Serra San Bruno: al via i lavori per il potenziamento della rete idrica

"Sono stati consegnati ufficialmente oggi, lunedì 22 maggio, i lavori per il potenziamento della rete idrica nel Comune di Serra San Bruno che, nello specifico, riguarderanno contrada 'Scorciatina' e quella di 'Castagnari'".
 
E' quanto si legge in una nota diramata dall'Amministrazione comunale di Serra San Bruno.
 
"Tra circa dieci giorni - prosegue il comunicato - sono in programma l'apertura dei cantieri e il conseguente avvio dei lavori, per un totale di 250mila euro, somma questa oggetto di un finanziamento che era stato perduto dalla precedente amministrazione e ora recuperato grazie anche all'impegno dimostrato in tal senso dall'esecutivo guidato dal sindaco Luigi Tassone. In particolare, per quel che riguarda località “Scorciatina” ci sarà il ripristino delle sorgenti e quello dell'acquedotto, mentre a 'Castagnari' si provvederà al ripristino del pozzo e alla trivellazione per capire se sia possibile o meno captare nuova acqua. L'intervento in questione dovrebbe consentire un risparmio di circa 10 litri di acqua al secondo, attualmente erogata da Sorical.
 
Soddisfazione per l'intervento è stata espressa dall'assessore ai Lavori pubblici, Francesco Zaffino, per il quale: "dopo anni di inerzia e perdite di tempo finalmente si dà il via a questi importanti lavori che, tra l'altro, consentiranno un risparmio non indifferente per le casse comunali. Dalle parole dunque si passa ai fatti e grazie alla nostra amministrazione, si cominciano a dare le prime risposte anche sull'annoso problema dell'acqua. Questo, però, rappresenta soltanto un primo intervento, perché l'azione dell'amministrazione mira proprio a far sì che si possano rintracciare altri finanziamenti per il rifacimento della rete idrica. Le critiche – conclude Zaffino - lasciano sempre il tempo che trovano, alle parole e agli attacchi preferiamo rispondere con i fatti, quelli che la nostra squadra sta iniziando a dare all'intera comunità".

 

Il Parco naturale delle Serre impegnato nella lotta biologica al cinipide del castagno

Il commissario del Parco Naturale Regionale delle Serre, Domenico Sodaro coglie l’occasione per informare che nei giorni 18 e 19 maggio u.s, il Parco naturale regionale delle Serre ha provveduto al “lancio” dell’antagonista naturale del “cinipide galligeno” del Castagno, nell’ambito del programma di controllo biologico di questo pericoloso parassita. Questa minuscolo insetto determina la comparsa di vistose galle sui germogli e sulle foglie, provocando uno sviluppo stentato della vegetazione e un calo, spesso evidente, della produzione di castagne. Il cinipide galligeno, nella forma adulta , si presenta come una piccola vespa di colore nero, lunga circa 3 mm. Come tale è innocua per l’uomo e per gli animali, ma nella forma larvale risulta molto dannosa per il castagno, tanto da richiedere trattamenti obbligatori.

Attualmente, l'unica forma di “lotta” valida nei confronti del Cinipide galligeno è rappresentata da quella “biologica” e, pertanto, da quasi un decennio in Italia, è iniziata l'introduzione nei boschi di castagno di un parassitoide specifico, il Torymus sinensis, piccolissimo insetto che si nutre delle larve del Cinipide stesso .

In particolare, nel comprensorio delle Serre i primi “lanci” dell’antagonista sono stati effettuati nella tarda primavera del 2012, ad opera del personale tecnico dell’Arasac (Azienda Regionale per lo sviluppo dell’Agricoltura Calabrese) .

Quest’anno, nel comprensorio vibonese, l’immissione del Torymus ha già interessato quaranta siti castanicoli del Serrese ed, inoltre, alcune aree dell’Altopiano del Poro, ad opera del personale del Centro Arsac di Serra San Bruno. Ora, allo scopo di favorire ulteriormente l’insediamento di questo utile insetto, in particolare nelle aree di sua competenza, il Parco naturale regionale delle Serre ha provveduto all’acquisto delle “dosi” necessarie che sono state distribuite in altrettanti siti, nell’ambito dei comuni di Cardinale, Guardavelle, Badolato, San Sostene, Serra San Bruno, Gerocarne, Mongiana e Fabrizia, ricorrendo alla collaborazione del personale Arsac di Serra San Bruno.

"Tutto ciò - ha detto Sodaro - si è reso possibile grazie alla collaborazione dell’On.le Mauro D’Acri, Assessore all’Agricoltura, in particolare all’importante collaborazione offerta dal Direttore Generale del Dipartimento Agricoltuta Ing. Carmelo Salvino, al Dott. Cosimo Caridi dirigente di settore del fitosanitario, al personale dell’Arsac di Serra san Bruno, al Dott. Francesco Pititto e al Rag. Domenico Pisano che ha coordinato le attività".

Soddisfazione,in merito all’iniziativa, è stata espressa dai sindaci del territorio interessati ai lanci dell’insetto parassitoide Torymus sinensis.

 

ASP Vibo Valentia: Alfonso Grillo denuncia lo stato disastroso in cui si trova la sanità vibonese.

Il Commissario Scura ed il Ministro Lorenzin intervengano al più presto affinché ai cittadini del vibonese sia garantito il diritto alla tutela della salute.

La denuncia che fa Grillo, a mezzo stampa, è forte e chiara e ha il tenore di una bocciatura che non lascia alcun dubbio sull'operato del governatore Oliverio in tema di sanità e sulla gestione delle aziende sanitarie calabresi, in particolare modo quella di Vibo Valentia. Ciò che sta avvenendo in questi giorni all'interno del PD è davvero singolare, fa riflettere, non c'è giorno in cui non si assiste a critiche, denunce, accuse da parte di esponenti locali all'indirizzo del governatore della calabria Oliverio e del management dell'Asp di Vibo Valentia.

Terreno di scontro la sanità Vibonese, e non solo. Senza entrare nel merito della guerra di posizione chiaramente in atto all'interno del PD, va dato atto specialmente ai consiglieri comunali del PD, di aver avuto il coraggio di denunciare ciò che il sottoscritto afferma da tempo, e cioè l'esclusione del territorio di Vibo Valentia nelle dinamiche di sviluppo regionali. Trascuriamo, ma solo per questioni di spazio, ciò che sta accadendo in tema di turismo, di riorganizzazione dei servizi, di delocalizzazione di uffici periferici, di investimenti locali. Oggi il tema che ci sta più a cuore è la sanità. Qui non c'è bisogno di essere degli attenti osservatori, o degli esperti in materia - afferma Grillo - per comprendere lo stato disastroso in cui si trova la sanità calabrese, dove innumerevoli problemi, a partire dalle gravi carenze di personale, fanno sì che ai cittadini non venga garantito il diritto alla tutela della salute sancito dall'art. 32 della Costituzione Italiana. Nella nostra Regione ed ancor di più nella provincia di Vibo Valentia, non sono garantiti i LEA (livelli essenziali di assistenza) e si continua ad assistere ai cosiddetti viaggi della speranza.

I cittadini vibonesi sono costretti, per potersi curare, ad emigrare, nel migliore dei casi, in altre provincie, ma spesso fuori regione. E così la Calabria risulta tra i primi finanziatori delle regioni cosiddette virtuose in campo sanitario: Lombardia, Veneto, Piemonte, Toscana ect. che mantengono l'eccellenza dei loro sistemi sanitari proprio grazie alla montagna di soldi, circa trecento milioni di euro, che la nostra regione paga annualmente per i cittadini calabresi che sono costretti ad emigrare in cerca di risposte sanitarie adeguate ai propri problemi di salute. E al danno si aggiunge la beffa se si pensa ai costi sociali ed economici che ciò comporta per chi si deve spostare e vivere, anche per lunghi periodo di tempo, lontano da casa e dai propri familiari per affrontare gravi malattie. Parlando quotidianamente con la gente, aggiunge Grillo, si nota una sorta di rassegnazione nei confronti di una situazione che sembra ormai senza speranza.

Anche tra il personale sanitario, che continua a dare risposte eroiche considerate le carenze degli organici, strutturali e tecnologiche, si percepisce una certa sfiducia, che spesso si trasforma in rabbia nei confronti di chi governa la sanità e non si preoccupa minimamente di creare le migliori condizioni per poter lavorare in modo da dare buone risposte all’utenza ed in sicurezza. Insomma il contesto generale in cui si trovano ad operare medici, infermieri e tutti i professionisti della sanità è pressoché allarmante, dicono gli addetti ai lavori, in quanto continua a regnare la disorganizzazione generale ed il clientelismo.

Infatti, mentre la struttura ospedaliera cittadina ha gravissime carenze, un esempio su tutti: gli ascensori non a norma e costantemente guasti, situazione allarmante considerato che il reparto di ginecologia si trova su un piano diverso rispetto alle sale operatorie e ciò potrebbe rappresentare un problema molto serio in caso di emergenza ginecologica; mentre la gente non si può ricoverare per carenza di posti letto che sono in numero decisamente inferiore rispetto a quanto previsto dagli standard nazionali tenuto conto della popolazione residente; mentre nelle corsie gli ammalati non hanno un’assistenza qualificata per le note carenze di personale medico, infermieristico e soprattutto di operatori socio sanitari, l'attuale management guidato dalla Caligiuri sembra interessato solo ad occupare poltrone, utilizzando il criterio dell’appartenenza politica anziché del merito, in modo da assicurare a qualcuno un consenso politico con metodi da prima Repubblica, in piena sintonia con il governatore Oliverio che da quando si è insediato non fa altro che attaccare il Commissario Scura con l'obiettivo di spodestarlo per poter prendere il suo posto e mettere definitivamente le mani sul settore sanità.

Certo è che se il governatore Oliverio ha intenzione di governare la sanità come il centro sinistra sta facendo nell'ASP di Vibo Valentia allora c'è da augurarsi che il buon Commissario Scura rimanga ancora a lungo al suo posto. Di fatto l'ASP di Vibo Valentia è un'azienda in liquidazione: ospedale Jazzolino in agonia, ospedali di Serra e Tropea ridotti a ospedali di comunità, assenza di posti letto, carenza di personale nei reparti, intasamento dei pronto soccorso per assenza di politiche sanitarie volte al potenziamento della sanità territoriale, alto tasso di ricoveri impropri, uffici amministrativi allo sbaraglio con il potere accentrato nelle mani del solo Direttore Amministrativo perché, nel frattempo, si è pensato bene di liquidare i direttori di distretto, evitando la sostituzione, in modo tale da svolgere il ruolo di controllore e controllato in barba a tutte le norme sulla incompatibilità degli incarichi, bilancio bocciato, delibere che non passano al vaglio preventivo del Collegio Sindacale, incarichi a legali esterni all'azienda conferiti senza alcun tipo di criterio prestabilito.

Eppure i proclami non sono mancati, e ancora, dopo quasi tre anni di governo regionale, ci tocca ascoltare i "profeti dell'ovvio" accampare scuse per giustificare la loro manifesta incapacità amministrativa, e vedere ancora rimandato di un anno, forse, dopo che a tamburo battente non più tardi di qualche mese fa Oliverio è la Caligiuri avevano dichiarato che i lavori sarebbero partiti prima dell'estate. Prima il problema idrogeologico, ora si scoprono i metalli pesanti, si troverà un'ottima scusa per rinviare ulteriormente. Dalla riunione di ieri appuriamo che entro il 14 luglio si presenterà il progetto definitivo e che i lavori saranno avviati a Gennaio 2018 e si concluderanno a dicembre del 2019, in piena campagna elettorale regionale. Intanto al cospetto dell'ormai obsoleto "Jazzolino" che, nonostante tutti i soldi spesi, non rispetta, da un punto di vista strutturale, i requisiti minimi previsti dalla legge, siamo qui a dire ai nostri figli che forse neanche loro avranno il diritto di essere curati in una struttura che si possa definire ospedale. Un quadro davvero triste, un disastro, davanti al quale non si può stare inermi.

Il fallimento dell’attuale management aziendale è palese, dei "passi avanti" di cui parla il direttore generale in una ultima conferenza stampa nessuno se ne è accorto. Ritengo esisti una sola via d'uscita da questo limbo, rimuovere la dirigenza che: non solo non ha prodotto alcun risultato in un anno e mezzo di attività, è priva di strategie di rilancio, mette a rischio le professionalità esistenti minando la credibilità della sanità vibonese. Riguardo tale situazione investirò direttamente il Ministro della Salute on. Beatrice Lorenzin alla quale, tramite formale lettera, chiederò di valutare l'utilità di un commissariamento dell’Asp di Vibo Valentia, così come è stato fatto per la sanità regionale. Al Commisario ad Acta per il Piano di rientro ing. Massimo Scura chiederò, invece, tramite apposito incontro, di attivare i poteri sostitutivi per gravi violazioni nella gestione dell’azienda sanitaria vibonese. Personalmente, conclude Grillo, mi attiverò immediatamente per creare un apposito osservatorio sulla sanità costituito da vari professionisti (medici, infermieri, avvocati, commercialisti, giornalisti, esperti in materia sanitaria ect.) che avrà, come dovere civico, il compito di vigilare sull’operato del management e segnalare ogni irregolarità alle autorità competenti.

Ospedale di Serra, quattro medici in pensione: servizi sanitari a rischio

Potrebbe aggravarsi ulteriormente la situazione sanitaria dell’ospedale di Serra San Bruno.

All’orizzonte, infatti, è previsto il pensionamento di quattro medici e al momento non è dato sapere se l’Asp di Vibo Valentia ha messo in campo un piano per tamponare l’emergenza che ne scaturirà.

Secondo indiscrezioni dovrebbero pensionarsi due medici della medicina - lungodegenza, uno della chirurgia e uno del pronto soccorso.

La conseguenza è che se non si interviene immediatamente predisponendo un piano, assumendo o verificando la possibilità di trasferimenti di medici da altri nosocomi verso quello di Serra, c’è il concreto pericolo che i servizi sanitari potrebbero subire una sospensione.

Entrambi i piani di rientro, quello di Scopelliti e quello di Scura non hanno certo giovato all’ospedale di Serra che sembra aver imboccato il viale di un irrimediabile declino.

Ma com’era strutturato il nosocomio prima dei piani di rientro?

Il San Bruno era costituito dai reparti di: cardiologia (10 posti letto e 3 medici), chirurgia (14 posti letto e 5 medici),  medicina (20 posti letto e 5 medici). L’ostetricia, smantellata nel 2007, ha creato gravi disagi alle donne delle Serre costrette ad andare a partorire in strutture molto distanti da casa. La soppressione sarebbe stata determinata dal fatto che il reparto, pare non raggiungesse i numeri di parti necessari a giustificarne il mantenimento.

La radiologia era operativa h24 e contava 4 medici, oltre il rimanente personale sanitario.

C’era, inoltre, il reparto analisi che è rimasto invariato e il pronto soccorso che, come prima, continua a fare i salti mortali per garantire gli interventi tempestivi in caso di urgenza.

C’era e c’è il reparto dialisi.

Oggi il nosocomio cerca disperatamente di rispondere alle esigenze sanitarie di un territorio composto da circa 40mila persone e lo fa con un organico medico sottodimensionato con la conseguenza che l’offerta sanitaria è ben poca cosa rispetto a quella di cui necessita il comprensorio montano.

Ulteriori problemi sono legati alle sale operatorie ed all’unica ambulanza in dotazione al nosocomio.

La situazione, complessiva, non è, dunque, mutata con l’avvento del nuovo Commissario regionale alla sanità Scura che avrebbe in mente, si fa per dire, una “scure” che tagli definitivamente gli ospedali periferici.

Il “caso” Trasversale delle Serre ieri in onda su Raiuno (VIDEO)

Raiuno è tornata ad occuparsi del “caso” Trasversale delle Serre. Della perenne incompiuta calabrese si è parlato nel corso del Tv7 andato in onda venerdì notte, nell'ambito di un più ampio servizio realizzato da Riccardo Giacoia sul turismo, le bandiere blu e le infrastrutture che mancano nella nostra regione.

Il giornalista Rai si è recato sui cantieri di Gagliato, in provincia di Catanzaro: capolinea forzato della costruenda superstrada Jonio-Tirreno. Un'opera teoricamente destinata a collegare direttamente e in pochi minuti il Soveratese con l'autostrada Salerno-Reggio Calabria. Un sogno, irrealizzato da 50 anni. Oggi la Trasversale parte e si conclude nel tratto limitato che va da Gagliato a Serra San Bruno. Poi più nulla. Solo cantieri fermi, da Campo Petrizzi a Monte Cucco, da Vazzano allo svincolo autostradale.

Giacoia ha intervistato una rappresentanza del Comitato di cittadini che si batte per la realizzazione della strada, evidenziando costi, paradossi e contraddizioni di una vicenda a dir poco scandalosa. “Sono stati spesi dieci milioni di euro a chilometro e ancora ci troviamo di fronte a una incompiuta” ha sottolineato a Raiuno il presidente del Comitato, Francesco Pungitore. E alla domanda “che fine hanno fatto tutti questi soldi?” la risposta è stata: “Andrebbe valutato meglio in altre sedi”. Non è mancato un accenno alle condizioni di pesante emarginazione, di sviluppo negato delle aree interne, sempre più isolate e prive di collegamenti viari degni di questo nome. Situazioni che determinano un crollo dell'economia locale e uno spopolamento costante del territorio, con l'abbandono, purtroppo inesorabile e continuo, di interi paesi. E', quindi, emersa l'esigenza di una politica più attenta e di più ampio respiro per ridare la giusta dignità e importanza ad un vasto comprensorio che attende da fin troppo tempo risposte ai propri bisogni essenziali.

Serra, le immagini di quel che rimane dopo l'incendio (VIDEO)

L'incendio che ieri sera, intorno alle 20.30, si è sviluppato nei pressi ella Certosa di Serra San Bruno, lascia dietro di se una lunga lingua di desolazione. Di seguito il video gentilmente offerto da ilportaledelleserre.it

Nel link di seguito le spaventose immagini dell'incendio:

https://www.ilredattore.it/index.php?option=com_k2&view=item&id=15408:serra-san-bruno-le-immagini-dell-incendio-di-ieri-video&Itemid=952 

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Serra San Bruno, le immagini dell'incendio di ieri (VIDEO)

Nella serata di ieri, a Serra San Bruno, un vasto incendio ha interessato un'area non molto distante dalla Certosa, di seguito il video, gentilmente offerto da Gerardo Mandiello gestore de "ilportaledelleserre.it".

  • Published in Cronaca

Vasto incendio vicino alla Certosa di Serra San Bruno

Un incendio di vaste proporzioni sta colpendo un territorio non molto distante dalla Certosa di Serra San Bruno che però, secondo quanto riferito dai Vigili del Fuoco non correrebbe alcun rischio.

Cosi come non correrebbero alcun rischio gli abitanti della zona che una volta avvistate le fiamme hanno provveduto ad avvertire pompieri e forze dell’ordine.

Sul posto sono interveniti i Vigili del fuoco del locale distaccamento, unitamente ad alcune unità provenienti dal comando provinciale di Vibo Valentia ed i Carabinieri della locale Compagnia.

Ciò che di più fa temere e che le continue raffiche di vento possano favorire il propagarsi delle fiamme anche se i pompieri ce la stanno mettendo tutta per domare l'incendio entro un tempo ragionevole.

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