un poliziotto

E’ un poliziotto di 49 anni, in servizio al XII reparto mobile di Reggio Calabria, la vittima dell’incidente stradale avvenuto questa mattina sull’A2 in direzione sud, all’altezza di Seminara.

L’incidente, le cui cause sono in corso di accertamento, ha interessato l'auto con a bordo la vittima ed un mezzo pesante.

Sul posto sono intervenuti gli agenti della stradale, i vigili del fuoco ed i sanitari del 118.

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Sorpresi con un arsenale in casa, padre e figlio in manette

I carabinieri della Compagnia di Palmi (Rc), dello Squadrone eliportato Cacciatori “Calabria” e del Nucleo cinofili di Vibo Valentia hanno arrestato padre e figlio di Seminara, per detenzione illegale di armi e munizioni. 

In particolare, all’alba di venerdì scorso, i militari hanno avviato un’operazione finalizzata al contrasto all’illecita detenzione di armi e munizioni che, come da consolidata prassi in uso tra la criminalità della Piana, vengono abitualmente occultati all’interno di fondi agricoli e abitazioni, per essere poi recuperati al momento del bisogno.

Gli uomini dell’Arma hanno quindi effettuato una serie di perquisizioni su vari terreni e residenze di Seminara, tra cui quella degli arrestati, dove, nascosto nelle pertinenze della casa, hanno trovato un kalashnikov, con caricatore inserito pronto all’uso.

Nell’ abitazione, hanno invece rinvenuto: una lupara, due pistole, di cui una scacciacani, un coltello e munizionamento di vario calibro.

Pertanto, dopo aver sequestrato quanto rinvenuto, i militari hanno arrestato padre e figlio e denunciato, per gli stessi  reati, un minorenne appartenente al medesimo nucleo familiare.

Armi e droga nascoste in aree rurali, tre denunce

Tre persone, due di Seminara (Rc) e una di San Procopio, sono state denunciate in stato di libertà con l’accusa, a vario titolo, di possesso di munizioni e refurtiva.

La denuncia è scattata in seguito ad un rastrellamento, durante il quale i carabinieri hanno scovato un vero e proprio arsenale composto da pistole, fucili, circa 170 cartucce di vario calibro, 2 chilogrammi di marijuana e refurtiva provento di furti.

In particolare, i militari della Compagnia di Palmi, dello Squadrone eliportato Cacciatori Calabria, del Nucleo cinofili di Vibo Valentia e del Nucleo cinofili del Comando Gruppo guardia di finanza di Lamezia Terme, hanno effettuato una serie di controlli in alcuni fondi agricoli, ubicati nei comuni di Seminara e San Procopio.

Durante le perquisizioni sono stati rinvenuti: un fucile sovrapposto calibro 12, una pistola calibro 9 con matricola abrasa, 120 cartucce per pistola calibro 9 e circa 50 cartucce calibro 12 per fucile.

In tale contesto, A.O., 69enne e A.F., 53enne entrambi di Seminara, sono stati deferiti per l’illecito possesso di munizionamento calibro 12 per fucile.

In altri rinvenimenti sono stati invece scovati i nascondigli dove erano stati occultati due bidoni contenenti complessivamente circa 2 chilogrammi di marijuana già essiccata e pronta per la vendita.

Infine, nel corso delle perquisizioni O.G., 28enne di San Procopio, è stato trovato in possesso di materiale risultato provento di furto ed è stato denunciato per ricettazione.

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L'antica arte della ceramica calabrese esposta nel Museo di Seminara

Sabato 3 agosto, alle ore 18:00, si inaugura a Seminara il Museo delle Ceramiche di Calabria.

L’inaugurazione sarà preceduta da un incontro presso la sala consiliare, con l’intervento di Mario Panarello, presidente del Centro Studi Esperide, Domenico Pisani, ex direttore del Museo Civico di Rende, e Monica De Marco, responsabile dell’allestimento.

Fondato nel 2011 di concerto con il Centro Studi Esperide, ma allestito tra il 2018 e il 2019, anche grazie all’impegno profuso dal sindaco Carmelo Arfuso, il museo nasce per documentare le produzioni ceramiche regionali, molte delle quali oggi estinte, facendo ricorso, laddove ancora possibile, anche alle testimonianze degli artigiani che hanno svolto tali attività.

Oltre a una collezione di oltre 500 opere afferenti a 20 centri di produzione, il museo presenta al pubblico una ricca documentazione fotografica e audiovisiva. Il percorso museale, che si estrinseca in tre sale, si propone l’obiettivo di tracciare un quadro dei principali contesti produttivi della ceramica regionale: “principali” non soltanto per durata del fenomeno e quantità di artefici e manufatti, ma anche, e soprattutto, per i caratteri specifici che conferiscono una precisa fisionomia alla tradizione figulina di una determinata area.

«Più che le case in cui l’uomo abita, più che le armi con cui combatte, più che qualsiasi altro utensile o gioiello la ceramica ha uno stretto legame con la collettività che la crea e l’adopera, riflette anzi la sua personalità molto più fedelmente di qualsiasi espressione materiale della cultura di un popolo». Espresso da Martin Almagro, studioso di culture materiali primitive, questo concetto focalizza il ruolo che i documenti di “terra” plasmata, foggiata e cotta dall’uomo in ogni parte del globo ricoprono quali fonti primarie della storia e della cultura delle civiltà che li hanno prodotti. Per limitarsi ad un esempio alla portata di tutti, basti richiamare l’importanza dei reperti vascolari nell’ambito degli studi sulla Grecia antica.

Questa efficacia semantica dei manufatti ceramici, quale veicolo di un complesso di elementi frutto di stratificazione e sedimentazione storica che consente di penetrare le più profonde radici culturali di un popolo, si perpetua in tutte quelle espressioni, anche recenti e attuali, che si possono far ricadere nel campo delle produzioni artigianali d’impianto tradizionale. Laddove, cioè, l’apporto creativo del singolo artigiano viene sistematicamente riassorbito in un flusso plurisecolare che basa la propria identità su un sistema di codici – tecnologici, materici, linguistici, simbolici – trasmessi di generazione in generazione e che anche quando si evolvono e si arricchiscono di elementi nuovi continuano a fluire nel solco della tradizione conservando precisi caratteri di riconoscibilità che riflettono peraltro un profondo legame col territorio e con l’immaginario della collettività.

Tra le regioni italiane periferiche, la Calabria è quella che nel corso del Novecento, in particolare in alcune aree, ha mantenuto un tenace e irriflesso attaccamento ad usanze e pratiche che altrove la civiltà occidentale ha “superato” da secoli.

È così che alcuni contesti produttivi dai caratteri “ancestrali” si sono conservati fino ai nostri giorni, richiamando da un lato l’attenzione degli studiosi di etnografia e di etnoarcheologia e imponendosi dall’altro nelle loro valenze di risorsa culturale anche per le comunità locali, che, ci si augura, possano sempre più sviluppare la consapevolezza di detenere un patrimonio immateriale di inestimabile valore.

È noto al mondo come la ceramica di Horezu, annoverata tra i fenomeni più rappresentativi della cultura rumena, nel 2012 sia stata inclusa nel patrimonio culturale immateriale dell'Unesco.

Si tratta di una produzione - prevalentemente scodelle - che rivisita tipologie e repertori decorativi medievali che dai Balcani si diffusero largamente anche nell'Italia meridionale e particolarmente in Calabria rappresentando quelle che gli archeologi chiamano invetriate policrome.

Ebbene in Calabria forse non tutti sanno che esiste un paese - Seminara - dove non solo i ceramisti locali portano avanti la tecnica di origini bizantine dell'ingobbio sotto vetrina ma dove inoltre sono tutt'oggi miracolosamente attive antiche fornaci a nocciolo di ulivo.

Quella di Seminara è una ceramica veramente dall’aura antica, che ormai da oltre un secolo ha varcato i confini regionali partecipando a importanti esposizioni nazionali e internazionali, ovunque trionfando per il suo schietto sapore popolaresco e i profondi significati simbolici sottesi ai tipici soggetti interpretati dai ceramisti: la maschera apotropaica, mostruosa ed eretica o ispirata a eleganti prototipi classici, ma sempre diretta a preservare la dimora dagli influssi malefici; il riccio, che pur irto di aculei si configura quale simbolo di fecondità; il pesce, che rinvia da un lato alla tradizione cristiana e dall'altro a quella marinara; e poi fiasche antropomorfe, boccali a segreto, calabriselle e babbuini, sirene e tutto ciò che la fervida fantasia del ceramista di volta in volta suggerisce alle mani e al cuore.

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Tir si ribalta in autostrada e il carico finisce sulla carreggiata

Momenti di disagio, questa mattina, sulla A2 ‘Autostrada del Mediterraneo’, in corrispondenza di Seminara, in provincia di Reggio Calabria, dove un mezzo pesante si è ribaltato disperdendo sulla carreggiata il carico di prodotti ortofrutticoli.

Il traffico in direzione nord è stato temporaneamente deviato allo svincolo di Bagnara Calabra con rientro in autostrada a Palmi.

Sul posto sono intervenuti i sanitari del 118, che hanno soccorso l'autista del tir, gli agenti della polstrada ed il personale Anas 

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Entra nel negozio e minaccia l'ex con un coltello, arrestato

 Gli agenti della polizia di Stato del Commissariato di Gioia Tauro hanno arrestato, nella flagranza dei reati di tentato omicidio, estorsione, minaccia aggravata, sequestro di persona e atti persecutori, Giovanni Balzano Melodia, 41 anni, di Seminara.

L'arresto è scattato in seguito ad una chiamata al 113, con la quale è stata segnalata la presenza di due uomini, all’interno di un negozio di abbigliamento per donna nel centro di Gioia Tauro, uno dei quali stava minacciando la titolare dell’attività commerciale.

L’uomo, armato di coltello, avrebbe  cercato di estorcere denaro alla donna, sequestrandola di fatto, all’interno del suo negozio.

Giunti sul posto, i poliziotti hanno disarmato ed ammanettato il quarantunenne, il quale durante l'arresto avrebbe ripetutamente inveito e minacciato gli agenti.

Dalla testimonianza resa dalla vittima è emerso che, entrato nel negozio in compagnia del fratello, l'arrestato avrebbe minacciato la donna con un coltello, allo scopo di riavere una somma di denaro, per un presunto debito contratto in passato.

La vittima avrebbe dichiarato di essere diventata oggetto di continue vessazioni e ripetute violenze da parte dell’uomo, da quando aveva deciso di porre fine alla loro storia.

Addirittura, per sfuggire alle attenzioni dell' ex, la donna sarebbe stata costretta a cambiare casa e abitudini, temendo per la propria vita.

Ultimate le formalità di rito, l’arrestato è stato associato presso la casa circondariale di Reggio Calabria Arghillà, mentre il fratello, B.M.C., è stato denunciato in stato di libertà per il reato di favoreggiamento personale. 

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Sgominata banda che derubava i cacciatori

Ha preso il via alle prime ore di questa mattina un’ operazione dell’Arma dei Carabinieri di Reggio Calabria, coordinata dalla Procura della Repubblica di Palmi, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 7 persone, ritenute responsabili, a vario titolo, di rapina, falsificazione di monete, furto, ricettazione, danneggiamento e delitti in materie di armi e in materia di stupefacenti.

Le indagini hanno accertato che l’organizzazione, dedita alle rapine ai cacciatori, aveva programmato di acquisire il controllo mafioso del territorio di Seminara, attraverso condotte violente soprattutto con l’utilizzo di armi.

Almeno 10 gli episodi denunciati da cacciatori, nei quali gli indagati, con l’esplosione di colpi di arma da fuoco a scopo intimidatorio, hanno imposto di consegnare i fucili.

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