Serra: lo Slai Cobas denuncia "l’ennesimo abuso dell’amministrazione comunale contro i lavoratori"

Riceviamo e pubblichiamo

"Ci vediamo costretti a difesa e tutela dei nostri assistiti e di tutti gli altri dipendenti ex Lsu-Lpu in forza al Comune di Serra San Bruno, a rendere di pubblico dominio l’ennesimo abuso perpetrato dall’amministrazione comunale a danno di alcuni degli stessi lavoratori. Il fatto risale alla mattina dello scorso venerdì 13 aprile, quando da organizzazione sindacale abbiamo tenuto un’assemblea aperta, convocata con largo anticipo e concessa dall’ente, alla quale avrebbero potuto – come previsto dalla normativa vigente in materia – prendere parte tutti i lavoratori, tesserati o meno, indipendentemente dall’organizzazione sindacale di appartenenza.

Nei minuti precedenti all’inizio dell’assemblea, programmata per le ore 9.00, ad alcuni ex Lsu-Lpu – per come spiegato dai lavoratori stessi – veniva riferito che alcuni dirigenti li intimavano a non prendere parte all’iniziativa. Per quanto comunicatoci il presunto motivo ostativo per la partecipazione alla riunione sarebbe stata la non iscrizione dei lavoratori protagonisti della vicenda alla nostra organizzazione.

Si tratta di circostanze intollerabili, contrastanti con tutti i principi in materia sindacale, atteso che, tra le varie prerogative e diritti sindacali riconosciuti dalla legislazione a tutti i lavoratori, quello dell’assemblea, nel limite del monte orario annuo consentito, è uno dei più importanti, in quanto luogo di confronto e discussione delle problematiche attinenti al lavoro svolto. Quanto accaduto quindi rappresenta certamente un chiaro connotato di condotta antisindacale, indipendentemente dal fatto che i lavoratori – come già detto – siano tesserati o meno, a maggior ragione perché l’amministrazione era stata informata per tempo del fatto che si trattava di un’assemblea aperta a tutti i lavoratori che avessero inteso prenderne parte.

Il tutto come esplicazione del principio di libertà sindacale di cui all’art. 39 Cost. che, come è noto, va considerato come libertà di aderire come di non aderire ad una determinata sigla come di cambiare sigla ogniqualvolta lo si voglia o, anche, di non aderire a nessuna sigla, senza che questo comporti impossibilità del lavoratore di partecipare comunque ad un’assemblea aperta e a far valere, nel caso, i propri diritti che si ricollegano direttamente allo status di lavoratori e non derivano certamente dall’appartenenza o meno ad un sindacato o dal fatto di non aderirne a nessuno.

Per questi motivi – anche per mezzo stampa – invitiamo nuovamente l’amministrazione comunale ad una maggior vigilanza sul rispetto, anche semplicemente verbale, dei relativi diritti sindacali che rappresenta certamente una delle questione fondanti nel delicato tema delle relazioni sindacali ed una delle estrinsecazioni più importanti della libertà e dell’attività sindacale nel suo complesso.

Nel riservarsi comunque ogni diritto si fa presente che eventuali reiterazioni di tali comportamenti  ci imporranno di adire le vie legali per il rispetto del nostro ruolo e dei diritti dei lavoratori, assistiti e non, che chiederanno di essere tutelati".

 Slai Cobas - Serre Calabre

Serra, LiberaMente: "Il randagismo è l'ennesimo segnale dei limiti operativi dell’amministrazione comunale"

Riceviamo e pubblichiamo

"L’ennesima immagine di un cane senza vita, la cui carcassa questa volta viene trasportata sul furgone comunale in direzione campo sportivo, ci spinge a chiedere spiegazioni su quanto accaduto ed a prendere atto, ancora una volta, che agli annunci in materia di randagismo non sono mai seguite azioni risolutive.

A ciò, oltre al caso del cane randagio trovato morto lo scorso 31 marzo, si aggiunge un altro caso di avvelenamento avvenuto nella mattina di mercoledì 18 aprile.

Sorgono, inoltre, forti dubbi riguardo la corretta procedura di smaltimento messa in atto dall’ente comunale.

Duole constatare che il fenomeno del randagismo è ai massimi livelli di allerta e l’unica azione dell’amministrazione comunale è il mutismo che la contraddistingue.

Lo stesso mutismo riservato, tra l’altro, ai volontari che sino ad oggi hanno provato a soccorrere gli animali randagi ponendo un freno alla problematica.

Infine, ci si intestardisce sulla stipula di convenzioni con canili, senza valutare alcuna risoluzione del fenomeno: una convenzione che, tra l’altro, non risolverebbe nulla dato che la sistemazione di un cane in una struttura costa mediamente € 1.277,50 all'anno, (fino a € 8.942,5 se si considera che la permanenza media di un cane in un canile è di 7 anni) e la cifra stanziata a bilancio permetterebbe la presa in cura di una decina di animali, solo una parte del numero complessivo che oggi popola il paese.

Tutto tace, insomma, nonostante di soluzioni ne siano state proposte a bizzeffe, come la costituzione di un canile sanitario, ad esempio, i cui fondi a disposizione sono stati garantiti al Comune di Vibo Valentia, mentre Serra continua a non muovere un dito per trovare soluzioni alternative.

Magari attingendo a quei fondi si sarebbe risolto un serio problema per la popolazione, creando un'opportunità di lavoro per quei volontari che ad oggi, a spese loro, provvedono alle cure, all'adozione nonché alla sterilizzazione dei randagi.

Nessuna risposta è stata fornita, inoltre, a chi ha proposto la costituzione di un'anagrafe canina comunale e una programmazione per impedire il moltiplicarsi di cuccioli sul territorio comunale.

Il caso randagismo è, insomma, uno dei tanti segnali che dimostra i limiti operativi di un’amministrazione ormai giunta a metà mandato, il cui sindaco e i relativi consiglieri di maggioranza, finora, si sono adoperati alla sola sponsorizzazione di candidature, senza stabilire alcuna linea programmatica inerente alle problematiche della cittadina.

Da parte nostra continueremo ad essere disponibili ad eventuali tavoli di confronto al fine di esporre idee e trovare risposte adatte per tutta la cittadinanza.

La paura, però, è che ancora una volta il mutismo di chi bada alla sola forma ma non ai contenuti, avrà la meglio sul dialogo volto alla ricerca del bene comune".

Movimento Civico Serrese LiberaMente

Serra diventa città, la soddisfazione del sindaco Tassone

"Il conferimento del titolo di Città rappresenta un altro importante risultato che si inscrive nella storia di Serra San Bruno".

E' quanto scrive il sindaco Luigi Tassone, dopo la firma, apposta il 21 marzo scorso, al decreto con il quale il Presidente della Rapubblica ha conferito a Serra San Bruno il titolo di città.

Un obiettivo che, per il primo cittadino, rappresenta: "il risultato del lavoro di tutti coloro i quali hanno creduto in questa piccola ma significativa svolta, aiutandoci a raccontare le molteplici ricchezze e potenzialità di una comunità che si è messa in cammino per raggiungere obiettivi ambiziosi.

Questo riconoscimento - conclude Tassone - sollecita tutti noi al rinnovato adempimento dei doveri civici, esortandoci a contribuire attivamente, con passione, competenza, responsabilità - ciascuno nella propria quotidianità - alla crescita della Città di Serra San Bruno".

Serra, il Pd a De Raffele: "Anche questa volta ha perso una buona occasione per tacere"

"E’ davvero 'paradossale' leggere quanto afferma oggi il signor Giuseppe De Raffele, soprattutto perché non possiamo accettare lezioni da chi, senza timore di smentita, verrà ricordato come uno dei principali responsabili di un fallimento politico e amministrativo senza precedenti, che con la sua disamministrazione aveva trascinato la nostra cittadina nel pantano".

E' quanto si legge in una nota diffusa dal circolo del Partito democratico di Serra San Bruno

"Alcune volte - prosegue il comunicato - sarebbe opportuno usare il buon senso e un pizzico di sano pudore e tacere, esercizio questo che dovrebbe praticare specialmente chi, rispetto al passato, ha gravi responsabilità sulla gestione di un ente, soprattutto nel caso che lui stesso ricorda, quando nel rispetto delle regole procedurali avrebbe dovuto, nei termini e dopo aver fatto i passaggi preventivi, indicare la sede e il personale da destinare al mantenimento del presidio. Procedura che, da quanto sembrerebbe emergere dagli atti, non è stata rispettata muovendosi in ritardo. Ci torna in mente, inoltre, una seduta del consiglio comunale quando è stato portato per la sua approvazione, senza rendersi preventivamente conto che al suo interno veniva indicato un ufficio ubicato in un comune lontano e diverso da quello serrese. Non accettiamo lezioni, quindi, da chi ha agito per ben due volte consecutive con estremo ritardo, rispetto a quanto previsto dalla disciplina ministeriale, per consentire il mantenimento dell’ufficio, o da chi ripeteva come un mantra 'io bevo acqua dal rubinetto'.

In alcuni casi - conclude la nota - sarebbe meglio tacere che aprire la bocca e sprecare ossigeno solo nel vano tentativo di uscire dall’oblio politico nel quale gli elettori lo hanno relegato.

Quindi segua il suo stesso consiglio, dia per primo l’esempio e non offenda l’intelligenza dei serresi".

Crollo al Tribunale di Vibo, Tassone: "Fatto gravissimo, la protesta degli avvocati non rimanga inascoltata"

«Quanto avvenuto all'edificio situato in via Lacquari, a Vibo Valentia, che ospita la nuova sede del Tribunale, ritengo sia di una gravità inaudita».

Non usa mezzi termini il sindaco di Serra San Bruno, Luigi Tassone, per commentare la notizia relativa al crollo di una parte del controsoffitto nell’atrio principale della struttura, probabilmente causato dalle forti raffiche di vento che negli ultimi giorni hanno interessato anche il territorio vibonese.

«È inammissibile - prosegue Tassone – che ancora oggi si parli della condizione carente in cui versa il nuovo Tribunale, senza che nessuno faccia qualcosa. Il mio vuole essere un accorato appello affinché le istituzioni preposte si mettano subito al lavoro. Allo stesso modo, bisogna ascoltare gli appelli lanciati dagli avvocati vibonesi che, sulla questione, si sono detti pronti anche a forme di protesta più eclatanti per accendere i riflettori sulle condizioni strutturali del nuovo Tribunale. Nel caso in cui ciò dovesse avvenire, il nostro sostegno e la nostra vicinanza sicuramente non mancherà».

 

Luigi Tassone, Presidente Conferenza sindaci ASP di Vibo Valentia: "basta attese e rinvii"

Riceviamo e pubblichiamo una nota stampa da parte di Luigi Tassone, sindaco di Serra San Bruno e Presidente della Conferenza Sindaci dell'Asp di Vibo Valentia, indirizzata ai vertici dell'Asp che vengono esortati ad un netto cambio di passo che possa garantire tempi più celeri di risposte ai cittadini e meno disservizi.

Pur apprezzando lo sforzo fatto in questi mesi dal Management e dal Direttore Generale dell’ASP di Vibo Valentia - reso difficile dai limiti e dalle contraddizioni di un Commissariamento che ha gestito il Piano di Rientro solo in termini di tagli e di risparmi, alimentando il distacco dei cittadini verso le istituzioni per la precarietà dei servizi sanitari dovuta essenzialmente al blocco totale delle assunzioni e alla spaventosa lievitazione della spesa per la mobilità passiva verso altre regioni – per far rimanere in piedi il sistema sanitario provinciale, si avverte la necessità estrema di un’accelerazione e di un cambio di passo da parte della Direzione Strategica per materializzare le azioni di governo da tempo programmate, in linea con l’Atto Aziendale, con le direttive regionali e con le aperture dei vari decreti del Commissario ad acta strappate dalla politica regionale di governo e dalle organizzazioni sindacali più rappresentative.

Il modo migliore per dare ossigeno alla Sanità vibonese è di definire da subito tutte le procedure concorsuali, oltre all’affidamento degli incarichi sia dirigenziali che di comparto, in itinere di medici, di infermieri, di operatori socio sanitari, delle figure tecniche, amministrative e dirigenziali, in grado di colmare gli spazi lasciati vuoti per anni e che hanno provocato non pochi disservizi.

Il Distretto Sanitario Unico dovrà essere considerato come volano dell’intero sistema sanitario perché è sicuro che in assenza di servizi territoriali è tutto il sistema a soffrirne. Esso va riempito di contenuti, di tutto ciò che prevede l’Atto aziendale, ma anche della passione e del senso di appartenenza di chi vi lavora, a cui vanno riconosciute le giuste gratificazioni.

In tal senso, una nuova organizzazione territoriale è propedeutica al suo stesso funzionamento: con trasparenza vanno assegnati i ruoli e le funzioni previsti ed essi vanno esercitati fino in fondo.

Il nuovo Direttore del Distretto Unico può dare nuova linfa e nuovo slancio a questo importante presidio, con scelte mirate e coraggiose e con la passione di un medico e di un professionista che vuole mettersi al servizio dei cittadini.

L’Ospedale di Vibo deve diventare per davvero un ospedale spoke, pronto a riprendersi la fiducia dei cittadini. In tal senso, i segnali sono incoraggianti. Le scelte fatte della dirigenza medica vanno bene, le professionalità sono riconosciute ma va completata in tempi rapidi il resto dell’impianto organizzativo. Tuttavia, la sfida vera è rappresentata dalla costruzione del nuovo ospedale, per la quale sono state sprecate tante opportunità, con assoluta mancanza di riguardo verso le aspettative della gente. Al proposito, non c’è più tempo da perdere.

Non sono stati inutili, anzi assai producesti, le azioni incessanti della politica regionale, del consigliere regionale del territorio e soprattutto del parlamentare uscente per farli comunque rimanere ed evitare il completo smantellamento.

Sono importanti le opere di manutenzione e di efficientamento già fatte al P.O. di Serra e che saranno fatte a quello di Tropea. Tuttavia, da sole non sono sufficienti.

Si esce dallo stato di insicurezza se si investe in questi presidi, se si danno tutti gli strumenti previsti dall’Atto Aziendale e dai decreti Scura.

Le opere interne di ristrutturazione e di adeguamento all’Ospedale di Serra vanno eseguite. Dal progetto occorre da subito passare alle opere.

I nuovi posti letto programmati, da quelli della riabilitazione a quelli aggiuntivi della lungodegenza, possono essere infatti ospitati in una struttura all’uopo adeguata e sicura. Lo stesso vale per l’Ospedale di Tropea. Anche qui devono essere effettuati i lavori per l’efficientamento energetico.

Si guardi con attenzione alla dotazione dei nuovi posti letto previsti, ci si attivi per dotarlo dell’Hospice, individuando le modalità più appropriate per renderlo da subito funzionante e al servizio degli ammalati terminali, utilizzando intanto il finanziamento per tale scopo erogato dalla Regione Calabria.

 

L’ex Ospedale di Soriano non può restare senza anima né corpo. Esso va riempito di tutti i servizi territoriali previsti, come risposta di prima istanza e come filtro inteso in termini di deospedalizzazione.

 

Il 118 deve diventare il fiore all’occhiello di questa ASP, sebbene nel contesto dell’Area Centro, perché lo strumento più immediato per salvare vite umane, specie in un territorio assai critico sotto l’aspetto orografico e viario. Lo sforzo dei medici, del personale sanitario, degli autisti è sovraumano e per questo più apprezzabile. Il personale attuale è insufficiente e per questo deve essere adeguato e implementato.

 

Forse è superfluo sottolineare - perché i Soggetti citati e coinvolti nelle azioni di Governo ne sono pienamente consapevoli - che sopra tutto è indispensabile la premessa della trasparenza e della legalità.

 

Su questi punti, che non sono ovviamente esaustivi dell’intera materia, concentreremo la nostra massima attenzione.

Il tempo delle attese e dei rinvii è finito.

Arena: pascolo abusivo al castello normanno, denunciato un minorenne

Un pastore minorenne è stato denunciato per pascolo abusivo, dopo essere stato sorpreso dai carabinieri della locale Stazione presso il castello normanno d'Arena, con un gregge di 50 pecore.

Una volta identificato il giovane, i militari, unitamente ai veterinari dell'Asp di Vibo Valentia, hanno avviato una serie di controlli sui capi di bestiame.

Al termine dei controlli, tutti gli ovini sono stati posti sotto sequestro sanitario, mentre il giovane pastore è stato deferito all'Autorità giudiziaria per pascolo abusivo di animali.

 

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Serra, Andrea Pisani a valanga contro l'amministrazione comunale

“In un Comune come il nostro bisogna lavorare giorno per giorno affinché la nostra realtà possa diventare economicamente autonoma, operando al fine di creare un sistema che possa supportare un turismo di qualità, che punti su un territorio accogliente, sulle magnifiche risorse naturali e sui suoi prodotti, creando così, al contempo, i presupposti per fermare l'emorragia di giovani che abbandonano continuamente il nostro territorio”.

E’ quanto scrive in una nota, Raffaele Andrea Pisani, già candidato alle scorse elezioni comunali con la lista “La Serra rinasce”.

“Presupposto fondamentale – aggiunge Pisani - per un amministratore che abbia questa visione del proprio mandato amministrativo è il prioritario interesse alla risoluzione dei problemi del territorio, ai bisogni della sua popolazione. Un amministratore locale deve, in sostanza e senza troppi giri di parole, operare ad esclusivo servizio del territorio che lo ha eletto e non derubricarlo a mero bacino politico/elettorale da mettere al servizio del big di turno anche perché ormai, questo arcaico modo di fare politica ha stancato tutti, come del resto è stato fermamente ribadito dagli elettori italiani lo scorso 4 marzo. Per poter amministrare un paese come Serra, è necessaria una visione chiara, una volontà programmatica non solo elettorale e soprattutto serietà ed emancipazione politica che ad oggi non esiste. E' necessario che si metta consapevolmente mano alla cosa pubblica, amministrandola nell'interesse dei cittadini.

Ci presentammo, alle amministrative con un programma elettorale nell'ormai lontano 2016. Un programma che nella premessa presentava le caratteristiche di fattibilità, efficacia e semplicità; si parlava di programmazione, efficienza e funzionamento dei servizi essenziali.

A metà mandato – scrive l’ex esponente della “Serra Rinasce” - nulla di quanto sopra è stato fatto. Non si è neppure sentita l'esigenza di procedere ad una programmazione di fattibilità, alla discussione con i cittadini e con chi quel progetto ha contribuito ad idearlo, progetto che partiva dall'inevitabile presupposto del coinvolgimento, della partecipazione di tutti gli attori economici e sociali che operano nel nostro territorio, ovvero era un progetto che per realizzarsi doveva mantenere la sua natura collegiale; ognuno avrebbe dovuto mettere al servizio della cittadinanza le proprie competenze e il proprio tempo!

Nulla di tutto ciò!

A metà legislatura – rincara Pisani - ancora si attende la costituzione di quattro Consulte che avrebbero, negli intenti, avuto avere un ruolo fondamentale nell'amministrazione del nostro territorio, che avrebbero quantomeno permesso una partecipazione allargata alla vita amministrativa del nostro Comune.

Si parlava di condivisione, partendo dalla banale ma fondamentale informazione di quanto quotidianamente sarebbe stato fatto in termini di gestione amministrativa; materiale comunicativo anche cartaceo che potesse informare i cittadini sull'operato dell'amministrazione e che al contempo responsabilizzasse ogni singolo concittadino sul proprio ruolo attivo per far si che l'operato trasparente dell'amministrazione diventasse strumento di partecipazione attiva alla politica. Nulla di tutto ciò si è realizzato!

Si era puntato sul turismo, quale motore di sviluppo per il Comune. Valorizzazione delle tipicità del territorio. Nuovi approcci con le banche per la stipula di apposite convenzioni per concessione di finanziamenti, ridotti costi di gestione delle aperture di credito, incentivazione ai giovani per avviare un'azienda; veritiera riduzione della tassa sui rifiuti; fornitura di acqua potabile attraverso la dotazione di fontane pubbliche. Nulla di tutto ciò!

Niente partecipazione, nessuna discussione allargata agli attori economici e sociali del territorio,  nessuna programmazione turistica e soprattutto nessuna autonomia di pensiero degli amministratori locali che stanno continuando a trasmettere l'idea di compiacere ai maggiorenti di turno piuttosto che di voler amministrare in autonomia e competenza il territorio, seguendone i bisogni inevasi ormai da troppi anni!

Ci siamo presentati come una squadra, ma non siamo stati neppure una sommatoria di individualità.....

Pertanto, per tutte le ragioni che ho provato a sintetizzare, mi vedo costretto a  prendere le distanze dall'attuale amministrazione comunale per aderire al progetto politico più ampio del Movimento civico Liberamente.

Prendo le distanze da un modello dove il merito è bypassato dall'autoreferenzialità dei singoli,  perché è giunto il tempo di rigettare apertamente questo vecchio modo di intendere la politica, ma anche e soprattutto per i tanti che mi hanno votato perché credevano, come me, ad un progetto politico vero e non di facciata, non da slogan elettorale, e che hanno permesso, con il loro voto, alla lista “La Serra Rinasce” di vincere le elezioni amministrative.

Partecipo con estrema convinzione ed impegno ad un nuovo progetto molto più ampio, fatto di teste pensanti in cui non vi è un capo a cui render conto di ogni opinione e di ogni pensiero, in cui si discute, si studia, si lavora e dove c'è l'entusiasmo e l'ambizione di dare a Serra tra qualche anno il ruolo di protagonismo che si merita nello sviluppo della rostra regione.

Un progetto – è la chiosa finale - convincente già per il solo fatto che  non vi sono  steccati politici che impediscono il confronto franco e costruttivo, fatto di soggetti che hanno voglia di dare il proprio contributo quotidiano e non di bandiere da sventolare in base alla convenienza del momento, composto da una pluralità di persone libere di pensiero che mettono in pratica ciò che è frutto di una pluralità di idee e di esperienze, discusse anche animatamente, ma non dettate dall'alto, in cui c'è emancipazione politica da vendere che la si esplicita in vere sedi di ‘partito’”

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